Il blog “Diritto di Cronaca” di Flavia Amabile sul sito de La Stampa riporta alcune cifre del Censis (del 2002) sull’adesione religiosa dei giovani, che possono farci riflettere.
Si dichiarerebbero “cattolici” (almeno come vaga appartenenza), il 73,8% dei ragazzi: ma, se andiamo a vedere meglio, coloro che credono in Gesù Cristo calano al 64,9%, mentre quelli “cattolici-cattolici” (che credono nella dogmatica e che riconoscono l’autorità della Chiesa) crollano al 30,5%: gli altri credenti hanno eufemisticamente “alcune perplessità rispetto alla dottrina.”
Per quanto riguarda la pratica, la situazione peggiora (o migliora, dipende dai punti di vista): meno del 10% va in chiesa almeno una volta alla settimana, mentre più del 40% non ci va mai (o molto raramente). Solo il 26% si confessa e dà valore alla penitenza, mentre il 46% si confessa ma “con l’atteggiamento un po’ scanzonato di chi va a chiedere un consiglio”.
Anche sui temi etici si coglie la distanza tra giovani e Chiesa, con una spaccatura quasi netta: la metà dei giovani è a favore dell’eventualità dell’aborto o dell’eutanasia; il 74,7% è a favore del divorzio. “Come dire che, se andassero a confessarsi, nessuno di loro verrebbe assolto.”
Vi sono delle lievissime differenze tra giovani del nord e del sud (meno laici, specie nel nord-est e nel nord-ovest) e quelli del centro. “Il discrimine è un altro, è la vergogna, la necessità di non far sapere. I meno entusiasti delle interruzioni di gravidanza infatti sono i giovani dei piccoli centri, con meno di 10 mila abitanti (43,8%), i centri insomma dove ci si conosce tutti.”
Conosco un signore che si dichiara ” orgogliosamente ” cattolico per poi sentirlo bestemmiare vedendo il proprio cane farla sul tappeto.
Il cattolicesimo è la religione dell’ipocrisia per gli ipocriti, dato che di ipocriti ce ne sono molti ecco spiegato il suo successo. Non so se è il caso proprio in questa sede (li conosciamo già) elencare tutte le ipocrisie cattoliche, che so… ad esempio che cosa raccomandava gesùcristo a chi avesse molestato un bambino, ebbene abbiamo nella chiesa cattolica la “spectre” dei pedofili di tutto il mondo, fino ai precetti alimentari, o ai delirii iconoclasti del vecchio testamento assolutamente ignorati, o ai precetti misogini circa la purezza o l’impurezza delle donne… etc. tutto questo mentre un papa afferma che niente è relativo e che tutti i loro precetti sono assoluti e questo fa di lui il degno capo di tutti gli ipocriti, ovvero: di tutti i cattolici.
Prendere con le pinze.
La Amabile è diventata famosa per un’intervista uscita sulla stampa a un giovane ex-gay convertito grazie ala preghiera. Per evitare querele consiglio di cercarsi i dettagli su Google e tirare ognuno le proprie conclusioni.
Nulla di nuovo, è il nuovo modello di cattolico del nuovo millennio. Preferirei vederli andare di più a messa e sentirli meno parlare di religione e radici cristiane nelle piazze.
Sono passati 6 anni da quella inchiesta (2002). Penso che oggi siano molti meno i giovani che si dicono cattolici e che vanno a messa.
i cattolici sono una espressione idiomatica.
La pratica religiosa sta andando in disuso. Un tempo i cortili delle chiese erano pieni di bambini, adesso sono piene di anziani. D’altronde da quando il mondo è mondo, le cose nascono e poi muoiono quando hanno fatto il loro tempo. Un tempo il bisogno religioso soddisfaceva ad una quantità di domande esistenziali o scaramantiche o salutari o intellettuali o sociali che oggi trovano altre altrove più convincenti risposte. Questo spiega anche la “pesante” discesa in campo della chiesa per cercare di difendere ad ogni costo le posizioni acquisite. Per la chiesa (per tutte le chiese) è venuto il tempo di “far quadrato”.
