“I Padda (uccelli dell’Isola di Giava) sono in grado di distinguere la lingua inglese da quella cinese e una musica di Bach da una di Schoenberg”, spiega Shigeru Watanabe dell’Università Keio di Tokyo (Giappone) che ha pubblicato la scoperta su ScienceDirect. Una prova che dimostra come alcuni animali abbiano un’intelligenza che si avvicina all’uomo, come dimostra un’inchiesta del National Geographic in edicola. Gli esempi sono innumerevoli e dimostrano come certi animali abbiano abilità che sono indice di un’intelligenza superiore, in quanto utilizzano la memoria, la comprensione della grammatica e la capacità di riconoscere se stessi.
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L’articolo completo di Luigi Bignami è consultabile sul sito di Repubblica
Chiunque abbia avuto animali, li abbia amati e ne sia stato riamato lo sapeva già.
La definizione più ‘onesta’ (tra virgolette perchè ho qualche dubbiio sull’onestà di chi l’ha formulata) che finora ho trovato di ‘intelligenza’ è questa: “L’intelligenza è ciò che è definita tale dai test di intelligenza”.
Non male come circolo vizioso, ma almeno ha il pregio di indicare quanto sia autereferenziale definire l’uomo come animale dotato di intelligenza superiore a quella di qualsiasi altro essere vivente… per non parlare poi del ‘in quanto creato a immagine somiglianza di dio’!
Infatti, chi l’ha detto? Niente altri che l’uomo di se stesso!
Quoto sia Lacrime e sangue che Bruno Gualerzi.
Sono contenta, per carità, di queste “scoperte” ma c’è un che tragicomico nel fatto che da una parte esistano studi che sempre più mettono in evidenza quello che ogni amante degli animali sa da una vita, mentre dall’altra ci sono studi che questi animali intelligenti li usano a mo’ di clinex, usandoli e buttandoli proprio come fazzolettini usati. La scienza ahimè non è ancora libera da quell’antropocentrismo infantile tipico di tante religioni.
bello questo articolo. lontano dalle eterne nefandezze elettorali.
dicono che i padda in giappone siano tenuti liberi per la casa al posto del cane. che i giapponesi vadano ancora in giro per il mondo uccidendo le balene è una cosa incomprensibile per un non giapponese come me.
Chiunque abbia avuto o ha un rapporto di empatia con gli animali, sa cosa sia
una relazione intensa e d’intesa con loro. Per quanto riguarda l’abusata e
sbandierata quantità intellettiva, essa è valutata, sempre e comunque, partendo
da una concezione antropocentrica della stessa. Il giudizio storico sulla dibattuta
questione, lo prendo a piene mani da uno scritto di Milan Kundera: Il vero esame
morale dell’umanità è il rapporto con coloro che sono alla sua mercè: gli animali.
E qui sta il fondamentale fallimento dell’uomo, tanto fondamentale che da esso
derivano tutti gli altri.