La morte di Chantal – ha detto il vescovo di Fréjus Toulon, mons. Dominique Rey – è la fine di un dramma umano atroce che è stato fortemente seguito dai media”. Il vescovo mette in guardia dal tentativo di “strumentalizzare la tragedia di una persona che lotta con la morte”. “L’accettazione legale di un omicidio volontario di un malato da parte di medici e della società – aggiunge il vescovo – farebbe vacillare i principali fondamenti sui quali sono fondati il vivere insieme e il rispetto per ciascuno”. Sulla questione è intervenuto anche il card. Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, che in un’intervista a “Aujourd’hui en France” dice: “bisogna rendere omaggio alla medicina e al personale medico che si prendono cura e fanno del loro meglio per diminuire la sofferenza dei malati” i quali – aggiunge l’arcivescovo – “hanno bisogno della nostra compassione, della nostra presenza ed infinita delicatezza, piena di silenzio e di rispetto. Ma non dobbiamo mai legiferare sull’onda della emozione”. “Invece di riconoscere il diritto a dare la morte come succede in Belgio o in Olanda – propone l’arcivescovo – accompagniamo i malati fino al termine del loro percorso, lottando con loro contro la sofferenza. Nessuno ha il diritto di dare la morte”.
Il dolore dei vescovi francesi per Chantal Sébire
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“strumentalizzare la tragedia di una persona che lotta con la morte”
Lottare con la morte significa cercare di sconfiggerla, dunque di rimanere in vita. Perciò, è esattamente il contrario di ciò che è avvenuto in questo caso, cioè, questa donna chiedeva proprio di poter morire in maniera dignitosa per porre fine ad inutili sofferenze, che non avrebbero potuto giungere ad una guarigione. Come al solito, i vescovi straparlano…
Concordo con Barbarin
ma le faranno un funerale religioso?
che atteggiamento ipocrita, questi vescovi si preoccupano solo che l’eutanasia non venga riconosciuto come diritto della persona di decidere del proprio corpo. In pratica la società e le leggi devono contrastare questo tuo diritto ma poi in privato, di nascosto, si può fare per poi ricevere, dagli stessi che ti hanno contrastato, parole di pietà e di perdono.
In tutto questo io ci vedo ipocrisia e cattiveria, ho letto un ragionamento del genere anche su repubblica da francesco merlo, debbo dire che tutto questo mi sa di pochezza intellettuale in maniera palese.
Un cattolica mi ha detto riguardo all’eutanasia: “Invece di investire soldi nell’eutanasia la scienza dovrebbe trovare cure per alleviare i dolori del malato”. Investire soldi nell’eutanasia? Da almeno 300 anni si conoscono metodi indolori per uccidere una persona, non c’è bisogno di investire nessun capitale… ma vi rendete conto con quale montagna di balle vengono cresciute queste persone… provo solo disgusto!
Rispetto e silenzio per chi se ne è andato.
Odio e disprezzo per i vescovi che lacrimano ipocritamente perchè hanno perso un pezzo di carne da utilizzare per la loro infame campagna contro la libera scelta su come andarsene da questo mondo… Già me li vedo che straparlano di incapacità di intendere…
E’ perfettamente onutile il dolore dei vescovi francesi e di tutto il mondo. E’ indispensabile una legge sull EUTANASIA!!!!!!!!!!!!!!!!!! Se poi vescovi, papa cardinalo,preti,suore,monaci,monache e tutti coloro che vogliono soffrie fino all’ultimo,va benissimo MA NON LA IMPONESSERO LA SOFFERENZA FINO ALL’ULTIMO A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Posso trascrivere qui quello che scrivevo a commento di un’altra notizia… con qualche adattamento
Il punto è proprio questo! La morale della destra/chiesa è la morale dell’uomo in quanto essere “animale”; essa è la morale della Vita che impone i comportamenti più adatti per la sopravvivenza del gruppo animale. Ed un gruppo sopravvive se è numeroso.
