Alcuni frequentatori del sito UAAR si sono lamentati della nostra “copertura” delle vicende in corso in Tibet. Ovviamente, l’UAAR non dispone di reporter da inviare in loco, e si affida pertanto a quanto puo’ leggere sui mezzi di informazione. Non neghiamo che le notizie proposte tendono a essere abbastanza monocordi: alcuni lettori suggeriscono di dare un’occhiata anche a quanto scritto su siti come Resistenze.org o Il pane e le rose. Ribadiamo tuttavia che l’UAAR non è in grado di controllare la veridicità dell’informazione proposta, da una parte o dall’altra: in linea con la propria consolidata prassi, dà spazio alle diverse voci e mette a disposizione i commenti della Ultimissime, i forum e la mailing list per discuterne liberamente. Per la stessa ragione, l’UAAR non ha una posizione sull’argomento: può solo ricordare a tutti come essa si batta per la piena libertà di coscienza di tutti i cittadini. Da questo punto di vista, è evidente che sia lo stato cinese contemporaneo, sia la ierocrazia tibetana di un tempo non soddisfano tale requisito.
Tra Cina e Tibet
27 commenti
Commenti chiusi.
CONSIDERO LA POSIZIONE DELL’UAAR AL RIGUARDO GIUSTISSIMA !!!
Come avete segnalato anche in fondo alla pagina web (si dice così?) non siete responsabili dei commenti, che restano opinione dei singoli utenti.
Sulle fonti: non c’è mai certezza di dove stia la V-erità. Ci dobbiamo accontentare di avvicinarci alla v-erità.
Come avevo già scritto, il Dalai Lama (non questo che era un bambino quando dovette scappare) è un sovrano teocratico, ma la Cina è una dittatura, dunque non so davvero chi appoggiare per chi lasciare…
L’unica soluzione è ascoltare non le voci del D.L. o del governo cinese, ma le voci dei Tibetani: purtroppo c’è la censura cinese, quindi a mio avviso la Cina è la parte più negativa in questo momento, visto che ha paura dei giornalisti occidentali e di internet…
Beh, se la “cricca del Dalai Lama” non impedisse ai giornalisti stranieri di andare a dare un’occhiata di persona avremmo notizie piu’ precise.
Mah, dato che devono far credere che sia colpa dei cinesi mentre e’ tutta colpa loro, e’ ovvio che si comportino cosi’…
penso che se la cina non aprirà alla prassi democratica, tutto il mondo si troverà in grossi guai.
@Fabio
Cso mai sarà il contrario è la Cina che pone veto alla stampa ed alle televisioni mondiali.
@barbara
era ironia…ritira tutto prima d far brutta figura 🙂
ho conversato con un cinese, il suo parere era totalmente plagiato, il discorso non era fluido ma formato di puzzle di cose sentite già da parte del premier cinese…
“ehh ma alla fine il dalai lama non è cosi buono come pare” come se stessero occupando casa sua e non una nazione intera…
@daniela
ma pensa un pò…
per ora io so solo che il mondo è veramente nei guai perchè il fascista e sacro impero americano non si è ancora aperto alla prassi democratica…
@Andrei
ma guarda che coincidenza…
ho conversato con un italiano, il suo parere era totalmente plagiato, il discorso (non) era fluido ma formato di puzzle di cose sentite già da parte di Veltrusconi…
“ehh ma alla fine Bossi non è cosi buono come pare” come se stessero occupando casa sua e non una nazione intera…(la Padania)
Qualcuno potrebbe dire che dietro il dalai lama e la rivolta in tibet ci sono gli Stati Uniti, ma anche se tutti sanno che è così, nessuno lo dice, perchè è politicamente sconveniente. L’informazione è certamente scarna per carenza democratica, ma un inquadramento della situazione storico-politica poteva comunque essere fatta dai media, e invece non è stata fatta, per non compromettere quell’immagine di bontà e fratellanza universale che viene associata al dalai lama e al buddismo e che è tanto di moda a sinistra. La Cina si è distinta anche stavolta per le sue pratiche disumane, ma di certo mi risulta difficile schierarmi con chi ha ucciso a sassate una donna cinese e considera le malattie umane una punizione divina riconducibile a vite precedenti.
Sarò qualunquista ma secondo me ci troviamo davanti a un caso in cui nessuna delle due parti è tanto nel giusto quanto pretende…
Kull.
@ Lucio
scusami ma preferisci la Cina agli USA, hai le prove che la “democrazia” cinese è piu avanzata di quella amricana?? Iluminaci un po qon questi fatti non di regime, pero per piacere non tirare fuori fatti degli anni 50, Maccartismo et co, se non c’e qualcono che potrebbe frarti ricordare “la rivoluzione culturale” cinese.
