Vattimo, appello contro i monaci tibetani

E se i disordini di Lhasa del 14 marzo non fossero stati altro che «un pogrom anticinese»? Una «caccia all’uomo finita con donne, bambini e vecchi dati alle fiamme?» e se la stampa internazionale «quella europea in particolare» fosse impegnata in «una campagna anti-cinese dai connotati razzisti», degna continuazione del vecchio «piano imperialista contro Pechino e della guerra dell’Oppio?». A pensarlo sono due intellettuali di sinistra: il filosofo torinese del pensiero debole Gianni Vattimo e lo storico dell’Università di Urbino Domenico Losurdo, che sulla Cina moderna ha scritto più di un libro. Nel giorno in cui Gordon Brown annuncia il proprio boicottaggio politico delle cerimonie olimpiche, Losurdo si è incollato alla sua posta elettronica per lanciare un appello agli altri intellettuali italiani affinché si riveda l’interpretazione «troppo squilibrata» a favore dei monaci di quanto sta succedendo in questi mesi pre-olimpici dentro i confini del Tibet. Finora l’unico che ha risposto con interesse alla chiamata da Urbino è stato Gianni Vattimo, che ha dato l’ok alla bozza di Losurdo: «Sì, io firmo».

CACCIA ALL’UOMO – A sostegno della loro tesi, finora del tutto minoritaria, i due professori – Losurdo è considerato vicino all’area dell’Ernesto, la minoranza di Rifondazione comunista, Vattimo, già europarlamentare ds, poi passato al partito dei comunisti italiani di Diliberto è ora approdato al marxismo tout court – portano anche foto, reportage di giornalisti stranieri, testimonianze di turisti che erano a Lhasa in quei giorni e «video della tv cinese, censurati in Italia, ma che – spiega Losurdo – sono facilmente scaricabili da internet»: «La stampa europea e quella italiana in particolare hanno accettato la versione dei monaci, e solo qua e là a spizzichi e bocconi si può leggere qualche informazione corretta sulla selvaggia caccia all’uomo di quei giorni in cui la polizia cinese fu chiamata ad intervenire troppo tardi, quando il più era già avvenuto». Riportare dunque all’ordine del giorno anche la vulgata cinese è la missione che i due intellettuali si sono proposti e per la quale sono al lavoro, limando il testo dell’appello da proporre ai loro colleghi, ma anche ai parlamentari e all’opinione pubblica. Una difesa vera e propria della Cina «dall’attacco occidentale»: «Prima l’indipendenza mascherata da autonomia del Tibet – protesta Losurdo – del Grande Tibet, poi della Mongolia interna e infine della Manciuria: non è altro che la versione aggiornata del piano imperialista inglese contro la Cina».

Fonte: Corriere della Sera

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33 commenti

San Gennaro

Sia i Tibetani, sia i Cinesi non hanno mai sperimentato libertà e democrazia.
Quest’ultima parolina, nata in Grecia circa 25 secoli fa, dal greco si è trasfusa in tutte le lingue europee con poche variazioni; mentre è ignota alle lingue, pur importanti, di altri ceppi (arabo, indostano, mandarino, turco, hurdu, farsi, amarico, swahili, …).
I Tibetani non li ritengo migliori dei Cinesi, ma essendo questi il più grande (non solo numericamente) popolo del mondo, possono (i Tibetani) + facilmente fare le vittime.

8 X 1000 AI VALDESI
5 X 1000 ALL’UAAR

San Gennaro

«una campagna anti-cinese dai connotati razzisti»
Che c’entra il razzismo? Il colore della pelle è lo stesso.
Non sarà, mica, che l’economia cinese tira un po’ troppo? 😉

8 X 1000 AI VALDESI
5 X 1000 ALL’UAAR

Avid

Il tibet è stato prima della conquista Cinese un paese in cui Aristocrazia e Monaci hanno sempre
oppresso la popolazione povera, in pratica una teocrazia, con la conquista della cina le cose non sono migliorate , si sa qual’è la situazione dei diritti umani nella repubblica cinese, pertanto
la situazione non è migliorata, detto questo e compreso che non posso dare appoggio ad una teocrazia oppressiva simile ad una dittatura , non è giustificabile in nessuna maniera l’azione repressiva cinese che è comunque deprecabile.
Non si può tollerare nessuna dittatura

Bruno Gualerzi

Tutto è possibile, ma, di fronte a simili prese di posizione, mi torna alla mente quanto si cercava di far credere da parte dei dirigenti comunisti nostrani (a parte le solite eccezioni) circa i cosiddetti fatti d’Ungheria prima (1956) e di Cecoslovacchia poi (1968), e cioè che tutto fosse opera di mestatori locali, in genere delinquenti comuni, pagati dalla CIA. Il che magari non era da escludere, ma, anche se fosse stato vero, non poteva certo nascondere la sostanza di ciò che stava accadendo, vale a dire una rivolta popolare contro un regime d’occupazione.

