Repressione in Tibet: si parla di 100 morti

LHASA (TIBET) – E ora è una strage. Sarebbero almeno cento i morti della repressione cinese contro la rivolta scatenatasi a Lhasa, in Tibet, secondo informazioni non confermate provenienti dal governo tibetano in esilio a Dharamsala, nel nord dell’India.

LA NOTA DEL GOVERNO TIBETANO IN ESILIO – «Abbiamo notizie non confermate che circa 100 persone sono state uccise e che a Lhasa è stata imposta la legge marziale», ha denunciato in una nota il governo tibetano in esilio nel nord dell’India poche ore dopo che fonti ufficiali cinesi hanno dato notizia di dieci morti nelle proteste di ieri. Il governo in esilio si dice poi «profondamente preoccupato» per le notizie che arrivano «dalle tre regioni del Tibet di uccisioni sommarie, di feriti e arresti di migliaia di tibetani che protestavano pacificamente contro la politica cinese». Ancora, la nota ribadisce che «le recenti proteste riflettono i reali sentimenti dei tibetani in Tibet e il desiderio di essere liberi dal regime repressivo cinese».

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L’articolo completo è consultabile sul sito del Corriere 

22 commenti

lugachov

Credo che a questo punto l’UE e gli Stati Uniti dovrebbero boicottare i Giochi, ma ovviamente non lo faranno…

il mercato è il mercato, cosa conta un intero popolo invaso e da 50 anni privato della libertà al ricco mondo occidentale? La democrazia si esporta solo sove c’è il petrolio, ovviamente…

Barbara

Anch’io avrei boicottato le olimpiadi a Pechino ma pure gli USA se la fanno sotto hanno paura dei cinesi tanto che Hanno ritirato la Cina dalla lista nera.

Davide

L’economia americana e mondiale dipende interamente dalla Cina, il 90% delle merci che usiamo e compriamo ogni giorno viene da là.

ren

Non è solo quello il problema. Il debito pubblico americano dipende in gran parte dai risparmiatori cinesi che lo finanziano da qualche anno. Se la Cina si irrita può far andare all’aria l’economia americana.

GIANNI

ma come assomigliano ai fascisti i comunisti…che diranno Bertinotti e Diliberto?

Silesio

Il potere non ha nessun colore. Le tecniche del potere sono le stesse a prescindere dal fatto che ad usarle siano fascisti, comunisti, preti, ayatollah o super-democratici americani. Le atrocità combinate dai “civili e liberali” inglesi nelle loro politiche coloniali sono assai note.

Daniela M

e il papa sta zitto…ovviamente di questo non gliene frega nulla… parla solo di famiglia, di aborto e di eutanasia, figurati se si spreca per la pace in Tibet! D’altrodne , neanche ha ricevuto il Dalai Lama, quando è venuto recentemente in Italia…
Se fosse coerente con i principi evangelici, dovrebbe intervenire per far pressioni sulla Cina per la pace e il rispetto dei diritti civili…ma ovviamente gli frega altro…

Operaio K

“ma come assomigliano ai fascisti i comunisti”…già quei stessi “comunisti” cinesi che impediscono il diritto di sciopero e l’autorganizzazione dei lavoratori..per non parlare della repressione di tutte le correnti comuniste dissidenti…un dirigente trotskysta cinese Chen Xiaolin ha il triste record della più lunga detenzione politica della storia (superando anche Auguste Blanqui)…la burocrazia cinese è il perno dell’economia americana nell’Estremo Oriente. E non da oggi! Nel 1979, quando la Cina attaccò il Vietnam ebbe la tacita copertura di Washington dove Deng Xiaoping s’era recato pochi mesi prima dell’invasione..
E nel 1971 quando gli USA intensificavano i bombardamenti sul Vietnam Pechino stabiliva relazioni amichevoli con Nixon il quale sdoganava la Cina nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU….

lacrime e sangue

Da un lato la teocrazia del Dalai lama (eh, sì, il Tibet era una teocrazia), con un capo religioso come capo di stato, con monaci e clero quali classi superiori insieme ai nobili;mentre il popolo contadino e allevatore era schiacciato da decime e elemosine per mantenere le caste superiori, ma molto contento di questo perchè i lama era reincarnazioni di bodisatva vari e/o di santi del passato e quindi essere tosati a favore dei sant’uomini era una cosa buona…
Dall’altro la Cina, uno dei regimi più oppressivi del pianeta, dove i lager si chiamano laogai, dove si espiantano gli organi dai prigionieri politici condannati a morte o anche a pene minori, dove l’unica legge positiva è la proibizione di fasciare i piedi alle bambine…

