Proposta al Policlinico di Milano: “Usiamo feti abortiti per fare ricerca”

MILANO – I feti degli aborti usati per la ricerca. È la nuova frontiera degli studi sulle cellule staminali proposta da scienziati del Policlinico di Milano in un documento discusso nei giorni scorsi dal Comitato di bioetica dell’ospedale di via Sforza. Un’ipotesi destinata ad aprire un dibattito con forti ripercussioni etico-scientifiche in un’Italia in cui divampa ancora lo scontro sulla 194. Sul modello della legge sulla ricerca biomedica approvata in Spagna lo scorso luglio, il progetto ideato dall’ematologo Paolo Rebulla prevede la nascita di una banca di cellule fetali. Una fetal cell bank per la raccolta dei campioni di tessuto che derivano dalle interruzioni di gravidanza (sia spontanee sia volontarie). Nel protocollo è proposto l’uso del materiale acquisito in forma anonima «per pubblicazioni di carattere scientifico e/o per lo sviluppo di prodotti commerciali e/o terapeutici».

NO DAL COMITATO DI BIOETICA – Al momento il Comitato di bioetica ha bloccato l’iniziativa: «Il rischio è che la donazione possa venire considerata dalle donne una sorta di compensazione del disvalore morale legato alla scelta di abortire – spiega l’avvocato Rocco Mangia, presidente del Comitato di bioetica -. Il pericolo è di finire di fatto con l’incentivare, o quanto meno con il non disincentivare, le interruzioni di gravidanza». Ma non finisce qui. Rebulla è deciso a riproporre il suo progetto nelle prossime settimane, dopo averlo rivisto alla luce dei problemi bioetici emersi: «Istituiremo la figura dell’honest broker, un garante superpartes del rispetto dei diritti della donatrice e dell’adempimento dei doveri del ricercatore, come già avviene all’Università di Pittsburgh – dice Rebulla, direttore del Centro di medicina trasfusionale e delle terapie cellulari -. Sarà esclusa, poi, ogni possibilità di utilizzo commerciale dei prodotti abortivi». Il protocollo entra anche in dettagli tecnici. L’intervento di svuotamento uterino deve essere praticato «in modo da garantire la sterilità del materiale e la minor frammentazione possibile del prodotto del concepimento». Con l’impegno dei ginecologi a compromettere il meno possibile il «feto». Contemplata un’apposita struttura organizzativa, denominata «segreteria delle cellule staminali del servizio per la legge 194». L’obiettivo è ricavare cellule staminali fetali da crioconservare.
[…]
L’articolo completo di Simona Ravizza è consultabile sul sito del Corriere

26 commenti

Avid

In questo periodo di oscurantismo , dove il diritto all’aborto viene messo in costante discussione
una proposta come questa mi sembra quantomento poco prudente.
In linea di principio non ci vedo nulla di male, ma so già come storme di preti bacchettoni e giornalisti filovaticani avidi di “scandali” faranno detonare la notizia.
Immagino che presto qualche prelato tuonerà “La scienza è contro la vita”.
Scommettiamo?

unbeliever

Mi sembra ragionevole, anzi forse questo criterio è da estendere anche ai donatori di seme: non vorrei che mai con la scusa della donazione indulgessero troppo sull’autoerotismo!
🙂

unbeliever

Mi sembra ragionevole, anzi forse questo criterio è da estendere anche ai donatori di seme: non vorrei mai che con la scusa della donazione indulgessero troppo sull’autoerotismo!
🙂

Giol

Mi sembra cosa utile e giusta.
Mica come Ferrara, che propone di sotterrarli con tanto di funerali..

