Scienza, assedio delle donne

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In Europa solo il 32 per cento dei ricercatori nei laboratori pubblici è donna. In quelli dell’industria privata è ancor peggio perché si arriva soltanto al 18 per cento. Ciò accade nonostante in partenza, al momento della laurea sia più elevato il numero delle donne-scienziate: 60 per cento contro il 40 dei maschi. Ma poi le strade della carriera (e della vita) portano ad una progressiva inversione sino ad arrivare ai più alti gradi di responsabilità con una schiacciante maggioranza maschile (87 per cento) lasciando all’esigua minoranza femminile ciò che rimane. Per questo la Commissione di Bruxelles si poneva un paio d’anni fa un legittimo obiettivo: arrivare almeno al 40 per cento di donne alla guida dei programmi di ricerca. Non sarà né facile né rapido il conseguimento di questa meta. Ma incoraggia il fatto che da un decennio si registri un progressivo aumento della presenza femminile per cui è ragionevole pensare che il valore in crescita alla base favorisca pure una maggiore visibilità nella leadership. Sia in Europa che negli Stati Uniti negli anni Novanta c’è stato un calo generale di iscrizioni alle facoltà scientifiche ma dal 2003 questa tendenza si è invertita favorendo ancor di più, secondo le statistiche più recenti, la «quota rosa».

In Italia dalle 4 laureate donne in scienza nel 1998 si è passati alle 8 l’anno scorso; le ricercatrici dal 26 per cento dieci anni fa sono salite al 30 per cento. «Il cambiamento inmeglio è lento ma c’è» commenta Sveva Avveduto dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr, coordinatrice di un’indagine sull’argomento tra i paesi dell’Ocse. «In Italia-aggiunge-solo due rettori su 83 sono donne, le docenti ordinarie ammontano a 2.800 su un totale di 18 mila, quindi costituiscono solo il 15,9 per cento, e nessuna risulta tra i presidenti di grandi enti di ricerca».
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L’articolo completo di Giovanni Caprara è consultabile sul sito del Corriere

3 commenti

Daniela

quando mi sono iscritta in ingegneria meccanica 6 anni fa eravamo 5 ragazze su 300 iscritti al corso, alla laura ero l’unica ragazza, però ora dove lavoro di ragazze laureate in ingegneria ce ne sono abbastanza. Comunque bisogna invogliare le adolescenti ad avvicinarsi senza timore alle materie scientifiche, a volte è solo mancanza di fiducia in se stesse.

Sole

Mi pare fosse il matematico Erdos che alla domanda “come mai ci sono più uomi matematici che donne?” rispondeva “e tu avresti fatto il matematico se ti avessero cresciuto aspettandosi da te che tu fossi soltanto una brava moglie e una brava madre?”

Asatan

@Sole: aggiungici anche quel 90% di datori di lavoro che ti vedono come “quella che ruba il posto ad un bravo ragazzo” o “quella che la vora per pagare le ferie o le frivolezze alla famiglia” e scoprirai perchè a parità di mansioni una donna prende in media il 40% in meno di uomo.

A proposito di lavoro…. dopo mesi di 9\20 ore al giorno di lavoro (facendo anceh lavori che non mi competevano) e suppliche perchè mi fornissero una formazione almeno basica per poter lavorare oggi mi comunicano che…. visto che la reeptionist si è licenziata piazzeranno me a fare quel lavoro (sarei impiegata commerciale) ed al mio posto verrà assunto un altro tizio. Dopotutto io non sono capofamiglia….. Mi girano da morire.

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