Meglio essere oppressi dalla religione – ed esserne pure contenti? Oppure meglio essere oppressi dal nazionalismo cinese e sparire come cultura?
Io non conosco la risposta…

lugachov

lacrime e sangue

è vero, la teocrazia tibetana ha lasciato il paese al medioevo fino all’inizio del ‘900, un ceto religioso parassitario era intralcio economico e scientifico (questo mi ricorda una certa nazione europea…)

ma fatto sta che i tibetani sono stati invasi e colonizzati da più di mezzo secolo, tra l’indifferenza del mondo, e questo è comunque sbagliato

davide

E ora lo stesso dalai lama non chiede più il ritorno allo status quo, ma il rispetto dell’identità culturale tibetana

lacrime e sangue

@lugachov
Lo so… Proprio per questo non so darmi una risposta su cosa sia meglio per questa terra…
Penso a tutte le popolazioni invase da altri Stati, costrette a rinunciare alla propria lingua, alle abitudini, alla storia, alla cultura e so che è sbagliato.
Poi penso che spesso erano governate da stati teocratici e non c’era un filo di democrazia, di uguaglianza, di diritti…
Possibile che non si riesca mai a migliorare? Che non si possa mai rispettarsi davvero? Che la violenza sia l’unico linguaggio?

Comunque, nel Tibet non ci sono diamanti o petrolio, uranio o oro, come non ce ne sono a Cipro nord, quindi, i potenti della Terra se ne sono disinteressati

sceticasteddu

perchè non si può avere un’idea, una filosofia, una religione e, sopratutto, un proprio terrritorio già proprio.
perchè un popolo deve essere alienato.
perchè si deve morire per difendere tutto questo.
perchè ci si deve piegare alla volontà di uno stato despota.
perchè una nazione come la Cina deve essere tutelata ad ogni costo.
perchè l’economia deve soprafare la legalità.
perchè anche l’America, che fa guerre in tutto il mondo, emette giudizi più che positivi sulla Cina e decide che non ci debbano essere provvedimenti di carattere restrittivo nei confronti della stessa (mica per una questione economica…. nooooooo)?
Mi viene il vomito, penso solo a quella povera gente che non sa più, da oltre 50 anni cos’è la libertà!
Compriamo tutti la bandiera del Tibet ed esponiamola nelle nostre case, non solo quella dell’arcobaleno!
Vi saluto cordialmente e sopratutto con un pensiero per quei popoli.
grillo.parlante1958@yahoo.it

sceticasteddu

Dimenticavo, ma è pura utopia, si potrebbero boicottare i giochi olimpici di quest’estate, ma chi può solo pensarlo?
Poveri noi, poveri i giochi, ma, sopratutto GRANDISSIMI SOLDI PER MIGLIAIA DI SOCIETA’ CHE CI LAVORANO DENTRO!!!

davide

Penso allora che si dovrebbe fare una cosa. Non servirà a molto ma almeno è una piccola protesta: quando si trasmetteranno le Olimpiadi non guardarle neanche. O si esce a fare un giro oppure si tiene su un canale diverso da quello dove trasmettono le Olimpiadi

paolo malberti

Ci risiamo.
In qualche paese vengono violati i diritti civili ed ecco come rimedio universale la proposta: «boicottiamo le olimpiadi».
(Per inciso: le Olimpiadi sono diventate uno spettacolo-carrozzone penoso, e solo per questo andrebbero giustamente boicottate)
I piu’ accalorati poi si lamentano degli USA, del Vaticano, della UE, ecc. perchè «non fanno nulla».
Contro noi stessi, invece, che con le nostre scelte possiamo condizionare i mercati, nessun lamento.
Continuiamo tranquillamente ad acquistare i prodotti importati dai paesi (non solo la Cina) che violano i diriti civili o che sfruttano i bambini, e stupido chi non si comporta in questo modo perchè quei prodotti sono estremamente convenienti. Rimaniamo attaccati al televisore a guardare il gran premio di Shangai, invece di spegnerlo e cambiare canale.
Conclusione. O non ce ne importa nulla di un popolo oppresso, e allora megli stare zitti. Se invece ce ne importa, dobbiamo innanzitutto rivedere cosa noi stessi possiamo fare in prima persona.

