Ginecologo suicida: indagato per violazione della legge 194

GENOVA – Tutto era iniziato da un aborto che Ermanno Rossi, noto ginecologo dell’ospedale Gaslini, avrebbe praticato nel suo studio privato di Rapallo. Una giovane donna che aveva chiesto l’interruzione della gravidanza nell’ospedale presieduto dal cardinale Angelo Bagnasco, dove però si effettuano soltanto aborti terapeutici, e che di ripiego si sarebbe rivolta all’ambulatorio.

In un secondo momento la ragazza avrebbe raccontato tutto ad una amica: un’attivista del Movimento per la Vita. Da questa sarebbe partita la segnalazione anonima ai Nas, quindi l’apertura dell’inchiesta della magistratura. I telefoni sotto controllo e le intercettazioni, i pedinamenti tra l’ambulatorio privato di Genova (nella centrale via XX Settembre) e quello di Rapallo (via Matteotti) avrebbero incastrato il medico. Che ieri sera, dopo una giornata di domande e perquisizioni da parte dei carabinieri, non ha retto, ha aperto la finestra dello studio di Rapallo e si è lasciato cadere dall’undicesimo piano.

[…]

L’articolo completo è consultabile sul sito di Repubblica, con approfondimenti sul Corriere e su Liberazione.

36 commenti

AndreCas

La caccia alle streghe è cominciata…caro Ferrara mi fai pietà.

Shiory

Ma perchè l’ospedale statale è presieduto da un cardinale? non mi è chiara questa cosa.

Asatan

A me più che latre sembra il caso di uno pseudo obietto (in ospedale a gratis solo il terapeutico) che svergognato pubblicamente per quello che era (un ipocrita che si approfitta della disperazione) ha preferito la fuga all’affrontare le proprie responsabilità.

Vash

Siamo nel periodo dell’inquisizione: segnalazione anonima di una devota, intervendo immediato delle forze dell’ordine (per i casi di omicidio vedi se si impegnano così…) e guai allucinanti per tutti!

Paolo Garbet

(modalità sarcasmo ON)
vabbè ma volete mettere la differenza? un medico al massimo ti cura una malattia, un prete invece ti assicura la vita eterna in paradiso: quindi per un medico in meno chisseneimporta.
(modalità sarcasmo OFF)

Quando la gente comincerà a svegliarsi? secondo me, mai: la quantità di intelligenza sul pianeta è costante, ma la popolazione aumenta…

Daniele Gallesio

Da Il Secolo XIX – web

Distrutto dall’accusa di avere praticato aborti clandestini, infamante per un ginecologo che – come afferma Sandro Aloisio (Cgil Gaslini) – «era obiettore». E deciso a farla finita, dopo avere subito tre perquisizioni dei carabinieri del Nas in ospedale e nei due studi privati di Genova e Rapallo.
[…]
Aborti, insomma, nello studio privato, vietati dalla legge. Il magistrato, che ha aperto il fascicolo a carico di Rossi e altre persone («nessun medico, al momento») ha incaricato i carabinieri del Nas di perquisire l’abitazione del ginecologo – in via Mura di Santa Chiara – il suo studio al Gaslini e gli altri due in via Venti Settembre, a Genova, e nel grattacielo di Rapallo. Ma che cosa accusava il medico? «Il materiale probatorio era consistente. La perquisizione era del tutto giustificata», spiega il pm. Gli inquirenti aggiungono: «La perquisizione ha avuto esito positivo, abbiamo trovato quello che cercavamo».

Io non posso sapere se le accuse sono vere o false, ma se fosse vero che il medico non praticava aborti nelle strutture pubbliche in quanto “obiettore di coscienza” e invece nei suoi studi privati praticava aborti, ripeto SE fosse vero, sarebbe grave il comportamento del medico, non della volontaria del MPV.

