Mentre Paola Binetti punta i piedi, e decide come conseguenza dell’ingresso nel Pd dei Radicali e della candidatura di Umberto Veronesi di chiamare a raccolta la (esigua) componente cattolica “dura e pura” a cui fa capo (è prevista una loro riunione per mercoledì), nello Spazio Congressi Roma Eventi si ritrovano circa settanta relatori e qualche centinaio di cittadini comuni, per discutere del manifesto “Laicità, nuovo civismo e valore della persona”, che raccoglie molte e significative firme del mondo della politica e della cultura.
Dopo i rituali affidati a Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini, organizzatori dell’iniziativa, l’incontro comincia quasi da subito ad assumere più che altro i contorni dell’assemblea, con Gian Enrico Rusconi a scaldare la platea verso la fine del suo intervento, nel quale azzarda un paragone tra Galileo e l’importanza del suo ruolo per la scoperta di un “cosmo fisico”, e il momento che viviamo nella nostra contemporaneità, alle prese con un “cosmo biologico” entro cui individuare i “diritti fondamentali e inalienabili dell’individuo”. Le strade possono essere diverse, afferma Rusconi: l’importante però è il risultato, che sia nel percorso religioso che in quello prettamente laico deve comunque essere lo stesso, vale a dire il riconoscimento del valore della persona in quanto tale, in ogni sua manifestazione.
A seguire la relazione di Stefano Rodotà, che premette la sua idea di una laicità “non oppositiva”, che piuttosto strutturi il discorso pubblico e lo spazio costituzionale entro cui è opportuno muoversi. […] Rodotà ricorda l’urgenza di affrontare il tema “della scienza e conoscenza dei cittadini”, altrimenti si rischia di assistere a decisioni prese “dall’alto”, sottratte alla sovranità popolare, come quando nel recente referendum sulla legge 40, alcune componenti cattoliche invitavano a sostenere la posizione del non voto causa l’incompetenza sulla materia. La soluzione, un impegno forrte e deciso veso la realizzazione di una “democrazia cognitiva”. Il lunghissimo e convinto applauso che segue le parole di Stefano Rodotà, dimostrano la grande attenzione della platea, che tributa una calorosa accoglienza anche all’arrivo di Giovanni Berlinguer.
I relatori si susseguono a ritmo incalzante, da Ignazio Marino (che promette per il 29 aprile di depositare il disegno di legge sul testamento biologico, sia dagli eventuali scranni della maggioranza che da quelli dell’opposizione) a Mercedes Bresso, Gad Lerner, Moni Ovadia; e molti altri ancora. […]
Le difficoltà per trovare una sintesi tra le varie anime che compongono questo articolato soggetto politico sono evidenti e molto complicate da risolvere: Binetti docet. Ma il confronto diretto tra opinioni diverse, in luogo delle classiche riunioni nelle quali al massimo si elucubra intorno a estenuanti sfumature ideologiche, potrebbe anche preludere a un nuovo modo di intendere e fare politica.
Il testo integrale dell’articolo di Emiliano Sbaraglia è stato pubblicato su Aprileonline
Tutto molto bello, ma: «…della platea, che tributa una calorosa accoglienza anche all’arrivo di Giovanni Berlinguer»
Giovanni Berlinguer? Quello che ha dato il via al finanziamento statale alla scuola privata? (e nella realta’ italiana privata=confessionale cattolica)
Roberto Grendene
Da lombardo posso dire che il via al finanziamento statale (buoni scuola) alla scuola privata (in realtà cattolica) è stato dato dalla Regione Lombardia (Formigoni). Non so che cosa hanno poi fatto le altre regioni, ma ormai in materia di sanità e istruzione la competenza è regionale. Il ministero ha competenza solo sull’ applicazione del programma didattico.
@ Roberto
Il ministro dell’istruzione non era Giovanni Berlinguer, era suo cugino Luigi.
Giovanni è l’ex presidente del CNB.