Siamo usciti da poco dal clima delle solenni liturgie della Settimana pasquale, che media e televisione in Italia non mancano di ricordarci con un puntiglio senz’altro eccessivo. Al centro di tutto, la Via Crucis con le «stazioni» che celebrano le tappe del cammino di Gesù al Calvario. Come nelle laudi medievali, la commozione dei fedeli suscitata attraverso una meditazione sulla lettera del testo evangelico, l’evocazione del dolore prodotto dalla corona di spine, il pianto di Maria accanto alla Croce «dum pendebat Filius». Ma dall’altro lato, nell’animo del credente, la difficoltà sempre più marcata di credere alla lettera della narrazione biblica, fino alle pagine che parlano della Resurrezione. Oggi sempre più spesso anche i filosofi cattolici – penso per tutti a Luigi Pareyson – parlano di «mito» biblico. La Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, è mito anzitutto perché è racconto (il senso proprio della parola greca mythos), ma racconto che non si lascia tradurre in enunciati razionali come quelli delle argomentazioni filosofiche che suppongono sempre una «oggettivabilità» del divino.
[…]
L’articolo completo di Gianni Vattimo è consultabile sul sito de La Stampa
—
Adesso, con tutto il rispetto, ma c’è una parte di intellettuali che davvero sta partendo per la tangente… Ma sarà che essendo atei, brutti e materialisti, non riusciamo a capire la sublimità e la sottigliezza di tali sofismi ricchi di citazioni filosofiche. La “terza via” mistica, che mischia allegramente ragione e religione, in un continuo gioco di equivoci e di specchi, rischia di cadere in un comodo fai-da-te teologico per palati raffinati, inevitabilmente ricco di contraddizioni interne. Quasi quasi preferiamo i creazionisti duri e puri: almeno, sono coerenti e onesti con se stessi.
penso che chi tenta di oggettivare il divino vada internato… Il divino è irrazionale, non ci sono altre vie.
“Siamo usciti da poco dal clima delle solenni liturgie della Settimana pasquale,”
Questa vostra affermazione chiarisce il senso del dramma dei nostri giorni; fino a quando non avremo capito che dalle solennità pasquali non si esce, dalla Via crucis non si esce, non ritroveremo mai la strada che ci unisce a tutti i nostri fratelli.
La Via Crucis non è finita con la settimana Santa, essa continua in tutti gli angoli della terra dove l’egoismo di pochi mortifica le esigenze primari delle moltitudini, dove la violenza dei più forti colpisce la debolezza degli ultimi.
Può essere terminata la Via crucis recitata da Benedetto XVI, ma siamo sicuri che si mai cominciata ?
Vattimo l’ho sentito stamattina da omnibus… no comment.
Se è per questo, anche in “Madame Bovary” si possono trarre insegnamenti, ispirazioni, fedi.
Il problema di sta gente è che non viene mai sollecitata a porsi in una situazione diversa, giusto per capire che ciò di cui parlano è assolutamente relativo e corrisponde ad una volontà di credere più che a un’ispirazione da altrove.
Non mi pare che Vattimo si sia mai messo nei panni di un Maya o di un Indù cercando di immmaginarsi a fare gli stessi discorsi magari citando il Mahabarata (non mi dilungo sul discorso dei condizionamenti culturali su cui si basano TUTTE le religioni, nessuna esclusa).
Perchè prendere sta gente ancora sul serio?
Io non ne ho più voglia… 🙂
Purtroppo la situazione è proprio questa (mi riferisco al commento alla notizia).
Ho avuto modo in più occasioni di discutere con credenti che non solo erano fortemente critici verso la chiesa, ma più in generale lo erano verso il modo di concepire e di rapportarsi alla trascendenza proprio di tante religioni e di tanti fedeli, magari anche più di quanto non lo fossi io… al punto che a conclusione della discussione chiedevo loro – secondo me applicando la più elementare delle logiche – perché continuassero a ritenersi credenti. La risposta più o meno era sempre quella che avevo avuto modo di leggere alcuni anni fa in un libriccino proprio di Gianni Vattimo, e che è tutta racchiusa nel titolo: ‘Credere di credere’.
Detto questo, ritengo in ogni caso (in disaccordo immagino con il commento del presentatore della notizia, per altro comprensibile e condivisibile come prima reazione) che per un ateo sia sempre e comunque da preferire un confronto con questi credenti che con chi non ha mai nemmeno fatto lo sforzo di porre in discussione la propria fede.
anch’io mi sono trovato a fare le stesse considerazioni di Gualerzi.
trovo più stimolante la conversazione con un credente del tipo espresso da Vattimo che con l’infatuato di rivelazione.
apprezzo il credente che ritiene il miracolo una fesseria, che arriva a negare la resurrezione e fa partire la sua fede dal profondo messaggio umano di Gesù (condivisibile o no).
certo, poi viene da chedersi: ma cosa crede a fare?
attenzione, non voglio però confondere questo tipo di credente con colui che arriva a dio tramite la ragione, quest’ultimo è più forsennato del più matto dei mistici.