Magar

Ma che discorso sarebbe, quello sul “piano inglese”? Allora il fatto che Tibet, Mongolia Interna e Manciuria siano sotto controllo cinese rappresenta la concreta realizzazione dei più antichi sogni imperialisti cinesi…

Vattimo e Losurdo scoprono l’acqua calda: è stato il Dalai Lama il primo a denunciare e condannare l’uso di violenza da parte dei tibetani, arrivando a minacciare le proprie dimissioni se non fosse cessata. Resta il fatto che ai presunti “pogrom anticinesi” il governo di Pechino ha risposto con operazioni di bassa “macelleria messicana”. Cosa bisognava rispondergli, “OK, tutto bene”?

Lorenzo

…ma da quando non c’è più l’URSS le guerre sono diminuite o aumentate?
Se in Italia, un giorno, a qualcuno venisse in mente di chiedere la secessione di una regione o gruppo di regioni, i nostri governanti, i politici e tutto il codazzo giornalistico di regime come risponderebbero? Grazie alle virtù del…mercato cinese…che il martellamento propagandistico anticomunista è attutito.

davide

è stato il Dalai Lama il primo a denunciare e condannare l’uso di violenza da parte dei tibetani, arrivando a minacciare le proprie dimissioni se non fosse cessata. Resta il fatto che ai presunti “pogrom anticinesi” il governo di Pechino ha risposto con operazioni di bassa “macelleria messicana”. Cosa bisognava rispondergli, “OK, tutto bene”?
Questi fatti che Magar ha ricordato dimostrano che tutti possono essere colpiti da ictus. E anche se Vattimo e Losurdo avessero ragione questo giustifica forse torture, arresti arbitrari e manganellare chi protestava in modo non violento?

Luca Roberto

@san gennaro

Aggiornamento:
Destinazione dell’8×1000 dei Valdesi
I Valdesi, in verita’, hanno stipulando una nuova Intesa con lo Stato per ricevere anche la quota non espressa, ma, finche’ la nuova Intesa non sara’ ratificata dal Parlamento, continueranno a incassare solo la quota espressa) (fonte ADUC)

E per lo Stato? tutto ok?
Nel 1999, ad esempio, un decreto legge stabiliva di trasferire i fondi a sostegno dell’intervento militar-umanitario nel Kosovo e in Macedonia. Pazienza se a donare l’Otto per mille allo Stato spesso sono laici, spesso anche pacifisti. Nel 2000 i fondi dell’Otto per mille sono serviti a finanziare la partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace. Lo stesso nel 2001, quando al finanziamento alle missioni militari si aggiunse quello alle forze di polizia italiana in Albania.

Rognardo

è vero i famigerati monaci tibetani sono temuti in tutto il mondo per la loro ferocia, i cinesi invasero il Tibet per portare il luminoso sole del socialismo, per modernizzare quei barbari violenti e sanguinari, gli hanno impedito di usare il loro primitivo linguaggio, cercando a fatica di imporgli il cinese, ovviamente quelle che chiamavano “scuole” sono state cancellate non si può permettere che si insegni quella ideologia violenta ed edonista che è il buddismo, i moderni compagni cinesi a buon diritto rasero al suolo quasi tutti i monasteri tibetani, luoghi dove la cricca terrorista tramava contro il comunismo, hanno pure costruito la ferrovia (e i treni arrivano in orario), come sommo favore in poche decine d’anni hanno insediato più di sette milioni di pacifici ed operosi coloni cinesi che ora sono la maggioranza della popolazione… questi tibetani sono solo dei banditi controrivoluzionari al soldo della cia, anzi il Dalai Lama è uno dei capi della cia

Daniele Gallesio

Grazie a Sergio Romano, finalmente posso confessarlo.
Quando vedo la polizia cinese che bastona i monaci tibetani, penso a come le istituzioni italiane si prostrano di fronte ai preti e mi prende una sorta di puerile invidia. Sia detto come provocazione, sia ben chiaro. Non sono certo un amico del regime post-maoista.