Io non sono certo un fan del MPV.
Non mi va che negli ospedali ci siano i pasdaran del MPV a fare terrorismo psicologico a chi vuole abortire.

Però, in questo caso, indipendentemente dal fatto che le accuse al medico fossero fondate o meno, non mi pare si possa riproverare nulla né all’attivista del MPV, né agli inquirenti, né alle forze dell’ordine.

Una persona ha notizia di un aborto avvenuto in uno studio privato (cosa vietata dalla legge 194), sporge denuncia, gli inquirenti indagano perquisendo uno studio.
Che male c’è?

Non è che qualsiasi cosa faccia uno del MPV sia sbagliata per definizione.

Francesco M.Palmieri

Certo il MPV ha fatto il suo mestiere, ma come ha già detto qualcuno sarebbe interessante sapere e il medico era obiettore di coscienza gratis e non obiettore a pagamento.

Questo è il punto fondamentale.

Vassilissa

Giusto Daniele.
Mi auguro che comincino a fioccare le denunce agli obiettori-nel-pubblico abortisti-nel-privato, ci sarà una bella scrematura e si solleverà il coperchio su questo pentolone di ipocrisia che è la gestione confessionale di strutture pubbliche.

Rudy

Il Movimento per la vita, Prolife e similari sono tipo le squadracce di vecchia memoria, davvero personaggi inqualificabili.

monicavita

Se non fosse stato obiettore avrebbe praticato l’aborto in ospedale: la 194 è una legge dello stato e non perchè Bagnasco presiede un ospedale in quel posto l’aborto diventa illegale. Forse per motivi di opportunismo i medici di quell’ospedale sono costretti a dichiararsi obiettori? Allora perchè non indirizzare la donna presso un’altra struttura invece che presso il proprio studio privato? E’ proprio la solita meschina speculazione sulle spalle di chi ha bisogno.

Marforio

Prima l’aborto poi il suicidio: si é presentato a Dio con 2 peccati mortali sulla coscienza.

SIGNORE ABBI PIETA’ DI LUI.

Daniele Gallesio

Shiory:

Credo che sia perché la famiglia Gaslini, che ha donato l’ospedale alla città, ha lasciato come condizione la presidenza al vescovo di Genova.
Probabilmente lasciare la gestione al vescovo sembrava loro la cosa più saggia.

E probabilmente poi lo Stato ci ha messo i soldi, ma non ha ritenuto il caso di metterci anche l’amministrazione.

Nota: penso che sia andata più o meno così, ma non sono sicuro.

Daniele Gallesio

Dal Sito dell’Istituto Gaslini:

Dopo la guerra, il Gaslini deve far fronte alla ricostruzione. I bombardamenti hanno colpito anche l’Ospedale. Cambia anche la natura giuridica e organizzativa. Nel 1943 viene varato il Nuovo Statuto Organico. Nel 1949, Gerolamo Gaslini da vita alla Fondazione che porta il suo nome. Alla Fondazione conferisce il suo patrimonio e dà il compito di sostenere lo sviluppo dell’Ospedale. E’ un sostegno finanziario e di indirizzo. Alla Fondazione spetta la nomina del Presidente e della maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione. Gerolamo Gaslini decide anche che la Fondazione sarà retta dagli Arcivescovi di Genova. Attualmente S.E. Tarcisio Bertone è presidente della Fondazione Gaslini.

Insomma: la presidenza ai vscovi la decise il fondatore che ci mise il capitale di avviamento.

AndreCas

Concordo con il parere che “Se era obiettore era solo un ipocrita”, ad ogni modo il MPV mi sembra una riedizione moderna della inquisizione

Barbara

Siamo poi così certi che si sia suicidato a seguito della denuncia?
Magari si è suicidato per motivi personali ed i mass-media sfruttano la notizia?!

