In una nota stampa, il centro Rosselli spiega i motivi del proprio dissenso, ritenendo che “il riconoscimento al vescovo Milano da parte delle autorità civili e laiche sia solo un gesto di pura ruffianeria para e pre-elettorale assolutamente ingiustificato dai fatti”. E di “fatti” il centro Rosselli ne elenca qualcuno. A cominciare “dall’unico e insufficiente” motivo individuato nella presenza dell’Arcivescovo alla guidata della Diocesi di Aversa dal 28 febbraio 1998. “Questa sarebbe la principale e dovremmo dire unica motivazione per la quale il consiglio comunale ha deciso di riconoscere al prelato la massima onorificenza cittadina. Motivazione unica ed insufficiente, perché in questi dieci anni il vescovo Milano, oltre ad essere stato completamente assente dalla vita cittadina, limitandosi a rare e spesso discutibili sortite, si è distinto soprattutto per essersi prodotto in offensivi, reiterati, discriminatori ed illegittimi attacchi ai danni dei cittadini omosessuali della sua diocesi, in particolare contro la comunità gay della vicina Caivano, assurgendo per questo anche ai (dis)onori della cronaca nazionale”. Per il centro-studi, altra “colpa” dell’Arcivescovo sarebbe quella di “aver chiuso colpevolmente occhi, orecchie e bocca nei confronti dell’opinione pubblica allorquando un sacerdote della sua diocesi fu accusato dell’odioso reato di violenza carnale pedofila ai danni di un bambino di 12 anni, e tutto ciò senza rivolgere pubblicamente una parola di conforto alla vittima ed ai suoi genitori. Lo stesso sacerdote accusato vive oggi in una comunità per sottrarsi all’ira dei detenuti che non perdonano questo tipo di reato”. Inoltre, avrebbe “lasciato che un centro di preghiera a Casapesenna fosse dedicato ad un inquisito per camorra come Dante Passarelli. Tale intitolazione è stata poi rimossa ma non certo per merito e volontà del vescovo Milano”. I soci del centro Rosselli fanno poi notare che “la nostra città non si è comportata allo stesso modo nei confronti di vescovi come Giovanni Gazza e Lorenzo Chiarinelli che, pur rimanendo pochi anni ad Aversa, hanno comunque lasciato un segno molto più vivo e positivo nella comunità aversana, e non solo in quella dei credenti”.
Cittadinanza onoraria al Vescovo Mario Milano, ‘No’ del Centro Rosselli
8 commenti
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Questo è il vescovo che non si è sentito di dire una sola parola sulla vittima del suo prete, don Marco Cerullo, arrestato mentre compieva un atto orale su un bambinoo di 11 anni.
Sul caso di don Marco Cerullo, qui non è in discussione la situazione processuale del prete arrestato. Se ne occupa la magistratura.
E’ in discussione l’atteggiamento del vescoovo che si è completamente disinteressato della sorte della vittima. Non una parola, non un gesto, non una riflessione.
Non una riflessione sul seminario minore di Aversa, in cui vengono “candiidati al sacerdozio” (così li chiamano i preti) bambini e ragazzini dalla prima media al liceo. Ci domandiamo con che consapevolezza del minore si possono reclutare al sacerdozio bambini e ragazzini.
Don Marco Cerullo è uno di questi bamibni/ragazzini cresciuti nel seminario minore di Aversa, uno dei più fiorenti pedoseminari d’Italia. Il seminario di cui ancora oggi si ricrda quanto fose in voga il “gioco dello scarpone”.
Ci domandiamo il senso che abbia questa istituzione in cui si reclutano bambini e ragazzini al sacerdozio nella assoluta repressione affettiva e sessuale, strappandoli alla famiglia, in aperta violazione della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo che tra i suoi principio sancisce il diritto dei fanciulli di non essere allontanati dai genitori e dall’ambiente familiare.
Poi non meravigliamo che ex ospiti e animatori del seminario minore di Aversa, come don Marco Cerullo vengano arrestati mentre compiono un atto orale su un bambino di 11 anni.
In tutto questo il vescovo Milano, ripetutamente sollecitato, non ha nulla da dichiarare.
E vengono in mente le disposizioni impartite dal card. Ratzinger sul crimen sollicitazionis (la seduzione sessuale dei minori): silenzio assoluto a pena di scomunica.
L’unico interesse dei vertici ecclesiastici è quello di soffocare il pubblico scandalo.
Assoluto disinteresse per la sorte del minore.
Il vescovo a mio parere non ha bisogno della cittadinanza onoraria perchè è cittadino della città in cui vi è la sua sede episcopale.
@Enrico
Giusto!
Viviamo in uno stato confusionale… pardon, confessionale!
@ Enrico
il diritto civile ed il diritto canonico sono due cose diverse (e fortunatamente possiano ancora dire: molto diverse.)
Quelle che per il Centro Rosselli sono ragionevoli e fondatissime obiezioni, per la ccar sono meriti…
*Ignazio
non capisco?
nel lontano 1963 in un paesino della Sardegna. il parroco ha messo incinta una donna (zitella).
quando si è sparsa la voce, un gruppo di uomini del paese, hanno fatto visita al prete,lo hanno ‘scrollato’ per bene, lhanno legato su un asino,hanno messo sotto la coda dell’asino un mazzetto di spine e lo hanno lasciato correre per le strade di campagna. ALTRO CHE CITTADINANZA ONORARIA…..