… e il provveditore, ovviamente, si mobilita immediatamente. Quando si tratta di attivare l’ora alternativa, succede esattamente il contrario.
Un richiamo all’ordine per i presidi delle scuole lombarde sull’ora di religione. L’ufficio scolastico regionale, dopo una lettera di protesta della Curia milanese, ha mandato una circolare a tutti gli istituti di ogni ordine e grado sollecitando una diversa organizzazione per chi sceglie non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. E invitandoli a non mettere quella materia alla prima o all’ultima ora, come spesso succede.
Don Michele di Tolve, il responsabile diocesano del servizio, aveva scritto all’inizio di gennaio al direttore della scuola lombarda Anna Maria Dominici protestando per le modalità con cui, secondo la Curia, gli studenti lombardi verrebbero scoraggiati non solo dal frequentare l’ora di religione, ma anche dal partecipare ad una attività di studio alternativo. La Curia è molto critica: «Alle superiori chi fa religione è penalizzato: mettere la materia alla prima o all’ultima ora equivale a un invito ad andare al bar dopo una mattina pesante, o a bigiare l’intera mattinata, se religione è all’inizio», spiega don Michele Di Tolve. E aggiunge: «Anche quando questa materia cade durante la mattinata, comunque la proposta è un’ora di nulla, quindi i ragazzi sono deresponsabilizzati, di fatto invitati a perdere tempo. Questo è diseducativo dal nostro punto di vista».
I dati confermano che la percentuale di studenti lombardi che frequenta l’ora di religione è in calo. Se alle elementari e alle medie, le statistiche sono soddisfacenti per la Curia (80-90 per cento delle frequenze), alle superiori il dato cambia drasticamente, soprattutto a Milano città. Qui, uno studente su quattro, secondo alcune stime, esce dall’aula quando entra il prof di religione. Secondo le statistiche della Curia, invece, in tutta la Diocesi alle superiori salta l’ora dedicata al vangelo «solo» il 36 per cento. Ma c’è da dire, che questa percentuale comprende anche le realtà della provincia, molto diverse dalla metropoli. […]
Testo integrale sul sito di Repubblica, ediz. di Milano
Se l’ora di religione, secondo il dettato delle modifiche concordatarie, da ora obbligatoria (da cui eventualmente farsi esonerare) è diventata un’ora facoltativa (di cui eventualmente avvalersi); e se la persona da tutelare è lo studente e non l’insegnante, collocarla la prima o l’ultima ora rappresenta semplicemente la soluzione migliore, perché non crea disagi né a chi si avvale né a chi non si avvale. La curia sostiene che la frequenza ne risente? Quale migliore ammissione che l’ora di religione cattolica è frequentata quasi solo esclusivamente per via del condizionamento sociale!
Eliminarla del tutto risolverebbe tutti i problemi. Per chi vuole approfondire il discorso religione ci sono strutture adeguate per tutti i gusti e per quasi tutti i culti.
è un modo per dire “se non li costringete a stare, i ragazzini non fanno religione”.
un successone…
Atteggiamenti così spudorati, in altri ambiti, sarebbero immediatamente denunciati come abusi.
“a Milano città. Qui, uno studente su quattro, secondo alcune stime, esce dall’aula quando entra il prof di religione. Secondo le statistiche della Curia, invece, in tutta la Diocesi alle superiori salta l’ora dedicata al vangelo «solo» il 36 per cento.”
quindi le statistiche della curia (36% non avvalentesi) sarebbero peggiori delle “altre” (25%)???
ma siete proprio sicuri?
nel merito, si potrebbe anche associarsi alla lettera di di Tolve, almeno nella parte in cui chiede che ci sia un’offerta concreta di attività alternative, rimarcando per il resto che anche le altre opzioni sono previste dalla legge (per quello che vale)
A mano a mano che si arriva all’età della ragione è naturale che la frequenza cali. Tra l’altro, per imparare la “materia” – che non è la matematica o la geometria – non vedo perché ci si debba dedicare così tanto tempo: ben 1 ora alla settimana per 13 anni! Per quello che c’è da sapere basterebbe un’ora sola in tutta la vita.
Aspettate che istituiscano l’ora di “educazione sociale” o “educazione civica” come alternativa all’ora di religione, e vedrete che putiferio si scatenerà.
Sempre che ci sia in Italia qualche politico che non faccia lecchinaggio cattolico, ovviamente….
Mi ripeterò, pazienza (ma stavolta molto brevemente).
E’ stata la Chiesa, fin dall’inizio, ad esigere l’ora alternativa per coloro che osavano non avvalersi dell’IRC. Bisognava incastrare questi soggetti a scuola, anche per non indurre all’abbandono gli avvalentisi, ciò che Don Tolve ammette qui con un candore spudorato (voglia di bigiare dopo una mattinata pesante, o di dormire un’ora in più la mattina, se l’IRC è collocato all’inizio o alla fine delle lezioni).
Ottimo il commento UAAR.