Negli USA il proprietario di una grande catena di pizzerie fast food, “Domino’s Pizza”, fervente cattolico, ha pensato bene di fondare anche una catena di scuole di teologia, gli “Ave Maria Colleges”.
Come si dice, “non di sola pizza vive l’uomo”. Ma per stare nel sicuro, e visto che comunque l’uomo non campa senza pizza, questo fervente mecenate non ha fatto altro che aggiungere un altro modo di procurarsi la pizza ai due tradizionali: fare la pizza e consegnare la pizza.
Il terzo modo sarebbe insegnare teologia, a condizione però che questa teologia non crei troppi problemi a quelli che fanno la pizza e consegnano la pizza.
Insomma: ecco la pizza, ma se la vuoi devi dire che qui c’è scritto così.
La verità è che oggi quelli che possono occuparsi di materie umanistiche, filosofia, storia, letteratura, senza dover sottostare a un qualche tipo di agenda economica, politica, o per l’appunto religiosa, sono una minoranza. La stragrande maggioranza del pubblico di queste cose non ne conosce comunque abbasta per distinguere le notizie genuine da quelle manipolate. Ed è questo il vero problema che bisognerebbe risolvere, se si vuole che qualcuno sia ancora disposto ad interessarsi ai vari dibattiti tra filosofia e mistica, scienza e fede, apocalittici e integrati e via dicendo.
Credo che un onesto onanismo non si debba negare a nessuno.
Vattimo non mi è mai piaciuto. Il pensiero debole è una derivazione dell’heideggerismo. Se heidegger viene letto in senso orario diviene nichilista e ateo, se viene letto in senso antiorario diviene mistico. Ecco perch’ il pensiero debole di vattimo propende per un cristianesimo secolarizzato seguendo la moda di alcuni teologi contemporanei (teologia della morte di Dio, teologia della secolarizzazione).
Negli USA il proprietario di una grande catena di pizzerie fast food, “Domino’s Pizza”, fervente cattolico, ha pensato bene di fondare anche una catena di scuole di teologia, gli “Ave Maria Colleges”.
Come si dice, “non di sola pizza vive l’uomo”. Ma per stare nel sicuro, e visto che comunque l’uomo non campa senza pizza, questo fervente mecenate non ha fatto altro che aggiungere un altro modo di procurarsi la pizza ai due tradizionali: fare la pizza e consegnare la pizza.
Il terzo modo sarebbe insegnare teologia, a condizione però che questa teologia non crei troppi problemi a quelli che fanno la pizza e consegnano la pizza.
Insomma: ecco la pizza, ma se la vuoi devi dire che qui c’è scritto così.
La verità è che oggi quelli che possono occuparsi di materie umanistiche, filosofia, storia, letteratura, senza dover sottostare a un qualche tipo di agenda economica, politica, o per l’appunto religiosa, sono una minoranza. La stragrande maggioranza del pubblico di queste cose non ne conosce comunque abbasta per distinguere le notizie genuine da quelle manipolate. Ed è questo il vero problema che bisognerebbe risolvere, se si vuole che qualcuno sia ancora disposto ad interessarsi ai vari dibattiti su filosofia e mistica, scienza e fede, apocalittici e integrati e via dicendo.
Perché limitarsi nell’articolare idiozie? A quando la quarta via?
D’accordissimo con faidate!
Sulla parte finale del mio commento: c’è una buona dose d’ironia…
Ritengo una terza via inattuabile da un punto di vista concettuale: ateismo e religione sono idealtipi contrapposti e, nella loro idealtipicità, non condividono nessuna caratteristica.
Al massimo la terza via tra laicità e religione (perchè la laicità lascia la libertà di religione), ma fra ateismo e religione vedo una conciliazione molto difficile.
Viva la laicità!
http://vivalacostituzione.blogspot.com
Povero Vattimo. E’ stato uno studioso di prim’ordine (introduzione di Nietzsche ed Heidegger in Italia). Però è stato anche un amante della scena e del successo. Infine è rimasto prigioniero di uno scenario “italiota” sempre più angusto, sempre più angusto. Problemi che diventano problemucoli sempre più piccoli, sempre più piccoli… Infine non c’è da stupirsi che si scopra dio accanto alle castagne del fuoco, un buon bicchere di barbera e un grandissimo assegno da parlamentare. E’ stato comunque un filosofo di successo. Questa cosa vale però più come una condanna che non come un elogio. Un lettore di Nietzsche lo capirebbe.
non mi sembra che il Prof Vattimo si schieri con i credenti o che rinegozi il suo ateismo col misticismo. il mito si interpreta,alla fede di molti una risposta bisogna darla e questo è il compito del filosofo.Personalmente mi ritengo ateo-razionalista ma non disdegno di leggere sia Vattimo che Pareyson.Sottoscrivo le considerazioni di Vattimo non quelle di Papa Benedetto.
Come direbbe Woody Allen (cfr. Amore e Morte – titolo originale):
“La fede è soggettiva”
“Sì, ma la fede soggettiva è oggettiva!”.
