Comitato di bioetica: il dissenso di Flamigni

Cure e rianimazione per il feto nato fortemente prematuro e che presenta segni di vitalità, anche se i genitori dicono ‘no’. Il tema spinoso delle cure ai nati molto pre-termine – anche alla luce dei recenti casi di feti sopravvissuti ad aborti – si arricchisce di una presa di posizione ufficiale: quella del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), che ha approvato a larga maggioranza un parere in cui si afferma, appunto, che l’età gestazionale del feto al momento della nascita, ai fini della rianimazione, non è determinante. Così come non è vincolante il parere dei genitori. Un documento che, nonostante approvato dalla maggioranza, ha comunque determinato una spaccatura all’interno del Cnb, con alcuni membri, tra i quali il ginecologo Carlo Flamigni, che si sono dichiarati in dissenso. […] Totale dissenso arriva da Carlo Flamigni, ginecologo e membro del Cnb [nonché presidente onorario UAAR, NDR], che sottolinea di aver espresso un voto contrario, annunciando che presenterà un parere di dissenso: “In situazioni di questo tipo – afferma – il parere dei genitori nella decisione di procedere alla rianimazione del feto nato fortemente prematuro, e che potrebbe avere gravi danni o deficit, deve essere vincolante”. Il punto vero, conclude Flamigni, è che “una vita senza alcuna qualità o speranza, a mio parere, non merita di essere vissuta”.

Lancio ANSA

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13 commenti

Vash

Il parere del comitato di bioetica non mi sorprende avendo al proprio interno un manipolo di fondamentalisti e vedendo i membri “laici” a rischio cacciata tutte quelle volte che provano ad opporsi alle visioni ecclesiastiche del presidente.

Barbara

Poveri feti mi auguro che la natura, che certamente è più saggia di noi esserei umani,faccia il suo corso…..la selezione naturale.

Silesio

Il comitato della bioetica avrebbe dovuto aggiungere nella sua delibera che tra il parere dei genitori e il parere del prete, prevale il parere del prete.

lacrime e sangue

Ricordiamoci che i neri avvoltoi insieme coi medici finchè la legge non l’ha impedito sventravano le donne morenti per battezzare i feti… Amore per la vita sopra ogni cosa?

Roberto Grendene

Il pensiero di Flamigni e’ stato molto (troppo?) sintetizzato.
Alla recente conferenza UAAR tenuta a Bologna ha parlato di linee guida abbastanza consolidate e valutazioni che i medici devono fare, perche’ un di un feto che nasce vivo ma troppo prematuro si sa che ci sono 99,9% di probabilita’ che muoia nel giro di qualche giorno o settimana (per il resto dei casi potra’ magari sopravvivere qualche anno, con gravissimi handicap mentali e fisici), tra inutili sofferenze per quel bambino e per i suoi genitori. Ora non coinvolgere i genitori in questa decisione e’ aberrante. Nel nostro paese il diritto di ricevere una cura spetta al paziente. Quando il paziente non puo’ esprimersi, si chiede l’autorizzazione ai parenti piu’ stretti. E in questo caso, vorrebbero decidere solo i medici??? senza coinvolgere i genitori???

Roberto Grendene

Nicola

da quando delle persone hanno diritto di veto sulla salvezza della vita di altre?

se un giorno il signor Flamigni dovesse voler uccidere un figlio in quanto deforme, demente, affetto da sindromi terribili (con tutto il rispetto sia per il signor Flamigni che per i suoi figli! la mia non vuole essere un offesa, ma una provocazione fantasiosa)
io lo fermerei.. e penso che chiunque di noi lo farebbe!

pero se è un feto? in quel caso si fa finta di poter decidere al posto suo e di farlo senza compiere alcun male..

“il feto non è una persona”, direbbe qualcuno, “perche non è capace di intendere e di volere”.
beh, scusate ma, neanche un neonato lo è allora

“il feto non è una persona perche dipende in tutto e per tutto dalla madre”
questo è vero finche il bambino è dentro la pancia che quando è fuori.. o no?

woland

nicola @
Dimentichi che per curare occorre un consenso alle cure.
Questo consenso DEVE essere espresso dal paziente o, nel caso questi sia incapace di intendere e volere, dai suoi congiunti aventi diritto.
Non è dato curare un bambino senza il consenso dei suoi genitori a patto che un giudice non tolga loro la patria potestà.
Questo vale in qualsiasi occasione tranne, ora pare, per il feto.
Mi sembra una cosa contro ogni norma stabilita, oltre che contro ogni ragionevole umanità rianimare un feto di 20 settimane, che non ha nei fatti nessuna possibilità di sopravvivenza dignitosa, contro il parere dei genitori.
Si chiama accanimento terapeutico forzato.
Il tuo esempio fa ridere: il signor Flamigni potrebbe non voler uccidere un suo figlio malformato o demente ma gli va riconosciuto il diritto di sospendere ogni accanimento terapeutico e di pretendere che NON vemga rianimato nel caso in cui la sua situazione fisica dovesse precipitare.
Se così non è, dimmi allora qual’è il limite per distinguere le giuste cure dall’ accanimento terapeutico.

