“Essere trattati da animali”, almeno per noi umani che poi siamo animali anche noi, corrisponde al livello più basso di rispetto e di considerazione. Quando poi si dice “una vita da bestie” si tocca il fondo della privazione dei diritti.
Ma a Firenze, per fortuna, alle “bestie” non va così poi tanto male perché l’amministrazione comunale è sensibile e civile. C’è un “Ufficio per i Diritti degli Animali” preposto alla tutela dei non umani che offre “Interventi per la protezione e la salvaguardia dei diritti di qualsiasi forma di vita animale presente sul territorio del Comune di Firenze”, si sta attrezzando un parco tutto per loro, il “PARCO degli ANIMALI” per il nuovo canile rifugio e canile sanitario, gattile e centro ricovero e recupero dell’avifauna, ed è stata deliberata la realizzazione di un cimitero per animali d’affezione in cui dar loro riposo eterno per un importo complessivo di 230.000 euro.
Questa è la civiltà a cui aspiro! Già, perché pur essendo anche io un animale agli occhi dell’amministrazione non godo tuttavia di altrettanta considerazione e rispetto. Solo perché sono un non credente. Mi si può rispondere che è una mia scelta personale e quindi son fatti miei. Certamente son proprio fatti miei a cui non intendo convertire nessuno.
Il punto è che diventano fatti miei i diritti accordati ad altri e non a me. Ad esempio, pur avendolo l’UAAR richiesto da tempo, in Comune non si è mai costituita una “consulta laica” né tanto meno in Regione una “Commissione pari opportunità fra chi ha differenti visioni di vita”. Solo chi aderisce ad un qualunque credo ha diritto di essere riconosciuto dalle istituzioni. Gli altri, a meno che non siano animali, non esistono: sono trasparenti.
Ma se questo può sembrare lo sfizio puntiglioso di un miscredente, mi pare più comprensibile il desiderio di salutare o di essere salutato almeno per l’ultima volta a modo mio. Un po’ come l’ultima sigaretta al condannato, sempre che oggi non sia più prevista per un principio salutistico.
Così chi ha una “chiesa” a disposizione, magari pagando, può utilizzarla per la cerimonia funebre di suo gradimento. Preghiere, canti salmi; il tutto sulla scorta di una liturgia ben rodata. Ed io? È pur vero che alle Cappelle del Commiato c’è una stanzetta senza simboli religiosi tutta per me, ma anche da morto avrei pudore ad imporre ai miei vicini defunti le mie scelte musicali. Non a tutti garbano Elio e le Storie Tese o Paolo Conte.
Certo, se io fossi un “nome”, potrei godere dei privilegi della fama ed ottenere una deroga speciale per accogliere chi mi vuol salutare in un luogo ed in un’atmosfera che nulla ha a che vedere con le liturgie confessionali. Ma io sono piccino piccino. Sono solo un animale, forse una bestia, nemmeno all’altezza di godere dei diritti riconosciuti ad un Pet.
Eppure la soluzione c’è, anzi ci sarebbe e senza gravare più di tanto sul bilancio comunale se solo la burocrazia facesse lo sforzo di scrollarsi di dosso le ragnatele che la avviluppano.
Il presidente del Q4, Giuseppe D’Eugenio, sollecitato non solo da non credenti come me, ma anche da altri cittadini credenti e diversamente credenti che si sono uniti con lo scopo di cercare un luogo dove celebrare i funerali secondo consuetudini diverse da quella cattolica, ha da tempo messo a disposizione la sede del quartiere per celebrare funerali laici o di altre confessioni. Ma le autorizzazioni non arrivano. Chissà perché …
Sappiamo bene che la legge non è uguale per tutti ed Orwell ha ben descritto come anche nella fattoria gli animali non siano tutti uguali, ma che un umano, anche se non cattolico, valesse meno di un Pet è forse un po’ troppo.
Comunque non demordo e fin da ora mi prenoto presso la sede del Q4 per salutare gli amici a modo mio. Ovviamente non ho fretta e se altri vorranno sottoscrivere questa “lista di attesa” varrà sempre la legge dell’avanti a chi tocca!
Marco Accorti, UAAR Firenze
Scusate un’obiezione:
Oriana Fallaci non è stata sepolta
a Firenze in un cimitero per non
cristiani?
@ Giovanni
Fallaci è sepolta nel cimitero evangelico degli Allori, Firenze, dove c’è la tomba di famiglia dei Fallaci.
Flavio,
allora i giornalisti raccontano
fesserie, perché parlavano
di una sepoltura tra musulmani.
questa struttura fa anche da pronto soccorso per animali trovati per strada? ad esempio un cane o un gatto investiti da una macchina? si può telefonare e qualcuno va a prenderli?
se così fosse sarebbe veramente una bella cosa.
Mi chiedo sempre che cosa significhi “non credente”. Dovrei fare un elenco delle cose credibili o non credibili. Il paradiso mussulmano fa scompisciare dalle risa e dal terrore. Presso la setta degli Assassini (gli antenati degli odierni kamikaze) si stordivano i giovani con droghe. Poi si allestiva una specie di bordello in cui venivano risvegliati. Le fanciulle del bordello provvedevano ad addormentarli nuovamente. Quando si risvegliavano i capi degli Assassini facevano credere ai giovani di essere stati per un giorno nel loro futuro paradiso che sarebbe stato loro se fossero morti per la fede. Così provvedevano ad armarli e a mandarli a morire. Così è nato il mito del paradiso, in seguito spiritualmente ridimensionato. In quello cattolico non vorrei mai finirci perché, cacciate fuori le tenutarie dell’antico bordello, il loro paradiso è popolato da sottanoni arroganti, insopportabili, noiosi, completamente insulsi e vuoti. Però non possiamo tollerare che questi biechi personaggi possano avere espropriato all’umanità il diritto di credere, di immaginare di proiettare in qualche futuro la loro esistenza.
Bello, quasi quasi mi trasferisco a Firenze, da umana molto poco orgogliosa di appartenere a questa specie tanto convinta di essere meravigliosa, valente ed insostituibile.
Per quanto riguarda il resto… sinceramente a me pare un po’ forzato il paragone tra la situazione animale e quella dei non credenti. A noi potranno non andar bene le modalità di celebrazione e sepoltura ma comunque le abbiamo, così come, anche se ci infastidiscono i crocifissi, abbiamo ospedali, cliniche private, strutture di pronto soccorso; mentre gli animali “altri” hanno ben poco da questo punto di vista.
A parte questo, sono ovviamente concorde che sia necessario predisporre delle strutture per le celebrazioni laiche, di qualsiasi tipo. Sposarsi per esempio, la chiesa è indubbiamente lo scenario più affascinante e suggestivo ed il confronto con una stanzetta del comune è impari.
Diciamocelo, la laicità inizia ora a camminare sulle sue gambe ed a pretendere “una stanza tutta per se'”, sarà un lungo percorso che spero non si accontenti dell’essenziale dimenticando di sedurre i sensi oltre alla ragione.
@ Giovanni
Non ricordo cosa dicessero i giornali all’epoca, ma l’informazione che ho scritto è presa da due articoli di Repubblica online.