Lavoro e legge 194: l’8 marzo torna in piazza (tra Ferrara e Luxuria)

ROMA – Cortei, presidi, sit in: non sarà un 8 marzo rituale quello di oggi, ci saranno più slogan che mimose a scandire una giornata tornata inquieta. Un po’ ovunque, in ogni città, sono previste iniziative, e dal lavoro alla legge 194 anche la celebrazione più rassicurante si tinge di lotta e di polemica. Dopo oltre venti anni dall’ultimo appuntamento unitario, le donne dei sindacati confederali manifestano a Roma.

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Temi che attraversano la vita quotidiana, rimossi dal dibattito elettorale e dalla scena mediatica. “A sentire i discorsi degli ultimi tempi sembra che alle donne interessi solo abortire, non è così, non siamo delle sconsiderate”. L’appuntamento di Cgil, Cisl e Uil è alle 14 in piazza Bocca della Verità, da dove partirà il corteo diretto a piazza Navona. Un palco al femminile accoglierà le testimonianze di precarie, studentesse, lavoratrici e pensionate. Attese anche una sindacalista indiana e una birmana. Gli unici uomini a intervenire saranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti.

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Poco distante, a Piazza Farnese, si terrà la manifestazione indetta dalla lista pro-life voluta da Giuliano Ferrara a favore della moratoria per l’aborto. Il neomovimento per la tutela del concepito, che ha tra i suoi obiettivi politici l’obbligo di seppellire tutti i feti abortiti sul territorio nazionale, ammette che l’appuntamento “è una provocazione forte”. “Ma noi vogliamo fare una grande festa”, spiega Olimpia Tarzia, “per ricordare le donne che vivono nel silenzio questo dramma e che oggi hanno l’occasione di celebrare la vita”. Quindi, “musica (canta Ferretti Giovanni Lindo, ex leader della band di estrema sinistra Cccp [sic! “Invece di pensare / continua a salmodiare…]) e vagiti”. Di fatto è il via alla campagna elettorale della lista “Aborto? No grazie. Per la moratoria con Giuliano Ferrara”.

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L’articolo completo di Marina Cavallieri è consultabile sul sito di Repubblica e se vi va c’è anche un pezzo su La Stampa.

C’è un filo rosso sangue che unisce la nascita della Giornata Internazionale della Donna al tragico bollettino di 4 morti al giorno sul lavoro: lo sfruttamento e la morte di tante donne nelle fabbriche. Non è importante accertare se la morte di 129 operaie dell’industria tessile «Cotton» a New York fu causata dal doloso incendio appiccato dal datore di lavoro per punirle di aver scioperato, quello che è certo è che con la rivoluzione industriale la donna fu scandalosamente sfruttata con turni di lavoro in fabbrica dalle 12 alle 17 ore e paghe dimezzate rispetto a quelle maschili. E qui c’è un primo paradosso: la «NATURA»!

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L’articolo completo di Vladimir Luxuria è consultabile sul sito de La Stampa

3 commenti

Mifepristin

bel personaggio Olimpia Tarzia avrebbe potuto essere la consulente di Joseph Meisinger nell’organizzazione del dipartimento delle SS contro aborto e omosessualità, una volta ho letto su un suo opuscolo(contrario non solo all’aborto, ma anche alla sterlizzazione volontaria e ai contraccettivi non “naturali”) che l’omosessualità verrebbe diffusa tra i giovani come strategia antinatalistica

Daniela

ferrara e i suoi suagaci sono esseri che non capiscoo un bel niente dei sentimenti e dei problemi delle persone reali, questa è gente opportunista e ottusa che non merita ne ascolto ne tutto questo interessamento da parte degli organi di stampa. Ferrara ha il suo orrendo foglio dove propagandare le sue bislacche idee, e credo che quello spazio gli basti e avanzi, no?

Asatan

@ Mifepristin: totalmente delirante e antiscientifico. Certa gente deve aver seri problemi mentali.

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