La sensazione che l’Italia sia incamminata verso un declino (nemmeno tanto lento) si fa, di giorno in giorno, sempre più netta. Agli italiani manca il senso civico, si sente spesso ripetere in coro: assai raramente questa lamentela è però accompagnata dalla constatazione che, nel nostro paese, manca anche l’ora di educazione civica.
E’ per questo motivo che l’UAAR, insieme ad altre realtà associative, vuole cercare di portare la necessità dell’educazione civica al centro del dibattito politico. Per ora c’è solo una dichiarazione di intenti: un sito internet (www.educazionecivica.org) e una mailing list (per iscriversi alla quale basta inviare una e-mail vuota a educazionecivica-subscribe@yahoogroups.com) sono stati nel frattempo creati, e sono a disposizione di tutti coloro che vogliono costruire INSIEME un progetto per cambiare l’educazione in Italia.
Per informazioni: campagne@uaar.it
Grazie Luciano e grazie UAAR per il vostro prezioso contributo per giunta gratuito. Vorrei segnalare a proposito, a tutti gli uaarini, pure un saggio di Luigi de Paoli molto interessante e liberamente scaricabile dal sito UAAR di Catania dal titolo PSICANALISI DEL CRISTIANESIMO
http://www.tevere.org/img/Psicoanalisi%20del%20Cristianesimo.pdf
Buona e proficua lettura a tutti
ops ho sbagliato articolo….
Le prime cose da insegnare dovrebbero essere che
a) siamo una specie sociale
b) i motivi evolutivi per cui lo siamo.
Forse, avendo chiaro il perchè, i ragazzi apprezzerebbero i vantaggi che questa nostra qualità da a tutti noi!!!!!!!
Che bisogno c’è dell’educazione civica. Noi abbiamo il Vaticano in casa. Ci guidano loro in tutto. Anzi, se qualche pretino legge le ultimissime, può consigliarmi sulle sedie che devo comprare per il soggiorno? Blu o marron? Grazie reverendi.
Scusate se mi riferisco ad una esperiemza personale… ma nella mia carriera di insegnante di storia ho sempre inserito l’ora di educazione civica che, se ricordo bene, era prevista tra le materie da trattare. Tutto insomma dipendeva – e credo ancora dipenda – dalla volontà dell’insegnante.
Naturalmente poi, anche qui, dipende dal ‘come’ si tratta l’argomento, perché, anche scegliendo il percorso più ovvio – la lettura e la ‘spiegazione’ della Costituzione – la ‘lettura di parte’ è sempre in agguato.
Ottima iniziativa. Credo che sia la migliore promozione sociale che si possa offrire, con le forze disponibili, anche per non disperderci in un umiliante battibecco con una struttura opportunistica e in malafede. Credo anche che si debbano concretamente raccogliere le disponibilità e le competenze concrete e offrirle a chi le cerca e vuole progredire. Sono disponibile.
Sui banchi metterei per primi i nostri politici, che ne dite? 😀
Ne hanno davvero bisogno
sui banchi? Ma che ho scritto? Mah! Scusate…la fretta 🙁
@Bruno Gualerzi
Io faccio educaz. civ. a 360°: dal funzionamento della rabbia al diritto di divorzio, dal maltrattamento contro le donne alla “coda” che ci è rimasta alla fine della colonna vertebrale… Insomma, mescolo scienze, religione, politica, economia domestica e bancaria, partendo sempre dalle domande degli allievi e li spingo maieuticamente a trovare una propria strada.
Ho già subito due richiami dal dirigente scolastico a voce, perchè pretendo che usino la testa invece di imparare a memoria (sai, doppio sforzo)… Il sindacalista della CGIL mi ha detto di smettere e di farmi gli affari miei perchè nessuno mi aiuterebbe… CGIL, non MSI…
L’Itagliano [sic] non vuole migliorare, ma riempire la “panza”: com’era il detto? “Franza o Spagna, purchè se magna” che oggi diventa “W la Chiesa purchè ci sia spesa”…
Che gli tocchino il portafoglio e poi vedrete gli Itagliani smettere di rotolarsi nelle sottane dei preti, o farci rotolare i figli minorenni
Caro ‘lacrime e sangue’ per come ti esprimi qui qualcuno (non io, che leggo sempre con interesse i tuoi commenti) potrebbe sollevare dubbi sulla tua ‘spinta maieutica’… ma ti garantisco che i guai con i dirigenti scolastici li ho avuti anch’io, e per ben altro che non fosse l’ora di educazione civica. Mi ha sempre sorretto l’appoggio degli studenti ai quali – con tutti i limiti immaginabili – sono sempre riuscito a far intendere la ‘socraticità’ del mio insegnamento. Sapevano del mio ateismo, mai nascosto, la maggior parte di loro erano, o credevano di essere, credenti, ma, o si riesce a guadagnare la loro fiducia convincendoli che non si vuole imporre loro niente, o cercheranno risposte in quelle ‘parrocchie’ che vendono solo risposte prefabbricate.
mia figlia, terza elementare, sta studiando la Costituzione durante l’ora alternativa.