Non volevo intervenire, per non ripetere sempre le stesse cose, ma ciò che scrive Silesio – proprio perché argomentato in modo da contenere una sua indubbia verità – mi costringe a farlo.
Sono d’accordo con lui quando afferma che “da quando il mondo è mondo, le cose nascono e poi muoiono”, quindi anche tante pratiche religiose faranno, o stanno già facendo, il loro tempo… ma questo vale anche per la mentalità religiosa, e per converso, in funzione di un progredire della cultura atea?
Personalmente nutro molti dubbi. Per non riandare ad Adamo ed Eva (si fa per dire), anche partendo solo dall’illuminismo – magari per i limiti dell’illuminismo stesso, che però doveva essere solo un punto di partenza – quali reali passi avanti si sono fatti, a livello planetario (qui a casa nostra non ne parliamo nemmeno) per uscire da quello che Kant chiamava ‘lo stato di minorità dovuto all’uomo stesso’, quando in mezzo mondo ci si ammazza in nome di un qualche dio?
La vulgata marxista (non tanto Marx, il cui pensiero è altra cosa) ha sempre sostenuto che le religioni evocate nei vari coflitti sono in realtà servite per coprire ideologicamente interessi materiali… Il panorama attuale – visto che in prospettiva non si capisce bene chi trae vantaggi da una guerra (e in ogni caso di sicuro non li traggono i morti ammazzati) – mi sembra proprio che succeda il contrario.
non mi confesso credo dai tempi della cresima , ma ricordo che è un attività che non mi è mai piaciuta particolarmente.
Secondo me molti si dichiarano cattolici semplicemente perchè battezzati o perchè comunque siccome sono italiani allora sono cattolici, poi magari a Dio nemmeno ci credono.
Per come la vedo io, il declino della chiesa come autorità centrale e’ inevitabile e inequivocabile, e’ sotto gli occhi di tutti. Questo non vuol dire,in accordo con quello che dice Bruno Gualerzi, che la mentalità della gente sia diventata piu’ razionale.
A mio modesto avviso cambieranno i modi di intendere la spiritualità, che si evolverà in una religione fai da te,che ognuno si modellerà sulle proprie esigenze.
Salve a tutti! Io penso che ormai la battaglia da compiere è proprio quella di mostrare alla radice le falsità delle religioni. Per quanto riguarda la cristiana, comincerei già col mettere in discussione la soricità stessa di Gesù. C’è una vasta letteratura che mette in evidenza tutte le incongruenze e lacune dei vangeli e del nuovo testamento, per cui nonsi può neanche dire con certezza se sia esistito un uomo chiamato Gesù.
Solo diffondendo idee improntate all’ateismo potremo difenderci dalle assurdità che la religione ci impone dii seguire.
Ormai sono cose note: il cattolicesimo è diventato fai da te, con vaghe reminescenze di ama il prossimo tuo, non rubare, non uccidere, insomma non farle grosse. Per il resto, molti cattolici credono ad un dio tutto loro, ritagliato a proprio uso, senza interessarsi al clero e al dogma.
Se ne sentono tanti che dicono “credo in gesù ma non nei preti, intanto vado a messa per Lui”. Peccato che non siano più cattolici ma genericamente cristiani eretici – l’eresia era punita con la morte fino al Settecento, poi con la prigione fino all’avvento delle democrazie.
E’ comunque vistoso il fenomeno dell’ignoranza del catechismo e dei dogmi cattolici. Spiace poi vedere che i cattolici fai da te siano la causa del perdurare della Chiesa in quanto il loro numero non viene tolto dallo zoccolo duro dei fondamentisti, Opus dei, neocatecumenali e dei più politicizzati teocom e teodem. Alla Chiesa van bene anche questi eretici pur di far numero contro i non credenti e i laici veraci.