Quoto Luciano e Lucio
@Lucio. senti io non amo molto il Dalai LAma, ma fare un apologia del governo cinese è delirante.
Vogliamo parlare delle migliaia di casi documentati di torture e imprigionamenti degli appartenenti al Falungong? La cui unica colpa è avere una religione diversa dal comunismo?
Della censura su tutti i mezzi di informazione e della “misteriosa sparizione” di chiunque abbbia provato a far uscire notizie?
Ciccio vedo che tu la razionalità l’hai sacrifificata all’ideologia di partito, anteponendo la tua religione al benessere delle persone.
Anche sull’america… hanno un sistema di wellfare da incubo e il patriot act è una vera schifezza, ma non vieni messo in un lagher o ammazzato per aver criticato il governo!! Senza offesa me se dovessi scegliere fra cina e stati uniti sceglierei i secondi.
Smettila di ascoltare la propagande di partito e prova a parlare coi cinesi residenti qui in italia, ne hanno delle belle da raccontare. Roba da capelli bianchi.
E poi qualcuno osa negare che il comunismo sia un NMR\culto distruttivo…. altro che scientology.
bardhi, come valuti la “democraticità” di un Paese?
Visto che in Cina, a quanto si dice, non ci sono diritti umani, forse si potrebbe parlare della situazione carceraria.
Ebbene, qualche mese fa La Repubblica ha pubblicato alcuni dati sulla popolazione carceraria di Cina ed USA. In Cina ci sono 1,5 milioni di detenuti, negli USA 1,6 milioni (record mondiale). Se poi si fa la proporzione con la popolazione totale, questi numeri significano che in Cina circa 1 persona su 1000 é in carcere, mentre negli USA la percentuale sale vertiginosamente a 1 su 100. Se poi si considera solo la popolazione ispano-americana, la percentuale sale ulteriormente a 1 su 36; con gli afro-americani sale ancora a 1 su 15 – arrivando addirittura a 1 su 9 nella fascia 20-34 anni.
L’articolo é riportato qui: http://www.senzasoste.it/corpi-potere/usa-primato-dietro-le-sbarre.-un-giovane-nero-su-9-in-ca.html
Visto che sono meridionale di carnagione scura, personalmente mi sentirei più al sicuro in Cina che negli USA!
Tornando alla questione religiosa: apprezzo la (non) presa di posizione della UAAR, che deve necessariamente attingere al desolante panorama mediatico italiano per riportare delle notizie. L’importante é che si mantenga il senso critico: un ateo, agnostico e razionalista non può appoggiare una teocrazia, magari pensando che una intera popolazione (quella tibetana) voglia farsi governare da una reincarnazione di Buddha (o chi per lui).
Io sto con la popolazione tibetana, quindi non auspico il suo ritorno al medioevo (che in Tibet é durato fino al 1950).
Aggiungo una nota sull’informazione dei media mainstream, e sulla necessità del senso critico.
Sul sito de La Repubblica c’é un video sulla situazione tibetana. Il commento dice:
«Nuovo video delle violenze a Lhasa: l’australiano Michael Smith ha documentato le cariche delle truppe cinesi contro i manifestanti»
Al che, uno si aspetterebbe di vedere qualcosa che somigli alle cariche e pestaggi della polizia al G8 di Genova: violenza dell’autorità contro centinaia o migliaia di manifestanti.
E invece il video é ben diverso:
http://tv.repubblica.it/home_page.php?playmode=player&cont_id=18522
Altri spezzoni su YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=LjAnESxxRuU
Ancora una volta, il materiale distribuito dai filo-lamaisti conferma la versione del governo cinese: un numero ridotto di rivoltosi, violenze e danneggiamenti contro persone e negozi dei cinesi, intervento di polizia ed esercito limitato e non indiscriminato. Fino ad oggi, non ho ancora visto foto o filmati in grado di smentire questa versione.
mah lucio, costruisci poco senso compiuto se cerchi di mettere 2 realtà distinte come possono essere 2 paesi sulla scala di quale sia il migliore (o il peggiore)
vedo difficile giustificare l’occupazione militare di un territorio; che poi siano le truppe cinesi o americane quelle piu meschine mi pare un discorso evirato di ogni sapore o utilità…
il mio parere è che il regime governativo tiene a bada l’informazione interna, tanto da far credere al popolo cinese che il dalai lama sia un “cattivo” … sorvoliamo sui demeriti, sfinchè si parla di “cattivo” significa che si cerca di analizzare chi è il buono sopra tutti per poi glorificarlo.
Ora io ti prego di illuminarmi (non sono ironico,mi piace conversare) sul chi reputi più “buono” o meritevole di tutela? un governo che occupa un territorio, o un popolo che chiede la propria indipendenza.