In attesa di una materia dedicata all’educazione civica, e compatibilmente con l’insegnante a disposizione e l’eta’ degli alunni, consideriamola come insegnamento da svolgere nell’ora alternativa.
Roberto Grendene
e poi ci si lamenta tanto del bullismo: per forza se non si insegna fin dalla scuola materna alcuni concetti base poi è inutile stupirsi se alcuni vengono sopraffatti da altri
Questo é un argomento che personalmente sento molto. Da parecchi anni ormai sostengo che, siccome la risoluzione praticamente di ogni problema deve necessariamente passare attraverso un cambiamento culturale, prima di tutto (ma non solo, certo), per ogni cosa é necessaria una costante, decisa ed intensa opera di, appunto, EDUCAZIONE, che deve partire dalla prima istituzione deputata a farlo, ovvero la scuola, che in questo senso andrebbe non rivoluzionata, ma RIFONDATA, rivoluzionata sin dalle fondamenta. Magari un passettino alla volta.
Per quanto riguarda l’educazione civica, ricordo che quando ero in prima media era fra le materie in programma, da svolgersi durante l’ora di italiano. Inutile dire che lo spazio riservatole era molto poco rispetto alle altre materie; ricordo appena quello che c’era scritto sul libro: facemmo solo l’inizio, dove, fra l’altro ricordo che si parlava di educazione stradale. Poi praticamente più nulla, il resto del programma era considerato troppo più importante.
Oggi credo che invece l’e.c. dovrebbe essere assolutamente preminente rispetto alle altre materie, e non solo un’ora (meno nozionismo e più e.c. non potrebbero fare che bene), e, almeno per come la vedo io, dovrebbe essere concepita, sostanzialmente, come un mezzo, anzi IL mezzo principale per insegnare alle persone A RAGIONARE, sin dall’età scolare, il prima possibile. Poi, certo, l’argomento é ben più complesso e si dovrebbe andare più nel profondo e individuare, volta per volta, caso per caso, i singoli temi da affrontare nello studio della materia e sui quali insegnare la gente a ragionare. Quello di cui si occupa l’UAAR come associazione é uno di questi, senz’altro dei più importanti.
Credo che in questo modo la società e le generazioni future potrebbero essere migliori di adesso.
“Il sindacalista della CGIL mi ha detto di smettere e di farmi gli affari miei perchè nessuno mi aiuterebbe… CGIL, non MSI…”
Non so se sei iscritto alla CGIL, altrimenti avresti potuto rispondergli: “Allora vorrà dire che con la vostra tessera mi ci pulirò il………..”
Ricordo che qualche anno fa un collega d’ufficio, durante una discussione telefonica con un sindacalista CISL, io presente, ad un certo punto gli disse che se non si fosse informato per bene su quello che gli stava chiedendo, avrebbe stracciato la tessera, e quello, di colpo, si calmò subito, diventando tutto gentile, almeno secondo quanto mi riferì il collega dopo la telefonata…
Dimenticavo: massimo appoggio all’iniziativa, ovviamente. 🙂
Anche se, come spiegavo, la mia idea di e.c. va ben oltre quella proposta dalla campagna in oggetto (e forse é un po’ troppo utopistica, chissà) e servirebbe assai più di un’ora, chiaro che per iniziare va benissimo: sarebbe già un piccolo passo – e forse nemmeno tanto piccolo – sempre come dicevo prima.