Python

Sul fatto che questo medico fosse un obiettore, o “pseudo obiettore ipocrita”, sarebbe necessario fare un po’ più di chiarezza.
Intanto nel sito del Gaslini si trova questo:

Interruzione volontaria della gravidanza (aborto)
Il Gaslini, per la sua natura giuridica, non è tenuto a praticare l’interruzione volontaria della gravidanza, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 194 del 22 maggio 1978.

Poi, leggendo qua e là, si incappa in una interrogazione parlamentare

http://www.ifatti.com/articolo.asp?ID_ARTICOLO=5809

e leggendola pare di capire che un eventuale medico “non obiettore” non avrebbe avuto vita facile in quell’ospedale.

Insomma, ha anche pagato con la vita, io ci andrei un po’ più adagio nei giudizi su questo poveraccio.

Lucy Van Pelt

A prescindere dal fatto che non mi sento di esprimere giudizi sulla persona, dall’esposizione pur se confusa della notizia si evince che il medico era indagato per violazione della legge 194, nata, non dimentichiamolo, per sradicare la piaga dell’aborto clandestino.
Tra l’altro ricordo, purtroppo non nei dettagli, la lamentela di un medico di Genova che affermava di essere l’unico non obiettore della città con conseguente intasamento delle liste d’attesa.

Shiory

Sul sito del secolo xix fioccano i commenti delle pazienti di questo medico, che pare fosse una gran brava persona.
copio questo commento che condivido pienamente:

Daniele Gallesio

Sì, Python, è difficile giudicare senza conoscere i fatti.

Il fatto che si sia suicidato mi fa pena, perché una cosa è certa: era disperato.

Non so se fosse obiettore per motivi economici. Magari era obiettore perché “persuaso” dalla dirigenza dell’ospedale. Magari non è vero che faceva aborti clandestini. Non voglio fare processi.

Però se, e sottolineo SE, fosse stato obiettore perché costretto e praticasse aborti in privato perché riteneva l’aborto un diritto della donna che i dirigenti dell’ospedale non avevano il diritto di impedire, piuttosto che suicidarsi, avrebbe fatto meglio a dichiararsi colpevole e farsi processare e poi denunciare le pressioni subite.

Ovvio, io che non rischio niente faccio presto a parlare…

Non voglio condannarlo. Non so se io avrei saputo reagire diversamente.

Però non voglio nemmeno avallare come giusto suicidarsi piuttosto che assumersi le proprie responsabilità. Soprattutto se agiva per ideali. La disobbedienza civile va bene, ma se ti processano ti fai processare.

Shiory

Questo ginecologo sarà stato senz’altro un medico dotato d’umanità e afflato nei confronti delle proprie pazienti che lo ricordano tutte con affetto e stima.

Dobbiamo però interrogarci sui motivi che possono condurre una persona seria a compiere atti eticamente in contrasto con la propria figura pubblica.

Un medico ginecologo non può lavorare al Gaslini se non è obiettore.

Un medico ginecologo, nel caso non sia obiettore, è condannato a praticare quasi esclusivamente aborti e ciò è limitativo della sua professionalità.

Questo atteggiamento bigotto e perbenista delle strutture sanitarie “Gaslini” e “Galliera”, poste sotto l’egida della curia, ma di fatto finanziate con soldi pubblici, è la vera la causa della tragedia.

Lo stridente contrasto tra il dovere di medico che deve mettere a disposizione la propria competenza professionale e la facciata perbenista di medico cattolico che deve per forza essere obiettore.