Saluti,
e se eviti di esser cosi aggressivo permetti a tutti di poter conversare in pace in uno dei pochi spazi liberi di confronto che ci è ancora permesso.
Stammi bene 🙂
@ lucio
Ho visto che non hai tirato le conclusioni, ma se metti gli fatti a confronto non lo fai per altro, comunque non ho assolto l’america in tutto. Non credo che ci sia paese nel modo che puo vantarsi di avere la democrazia perfetta (poi vai a vedere cosa sarebbe una democrazia perfetta) tanto meno la USA.
Credo che anche se uno non avesse il mio “strabismo storico ed ideologico” non puo neanche mettere a confronto una democrazia, per quanto imperfetta e viziata fosse quella USA, con una dittatura come quella cinese.
interessanti e condivisibili riflessioni, che tra l’altro non avevo considerato. ma nonostante non abbia una opinione sugli usa migliore della vostra non sono così sicuro che il governo cinese sia pertanto “migliore”, non possono essere pessimi entrambi?
Un nuovo obbiettivo:
MENO CINA PER TUTTI
alle prossime elezioni vota il partito che ti promette questo!!
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Vi invitiamo a una discussione serena, senza offese verso i vostri interlocutori.
Grazie
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Cerco di seguire l’invito di Fausto: ci si sforzi di pensare alla lotta che il popolo tibetano sta conducendo contro l’oppressione cinese. Più volte i giovani tibetani hanno ribadito che, pur riconoscendo l’autorità spirituale del Dalai Lama, non ne condividono il carattere non violento della protesta. In ciò penso che mettano in atto ciò che infinite volte si auspica che possa accadere in Italia: pensare ed agire in modo laico. E per di più lo stanno facendo in uno stato teocratico. Io sono con i tibetani.
Riprendo il discorso per correggermi: sostituite “ierocratico” alla parola teocratico. Pardon.
Ma tanto per capirci, pure i carri armati sovietici a Budapest e a Praga erano li’ per arrestare dei delinquenti ed e’ stata solo la propaganda imperialista a farci credere che fossero state rivolte popolari represse con la forza?
La Cina vent’anni fa mandava i carri armati contro altri delinquenti, per lo piu’ studenti universitari armati di borse della spesa.
A questo punto diciamo che pure Pinochet rinchiudeva i delinquenti allo stadio.
Chi ha il potere fa le leggi e ha ragione, che li viola va punito.
Se la legge dice che non puoi dire cio’ che pensi, e tu lo dici lo stesso sei un delinquente ed e’ giusto mandarti i carri armati contro.
Basta intendersi…
In ogni caso ogni forma di dittatura e, conseguentemente, di repressione e di violenza è da condannare da qualunque parte venga. Questo vale sempre, a mio avviso, indipendentemente da chi siano i carnefici e chi le vittime.
FABIO: in effetti… io mi trovo d’accordo a condannare gli usa e la teocrazia tibetana, ma non tanto quanto ad assolvere il governo cinese… insomma: perchè in tal caso impedire tutte le informazioni? Per quel poco che so è il governo cinese a contrastare la diffusione di qualunque informazione, esiste una spiegazione a questo? lo chiedo sinceramente.
poi spezzerei una lancia per il tibet: sarà anche stato una teocrazia quando fu invaso, ma 50 anni fa le situazioni erano un po’ diverse, magari oggi sarebbe una moderna monarchia costituzionale! come si può giudicare oggi un paese che fù e che non è più in base a ciò che era, come se il tempo si fosse fermato ad allora?
Anche io pensavo la stessa cosa oggi, Alessandro. E’ vero che il Tibet è ancora un paese molto arretrato ma è anche vero che il processo di modernizzazione e il progresso non hanno potuto seguire un cammino spontaneo e normale in quanto il suo leader è dovuto scappare via in fretta e furia per non essere arrestato, e forse chissà, fucilato?
Forse nel frattempo, grazie anche al denaro dell’enorme flusso turistico, il paese sarebbe diventato diverso da quello che è. Invece si è cristallizzato in una dimensione un po’ mitica. Forse non ha sviluppato le sue potenzialità.
Anche l’Italia in confronto alla maggior parte degli altri paesi europei non riesce a uscire dal medioevo causato dal sottosviluppo del pensiero cattolico.
Mi fanno un po’ ridere quelli che giudicano il Tibet un paese arretrato. Forse non avranno sviluppato la crittografia quantistica, i treni ad alta velocità, lo space shuttle. Forse non ne avevano bisogno?
Ricordiamo che inoltre avevano messo in piedi il primo sistema sanitario pubblico del pianeta, nel XV secolo, mentre gli Europei, gli “avanzati” praticavano il salasso.