insegno nella scuola primaria (ex-elementare) e devo purtroppo confermare che i bambini italiani, mediamente, stanno seguendo la strada dei loro genitori. fin dalla classe 1^ alcuni manifestano atteggiamenti irrispettosi o di scarso rispetto delle regole di convivenza civile. con l’aumentare dell’età la situazione peggiora ed in 5^ (10/11 anni) sono spesso intrattabili, ‘ribelli’ (ahahahhahaahha), maleducati, senza voglia di far nulla se non divertirsi, si sentono ‘maturi’ o nati ‘imparati’, anche perchè hanno la garanzia assoluta di essere promossi (non esiste più la bocciatura…). alle medie all’inizio abbassano la cresta, poi ricominciano, sempre peggio. il più delle volte spalleggiati dai genitori che danno loro sempre ragione. l’educazione civica è fondamentale ma anche per i genitori perché tale padre….in compenso si fa tanta religione, che non serve a nulla , è tutta scena e non importa a nessuno. è una scuola alla sfacelo, uno schifo, con insegnanti stressati, ricattati se non terrorizzati. da insegnante non credo più nella scuola italiana nè nella possibilita in questo paese orribile di una via d’uscita. non si può educare alla civiltà un popolo che non ce l’ha nel DNA e mai l’avrà. i civili sono eccezioni. a scuola comandano i genitori, poi i bambini , poi i dirigenti e gli insegnanti lo prendono sempre nel di dietro. difatti gli insegnanti maschi stanno scomparendo del tutto perché non hanno voglia per 4 soldi di rischiare d’essere presi in giro finanche da ragazzini di 11 anni o di rischiare la galera per un nonnulla. l’italiano medio è penoso, così la sua prole. non c’è speranza o quasi.
@Bruno Gualerzi,
Grazie, infatti i miei piccioli mi danno molte soddisfazioni, soprattutto quando mi fanno domande poco politically correct. L’importante è la loro fiducia, sapere che possono parlare apertamente, avere rispetto e ricevere rispetto. La mia idea è di insegnare che le idee non nascono già formate, già perfette, ma si sviluppano nel tempo e possono e devono evolversi.
Un mio alunno, in merito a queste elezioni, mi ha detto che pensa di aver capito che non bisogna restare attaccati al simbolo del partito o votare come ti vien detto, ma cercare di sapere le idee e i programmi ed eventualmente votare anche per un candidato di partito diverso: insomma, studiare e informarsi sempre. A dodici anni… Non è meraviglioso?
Magari diventassero tutti migliori di noi…
@strangerinworld
Leggo adesso il post. C’è molto di vero nelle tue parole: io adesso insegno alle medie e vedo molta della maleducazione, o “ineducazione” di cui parli. Alcuni alunni insultano, altri non ascoltano, altri sono piccoli delinquenti. Un nostro alunno ha violentato una compagna e tutti (anche le docenti!!!! Soprattutto le cattoliche!!) a dare addosso a lei che “se l’è cercata”; era lo stesso che aveva buttato una sedia contro un’insegnante; venerdì alcuni hanno fatto la pipi verso una bidella… I presidi dovrebbero essere tutti licenziati in tronco visto che se la prendono con i docenti e mai con i baldi bulli e bullette (a me venne detto “fuck off you bitch” e l’alunno ha ricevuto delle carammelle di consolazione perchè lo avevo trascinato in presidenza)…
Nelle mie classi, non so come, i piccioli sembrano diversi, o forse io li vedo diversi: certo, non li recupero tutti, ma almeno molti di loro hanno cominciato a prendere coscienza del rispetto. Un padre a ottobre 2007 ha perfino tolto la televisione dalla cucina per poter parlare con moglie e figli e il mio alunno mi ha detto che casa sua è adesso bellissima e lui ha scoperto che con mamma e papà si può parlare di tutto e che insieme ci sono risposte.
Odio insegnare, perchè non è il mio mestiere, ma queste cosette mi fanno dimenticare il mio pessimismo totale e assoluto, depresso e acido.
Colleghi insegnanti, lungi da me l’idea che l’insegnamento debba essere vissuto come una missione (anche perché non sopporto in genere i missionari), ma almeno vederlo come l’occasione – se non si vuole sempre dare la colpa agli altri, alla ‘società’ – in cui ci si può spendere per tentare di migliorarla, questa società, perché è ancora possibile agire sui suoi futuri componenti… beh, allora tanto vale puntare tutto su una modifica del DNA di un intero popolo i modi per ottenere la quale francamente mi fa venire i brividi.
@ lacrime e sangue
Solo x curiosità: ma dove insegni?
@Lorenzo G.
Sono simpatici episodi che accadono, in tono più o meno esasperato, ovunque!
Ho riletto – assieme agli altri – il mio commento delle 21.59 del 5 marzo: specie nella seconda parte è presso che incomprensibile, e me ne scuso (sarà stato il sonno).
Volevo in sostanza dire che proprio, e prima di tutto, dalla scuola occorre partire per modificare veramente – sforzandosi di formare coscienze libere e responsabili senza plagiarle violentandole – mentalità e atteggiamenti antisociali. O ci si riesce qui, oppure, dopo, i cambiamenti, o non saranno più possibili, o, cosa ancora peggiore, saranno possibili solo con la violenza… cioè saranno solo cambiamenti in peggio.
