Anche il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer è intervenuto nel dibattito olandese sul controverso film sul Corano del parlamentare di estrema destra Geert Wilders avvertendo che la proiezione della pellicola causerebbe seri rischi alle truppe in Afghanistan. Il governo olandese resta diviso sulla vicenda, anche se i suoi servizi giuridici stanno verificando se ci sono gli estremi legali per impedirne l’uscita. A sostenere il divieto i cristiano-democratici del Cda. Il ministro degli Esteri Maxime Verhange, cristiano-democratica, ha esplicitamente chiesto di non trasmettere “Fitna”, mentre Pieter van Geel, capogruppo in Parlamento, ha fatto un appello a Wilders affinchè rinunci all’iniziativa. La linea intransigente del Cda non è però condivisa dai laburisti, che fanno parte della coalizione di governo e che sostengono il pieno rispetto della libertà di espressione. Il premier Balkenende ha fatto appello a Wilders a decidere come muoversi, valutando la sicurezza degli olandesi e delle loro aziende all’estero, oltre a quella dei militari impegnati in missione.
La notizia è tratta da Liberazione
voglio un filmato con calderoli che passeggia con il maialino, ormai dobbiamo aggrapparci a questi personaggi per difendere la libera espressione.
non lo voterei mai, ma il filmino me lo vedrei volentieri, come lo vedrei molto più volentieri se passeggiasse allo stesso modo in Piazza san pietro o in una sinagoga o in una casa del regno o come caxxxo si chiama, o nel mausoleo della iena ridens.
certo che sentire queste cose in olanda fa veramente impressione, l’ossimoro dei cristiano-democratici istupidisce proprio tutti.
Forse esagero, ma se si rinuncia a difendere la libertà di espressione a causa dei rischi che si prenderebbero nel farlo, direi che siamo messi davvero male!
E pensare che c’è chi ci ha rimesso la vita, per darci questa libertà…
Sembra quasi che ci siano più timori a trasmettere un film, che non a sparare cannonate o lanciare missili. Stranezze del terzo millennio.
Io adotterei, in questo caso, un criterio di giustizia un pò a gatto mio ^^
mi spiego
Se il regista fosse musulmano il film potrebbe essere proiettato. Se invece il registra è un occidentale no.
Credo denoti più mancanza di rispetto il 2° caso; sembrerebbe un semplice voler criticare-ridendo anzichè del più democratico “dire e ridere, dal proprio punto di vista, di ciò che SI E’ vissuto”.
Per nn cadere nell’orrore di chi ad esempio non essendo omosessuale (non avendo esperienza di ciò che parla) immagina le meccaniche esistenziali di questi “animali malati”
come un qualcosa di orribile, terribile, contronatura… quando invece corpo e “spirito” svolgono le stesse funzioni che hanno anche nel rapporto eterosessuale.
Mi sento insomma fortemente influenzato dal “si parla quando si conosce” noto anche come “prima vivere poi filosofare”… quindi se il registra centra REALMENTE qualcosa con il tema: ben venga! Altrimenti… forse è meglio di no
I timori invece sono comprensibilissimi: nei Paesi Bassi (l’Olanda è solo una regione!) i cittadini e gli immigrati musulmani sono assai numerosi, e la tensione sociale è già forte senza bisogno di sfruculiarla ulteriormente con propaganda di estrema destra.
Altro discorso è quello sulla legittimità di “censurare” qualcosa. Difatti trovo geniale l’appello di van Geel e Balkenende: rimettendo a Wilder la decisione di scatenare o meno un casino, più o meno pericoloso, rimbalzano anche ogni responsabilità per qualunque cosa possa accadere.
Magari fossimo bravi altrettanto in Italia a disinnescare certe micce senza cadere vittime dei paradossi della democrazia.
tutto crea problemi, ai militari; io avevo nel 2001 un pastore tedesco di nome Pippo.
Quindi se stanno in lotta contro al-qā‘ida cosa si aspettano? Se devono difendere la democrazia non si può arrivare a compromessi, che poi siano gli olandesi che hanno una lunga tradizione democratica e quantomeno fastidioso, lascia il dubbio che invece della democrazia siano a difendere interessi economico-religiosi , un dubbio questo che è ancora più pericoloso di un film che comunque per al-qā‘ida. sarebbe solo un pretesto
@guastardo
Perchè, una persona non puo essere libera di esprimere delle opinioni su temi che non lo riguardano in prima persona? Il fatto che il regista non sia musulmano non gli preclude certo la possibilità di esprimere un giudizio in base all’esperienza che lui ha avuto di quella religione.
Se impediamo la proiezione di un film perché urta il pensiero religioso di qualcuno praticamente la diamo vinta ai terroristi. Sarebbe come impedire a Crozza di imitare il Papa o cacciare Luttazzi dalla televisione perché prepara una puntata sull’ultima enciclica o…
Ooops! Perdonatemi, ho sbagliato nella citazione degli esempi!
Vorrei ricordare a tutti che il film è realizzato da un parlamentare di ESTREMA DESTRA (così riporta l’articolo).
Se il film fosse proiettato e se nel contempo al cristo-regista di estrema destra fosse mozzata la capocchia da parte di qualche talebano si pareggerebbe 1 a 1. Nel frattempo però il numero dei non credenti e di coloro che gli viene da vomitare solo a sentire pronunciare la parola “religione” sarebbe cresciuto e di tutto questo non possiamo che essere lieti.