Stefano Bottoni

Premesso che si sta parlando della morte di un essere umano, che è sempre una tragedia, il Gaslini (e una altro ospedale pubblico genovese, il Garelli mi sembra si chiami, ma potrei sbagliarmi) ha uno statuto che è semplicemente inaccettabile in un Paese civile: è finanziato con i soldi pubblici (100.000 euro annui, secondo “La Stampa”), quindi di tutti i cittadini, ma fa capo esclusivamente alla diocesi genovese.
Ne consegue che tutti i ginecologi di questi due ospedali sono COSTRETTI a fare obiezione di coscienza.
Non solo, ma, sempre secondo le notizie del quotidiano torinese, questi ospedali stavano, zitti zitti, anche smantellando le strutture per la procreazione assistita.
Udite udite… I ginecologi di questi due ospedali erano autorizzati a “prendere in carico” le donne che intendevano praticare la ivg, così prendendo i contributi pubblici, ma dopo essersi fatti pagare la parcella le dirottavano verso i consultori…
Così le liste di attesa si allungavano, e si rischiava seriamente di sforare il termine legale per la ivg.
Il Comune di Genova sta intervenendo, ma la cosa è tutt’altro che facile: il fatto che la curia decida cosa si possa o non si possa fare in questi due ospedali è previsto dal loro statuto.
Tante donne genovesi se ne vanno in Francia, che per fortuna loro non è troppo distante; possono anche procurarsi la ru486 senza troppe complicazioni.
Ora, io non so se questo medico che si è suicidato abbia praticato un aborto clandestino oppure no. Quello che so è che il peso della sua morte ricade in toto sulla curia genovese.
Sì, lo dico apertamente:
Bertone e Bagnasco sono i due assassini di questo medico!!!

michele

Se quest’uomo avesse davvero violato la legge 194 non lo so, anche se mi suona molto come un pretesto. Se siamo garantisti (nel senso autentico della parola, e non secondo l’odierno concetto d’innocenza a prescindere) dovremo far sì che la giustizia accerti le (eventuali) responsabilità civili e penali nei tre gradi di giudizio. C’è però da rilevare come questo suicidio avvenga subito dopo l’altra perquisizione a Napoli, e in una campagna di mobilitazione clericale contro la 194. Viene dunque il sospetto che il dottor Rossi, più che il responsabile di una colpevole negligenza, sia rimasto vittima di una consapevole campagna di linciaggio ad opera di ambienti ben definiti.

claudio

prego lor signori, una nova caccia alle streghe è iniziata…prego sedersi e allacciare le cinture, si parte!!!!

Asatan

@Stefano Bottoni: sarò forse troppo cinica, ma nessuno lo obbligava a lavorari in quell’ospedale. Poteva cambiare posto di lavoro, emigrare, cambiare genere di lavoro se fosse stato in disaccordo con lo statuto della sua azienda. Se ci è rimasto si vede che gli stava bene. Lo hanno arrestato per aver praticato una aborto in uno studio privato, in aperta violazione della 194 ed esponendo la ragazza a notevoli rischi. Ha vuto la fortuna che alla povera disgraziaa non siano capitate cose come emorragie o seticemie, ma visto l’ambiente non sterile di un ambulatorio standard il rischio di malattia e\o morte della giovane era alto.
Il fatto che sia morto suicida non mi fà alcuna pena. Lo dirò brutalmente ma il suicidio è una FACILE scapatoia per non assumersi le propie responsabilità, per non dover più rispondere di nulla.

Mifepristin

due considerazioni: che stupida questa ragazza, così ha ringraziato il ginecologo che l’ha aiutata! avrebbe anche potuto tenere la bocca chiusa.
quanto al fatto che gli ospedali siano presieduti dai vescovi è una vergogna! gli ospedali devono fornire ai cittadini tutti i servizi, compreso l’aborto nelle prime tre settimane! evidentemente esiste una incompatibilità tra essere vescovo e presiedre un ospedale pubblico!

Mifepristin

comunque tutta la mia solidarietà ad Ermanno Rossi, per me è, nel suo piccolo, un eroe: ha fatto male a suicidarsi, avrebbe dovuto affrontare il processo e dichiararsi prigioniero politico e lottare perché anche in Italia venga riconosciuto il diritto di effettuare aborti nelle strutture private.