Purtroppo non c’è più solo bisogno dell’educazione civica, è venuta a mancare proprio l’educazione “di base” intesa come rispetto per il prossimo, lo si può constatare sulle strade :-/ …c’è parecchio lavoro da fare, su le maniche!
Io ho 27 anni e ricordo che alle elementari, credo in terza o quarta, c’erano delle ore di educazione civica (parlo del 1987/88)…
Comunque penso che si sia davvero sforato in termini di rapporto educatore-alunno. Sono sempre stato contro i rapporti confidenziali tra alunni e insegnante (anche quando ero studente). Non ho mai sopportato chi da insegnante si proponeva come “amico” o comunque chi assumeva un attegiamento lassista nelle relazioni formali con i propri studenti. Nella mia esperienza ho SEMPRE visto dei buoni risultati per me e per i miei compagni, solo con insegnanti bravi, preparati e attentissimi alle formalità, alla buona educazione e convinti della necesità della propria autorevolezza. L’insegnante è e deve essere per i suoi alunni autorevole, rispettabile, un punto di riferimento culturale ed educativo. Chi non lo è soccombe ed è totalmente inutile.
X Daniele
Non entro mai nel merito di esperienze personali che solo chi le ha vissute può giudicare… ma, da insegnante in pensione che ha sempre puntato a conquistare – credo quasi sempre riuscendoci – la fiducia dei suoi studenti, ci tengo a dire che l’essere ‘amici’ non necessariamente significa essere lassisti e, soprattutto, non necessariamente fa perdere “di autorevolezza, di rispettabilità” mentre aiuta proprio a diventare “punto di riferimento culturale ed educativo” in modo non formale.
Questa, almeno è stata la mia esperienza, che non intendo certo generalizzare… come però dovresti fare anche tu con la tua.
E’ quell'”attentissimi alle formalità” che non mi convince: l’educazione é sostanza, non forma.
Anche sull’essere risolutamente “contro i rapporti confidenziali tra alunni e insegnante” o “chi da insegnante” si propone “come amico” ho qualche dubbio. Non vorrei che questo portasse a una visione severa, chiusa, fredda, distaccata del rapporto fra i suddetti. Poi ovvio che non si debba esagerare e che il giusto stia sempre nel mezzo: sarà anche una frase fatta ma é così!:-)
Gli episodi…incredibili qui descritti e che si sentono e si leggono in giro non mi pare accadessero quando andavo a scuola io (mi sono diplomato nell’89), se non ricordo male (a parte il fatto che non c’erano Internet o YouTube). E’ evidente che nella scuola, più che mai, si é passati da un eccesso all’altro. Dai maestri severi e autoritari – così come i genitori, del resto – che usavano la bacchetta (una logica aberrante) dei tempi dei nostri babbi e delle nostre mamme e dei nostri nonni soprattutto, si é passati alla situazione attuale di cui sopra (una logica altrettanto aberrante).
Finchè nella società italiana non si sarà capaci di usare il cervello e la ragione si tenderà sempre ad oscillare fra estremi spesso “ideologici” in ogni cosa. L’educazione civica, fra le altre cose, dovrebbe servire anche a combattere e prevenire questo. Come dicevo, la cultura di un popolo si cambia anche e soprattutto a scuola, quando il carattere é più malleabile e ricettivo. E’ a scuola che dovrebbero formarsi, fra gli altri, i futuri insegnanti di domani, così come i futuri genitori, i futuri politici, ecc. dai quali, tutti insieme (ognuno naturalmente in ruoli e misure diverse), dipenderà la qualità e il livello di vita della nostra società.
Ripeto, forse la mia é una visione un po’ troppo generalizzata e totalizzante dell’e.c., ma di sicuro, almeno per iniziare, questa campagna non può che fare del bene.
@Lorenzo G.
Insegno attualmente in una scuola della provincia vicentina con più di 400 alunni, una delle più grosse… Si potrà dire o mi riconosceranno? Ci mancherebbe solo questo visto come mi detesta il dirigente, che oggi ho affrontato di nuovo proprio per l’episodio dei bagni. La bidella ha promesso una secchiata d’acqua contro i bulletti al prossimo schizzo…
Io ho insegnato tra il bellunese e il vicentino, ma lo squallore più totale l’ho trovato nel vicentino bianco e bigotto. Un episodio per tutti, non visto personalmente ma vissuto con disgusto e rabbia impotente da una collega: a Zugliano (Thiene) anno scolastico 2006/2007, un alunno ha spalmato per bene fin dove poteva arrivare gli escrementi sulle pareti del bagno e l’unico provvedimento preso dal dirigente è stata la sospensione di una partita di pallavolo. L’alunno non era certificato.