Secondo Tiziana Antonucci, “una delle poche ginecologhe a garantire l’applicazione della 194” nelle Marche, nel consultorio dove presta servizio nel 2007 su 513 richieste di interruzione di gravidanza, 200 sono arrivate da cattoliche praticanti (39% del totale), 108 da non praticanti: le cattoliche rappresentavano circa il 60% delle richiedenti. Di altre confessioni (“anche qualche atea”) erano altre 146 donne; le restanti 59 non hanno voluto rispondere.
Intanto, un’inchiesta dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Torino dell’aprile 2006 faceva emergere che il 76% degli infermieri intervistati (“in maggioranza tra i 30 e i 40 anni, impiegati in reparti di terapia intensiva, lungo-degenza e chirurgia”) era favorevole all’eutanasia volontaria, ” e più o meno lo stesso era emerso a Milano”.
“E’ il Nimby in versione etica. Aborto? No, grazie, dicono i cattolici. No, grazie, dicono le cattoliche. But not in my uterus”.
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Non per altro b16 ha recentemente rispolverato il concetto dell’inferno!!!
Spero che almeno queste donne, che hanno esercitato un loro (terribile e dolorosissimo, certo) diritto, poi non vadano a votare per chi questo diritto vorrebbe eliminare.
In quanto all’eutanasia, penso che chi sia contrario a priori dovrebbe affiancare per un po’ di tempo quegli infermieri. Posso avere solo una pallidissima idea delle scene che si trovano quotidianamente sotto gli occhi.
Quello del NIMBY etico è da sempre lo “sport” preferito dai politici che sostengono i kattovalori e lusingano B16 & Co. con le loro farneticazioni pubbliche.
Caro stefano, molti cattolici hanno tanto di quel pelo sul cuore che non li smuovono neanche la cannonate, madre teresa docet !
quest’articolo e’ stato fantastico, brave anche le cattoliche a fare le antiproibizioniste sull’utero altrui, o almeno si parla di cattoliche fai da te, in disaccordo con le direttive del vaticano.
La coerenza dei cattolici… è proverbiale!