Ma sono anche visceralmente anticlericale. E di difendere un regime teocratico per dare addosso a un regime postcomunista non me lo sogno nemmeno.
Sarà che io il regime cinese non l’ho mai idolatrato, nemmeno negli anni Settanta/Ottanta quando era comunista senza “post” e quando la repressione dei dissidenti non era ancora politicamente scorretta se attuata dai buoni nei confronti dei reazionari…

Fattostà che quando tutto il mondo si schiera da una parte io provo una sorta di disagio, e sono compulsivamente spinto a cercare a tutti i costi almeno un difetto dei buoni, come se dovessi esaminare al microscopio le cosce della velina di turno per dimostrare a me stesso e al mondo che, cacchio, la cellulite ce l’ha anche lei. Ce la DEVE avere anche lei, E se non ce l’ha, ce la aggiungo io con photoshop.

Va be’… tutta sta pappardella per dire che un regime teocratico mi sta sulle scatole in quanto tale, e se un altro regime lo reprime violentemente posso anche non approvare la repressione violenta, ma non divento amico dei teocrati.
Invece qui ci troviamo coi monaci idealizzati dall’opinione pubblica occidentale.

Ma veniamo a Sergio Romano.

Daniele Gallesio

San Gennaro scrive:

Che c’entra il razzismo? Il colore della pelle è lo stesso.

Non direi. I tibetani hanno un colore un po’ più scuro e più tendente al “rosso-bruno”, mentre i cinesi hanno un colore un po’ più chiaro e più tendente al “giallo”. Se guardi sul sito anti-cnn segnalato nel primo commento, vedrai che i poliziotti con divisa cinese e quelli con divisa tibetana sono distinguibili anche dai visi, non solo dall’abbigliamento.

Anche i tratti somatici non sono gli stessi.

Un occhio allenato riconosce i connotati cinesi da quelli giapponesi, che sono molto più simili che non cinesi e tibetani.

Sandra

Un gruppo di studenti cinesi ha fondato il sito anti-CNN.
In una loro lettera aperta chiedono a tutti i cinesi di ribellarsi ai media occidentali alla Goebbels.
“La nazione cinese, amante della pace e della cultura, ha ingoiato umiliazioni ed e’ stata insultata troppo a lungo. Non puo’ piu’ sopportare in silenzio”, dice la lettera aperta.

Si chiede ai cinesi di inviare lettere, fax e email ai media occidentali per indurli ad ammettere i propri errori e a scusarsi col popolo cinese.

Sono stati postati video su youtube, recanti titoli come “Il Tibet era e sara’ sempre parte della cina”.

La maggior parte della Cina non ha accesso alla stampa estera.

(fonte: World News Australia, 27 marzo)

Daniele Gallesio

Scusate.

Il sito anticnn era segnalato non nel primo comento ma in quello di Enrico 11 Aprile 2008 alle 15:32
www (dot) anti-cnn (dot) com

lugachov

Nessuno di noi era in tibet a vedere come sono andate davvero le cose, ma i seguenti sono FATTI assodati e non ipotesi:

1) E’ la Cina che mezzo secolo fa ha invaso il Tibet e non viceversa
2) Sono i Cinesi a governare il Tibet, i Tibetani non hanno nessuna autonomia
3) Esercito e forze di polizia sono cinesi o controllate da Pechino e il rapporto di forze è senz’altro sbilanciato a favore del Celeste Impero
4) Anche nella madrepatria cinese non vi è nessuna tolleranza verso il minimo dissenso, a maggior ragione in un territorio occupato
5) … quello di comandare e imporre a tutti le proprie idee, e poi dirsi vittime, mi sembra uno stile noto (Ratzinger su tutti, ma anche Berlusconi…)

sicuramente la teocrazia tibetana ha le sue colpe: aver lasciato il paese nel medioevo fino al XX secolo, essere una classe parassitaria eccc… ma fatto sta che il Tibet è stato invaso ed adesso è colonizzato, e questo è comunque sbagliato

emiddio

no AVID…la situazione dopo l’invasione di Mao è MOLTO MIGLIORATA…
se ora c’è la dittatura cinese prima c’era quella dei monaci, del feudalesimo, dei sopprusi alla popolazione che lavorava x campare i monaci….
i cinesi hanno trasformato molti monasteri in ospedali e portato un po di dignità