Amen
Negli USA il proprietario di una grande catena di pizzerie fast food, “Domino’s Pizza”, fervente cattolico, ha pensato bene di fondare anche una catena di scuole di teologia, gli “Ave Maria Colleges”.
Come si dice, “non di sola pizza vive l’uomo”. Ma per stare nel sicuro, e visto che comunque l’uomo non campa senza pizza, questo fervente mecenate non ha fatto altro che aggiungere un altro modo di procurarsi la pizza ai due tradizionali: fare la pizza e consegnare la pizza.
Il terzo modo sarebbe insegnare teologia, a condizione però che questa teologia non crei troppi problemi a quelli che fanno la pizza e consegnano la pizza.
Insomma: ecco la pizza, ma se la vuoi devi dire che qui c’è scritto così.
La verità è che oggi quelli che possono occuparsi di materie umanistiche, filosofia, storia, letteratura, senza dover sottostare a un qualche tipo di agenda economica, politica, o per l’appunto religiosa, sono una minoranza. La stragrande maggioranza del pubblico di queste cose non ne conosce comunque abbastanza per poter distinguere le notizie genuine da quelle manipolate. Ed è questo il vero problema che bisognerebbe risolvere, se si vuole che qualcuno sia ancora disposto ad interessarsi ai vari dibattiti su filosofia e mistica, scienza e fede, apocalittici e integrati e via dicendo.
Ma qualcuno ancora prende Vattimo sul serio?
@ il Filosofo Buttiglione
” il credente che non crede nella resurrezione..” ma, scusa sai, questo è un non credente, perchè se non crede nella Resurrezione non accetta una verità di fede e di fatto si mette fuori dalla Chiesa..
@GIANNi
Hai perfettamente ragione. Per definirsi cattolici occorre avere un minimo di coerenza con quello che dice la Chiesa… Io penso che la stragrande maggioranza delle persone cattoliche in Italia sia in realtà più in sintonia con la chiesa protestante o valdese che non quella cattolica. Ma il lavaggio del cervello ha funzionato talmente bene che mai e poi mai queste persone sognerebbero di entrare in quelle chiese “eretiche”…
@Gianni
sai, a me non me ne frega mica niente se uno si mette fuori o dentro alla chiesa. la chiesa non ha il monopolio della fede.
dicono che la resurrezione sia un fondamento del messaggio evangelico. io ritengo che fondarsi su di un fenomeno da stregoni sia assai risibile. altra cosa è considerare il racconto della resurrezione in modo simbolico.
poi, chiedo, tolta la resurrezione, il resto del Vangelo sono solo fanfaluche?
p.s.
Filosofo BOttiglione, prego, ben altro cosa che BUttiglione
Qualcuno di voi ha mai preso in considerazione il paganesimo come alternativa al monoteismo ?
Il paganesimo non è “bipolare”, come “io e dio”. O, anche, “io e il mondo”.
Proprio non capisco queste critiche da “duri e puri” all articolo di Vattimo solo perchè elenca forme di spiritualità e letture critiche della Bibbia , semmai è proprio su queste persone che dovrebbe puntare la battaglia laica cercando di staccarle dalla sfera d influenza del Vaticano il cui grande punto di forza è saper coniugare la flessibilità e la vastità dell offerta religiosa ( dalla comunità di Bose all opus Dei ) con il rigore e la fermezza delle sue posizioni più prettamente “politiche” , cioè : per quanto Ratzinger propagandi dal suo autorevole seggio la Scolastica e la sua particolare Teodicea ( suoi principali interessi teologici ) può tollerare e in una certa misura incoraggiare letture ed esperienze cristiane alternative purchè queste non si mettano in collisione con la sau politica finanziaria , interna ( nel senso di stato per stato ) e la sua posizione nelle relazioni internazionali ( la “geopolitica vaticana”).
E’ molto troppo facile “discutere” con gli ultrà religiosi , ci si vomita addosso un pò di banalità , ci si accusa a vicenda di tutti i mali dell umanità e dato spettacolo si pensa di essere tornati a casa vittoriosi , è invece nel dialogo con le persone più aperte e critiche che si misura la bontà delle nostre argomentazioni.
@ Pietro Schioppetto
Fatte salve le perplessità espresse nel mio commento, concordo pienamente con te.
Soprattutto apprezzo l’ultima parte del tuo intervento, che integra quanto anch’io intendevo rimarcare.
invece io sono d’accordo con Harris e la sua “Perché anche la fede moderata è un pericolo ” :
“Il primo problema è che (la fede moderata ) dà copertura al fondamentalismo. Perché il moderatismo religioso ha reso tabù criticare la fede. I religiosi moderati vogliono che la fede sia rispettata. Vogliono che l’intero processo di essere religiosi (essere identificati come cristiani, musulmani, ebrei) sia rispettato. Vogliono che sia impossibile mettere in discussione questo processo, mettere in discussione la sostenibilità etica di crescere un bambino facendogli credere di essere cristiano anziché qualcos’altro. E a causa della copertura di questo rispetto, ora noialtri non possiamo più criticare neanche l’estremismo religioso. Perché? Perché criticare la fede è tabù. Devi rispettare la fede in quanto fede.”