Il Tibet e gli errori del papa

La cautela di Benedetto XVI sulla tragedia del Tibet – criticata da molte parti – viene spiegata ora da un retroscena. Nella stesse ore in cui iniziava a divampare la protesta di Lhasa, veniva accolta in Vaticano per un incontro segreto una delegazione del governo cinese. La crisi del Tibet è scoppiata quindi mentre erano in corso negoziati ad altissimo livello per riallacciare i rapporti diplomatici fra la Santa Sede e la Repubblica popolare. Ma i toni usati dal regime di Hu Jintao sono significativi: la liberalizzazione dei culti religiosi in Cina deve avvenire alle condizioni dettate dall’autorità politica, sotto lo stretto controllo ideologico del partito comunista. Se la chiesa romana si è illusa di guadagnarsi un trattamento di favore in cambio dei suoi silenzi sul Tibet, con ogni probabilità ha commesso un errore di calcolo. A Pechino il portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang ha liquidato in una battuta le parole del papa. “La cosiddetta tolleranza – ha detto il portavoce governativo – non può esistere per i criminali, che devono essere puniti secondo la legge”. I criminali in questo caso sarebbero i rivoltosi tibetani, che il regime descrive come dei separatisti violenti istigati e manovrati dal Dalai Lama. […]

Il testo integrale dell’articolo di federico Rampini è stato pubblicato sul sito di Repubblica

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9 commenti

ccarie

Che errore….con la Cina non si tratta, punto e basta!!!meglio non avere vescvovi piuttosto che avere a che fare con una dittatura, San Pio V ebbe il coraggio di opporsi a Elisabetta I, San Pio X alla Francia, Pio XI a Cabanal e Calles e Azana, Pio XII a Stalin, Giovanni Paolo II ai comunismi dell’est e dell’america…Santità, prenda esempio dai suoi predecessori, e si faccia consigliare meno dalla curia…….Forza Tibet!!!!

Otto Permille

Ma i toni usati dal regime di Hu Jintao sono significativi: la liberalizzazione dei culti religiosi in Cina deve avvenire alle condizioni dettate dall’autorità politica.
W Hu Jintao!
Mandiamo Natzinger a Dharamsala!

Silesio

Se il Dalai Lama intende (sotto sotto) costruirsi un suo stato al pari dello stato Vaticano, è chiaro che il papa si troverebbe di fronte ad un formidabile concorrente. Forse è questa la ragione per cui B16 non “sostiene”.

Ma dai...

La resistenza tibetana è una resistenza di giovani, soprattutto studenti. Come la Polonia del 1980, la Lituania del 1988, la Birmania del 2007, è la religione che scende in piazza contro la dittatura. Perciò si parla di “mondo desecolarizzato”. E’ gente uscita dalle scuole laiche cinesi dove si venera ancora Mao. A scuola viene ancora insegnato che Dio non esiste e le religioni sfruttano i poveri. Sono studenti che gridano che l’educazione atea è una menzogna. Lo fanno nonostante persecuzioni e la distruzione di 6500 monasteri. Se non alla luce del sole, nel privato l’identità millenaria di un popolo si fa più forte con l’oppressione. Ovviamente quei giovani sanno che il regime ateo vincerà e li ridurrà al silenzio con violenza. Ma almeno saranno riusciti a mostrare al mondo che la repressione è sempre lì.

Silesio

Mi dispiace, ma tra i due mali e sempre bene scegliere il meno peggio. Tra un regime come quello cinese che si sta evolvendo verso la democrazia e la prospettiva di un regime di fumatori di canne mentali, referisco sempre il primo. Il regime cinese ha fatto compiere alla società cinese un salto di un millennio nell’arco di 50 anni. La Cina è passata dal pieno medioevo ad uno stato che ora possiede le chiavi del mondo. Sono saggi. Sono gli eredi di Confucio, non gli eredi di Cristo, Budda e Maometto. Hanno inventato quasi tutto, dalla polvere da sparo alla bussola. Con entrambe le cose si può andare lontano. Sono ancora l’unico stato laico esistente sulla terra.

Massimo

La Cina più che essere comunista è un’economia in espansione (attraverso lo srfuttamento ideologico e materiale del suo popolo).
E questo è il parametro che la rende più simile ai regimi occidentali.
Cioè la Cina pone insieme il peggio del comunismo e il peggio del capitalismo… e vince.
E ciò rende piuttosto evidente che le cose migliori non sono quelle che vincono.
Anche “l’esportazione della democrazia” (ciascuno il proprio modello) col “fare la guerra ai terroristi” non è un’idea originale prettamente cinese.
Siamo nella m…. ma non per metà, bensì a tutto tondo!

Ma dai...

Silesio: Il progresso cinese non è legato all’ateismo; esiste anche quello giapponese (paese di più religioni, dove l’imperatore stesso era un dio), che nel periodo Meiji portò dal medioevo all’industrializzazione in soli 30 anni. Le grandi scoperte le han fatte prima dell’ateismo e si stanno espandendo perché si stanno aprendo, con le risorse sterminate che hanno (Ricchi erano e ricchi stanno ritornando, ma le riforme di Mao fecero fare la fame). Ma non hanno libertà. PS: la bussola mi pareva fosse araba…ma non ne sono certo.

ren

Quoto Silesio.
Tutti pensano che i cinesi siano quasi dei selvaggi arretrati. E’ una stupidaggine colossale. Andate a guardarvi i documentari sulla scuola cinese su BBC world. L’elezione di un rappresentante di classe alle elementari viene svolta con principi democratici e costruttivi che farebbero impallidire il nostro parlamento di starlette e buontemponi. Guardate con quale disciplina e serietà i ragazzini cinesi delle superiori vadano a scuola in scuole pulite e curate, disciplinati e motivati, iniziando presto la mattina e finendo tardi la sera. Pian piano stanno arrivando alla democrazia. E’ vero che il drago sta facendo dei progressi che ci lasceranno a bocca aperta.
Certo devono imparare che è meglio che il Tibet sia amico e tranquillo piuttosto che nemico. Se i tibetani fossero più liberi apprezzerebbero anche la modernità portata dai cinesi, attraverso la quale hanno fatto un bel balzo in avanti, prima non sapevano cosa fosse un treno. Non c’è bisogno di soffocare la rivolta con l’esercito. Ma imparano in fretta, non c’è dubbio. Il papa ha parlato solo perchè sa che in questo momento la cina è più vulnerabile alle critiche per via delle olimpiadi, sperando di ricavarci qualcosa, vedi la nomina dei propri vescovi cattolici. Ma non si faranno mai manovrare da uno staterello privo di importanza e più arretrato di loro. Mica in Cina c’è uno come Buttiglione.

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