OVVIAMENTE NON CON MEZZI DEMOCRATICI…ERA CMQ UNA DITTATURA…MA DIETRO AI MONACI TIBETANI C’è LA CIA E GLI USA…ORA HANNO TROVATO IL GIUSTO MOMENTO X FARE SENTIRE LA LORO VOCE

Silesio

Resta comunque vivo un principio. Il Tibet dei Lama era uno dei peggiori regimi transitati sulla superficie terrestre. La schiavitù fu abolita in Tibet proprio dopo l’inglobamento cinese. Ora l’Occidente sta usando il Lama così come un tempo usò Bin Laden per fare la guerra ai russi in Afghanistan. E’ chiaro che la lotta per i diritti umani in cina è sacrosanta, ma è necessario guardare avanti, non indietro….

ren

Da grande civiltà qual’è stata per millenni la Cina dovrebbe dare lezioni al mondo e concedere più autonomia al Tibet. L’america e l’Europa non possono dare lezioni a nessuno. Anche noi qualche decennio fa abbiamo invaso stati africani con armi di distruzione di massa, gas etc … Dovremmo non scordarlo. E gli USA hanno fatto cadere diverse democrazie sudemericane senza porsi il minimo scrupolo. Come si piò aspettare che la Cina prenda sul serio le nostre osservazioni. La Cina deve crescere ma non può farlo in 5 anni. Noi ci abbiamo messo secoli ad arrivare a queste belle conclusioni.

Mario Pezza

A parte le varie illazioni che per lo più scherzosamente sono state fatte sul colore della pelle in questo blog, desidero solo ribadire che sono disgustato dalla dura repressione attuata da un Paese comunista e reazionario la cui strada verso la democrazia si fa sempre più lunga e tortuosa.
Tuttavia devo ammettere di non condividere affatto l’atteggiamento di servilismo dei monaci tibetani. La scorsa settimana ho letto un articolo sconvolgente su Repubblica riguardo a Palden Gyatso, un monaco internato nelle carceri cinesi e torturato per oltre 30 anni!
Ma la cosa più sconvolgente è stata una sorta di rassegnazione nelle sue parole («Ho cercato spiegazioni nel karma. Nelle mie vite passate devo aver commesso azioni terribili.».
In pratica, i colpevoli di tante atrocità non erano i suoi aguzzini, ma lui stesso!
Ecco, in sintesi, l’aberrazione di tutti i sistemi religiosi e di certe assurde filosofie basate sul concetto di non violenza, da Gandhi a Martin Luther King: quali benefici hanno mai portato queste filosofie ai loro fautori, se non un’effimera fama ai lieder? Guardiamoci attorno e diamoci la risposta.
Quando un popolo ha la somma sventura di vivere in un paese assoggettato, le soluzioni possono essere solo 2: o si sottomente accettandone le leggi e venendo a compromessi col regime, oppure impugna la spada e combatte. Ma quello di respingere ogni forma di violenza mettendo in atto una sorta di disobbedienza passiva mi sembra un modo vigliacco di affrontare un problema molto serio come quello dell’indipendenza e dell’identità di una nazione.
Mario Pezza

Daniele Gallesio

Avevo postato una pappardella oggi pomeriggio ma non è stata pubblicata.
Va be’… finiva con un link a una risposta di Sergio Romano a una lettera di un lettore del Corriere.
Immagino sia stato quel link a far cadere il post nella trappola del filtro anti spam troppo zelante.

Proviamo a camuffare il link:
www (dot) corriere (dot) it/romano/08-04-10/01.spm

Daniele Gallesio

Onestamente ammetto la mia ignoranza storica, per cui mi si perdoni il paragone forse azzardato.

Ma se l’invasore ha sempre torto e l’invaso ha sempre ragione, allora lo Stato Pontificio aveva ragione e i Savoia torto.

Magar

@emiddio
Beh, allora vuol dire che per una volta la CIA e gli USA (p.s. sembra che tu parli dell’Impero del Male, sarai mica un Reagan di sinistra? 😛 ) hanno fatto qualcosa di buono, fosse anche per motivazioni abiette. La logica del nemico del mio nemico che diventa mio amico è una delle peggiori storture ideologiche.