Per chi volesse saperne di più su questo aspetto dell’evoluzione della vita suggerisco, come al solito, la lettura di “Dal big bang a dio. Il lungo viaggio della vita” liberamente scaricabile su http://www.geocities.com/biochimicaditutti
L’argomento è trattato da pag 162 e riassunto a pag 174 da cui cito
“La morale della vita e la morale dell’uomo
A questo punto della nostra trattazione siamo pronti a confrontare gli obiettivi della morale della vita con quelli della morale dell’uomo. Abbiamo visto come il fine della morale della vita sia la sopravvivenza della vita stessa e come essa venga perseguita con strumenti che favoriscono:
1. la sopravvivenza dell’individuo,
2. la selezione del più adatto,
3. la riproduzione,
4. le cure parentali,
5. la formazione ed il mantenimento del gruppo familiare,
6. la coesione e la sopravvivenza del gruppo animale.
Cosa dice al riguardo la morale dell’uomo?
L’obiettivo della sopravvivenza dell’individuo è ampiamente recepito dai due importanti principi della legittima difesa e del divieto di suicidio. Anche molti precetti alimentari ed igienici (fra cui il riposo settimanale) sono finalizzati a questo; come del resto le indicazioni che definiscono “peccati” certi comportamenti eccessivi e nocivi alla salute.
L’obiettivo della sopravvivenza del più adatto è anch’esso ben radicato. La stima che si tributa a coloro che hanno raggiunto una elevata posizione sociale ed il disprezzo che si riserva ai “falliti”, sono testimoni di come la società umana sia pervasa dall’etica del successo. Il raggiungimento di un più elevato stato sociale, a ben pensarci, è alla base della maggior parte degli insegnamenti che si impartiscono ai figli.
La riproduzione come strumento per la sopravvivenza della specie è talmente condiviso da essere la causa, non solo dei giudizi poco lusinghieri sulle zitelle, ma anche del ripudio della moglie sterile e della dottrina secondo cui l’unico scopo del matrimonio è la procreazione (non lo fò per piacer mio ma per dare figli a Dio!). L’accanimento contro l’omosessualità e “gli atti impuri” può essere visto come l’altra faccia della finalizzazione della sessualità alla riproduzione. …..”
Insomma un uomo “serve” il gruppo e, come uno schiavo, non è padrone di sè!!
Premessa: non ho seguito tutta la storia, ma:
Qui non si trattava di eutanasia. La povera Chantal poteva suicidarsi da sola, non aveva bisogno di assistenza. E bene ha fatto il tribunale francese a non concedergliela.
Altrimenti qualsiasi persona gravemente ammalata rischierebbe di sentirsi in colpa per essere di peso alla società.
Ma che dici Godiva, che c’entra il “sentirsi in colpa per essere di peso alla società”? Chantal Sebire mica chiedeva di interrompere la propria esistenza per “non essere di peso” agli altri, lo chiedeva perché soffriva. E se ci fosse stata una persona disponibile ad aiutarla a compiere le proprie volontà, non vedo perché ciò avrebbe dovuto essere impedito. Sarebbe stata una questione di coscienza riguardante esclusivamente le due persone coinvolte.
P.S. Intendiamoci, mi pare di capire che la legge francese non ammetta l’eutanasia nemmeno in caso di incapacità del malato a muoversi, quindi non è il caso di gettare la croce sui giudici che la applicano. Più che altro, occorrerebbe una nuova legge.
Magar:
“… quindi non è il caso di gettare la croce sui giudici che la applicano. Più che altro, occorrerebbe una nuova legge.”
Chantal Sébire era forse – non lo sappiamo bene – in grado di suicidarsi senza l’aiuto di terzi. Perché si sia rivolta alle autorità non è chiaro. Forse voleva – come Welby – richiamare l’attenzione sul problema dell’eutanasia. D’accordo, i giudici hanno applicato la legge, non gli si può muovere un rimprovero.