Non mi stanco di dirlo: la Chiesa è composta di uomini che oltre il loro tornaconto immediato (soddisfare con una presunta superiorità morale un senso d’inferiorità sociale; arricchirsi, godersi i bambini, sentirsi gli eletti del signore, comandare i fedeli…) sono anche consapevoli di far parte di un organismo semi-vivente, una creatura di cui loro sono le cellule – intercambiabili – una creatura che ha tempi di azione e di vita diversi dai singoli mortali che la compongo e che le si oppongono. I vertici cattolici lavorano pertanto con in mente progetti a lungo termine, anche di 50-100 anni e sanno aspettare, non per loro setssi, ma per la loro creatura.
Questa creatura non sparirà se non viene fatta sparire dall’esterno, disgregandola e soffocandola economicamente.
Tagliarle i viveri è fondamentale. Deve sostenersi solo con le elemosine dei suoi adepti se si vuole che resti inoffensiva per tutti gli altri.
Forniamo dati reali:
In crescita i cattolici nel mondo
Annuario Pontificio 2008: i dati mostrano un aumento dell’1,4%
I l numero dei cattolici nel mondo è in lieve crescita: nel 2005 erano 1.115 milioni, nel 2006 invece 1.131 milioni. Una variazione di 16 milioni di fedeli (+1,4%). La metà circa vive nelle Americhe. In crescita anche il numero dei sacerdoti. È quanto emerge dalle pagine dell’Annuario pontificio 2008, presentato ieri a Benedetto XVI dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e dal sostituto alla Segreteria di Stato per gli affari generali, l’arcivescovo Fernando Filoni.
«Dalla lettura del volume – sottolinea un comunicato della Sala stampa vaticana – si possono desumere alcune novità relative alla vita della Chiesa cattolica nel mondo, a partire dal 2007». In quell’anno, ad esempio, sono state erette dal Papa otto nuove sedi vescovili e una prefettura apostolica, sono state costituite due sedi metropolitane e un vicariato apostolico; in tutto sono stati nominati 169 nuovi vescovi. «I dati statistici, riferiti all’anno 2006 – prosegue il comunicato – permettono di evidenziare gli aspetti rilevanti della presenza della Chiesa cattolica nelle 2.923 circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta». Il primo dato in evidenza riguarda proprio la crescita globale dei cattolici. La loro diffusione è ineguale nei vari continenti, così come – esulando dal piano strettamente numerico – le loro condizioni di vita. L’America, ad esempio, comprende il 14% della popolazione mondiale ma conta il 49,8% dei cattolici di tutto il pia- neta. L’Europa, con un’incidenza sulla popolazione globale di poco inferiore a quella americana, ospita invece il 25% dei cattolici. L’Asia, continente in cui vive il 61% dell’umanità, accoglie il 10,5% dei cattolici.
Il numero dei sacerdoti – diocesani e religiosi – è cresciuto dai 406.411 del 2005 ai 407.262 del 2006 (+0,21%). Trova così conferma una tendenza in atto fin dal 2000. Per quanto riguarda la loro distribuzione fra i continenti, appare ridimensionata in Europa e America a vantaggio di Africa e Asia. Se nel 2000 infatti l’81% dei sacerdoti del pianeta stava in Europa e America, nel 2006 la percentuale era scesa al 78%. La variazione positiva di maggior rilievo riguarda l’Africa (nel 2006 vi operava l’8% dei preti di tutto il pianeta) mentre in Asia i sacerdoti sono passati da 43.566 nel 2000 a 51.281 nel 2006. Per quanto riguarda chi si prepara al sacerdozio: gli studenti di filosofia e di teologia nei seminari diocesani o in quelli religiosi sono 115.480 nel 2006, +0,9% rispetto al 2005; 24.034 in Africa, 37.150 nelle Americhe, 30.702 in Asia, 22.618 in Europa e 976 in Oceania. Fra il 2005 e il 2006 è cresciuto anche il numero dei vescovi: da 4.841 a 4.898 (+1,2%), con crescita più accentuata in Asia e America.”
Già, speriamo almeno nei giovani…
“Questa creatura non sparirà se non viene fatta sparire dall’esterno, disgregandola e soffocandola economicamente.