@Silesio
Guardare indietro? Ma andiamo, il Dalai Lama non invoca mica il ritorno alla teocrazia pre-1959! Né tantomeno quello alla schiavitù e al feudalesimo. Ho l’impressione che spesso il giudizio su Tenzin Gyatso sia fermo a quei suoi 9 anni giovanili in cui, appena ventenne, non fu in grado di rivoluzionare da solo il sistema sociale della sua nazione, senza tener conto delle riflessioni che ha sviluppato in seguito…

@ren
È vero che i nostri governi puzzano di doppio standard morale (uno per sé, uno per la Cina) lontano un miglio, ma questa protesta parte “dal basso”, dalla società civile e dai movimenti per la difesa dei diritti umani: almeno loro hanno le carte in regola per parlare! Forse io non posso criticare il regime di Hu Jintao perché 70 anni fa quel macellaio di Graziani usava i gas contro le truppe etiopi? Ovviamente non è così. E in questo caso è chiaro che i governi agiscono sotto la spinta di quelle pressioni.

bardhi

non credo che tutti gli filmati del anti-cnn fossero fasuli e Sergio Romano dica delle buggie allo stato puro.
Poi perche dobbiamo pensare che nel mondo essite una popolazione completamente pacifica o/e un clero che non sa dove si trova la violenza, cosa sono gli tibetani abitanti di un altro pianeta, sono imuni degli mali che è aflita il resto della popolazione mondiale??
Se è vero che gli cinesi hanno fatto solo del male in quella terra, alora sarebbe comprensibile una reazione violenta dalla parte della popolazione locale.

Bruno Gualerzi

Più di un canale televisivo ha mandato in onda un’intervista a Vattimo. In genere ha detto cose un pò diverse – e per quanto mi riguarda più condivsiibili – da quanto si ricava dalla notizia riportata nel post.
Resta però una perplessità di fondo: nonostante la globalizzazione mediatica, cosa stia veramente accadendo in Tibet non si sa… ma proprio per questo non credo fosse il caso di sottoscrivere questa difesa piuttosto ideologica della Cina. Se proprio si voleva denunciare una strumentalizzazione degli avvenimenti (che certamente c’è, anche se con tante facce), non si doveva farlo presentando la Cina come fosse la vittima di un imperialismo… che indubbiamente nel passato ha dovuto subire… ma che non giustifica in alcun modo un suo imperialismo attuale.
(Come a suo tempo si volle giustificare l’intervento sovietico in Ungheria e in Cecoslovacchia con il ‘cordone sanitario’ che dopo la rivoluzione d’ottobre aveva tantato di bloccare l’espandersi del ‘virus’ comunista)

Barbara

“Una campagna anti-cinese ….degna continuazione del vecchio piano anti-imperialista contro Pechino”Ma a me sembra che oggigiorno l’impero sia quello cinese…..???!!!!

watchdogs

mi sento abbastanza inadatto a commentare, ho sempre sostenuto le battaglie contro la cina (vedi il giornalista che prese 10 anni perché yahoo aveva consegnato tutta la sua corrispondenza email al governo cinese), ma anche risposte come quella di Romano mi fanno riflettere (non tanto su chi ha ragione quanto sulla natura della protesta). Di una cosa però sono certo: che la protesta che è montata in Occidente è strumentale, ha finalità certo non umanitarie…

sempre rosso

Mah penso proprio che Vattimo e Losurdo abbiano preso un’enorme cantonata!
Ho letto di recente l’intervista di un monaco internato per più di 30 anni in un campo di rieducazione cinese: toccante!
Come si fa a difendere uno stato (la Cina comunista) in cui sono messe al bando le più elementari forme di libertà (parola, stampa, religione)?
Vattimo mi hai profondamente deluso.

8 per mille allo Stato
5 per mille al CNR o all’ENEA

Pietro Schioppetto

Il punto è la visione asssolutamente distorta della questione che viene diffuso in occidente e che , do ragione a vattimo , costituisce un mezzo di pressione su una Cina che già oggi molti ritengono essere troppo potente.