Mi ha colpito però la mancanza di carità di alcuni verso questa povera donna che oltre ad essere orribilmente sfigurata sembra soffrisse pure molto. Non è da tutti buttarsi dalla finestra, bruciarsi le cervella, appoggiare la testa sulle rotaie, impiccarsi eccetera. Sembra che volesse semplicemente la buona morte, l’eu-tanasia appunto, une mort douce, cirdondata daii suoi senza esporli ai rigori della legge.
Comunque ripeto il mio consiglio: cercate di morire a casa vostra, con un buon medico di famiglia che vi vuol bene e sa cosa vi serve. Se finite in una struttura sono gli altri a decidere per voi (il movimento per la vita, i medici obiettori e/o opportunisti, interessati alla loro carriera o a tenervi in vita il più a lungo possibile – perché è ovvio).
Comunque sono stati dei burocrati inumani lo stesso.
la carità pelosa dei pseudomuncoli cattolici è veramente fuori luogo…
“Invece di riconoscere il diritto a dare la morte come succede in Belgio o in Olanda – propone l’arcivescovo – accompagniamo i malati fino al termine del loro percorso, lottando con loro contro la sofferenza. Nessuno ha il diritto di dare la morte”
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L’unico stato in cui c’è il diritto a dare la morte senza incorrere in noie legali è la città del vaticano.
Lì è perfettamente lecito dare l’eutanasia al capo senza problemi.
Dovunque, fuori da quel ricco centro di potere, si rischia la galera.
Ma si sa: lì vigono i “valori”.
E l’ipocrisia!
Oohh, rieccoli i pretoni. Adesso piagniucolano parlando della loro “carità”, sempre più pelosa e di comodo!!
Quando quella povera crista supplicava di porre fine alle sue orribili sofferenze, loro dov’erano?? Zitti come al solito!
Perchè le avrebbero solo potuto dirle di soffrire tanto, in silenzio e senza agitarsi, che il manovratore non vuole disturbo.
Questa gente in cotta è talmente legata mani e piedi a quello che decide il burattinaio vaticano, che non hanno manco il coraggio di andare a parlare con queste persone PRIMA che se ne vadano.
Come ha fatto l’arcivescovo di Sassari Atzei che da Nuvoli non c’è manco passato di striscio. Invece, ha bypassato la sua stanza ed è andato dritto a parlare col primario dell’ospedale dove Nuvoli era ricoverato, e poi ha emesso sentenza: Nuvoli deve vivere (per soffrire).
L’interessato non esiste, non viene manco consultato, non è titolare di alcun diritto sulla sua vita, è solo una marionetta nelle mani dello stato controllato dalla chiesa, una nullità priva di capacità di discernere o di pensare.
Perchè c’è sempre qualcun altro che pensa e decide per lui.
@ Sergio
” Non è da tutti buttarsi dalla finestra, bruciarsi le cervella, appoggiare la testa sulle rotaie, impiccarsi eccetera. ”
Giusto, proprio così!!!
E c’è anche chi non ha neppure un cane che gli porga qualsiasi aiuto o conforto, anzi deve nascondere le proprie insopportabili tragedie per evitare di riscontrare nel volto del cosiddetto prossimo il torvo piacere per non essere in quella situazione ed la vigliacca gratitudine a “dio”
L’arcivescovo di Lione:
“… Nessuno ha il diritto di dare la morte”.
Non distorcere i fatti, arcivescovo!
Si tratta della volontà di qualcuno cui quello che tu chiami dio, non dà altra chanxe che un ultimo percorso di vita nel dolore atroce e nell’abiezione.
“I SOLDI” per una civile assistenza non ci sono perché ve li siete fregati sempre voi preti, insieme ai V/S collitorti, nei secoli dei secoli. E tu lo sai !!!!!
@bruna tadolini
e come sull’altro post, spero di risponderti a tono.
Dopo migliaia di anni di evoluzione, l’animale Uomo e´molto cambiato, pur mantenendo la sua animalitá, diventando anche individuo, e tu, che vivi nel paese piu´”individualista” del mondo, devi fartene una ragione.