Silesio

La sentenza del Mangia: “Il pericolo è di finire di fatto con l’incentivare, o quanto meno con il non disincentivare, le interruzioni di gravidanza…” Ma che intende costuti? La donna dovrebbe essere così perversa da intraprendere gravidanze per poterle poi interrompere ai fini della ricerca? Viviamo proprio in un paese di rincoglioniti…

Giovanna

Magari andasse in porto la proposta del Policlinico. Il fatto è che, come ribadito ieri sera ad Annozero, in alcuni ospedali milanesi controllati da CL gli embrioni e i feti abortiti vengono addirittura raccolti per essere seppelliti cristianamente…

Sunrise

veramente, come si è visto ieri era ad Annozero, negli ospedali lombardi già si provvede a conservarli in attesa del funerale… per non parlare della proposta di restituirli alla donna che sventuratamente li ha abortiti… siamo proprio alla follia!!!

Kaworu

beh perchè no?

c’è chi dona il proprio corpo alla ricerca, non vedo perchè non si possa fare anche questo.

charlymingus

è giusto donare il proprio corpo alla ricerca o i propri organi , non vedo perchè i feti abortiti non rientrino nella donazione

Giovanna

Come mai nessun religioso non tira mai in ballo il turpe commercio di organi, prelevati da persone VIVE, così diffuso in paesi poverissimi?

Flaviana

@ giovanna

Perche´sono tra i primi ad usufruirne , di questi organi!

Stefano Bottoni

Personalmente ritengo (ma è un’opinione personale) che la cosa non sia così scandalosa. Posso solo lontanamente capire la sofferenza di una donna che desiderava un bambino, ma abortisce spontaneamente quando è al quarto, quinto o sesto mese di gravidanza. O qualora sussistano serie complicazioni, per cui sia assolutamente necessario un aborto terapeutico. Se è credente, trovo giusto che voglia un funerale per il suo bambino (perchè sì, giunti a questo punto della gestazione il feto è ragionevolmente un essere umano in essere, non più in potenza. Non ancora pienamente formato, ma già con un sistema nervoso funzionante. Questo è uno dei punti cardine di noi favorevoli all’aborto: finchè non si è formato un sistema nervoso, non si può parlare di essere umano effettivo, ma solo potenziale. Senza voler offendere nessuno, ma anche una ghianda è una quercia in potenza… ma nessuno si pone problemi a dare delle ghiande da mangiare ai propri animali da cortile, mentre abbattere una quercia è un reato, se l’abbattimento non è stato pre-programmato).
Cellule provenienti da un feto in cui il sistema nervoso non si sia sviluppato possono essere utili alla ricerca scientifica.
E se la cosa può sembrare macabra, pensate al fatto che se la chirurgia e la medicina in generale hanno fatto tanti passi in avanti è stato anche grazie a chi, con grande coraggio e spesso sfidando le leggi in vigore, dissezionavano i cadaveri per studiare come effettivamente funzionava il corpo umano. Tanti detrattori della scienza, non di rado, sono stati salvati grazie alle scoperte effettuate da scienziati che esercitavano pratiche non in linea con i “sacri” dogmi.
Poi, certo, dopo essere stati salvati continuavano a sputare addosso a quelle pratiche scientifiche… Lo fecero tanti papi, e continuano a farlo ancora…

faidate

Obiezione di coscienza o opportunismo di obbedienza?
L’intervistatore di anno zero negli ospedali milanesi avrebbe dovuto chiedere:” Se (per assurdo) un papa riconoscesse le ragioni della donna che vuole abortire, e approvasse integralmente la 194, ci sarebbero ancora tanti obiettori di CL o quegli ostetrici ricalibrerebbero la propria coscienza? In altre parole, si obbedisce alla cosiddetta coscienza o al papa?”

Giovanna

@ Flaviana

infatti e anche a lucrarci col traffico (vedi cliniche di madre teresina in India)!