Tra le cose ben poco risapute :

1-Il Tibet , antico Impero buddista , venne annesso all Impero cinese già nel 1500 , dopo aver già fatto insieme a questo dell impero mongolo
2-la figura politica del Dalai Lama venne creata dai cinesi ( prima la più importante autorità religiosa era il Panchen Lama e il paese era amministrato da un aristocrazia “laica”), tutti i DL ricevettero l approvazione da pechino , anche l attuale( nel ’50 ) e il predecessore ( nel ’28 dal governo nazionalista )
3-I cinesi costituivano la metà della popolazione della regione del tibet già nel 1900 ( oggi i tibetani sono in Tibet 6 ml contro 7 ml di cinesi ) nelle regioni antistanti sono una piccola minoranza
4-Il paese , parte dell Impero , godeva di una larga autonomia anche se ospitava numerose guarnigioni cinesi
5-Il paese fu in larga parte devastato dagl Inglesi , nei primi anni del ‘900 , la distruzione di un gran numero di templi da loro effettuata è ancora oggi attribuita ( dagli stessi cinesi ) alla Rivoluzione Culturale
6-Nel clima di disordine della guerra civile , una parte del tibet si rese autonoma , sotto protezione britannica , ma nessun paese al mondo la riconobbe , sulla base di un azione della stessa diplomazia britannica.
7-A seguito dell invasione cinese , s instaurò inizialmente un clima di collaborazione tra cinesi e tibetani, ma nel corso degli anni ’50 il Dalai Lama a seguito delle riforme agrarie e sociali promosse dai cinesi che colpivano il potere dei monaci e dei proprietari terrieri , si spostò su posizioni indipendentiste cercando contatti con la CIA
8-A fine anni ’80 esistevano promettenti negoziati tra DL e Cina , ma durante le manifestazioni di Tienammen il DL si lasciò convincere dagli USA a abbondonarli , contando sul crollo della supremazia del partito per rivendicare l indipendenza , previsione profondamente errata.
9-Ad oggi i Tibetani godono di numerosi privilegi : esenzione dalla regola del figlio unico , vantaggi fiscali e in graduatoria per entrare all università.Seppur i tibetani mantengono vivo il culto del DL e lo considerano come padre della patri , nessuno di loro eccetto gli esuli vorrebbe il ritorno all ordien sociale e politico precedente.
10-Il vero motivo della manifestazione dei tibetani in India era protestare contro il taglio dei fondi Indiani e nepalesi a loro destinati.In questa fase il DL , con una leadership molto indebolita è dovuto tornare a richiedere solo l autonomia e si vede scavalcato dai gruppi estremisti che hanno compiuto autentiche devastazioni a danno dei cinesi a lhasa e compiuto alcuni atti terroristici negli ultimi anni.
11-la politica di repressione del governo è popolarissima presso i cinesi , presso i cinesi all esteroe persino tra i Taiwanesi , tanto che si ritiene che abbia favorito il ritorno al governo del partito KUomitang (filocinese).

Con tutto questo non mi sento ovviamente a favore della CIna , anch io guarderei con favore all indipendenza o al limite all autonomia del Tibet ,al contempo però rifletto sulle condizioni reali che la rendono impossibile , poniamo caso che venga organizzato un referendum sull indipendenza , dall ONU con tutti i crismi , a detta degli eperti si risolverebbe in un fallimento con tutti i cinesi( del tibet ) e forse una parte dei tibetani votare contro

giorgio

mi sono da pochissimo iscritto a questa associazione pensando di avere finalmente trovato un’isola di laicita,nel senso di libero pensiero senza pregiudizi e chiusure aprioristiche.Insomma senza “chiese” e preconcetti da difendere.NON VORREI RICADERE IN UNA CHIESA ATEA.Certi interventi in questo dibattito a difesa dei cinesi mi hanno dato l’impressione (spero di sbagliare , smentitemi vi prego)di essere mossi dal preconcetto negativo verso la parola “monaco” nel senso di chiesa religione ecc ecc .per cui una ostilita di fondo veniva fuori a priori non da razionale e libero ragionamento. Non so ho sentito come un brivido di intransigenza che per fortuna non ho trovato in tutti gli altri argomenti del forum. credetemi non voglio dare fastidio voglio solo essere rassicurato sulla mia “isola felice” a presto giorgio

watchdogs

giorgio, il fatto stesso che in questa singola news ci trovi commenti profondamente antitetici tra loro, alcuni anche polemici tra loro, ti fa capire che non sei finito in nessuna chiesa. E credo che il vecchio Tibet sia criticato più per gli aspetti feudali che non per quelli teocratici

Piergiorgio

Dubito che “quattro” Tibetani possano organizzare un «un pogrom anticinese», e poi la censura dei media, il controllo dell’informazione in Cina non mi sembra molto democratico; trovo similitudini con Armeni e Kurdi.

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