Abbiamo avuto un Illuminismo, che ha decretato che siamo si essere sociali, ma che dobbiamo contribuire come liberi individui al benessere del gruppo, e che nessuno e´schiavo!
Gli schiavi inoltre, non sono motivati e ti fregano appena possono.
Qui non si tratta di Destra o Sinistra. Dio, Patria e famiglia sono solo dogmi usati dai pochi che vogliono metterlo in quel posto ai molti.
Per Flaviana.
Forse Bruna Tadolini ha scritto la citazione senza necessariamente essere daccordo sul contenuto del libro. Diversamente, dovrebbe essere trattata di conseguenza se un giorno dovesse trovarsi nella condizione di non servire più al “gruppo”.
Per quanto riguarda il testo citato, il meccanismo ivi descritto va sotto il nome di LEGGE DELLA GIUNGLA, ed è applicabile a gruppi umani trogloditi che vivono a completo contatto con la natura e da essa dipendono. Gli aborigeni della foresta amazzonica, ad esempio.
In se’, non mi pare affatto campato in aria, visto che è il meccanismo della selezione naturale scoperto da Darwin. E la legge della giungla è implacabile, crudele, ingiusta, durissima, priva di ogni sentimento di pietà o umanità. Il più forte trionfa, il più debole soccombe. Dura lex, sed lex.
Nondimeno, ne vedo una ben difficile applicazione nella nostra società moderna, urbanizzata, democratica, sedicente “civile”. A meno che non si voglia tornare al Neolitico o ai tempi delle monarchie assolute, dove gli individui erano solo carne da cannone (alla bisogna) e limoni da spremere tra corvées e tasse (sovrano e nobili esclusi, ovviamente), mentre le donne uteri senz’anima da ingravidare.
Tra le righe però balugina la pretesa che la legge della giungla vada bene solo quando è “amministrata” dalla chiesa (quindi da dio), nei modi e nei tempi che essa si arroga e si è sempre arrogata.
Cioè: la legge della giungla non vale per i disabili, gli infermi, i malati mentali – che hanno diritto alle cure oltre alla compassione e protezione – ma vale eccome per altri – es. mogli sterili od omosessuali – che per definizione non si riproducono e sono un “attentato” alla sopravvivenza dell’umanità.
Il fatto che l’umanità abbia già superato i 6 miliardi d’individui è un dettaglio che a costoro non interessa. Tutto a loro comodo, come noi atei ripetiamo da sempre.
@ toptone
e ´giusto il tuo “forse” della prima riga del tuo post, bisogno sempre dare il beneficio del dubbio.Pero´abbiamo entrambi letto tra le righe, giustappunto.
Ciò che più di tutto fa impazzire i preti è la libertà. Per impedire che questo virus contagi le persone nel corso dei millenni hanno costruto la chiesa, una mostruosa macchina di sorveglianza e di controllo che pretende di dirti quello che devi e non devi fare (è più quello che non devi), minacciando ai trasgressori le fiamme dell’inferno. Non senza però aver prima fatto tutto il possibile per salvarti, perchè loro ti amano e vogliono il tuo bene e il tuo bene è bere l’amaro calice fino in fondo e portare la croce a imitazione di Cristo. Anche se Cristo non ha mai detto che si doveva portare la croce, ma anzi, che la portava lui per tutti. Comunque ci sono molti che non glielo hanno mai chiesto, pensando che la propria vita sia affare loro, pur ringraziando per, l’interessamento. Costoro sono le persone libere. E la loro vita non è facile perchè la chiesa da sempre puttaneggia coi regi” (Dante) e ha un grande potere di condizionamento politico, come vediamo ogni giorno qui da noi. Anzi siamo al paradosso che il più grande partito politico italiano si chiama Partito della Libertà e della libertà fa strame ogni giorno. Il suo leader spesso si trattiene lingua in bocca con Ruini e i suoi simpatizzanti non vedono l’ora di scodinzolare davanti al padrone e di applaudire tutti insieme quando appare la scritta lampeggiante APPLAUSI.