Asatan

@paolo malberti:
concordo in toto con te. E’ come quando vedi tanta gente frignare per le condizioni del sud est asiaticco: fabbriche lagher, con operai tenuti in condizioni degne di Dachau, centinaia di morti…. il tutto con ai piedi scarpe di marche stranote per usare questi lagher, stesso discorso per la magliettina fashio e il elttore mp3.
Sostanzialmente questi tiranni campano su una cosa: i nostri soldi. NOn sei d’accordo con le fabbriche lagher? Semplice ti informi e smetti di comprare certi prodotti.
Peccato che molta gente la magliettina fashion sia troppo importante e si dicano “ma ceh vuoi che sia”.

Vedete stampigliato “Made in china” “Made inphilippines” ecc? NON COMPRATE.

Luciano

Quando Deng Xiao Ping annunciò, una ventina d’anni fa, l’apertura dell’economia al mercato, negli ambienti dell’economia finanziaria occidentale si facevano i tripli salti mortali di gioia. E a ragione, perchè da allora le plusvalenze realizzate sono state fantasmagoriche. La Cina rappresenta il più grande affare economico degli ultimi 20 anni, una quantità di manodopera pressochè infinita a costi prossimi allo zero: cosa può desiderare di meglio un imprenditore al giorno d’oggi? Di più, la Cina possiede la metà del debito pubblico americano, come dire che è in grado di far saltare il banco in qualsiasi momento. In codeste condizioni, qualcuno pensa davvero che il governo cinese si preoccupi di eventuali minacce di ritorsione occidentali (che tra l’altro, secondo me, resteranno lettera morta)? Nessuno muoverà realmente un dito per il rispetto dei diritti dei lavoratori cinesi o dei monaci tibetani. Le critiche al governo cinese di questi giorni serviranno solo ad alimentare la propaganda politica interna ai rispettivi paesi e nulla più. Gli atleti potrebbero boicottare le olimpiadi a titolo personale (qualcuno mi sembra lo abbia già fatto), ma non credo che a livello di governi nazionali ci saranno iniziative rilevanti. Boicottare i prodotti made in China mi sembra più facile a dirsi che a farsi: ci sono interi settori merceologici dove l’alternativa è pressochè inesistente.

Roberto

la nostra classe politica mi fa venire il voltastomaco: a destra e a sinistra. stamattina ogni giornale riportava tutti (tutti!) i politici italiani che hanno parole (ancorchè con toni tristemente tiepidi…) di solidarietà per il Tibet.
Ricordo che solo due mesi fa il Dalai Lama era in qui da noi, e non c’e’ stato un somaro di politico italiano che abbia accettato di accoglierlo. Anzi, hanno fatto quasi a gara per nasconderlo.
Il tutto mostra quanto la politica italiana sia del tutto priva (ancora una volta, se ce ne fosse bisogno…) di lungimiranza, ed e’ questo quello che piu’ mi preoccupa…
Buona domenica

ren

Hai ragione Roberto. Adesso vorrei solo vedere se il papa esprimerà solidarietà ai tibetani, con quale faccia lo farà, dopo aver rifiutato di incontrare il Dalai Lama per salvaguardare la nomina dei suoi vescovi in Cina.

E’ proprio uno schifo che in questo millennio in cui ci si aspettava un progresso della civiltà umana le minoranze continuino a essere schiacciate solo perchè son più deboli. Capita di essere schiacciati con la forza delle armi, come accade ai Tibetani e ai curdi ma anche di essere perseguitati e discriminati come accade a lesbiche e gay in Italia.

Alessandro S.

# lacrime e sangue scrive:
15 Marzo 2008 alle 22:45

Comunque, nel Tibet non ci sono diamanti o petrolio, uranio o oro, come non ce ne sono a Cipro nord, quindi, i potenti della Terra se ne sono disinteressati

In Tibet c’è una risorsa naturale che vale (o varrà presto) tanto quanto quelle che hai elencato: l’acqua. Se è veero che per la CIA le prossime guerre si faranno per l’acqua e le risorse alimentari…

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