Giorello sul femminismo di John Stuart Mill

Interessante articolo sull’edizione de La Stampa di oggi, a firma di Giulio Giorello sul femminismo del noto filosofo inglese, punto di riferimento per una riflessione laica e a-religiosa della società e dell’uomo.

[…] non c’è conquista del movimento femminista del nostro Novecento che Mill non abbia anticipato o a cui non abbia fornito intelligenti motivazioni. Per una qualche ironia della sorte, non poche protagoniste del «pensiero femminile» hanno finito per rinfacciare al filosofo britannico di aver trascurato «la differenza di genere», perseguendo solo un ideale di astratta eguaglianza! A mio parere, però, coglie nel segno Nadia Urbinati, studiosa di Mill di livello internazionale, quando osserva che nel saggio Sull’asservimento delle donne l’eguaglianza non annulla la differenza, ma le consente «di esprimersi senza essere trasformata in ragione di discriminazione». Per Mill «l’opposto dell’eguaglianza erano dunque la gerarchia e il privilegio, non la differenza». Di qui il profondo significato libertario di quel suo saggio: difendendo l’idea di uguali opportunità lavorative per il preteso gentil sesso, Mill contrastava la cosiddetta tirannia della maggioranza, ovvero che «la maggioranza debba imporre leggi alle azioni individuali della minoranza». Infatti, sarebbe stata una forma di oppressione anche l’imposizione della volontà di una «maggioranza» di donne che avesse scelto la vita domestica sulla «minoranza» che avesse, invece, preferito una professione lavorativa fuori della famiglia.

[…]

Abbiamo visto come Mill avesse smantellato pezzo per pezzo l’idea che qualsiasi forma di asservimento di un essere umano da parte di un altro avesse giustificazione in un preteso ordine naturale. Aveva anche intuito come la liberazione da quel pregiudizio andasse di pari passo con la crescita del patrimonio tecnico-scientifico, che permette alla nostra carne di tramutare la cosa in sé della natura in cosa per noi. Per questo la sua enfasi sulla necessità di aprire al genere femminile le porte della ricerca scientifica ci pare, col senno di poi, tanto importante: tecnica e scienza, infatti, costituiscono un’impresa in cui le idee non restano nel cielo di Platone, ma anch’esse si incarnano, per così dire, nella materia. È proprio ciò che consente i progressi di quella che un tempo si chiamava meccanica applicata, e che oggi si è articolata nei settori più diversi, dalle alte tecnologie ingegneristiche all’informatica, dalle procedure mediche di igiene e profilassi alle biotecnologie. È indubbio che tutte queste discipline dischiudano oggi nuove possibilità al corpo umano. E continuiamo con Mill a pensare che, nel dibattito sul significato di queste innovazioni che riguardano la fisicità di Homo sapiens, tocchi una parte altrettanto rilevante a… Foemina sapiens!

3 commenti

Bruno Gualerzi

Forse, anzi senz’altro, Mill ha sostenuto tesi oggi poco condivisibili, cone d’aitra parte succede per ogni pensatore che abbia vissuto in un contesto culturale (con Mill siamo in pieno positivismo) per tanti aspetti necessariamente diverso da quello attuale… ma a maggior ragione il suo anticipare in modo così puntuale tesi femministe che troveranno accoglimento molto più tardi, e nemmeno tutte, fa riflettere.
Fa riflettere soprattutto perché – come credo succeda per chiunque abbia ‘scoperto’ una nuova strada fino ad allora mai percorsa (penso a Galileo, a Darwin, a Freud solo per indicare i più noti) – da un lato, appunto, si aprono orizzonti in grado di rovesciare convinzioni secolari, ma dall’altro, proprio per questo, si creano loro malgrado sacche di resistenza pronte a riemergere non appena, per forza di cose, si ‘scopre’ che la nuova strada è poi tutta da percorrere, e che non tutto – e per fortuna – è stato risolto in merito ai problemi sollevati.
E se per Galileo, da parte di queste sacche di resistenza, si è dovuto ripiegare non tanto sull’aspetto propriamente scientifico (per quanto…) ma su un ‘recupero’ della cultura che lo aveva rifiutato e condannato, per Darwin, e io credo anche per Freud, si punta proprio a mettere in discussione la validità stessa del nuovo orizzonte individuato.
Non so se per Mill e per il femminismo possa valere lo stesso discorso, ma lo sospetto fortemente.

Silesio

Non ho capito niente. Sembra una lezione di Ratzinger al contrario.

Bruno Gualerzi

X Silesio
Non hai capito niente di quanto ho scritto io o dell’articolo di Giorello? Sia nell’un caso che nell’altro – ovviamente in modo diverso – sono sinceramente preoccupato. Perché, in modo sempre naturalmente diverso, mi sembravano considerazioni più che comprensibili. Magari scontate, ovvie, inutili… ma proprio incomprensibili?
M poi, dai, non è vero che non hai capito niente… visto che ti sembra ‘una lezione di Ratzinger al contrario’. E qui devo confessarti che sono io che non capito cosa intendi.

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