Tagliarle i viveri è fondamentale. Deve sostenersi solo con le elemosine dei suoi adepti se si vuole che resti inoffensiva per tutti gli altri”
Sarebbe fantastico se, come succede per le varie chiese in vari Paesi dell’Europa del nord, la ccar si sostentasse solo con quella che a tutti gli effetti è una tassa per i credenti. Abolendo dunque in toto l’8 per mille: paga solo chi è convintamente credente. Chi non paga, nel caso sia battezzato, viene scomunicato “a divinis”.
Quanto scommettiamo che il numero dei “cattolici” crollerebbe in maniera drammatica?
E che così anche i politici si accorgerebbero che la rincorsa al “voto cattolico” è un mero rincorrere le bolle di sapone?
L’ipocrisia può essere religiosa, ma può anche essere ideologica: io conosco gente che vota a sinistra e che non sopporta extracomunitari, omosessuali e femministe…
Caro Akrasias, i dati con cui cerchi inutilmente di stupirci sono un ottimo esempio della capacità della Chiesa di gestire la propria immagine secondo le moderne tecniche della pubblicità, tra le quali la più importante è: “metti in evidenza ciò che funziona e in ombra ciò che non funziona”. I dati statistici infatti sono relativi all’incremento percentuale dei cattolici RISPETTO A SE’ STESSI in un anno, ma che mi dici del resto della popolazione? Non ho tempo e voglia di mettermi a fare una ricerca accurata, ma già con una semplice ricerca in Wikipedia si può vedere come l’aumento della popolazione nel periodo 2005-2006 sia stato maggiore di 1.4% (figuriamoci dello 0.21% dei sacerdoti). Ciò significa che la PERCENTUALE RELATIVA DI CATTOLICI NEL MONDO è in discesa, ed è questo il dato che conta, visto che significa una minore capacità di “copertura pastorale” (se mi passi l’espressione) del territorio. Ciò è suffragato anche dal fatto che i continenti citati a più alto tasso di crescita dei cattolici (America e Africa) sono anche quelli a più elevata crescita dell’intera popolazione.
Caro Simone, non voglio stupire nessuno, solo fornire dei dati, niente più,inoltre concordo con la questione dei dati relativi, ma questo che significa? Ci rende più felici?
Pur partendo da un altro punto di vista concordo, in buona parte, con Bruno Gualerzi.
Laicamente non capisco questa frase di Lacrime e sangue, che mi sa più di emozione e poco di ragione:”Questa creatura non sparirà se non viene fatta sparire dall’esterno, disgregandola e soffocandola economicamente”Se questa è laicità. Non mi sembra la risaputa impostazione di Odifreddi.. e di altri.
Pensi che in tutto il mondo la chiesa si basi sull’8per mille?
certo che un aumento dello 0,21% è veramente strepitoso, con un incremento così del pil ogni ministro e capo di genverno farebbero tutti i salti di gioia. è uscito uno studio dell’autorevole Pew Forum “Changes in Americans’ Religious Affiliation” dal quale si evincono due fatti fondamentalmente positivi. negli ultimi 20 anni si assistito al crollo degli affiliati alla chiesa cattolica americana – 7.5% (aumentano purtroppo la iuesei version dei talebani).e la seconda e più importante notizia è che il gruppo che aumenta in maniera considerovole e di si dichiara non credente da un misero 7,3% degli anni 80 ad un ben considerevole 16% dei giorni nostri. per ulteriuori delucidazioni: http://religions.pewforum.org/pdf/report-religious-landscape-study-chapter-2.pdf
scusate per l’italiano, ma la tastiera del mio computer fra un pò finisce nella raccolta differenziata
@Akrasias: Non si basa sull’8 per mille, infatti fuori d’Italia è in difficoltà enormi e annaspa. Vedi gli USA dove le diocesi dichiarano fallimento per via dei compensi milionari che i giudici accordano alle vittime degli abusi subìti dagli ecclesiastici. La Chiesa si sta terzomondizzando, e quando finalmente le si taglierà il flusso finanziario che dal primo mondo la sostiene, rimarrà un’istituzione di fedeli che non saranno in grado di garantirne la sopravvivenza economica.