Data l’estremità e l’unicità del gesto il suicidio è la massima libertà di cui l’uomo può disporre. Gli Stoici affermavano che il sapiente è tenuto a togliersi la vita quando non ci sono più le condizioni per vivere liberamente (o per colpa del tiranno o della malattia). Nelle memorabili pagine finali de’ Il Mondo come Volontà e Rappresentazione, Shopenhauer afferma che ci si toglie la vita non per odio della vita, ma di “questa vita”, così drammaticamente lontana da quella che si vorrebbe. Quindi paradossalmente per amore della vita. E il nostro Leopardi ci dice che l’unico freno che potrebbe trattenerci dal suicidio è il pensiero della sofferenza che infliggiamo ai nostri cari.
Ma Chantal era amata dai suoi cari e si deve credere che abbia discusso con loro della sua decisione e che l’abbiano approvata. Ma i preti si sono sentiti espropriati della loro libertà di decidere per lei. La volevano piegata dal dolore, genuflessa, salmodiante ormai nella luce del paradiso… e magari ci scappava anche un po’ di eredità. Da dare ai poveri, naturalmente.
oddio, sul fatto che questa donna potesse suicidarsi da sola sono fortemente scettica…
iniziando dal fatto che era cieca e finendo col fatto che era tormentata dai dolori.
quindi vedo difficile il suicidarsi… l’eutanasia era la cosa più logica.
@ Kaworu
basta aprire il gas o la finestra, tanto per dirne due.
@lady
ma forse voleva evitare che i figli la trovassero spiaccicata per terra o col cranio spappolato da un proiettile…
va beh che dopo averla vista così non è che ci fosse qualcosa di peggio, però…
poi oggettivamente è più “umano” andarsene in maniera indolore, addormentandosi…
perchè negarglielo se tanto era incurabile?
@ Lady Godiva
Ma inducendo al suicidio “fai da te” alimenti la posizione della ccar.
La quale vuole evitare che la gente possa fare scelte sulla propria vita in autonomia, ma col supporto e l’aiuto della società civile.
Perchè mai usare il gas, che magari provoca scoppi e fa saltare la casa propria e dei vicini, o altre forme di morta violenta e insicura se esistono modi tecnicamente facili per morire in maniera indolore, come ad esempio un’endovena di barbiturici, senza correre rischi o farne correre ad altri?
Hai visto il film “Le invasioni barbariche”?
E’ molto consigliabile sull’argomento.
X Flaviana e Toptone
io sono d’accordo con il contenuto del libro dato che l’ho scritto io!
Ma stavo solo esponendo quella che è la morale animale dell’uomo che è perfettamente in accordo con la morale della vita. Altra cosa è la nostra morale!
Leggere da pag 177 per … la morale “razionale” … quella dei diritti dell’uomo, per intenderci!
@ Bruna
faccio nuovamente ammenda, anche per prima perché sarei dovuta andare a vedermi il link.
prima di partire lancia in resta , come una bovina che affonti il torero.
Pero´mi chiedo, non si tratta di pubblicitá personale , a questo punto? Sarebbe consentito?
@Flaviana
Magari, visto che il libro è scaricabile gratuitamente, non sarebbe il caso di parlare di pubblicità, almeno se intesa in senso commerciale.
Se intesa in senso culturale una tale pubblicità è più che benvenuta.
Non è che il link che ti rammarichi di non avere guardato tu debba ancora provare ad aprirlo?…
@ maxalber.
Non rendere gratuitamente malevola una domanda che non lo voleva essere.
Mi chiedevo se la pubblicitá di un proprio prodotto, sia pure offerto gratuitamente, sia possibile in questo ambito, e quindi puoi anche lasciare rispondere l’interessata, se lo vuole.
Il fatto che mi sia rammaricata di non aver guardato il link, lo avevo gia´espresso perché non ho problemi a scusarmi per le mie sviste e inesattezze, percui sarebbe opportuno abbandonare questom tono da scuola elementare.