A letto con il dinosauro

Raccontano che nel Giurassico superiore fosse così temuto da non doversi nemmeno difendere. La sua enorme mole spaventava gli avversari e scoraggiava i predoni alla prima occhiata. Quando distendeva il collo, questo raggiungeva una lunghezza di 10-12 metri, e voltava con indolenza la testa per controllare la situazione. In situazioni di emergenza, poi, la sua lunghissima coda, che nella parte finale assomigliava ad una frusta tagliente, avrebbe potuto infierire sui nemici. Ma si racconta che non lo fece mai, anche perché il colpo gli avrebbe procurato un tremendo dolore e anche la rottura delle ossa.

Milioni di anni dopo, però, a sfidare uno dei più grandi erbivori che il pianeta abbia mai conosciuto ci proveranno 56 bambini. Muniti di calze antiscivolo e torcia, srotoleranno il loro sacco a pelo proprio sotto la pancia di uno dei due esemplari di diplodocus (un calco) che la Terra ancora conserva. Domani notte alcuni ragazzini fra i 9 e gli 11 anni si addormenteranno nella stessa stanza del dinosauro, lungo 26 metri. In occasione della XVIII Settimana della cultura scientifica, il Museo geologico «Giovanni Capellini» del Sistema museale d’ateneo dell’Università di Bologna organizza «A nanna con Dino», un’iniziativa dedicata ai bambini che mira a far prendere loro confidenza con i musei.

I ragazzi passerano una nottata intera dentro il museo in via Zamboni, nel cuore universitario della città, tra una tombola «tirannosaurica» e una caccia al tesoro squisitamente preistorica, alla ricerca di peli di mammut, denti di squalo e vampirli. «Il vero dramma per i genitori – spiega la professoressa Viviana Lanzarini, responsabile del Sistema museale e ideatrice del progetto – sarà riuscire a portali via la mattina seguente, dopo la dino-colazione. C’è da aspettarsi che si nascondano fra reperti e scheletri piuttosto che abbandonare l’habitat di uno degli animali che più li affascina, il dinosauro».
[…]

L’articolo completo di Elisabetta Pagani è consultabile sul sito de La Stampa

14 commenti

Jeeezuz

ahahah, mi ci portarono anche a me a vedere quel dinosauro da bambino.

Daniela

deve essere divertente, a me piacerebbe un sacco, i musei scientifici sono molto belli, da esplorare e da scoprire, li adoro, speriamo che questa iniziativa avvicini i bambini al mondo della scienza.

Alberto

Bella iniziativa, però…
i dinosauri sono esistiti veramente, e noi oggi siamo qui perché loro se ne sono andati, senza che nessuno sappia spiegare il motivo per cui ciò sia avvenuto. Inoltre sono numerose le questioni di biologia, fisiologiche ed ecologiche che vengono sollevate mano a mano che vengono studiati.
Quando uno studioso pensa al brachiosauro, per esempio, non è affascinato solo dalla sua mole spaventosamente enorme, che è forse il lato che più appassiona i bambini. E’ sconvolto al pensiero di come dovesse essere fatto il cuore che pompava il sangue fino alla testa che si trovava a 12 o più metri dal suolo, che tipo di metabolismo avesse, e da altre domande di questo tipo.
Ricordiamoci cioè che si parla di un argomento anche di scienza, da non banalizzare al livello delle storie di Harry Potter o di Signori degli anelli, draghi medievali e cose simili.

Stefano Bottoni

@ Alberto

Fondamentalmente sono d’accordo con te. Però teniamo conto che proprio da queste iniziative si può stimolare la curiosità dei bambini, e chissà, magari uno di loro, stimolato proprio da questo, diventerà un grande peleontologo.
Un bambino ha bisogno di sogni. Crescendo, la sua sorpresa “Oh, quanto è grande questo dinosauro!” potrà diventare “Oh, che tipo di cuore doveva avere per pompare il sangue per tutto il corpo?”
Magari poi non diventerà un paleontologo, ma si interesserà a un altro ramo… l’importante è stimolare la curiosità.
Che è sempre la molla fondamentale del progresso, non scordiamocelo mai.

Alberto

Certo Stefano, sono d’accordo. Basta però che quando uno diventa paleontologo non venga scambiato per un bambino!

Stefano Bottoni

Beh, Alberto, credo che sappiamo entrambi come un paleontologo non possa venire scambiato per un bambino tranne che da coloro che credono che la terra abbia circa 6000 anni (ipotesi assurda, ma che viene insegnata come scientifica da una scuola in Inghilterra, per giunta sovvenzionata dallo Stato… vedi R. Dawkings, “L’illusione di Dio”).
Però una cosa è vera: uno scienziato che sia veramente tale mantiene intatta tutta la sua curiosità, ed è questo che lo fa progredire. Quindi, da un certo punto di vista, uno scienziato è anche un bambino. Anzi, è proprio il bambino che è in lui che lo spinge a porgersi sempre nuove domande. Poi, l’adulto che è diventato cercherà risposte a queste domande, senza respingerle a priori, altrimenti respingendo la natura del bambino che esiste ancora in lui (scusa il casino, spero di essermi spiegato).
Hai mai letto “Il piccolo Principe”?
Io amo quel libro. E’ fantastico. Non è un semplice libro per bambini, come tanti tentano di spacciare. Certo, un bambino lo può leggere, e divertirsi leggendo una bella favola.
Poi lo leggi quando hai 35 anni, e scopri qualcosa di completamente diverso.
E ora che di anni ne ho 39, continuo a scoprire ancora qualcosa.

perplesso

beh,chiunque voglia fare ricerca,a qualsiasi livello ed in qualunque campo deve conservare la stessa curiosità dei bimbi secondo me,per fare davvero bene il ricercatore

Chris

le cose migliori si fanno con amore e passione
Stimolare l’amore per la conoscenza nei giovani significa avere una società più ricca un domani.
p.s. conoscenza è diversa da indottrinamento ovviamente… ma questo noi lo sappiamo

Dorian Gray

Ma quali dinosauri??? La genesi non parla di dinosauri, quindi non sono mai esistiti!!! E quelle ossa poi… si vede che è opera degli atei comunisti marxisti darwinisti…

O forse la bibbia si sbaglia???

Alberto

Sì Stefano, sono d’accordo totalmente, volevo scrivere io quello che hai detto. Come diceva Thomas Henry Huxley, amico e difensore di Darwin:
“chi vuole la saggezza, conservi dentro di sé il bambino che è stato”

Druso

Allora esistono ancora luoghi in cui fa della cultura, in modo divertente! Di questi tempi, molti musei sembrano dei parchi gioco privi di contenuti….
Complimenti, sinceri, al museo geologico di Bologna!

gianfranco

dal titolo pensavo ad un porno con la Binetti…
‘nnaggia…

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