Non può esistere obbligo di ora alternativa a una materia facoltativa (come è l’IRC). Di fatto quest’ora alternativa si configura come un obbligo o, in positivo, come un’offerta di cultura a chi non fa religione (offerta non so quanto gradita).
Il problema di riempire un eventuale vuoto per i non avvalentisi si pone solo per i più piccoli.
E noi che durante l’ora di religione si giocava a briscola…. che tempi, che tempi!
Eh l’ora di religione, che ricordi. Chi giocava a carte, chi copiava i compiti per le ore successive, chi usciva dalla classe e scorazzava per tutto l’istituto (per lo più al cesso a fumare).
E il povero professore di religione, inerme, parlava debolmente, conscio del fatto che nessuno lo avrebbe ascoltato, ma lòui da stoico parlava, e non osava riprenderci: a noi della religione non ce ne importava niente. Era un’ora buca!
Ci vuole l’ora (ma ci vorrebbe più di un’ora) di educazione sessuale, almeno alle superiori, almeno.
Ci vorrebbe la possibilità di scelta fra ora di religione e ora di ed. civica che comprenda anche l’ ed. sessuale fin dalle elementari.E l’insegnante laico e non assunto dalla curia come succede per gli insegnanti di religione.Nella scuola si estinguerebbero in fretta e senza oscurantismo fin dall’infanzia,la società è destinata a crescere.
@Drina: no ci vorrebbe che in quanto corso FACOLTATIVO fosse spostato fuori dall’orario di lezione standard, come per tutte le attività extrascolastiche (tipo teatro e simili).
Chhi vuole và chi non vuole non và, senza moduli da firmae e classi ghetto per chi non la vuol fare.
L’ora di religione è un’ora di attività extrascolasti a valore culturale zero. NOn vedo perchè debba essere piazzata in mezzo alle altre lezioni.
@ Silesio
“ben 1 ora alla settimana per 13 anni”
Non è così. Gli anni sono di più, nel caso si frequenti la scuola materne, all’interno della quale le ore sono DUE.
Ora mio figlio va in prima elementare: altre DUE ORE. Anch’io quando andavo a scuola ne facevo solo una (anzi, non ne facevo ;), ma adesso, con l’ingresso dell’IRC nella materna e non so quali cambiamenti (di cui sono venuta a conoscenza solo al momento dell’iscrizione) le ore sono raddoppiate…..
da notare che a gennaio mi è arrivata la comunicazione che, se volevo fargli fare attività alternative per l’anno prossimo, dovevo comunicarlo entro il 31 gennaio. Mi sembra assurdo: dovrebbe essere il contrario, cioè che chi SI VUOLE AVVALERE allora firma una richiesta, altrimenti, in automatico, non la fa.
Da notare poi che il 15 gennaio sono andata a firmare e la segretaria mi ha detto che non sapeva nulla della comunicazione…. Ho insistito per avere un modulo (che lei non trovava). Quando ho detto che volevo un foglio bianco per fare una dichiarazione scritta, allora il famigerato modulo è saltato fuori….
Aggiungo poi che all’inizio dell’anno io e mio marito siamo andati alla riunione con gli insegnanti ed abbiamo specificato a quella di religione che avevamo fatto la scelta per nostro figlio di fare attività alternative ALL’ESTERNO DELLA CLASSE in cui si svolgeva religione. Lei ci ha detto che in realtà, in accordo con gli altri insegnanti, avrebbero voluto parlare di cose che non c’entrano con la religione e far restare TUTTI I BIMBI IN CLASSE. Allora io ho insistito, affermando che la nostra scelta era stata ben precisa, ed essendoci la possibilità di uscire dalla sezione, noi volevamo accadesse questo, e che avremmo verificato settimanalmente le attività che il bambino avrebbe svolto nelle due ore.
Alla fine abbiamo vinto, ma che fatica….. Ed è solo la prima elementare…..
@ Silesio
Ormai siamo all’assurdo. Bisogna fare i salti mortali per non avvalersi di un insegnamento facoltativo. Bisogna comunicarlo per tempo, riempire moduli, giustificarsi. Giustamente osservi che la comunicazione deve farla chi intende avvalersi, mica gli altri. Chi non lo comunica è automaticamente escluso dal privilegio di avvalersi di tale insegnamento: è così semplice e logico. Sicuramente c’è anche la schedatura per chi osa rifiutare l’IRC.
E’ assurdo. Una materia facoltativa la frequenta chi vuole, non c’è nessun obbligo di nessun genere per chi non vuole frequentarla, punto e basta. Questo dicono la ragione, i regolamenti scolastici e anche la Corte costituzionale.
Ma siamo appunto in Italia.
Insomma queste lezioni di religione sono un successone. Danno l’orticaria.
bel risultato per la Signora Moratti!
attuale sindaco di Milano ex-ministro dell’istruzione che mise in ruolo tutti gli insegnanti di religione, Moratti proprio una grande politica che capisce le esigenze dei cittadini. complimenti!
in Alto Adige, gli politici locali della destra di lingua tedesca vogliono mettere la ora di religione negli asili:-(((