Mifepristin

ecco quali sono i risultati dell’attivismo in favore della vita: suicidi, donne che muoiono di aborto mal praticato, bambini che vengono massacrati da madri che non li volevano e che maledicono il giorno in cui li hanno concepiti,in una parola: MORTE
io fossi nei membri del MPV mi vergognerei di aver fondato una associazione del genere, finalizzata a perseguitare le donne che non vogliono essere violentate da una gravidanza odiosa ed indesiderata e quei pochi che sono disposti ad aiutarle!

Stefano Bottoni

@ Asatan

Come ho scritto in precedenti commenti, nessuno obbliga uno studente di medicina a specializzarsi in ginecologia se ritiene che ciò possa portare a conflitti di coscienza. Ci sono tante altre specializzazioni, dunque…
Però magari quell’uomo che si è suicidato (e qui mi permetto di dirti che sì, sei un po’ cinica) magari non condivideva le imposizioni che doveva subire lavorando in un ospedale che, ricordiamocelo (e questa è una cosa che fa veramente schifo), è finanziato dai soldi pubblici ma è amministrato dalla curia. Ma ha praticato un aborto clandestino (sembra dalle notizie delle ultime ore, peraltro ancora non confermate) perchè la situazione della gestante si faceva sempre più difficile.
Cambiare ospedale nella stessa zona? Più facile a dirsi che a farsi.
Cambiare regione, o magari nazione? Posso assicurarti per esperienza personale che, finchè si è da soli, non occorre un gran coraggio, ma quando si hanno moglie e figli la cosa cambia completamente.
Comunque ritengo che il suicidio non sia una scappatoia così semplice. Occorre un gran coraggio, oltre a una enorme disperazione.
Non sono nessuno per giudicare il gesto del dott. Rossi.
Ma ritengo di essere qualcuno per accusare i veri colpevoli: la curia genovese e l’ipocrisia da lei praticata.
E anche il Comune di Genova, che solo ora ha promesso di fare un’inchiesta, poteva svegliarsi moooolto prima!

dadaLito

in Italia ci deve sempre scappare il morto per smuovere qualcosa… e a volte nemmeno quello.

aleG

I contorni di questa faccenda non sono chiarissimi per ora, ma una cosa è certa: in Italia in materia di aborto l’atmosfera si è fatta irrespirabile. Maternità, pianificazione familiare, procreazione, disabilità: tutti campi in cui cautela, delicatezza e rispetto sono fondamentali, e invece abbiamo suicidi, poliziotti negli ospedali, donne abbandonate sul lettino per ore ad aborto in corso perchè non ci sono ginecologi non obiettori. Ringraziamo la battaglia culturale di ferrara, uno dei peggiori personaggi della storia repubblicana.

Silvia

Non credo che un aborto effettuato ambulatorialmente da un medico competente ed accurato porti a più rischi di un intervento ospedaliero, dove l’igiene non è molto superiore e le competenze ed assistenza sono quello che sono (è noto che molti ricoverati in ospedale contraggono malattie che altrimenti mai avrebbero preso).
Penso inoltre che debba essere lasciato alla libertà della singola persona stabilire se la tutela della propria privacy possa valere un rischio sanitario maggiore: posso decidere di fare alpinismo estremo ma non di effettuare un intervento che comporti dei rischi maggiori rispetto ad un altro??? Ma ci rendiamo conto dell’assurdità???
Sono convinta poi che uno dei motivi per imporre lo svolgimento degli aborti in strutture pubbliche sia stata la necessità di regolamentare l’accesso all’aborto (per il quale ti possono comunque essere richieste giustificazioni e fatte domande che entrano nella sfera personale).
Non è neppure un caso che in Italia per la Ru486 sia richiesto il ricovero ospedaliero (non richiesto da un normale aborto), mentre in altri paesi non lo è.
Il discorso è sempre quello: se proprio devi abortire, deve essere una cosa scocciante e magari dolorosa, che ti fa sentire sporca e per cui devi rendere conto.

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