Stefano Bottoni

@ faidate

Ottima domanda. Nonchè, ovviamente, retorica. I cosiddetti credenti, come ha già dimostrato Ferraris (cfr. “Babbo Natale, Gesù adulto”), non credono in effetti alla bibbia o ai vangeli, che a malapena conoscono, bensì alle parole del papa. Quindi se il papa dicesse che l’aborto non è più peccato, tutti si adeguerebbero immediatamente.
Ma questo è solo un pio desiderio.
In effetti quasi ogni papa ha sconfessato le dichiarazioni dei suoi precedenti (vedi “Psicoanalisi del Cristianesimo”, liberamente scaricabile su questo sito), ma lo ha fatto in modo da salvare quantomeno la forma. Ammettere la liceità dell’aborto sarebbe una rivoluzione copernicana, che contrasterebbe troppo apertamente col dogma dell’infallibilità papale. Dunque una cosa inimmaginabile.
Campa cavallo…

faidate

@ Stefano Bottoni
La domanda (ovviamente retorica) potrebbe però essere ugualmente rivolta durante le interviste ai medici obiettori, in particolare quelli di CL. In coscienza non possono mentire, ma devono farci sapere se conta di più la coscienza o l’obbedienza. “Santo Padre che da Roma, ci sei meta luce e guida… dacci un posto in Ospedal!”

Enrico

A mip parere dipende se il feto è atato abortito spontaneamente allora è un cadavare come gli altri un altro conto se è stato abortito tramite IVG allora usare cosa ne resta per la scienza è come usare gli organi dei condannati a morte.

Ivano

Io da convinto scientista trovo questa proposta più che ottima, oltre che coraggiosa considerato il contesto politico-clerico-sociale in cui viviamo.

Kattochè?

@ faidate e Stefano Bottoni

Condivido.

Io credo che nel caso dell’IVG “l’obiezione di coscienza” diventa, per alcuni ginecologi, un mezzo per far cariera all’interno di strutture “occupate” da una certa politica “servile” verso il vaticano. Procurando vantaggi invece che sanzioni, l’obiezione d.c. diventa un modo come un’altro per dimostrare la propria affinità alla parte politica che controlla la struttura. Ora in un ospedale dove 9 ginecologi su 10 si rifiutano di praticare l’ IVG mentre 1 la pratica, mi chiedo all’interno di questa struttura chi sia il vero “obiettore”?

ccarie

sinceramente non ci vedo niente di male, come non vedrei niente di male nelle cellule staminali dal cordone ombelicale o dalla placenta, altrettanto efficaci……certo che diritto all’aborto: diritto all’uccisione di un bambino: l’aborto va resentato sempre come ultima prospettiva (anzi ultimissima), e bisogna fare molta prevenzione e educazione per limitarlo….bè buona Pasqua a tutti (o preferite buone vacanze?)

Rognardo

Qui stiamo tornando indietro al medioevo o poco dopo, quando le autopsie sui cadaveri erano proibite, siamo in pieno delirio oscurantista, ma guardate qui su Il Foglio il titolo dell’articolo che commenta quasta notizia:”CANNIBALISMO TERAPEUTICO sui non nati” non ho parole, questa è follia pura o malafede al cubo.

lacrime e sangue

Cannibalismo terapeutico ?

Mi sa che il clima è simile a quello degli anni ’50, quando girava voce che i comunisti mangiassero i bambini…
Lo scopo è di far sì che i lettori passino all’irrazionale, all’emozione per impedire ogni riflessione seria sull’argomento: solo così è possibile far di un singolo una massa, manovrabile a piacere dai capi.
Le vecchine devote, i neocatecumenali, i Gesù-Giuseppe-Maria inorriditi da tanta “barbarie” chiuderanno ogni porta di dialogo con i “cannibali scienziati e le assassine abortiste”

Marcolin

non erano i comunisti a mangiare i bambini ma i contadini ucraini ridotti alla fame da Stalin a farlo, io non ci volevo credere poi mi sono documentato e ne sono rimasto sconvolto, cmq Ferrara è fatto della stessa pasta di Stalin e dei totalitari nazifascisti, usa lo stesso schema di propaganda.

pincopallo

Chi ha ancora il corggio di dire che la chiesa non ostacola la ricerca scientifica?

Emilio Gargiulo

Si dovrebbe istituire l’obiezione di coscienza per gli scenziati ed i medici di curare e/o far usufruire dei risultati della ricerca scientifica ai cattolici.

Commenti chiusi.