@ Gabriele (studente)
L’estrema destra olandese non ha proprio nulla a che vedere con l’equivalente italiano,
sono due mondi diversi.
Comunque sono a favore della proiezione del film, ritengo che non dovrebbe essere neppure oggetto di discussione.
@hyxcube
Si hyx, dicevo appunto questo: “l’importante è che ne abbia esperienza” (esperienza – empireya – empirismo… implicano un coinvolgimento pratico nn solo una s e g a mentale deduttiva, ma una vera e propria immersione esistenziale induttiva”
Mi spiace, ma credo che non ci siamo…
Se il diritto di opinione si può esercitare solo su ciò che si conosce, allora non sarebbe più un diritto, oppure sarebbe un diritto per pochi. Poi, ovviamente, a quel punto chi ha espresso l’opinione deve anche riconoscere agli altri il diritto di criticare quello che ha detto, specialmente se ha detto delle fesserie per il fatto di non conoscere bene l’argomento. Ma non dev’essere ammissibile che per questo debba essere minacciato o rischi la vita.
Allo stesso modo, non possiamo certo lasciare il diritto di criticare o commentare una religione solo a chi professa quella religione lì (che mi pare un controsenso), con tutto quel che ne consegue. Se solo un musulmano può realizzare un film di questo tipo e invece uno di estrema destra non può, non è razzismo anche questo?
Quindi chi si ritiene “offeso” nei suoi sentimenti religiosi, che sia o meno islamico, risponda con quegli strumenti che la democrazia gli dà e nel rispetto delle opinioni altrui, e non in altri modi o cercando di mettere il bavaglio agli altri sfruttando proprio un malinteso senso di rispetto delle religioni.
1) Wilders è uno che specula su quanto succede nei Paesi Bassi, provocando per il gusto di provocare e gettando benzina sul fuoco. Probabilmente il suo film non mi piacerebbe per niente. Né mi convincerebbero le sue idee politiche: proporre di vietare la vendita del Corano è un’idiozia bella e buona, un atto di censura.
2) Proteste violente contro un film sono un’inaccettabile forma di intimidazione contro la libera espressione di idee. E che un governo cerchi di mettere il bavaglio a un regista, per prevenire quel genere di proteste, è un’inaccettabile forma di autocensura, e di sottomissione preventiva ai ricatti. Al più posso capire un appello al regista, non di più.
Se non contiene messaggi razzisti o istighi a reati deve essere trasmesso, che sia di destra non importa. poi dopo averlo visto si potrà dare un giudizio.
Hanno ragione i laburisti olandesi (che non sono Forza nuova), la libertà di espressione non si tocca, altro che i ragionamenti folli di Guastardo.
Consiglio ad alcuni che intervengono su questo argomento dando l’impressione di non essere ben a conoscenza dell’argomento o di essere infarciti di pregiudizi, il libro “Infedele” di Hirsi Ali Ayaan:
http://www.internetbookshop.it/code/9788817020626/hirsi-ali-ayaan/infedele.html
Il libro è appassionante e istruttivo per la descrizione del percorso dall’islam all’ateismo compiuto dall’autrice.
“Sono cresciuta tra la Somalia, l’Arabia Saudita, l’Etiopia e il Kenya. Sono arrivata in Europa nel 1992, a ventidue anni, e vi ho trovato una nuova casa. Ho girato un film con Theo Van Gogh che per questo è stato ucciso a sangue freddo da un estremista islamico, e da allora vivo tra guardie del corpo e automobili blindate. Poi un tribunale olandese ha ordinato che lasciassi la mia casa: il giudice ha dato ragione ai miei vicini nel ritenere pericolosa la mia presenza nel quartiere. Per questo me ne sono andata.” Con queste parole Ayaan Hirsi Ali apre uno squarcio nel racconto drammatico della propria vita, dall’infanzia, trascorsa con la nonna matriarca, custode tirannica delle leggi del clan e dell’islam, alla tortura della mutilazione genitale, dall’esilio cui fu costretta dall’opposizione del padre alla dittatura di Siad Barre, al rifiuto di un matrimonio imposto con la forza. Fino alla fuga dall’islam, all’approdo in Olanda e infine negli Stati Uniti.
@Krokko
Io non dico che una religione possa essere criticata solo da chi è fedele a quella religione… spero solo che si parli di ciò che si conosce. E’ come dire: per criticare meglio qualcuno, conoscilo prima.
Non quindi solo per rispetto del qualcosa che si critica, ma per fare critiche interne (a mio parere le migliori) critiche vere anzicchè pregiu-critiche
Questa satira va assolutamente difesa da questa canaglia:l’unica perplessità è che prov iene da ambienti di destra.
Geert Wilders è un politico coraggioso e un uomo di ragione. La “destra” olandese non ha NULLA a che fare con la destra italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=j0jUuzdfqfc
http://www.youtube.com/watch?v=0W6twYw4E8w
lascerei ai musulmani l’ opportunita’ di non andarlo a vedere, se non gli garba.
@nas
In una riga hai detto tutto, ma proprio tutto, quello che c’era da dire.
Amen.
(Ooops! … anche qui si può dire “amen”, vero? 😉 )