Davide

Condivido il dissenso del del Prof. Flamigni. Questo pronunciamento del CNB, di cui però non è ancora disponibile il testo completo ufficiale, è in contrasto con i documenti delle società scientifiche più competenti su questo tema. E’ il frutto di un approccio ideologico di asservimento a posizioni non scientifiche. Non è la prima volta che il comitato nazionale si pronuncia in contrasto con i documenti ufficiali delle società scientifiche; lo ha fatto anche negando che nutrizione ed idratazione artificiale siano cure mediche, in totale osservanza al punto di vista del vaticano su questo tema, per fortuna smentito da una sentenza della Corte di Cassazione. A mio avviso è anche dubbia la legalità di una esortazione a non prendere in considerazione il parere dei genitori di un minore. Purtroppo pareri così palesemente frutto dell’imposizione ideologica della componente filovaticana del CNB svuotano l’autorevolezza di tale istituto.

Nicola

@ Woland

una piccola provocazione:
una persona che fa un incidente grave e sviene non da’ consenso per le cure
come non lo danno neanche i pazzi negli ospedali psichiatrici

tu stesso dici “chi da il consenso è l’avente diritto”
ma è giusto avere dei diritti su altre persone?
questa è una domanda basilare.. io lo metto in discussione

lo stato dovrebbe proteggere i deboli (ridiamoci un po’ su, che è il caso)
non mettere la loro vita nelle mani di un “avente diritto”
il medico fa il giuramento d’ippocrate, non giura di ricevere ordini dagli aventi diritto

quindi io ripeto, difenderei il figlio dell dott. Flamigni anche senza il suo consenso

– Ha-Nozri 🙂

enrico g.

Dopo il parto non si parla più di feto ma di neonato. Che è pure cittadino italiano a pieno diritto.

Ricordo che anche nella rianimazione di una persona con un grave trauma c’è sempre una certa percentuale di danni permanenti (neurologici o di altro tipo): bisogna aspettare il consenso di chi eventualmente ne diventerebbe tutore in caso di handicap o vanno praticati tutti i tentativi ragionevoli per salvargli la vita?

Roberto Grendene

esatto: “tentativi ragionevoli di salvargli la vita”
non accanimento, ad ogni costo, contro la volonta’ dei genitori.
incredibilmente questa volta la famiglia diventa una istituzione inutile!
ad essa deve sostituirsi un medico, magari del Movimento per la Vita, che decide come e perche’ praticare un trattamento terapeutico senza consultare i genitori!!

Sulla bufala del giuramento di Ippocrate:
DAL NOTIZIARIO DEL CIRCOLO UAAR DI BOLOGNA:
http://uaarbologna.altervista.org/files/notiziario20070110.html
4) Un intervento per la razionalità nella professione medica e per la bioetica da parte di Carlo Flamigni (“Repubblica” , 27 dicembre 2006)
Il giuramento di Ippocrate secondo i talk-show
«Mi rivolgo a voi per cercare di risolvere i dubbi che i talk show televisivi mi creano. L’ultimo, riguarda il “giuramento d’Ippocrate”, che secondo l’ex presidente Comitato Nazionale di Bioetica – Prof. D’Agostino – e alcuni altri cultori della materia, sarebbe una comune, nobile abitudine dei neolaureati in Medicina. Mi chiedo per quali ragioni questo virtuoso gesto è stato scippato a me e ai miei compagni di studio. Mi chiedo come mai, in più di 40 anni di vita universitaria e dopo aver laureato tanti giovani, non l’ho mai sentito pronunciare. Toglietemi questo terribile dubbio: sta forse accadendo qualcosa di irreparabile ai miei già fragili meccanismi della memoria e dell’attenzione?»

Roberto Grendene

Nicola

@ Roberto Grendene

perdona la mia ottusità, ma davvero io non comprendo come mai una famiglia dovrebbe sentirsi offesa se dei medici (siano del movimento per la vita o meno) cercano di salvare la vita a loro figlio.

E cmq due genitori possono decidere della vita del figlio?

@ Enrico G.

è vero quello che dici, ed è proprio la chiave di volta del problema:
“Dopo il parto non si parla più di feto ma di neonato. Che è pure cittadino italiano a pieno diritto.”

La legge non difende il non-nato.
Ma è giusto che sia cosi? Ce lo siamo chiesto?
Non è il caso che inizi a farlo?

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