Trappola per scienziati

“Quando qualcuno mi chiede della mia esperienza in Italia, il mio primo pensiero va alle difficoltà per ottenere il permesso di soggiorno. È una delle esperienze meno piacevoli – e interminabili – che riguardano molti studenti stranieri”. A parlare è la keniota Emily Ngubia Kuria, dottoranda del dipartimento di Neuroscienze cognitive della Scuola superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste. Lo scorso marzo Emily avrebbe dovuto recarsi a Copenhagen per partecipare a una conferenza. Dopo aver pagato la registrazione e aver comprato il biglietto aereo però, la ricercatrice ha dovuto annullare il viaggio perché, a cinque mesi dalla richiesta, il rinnovo del permesso di soggiorno non era ancora pronto. Il permesso era infatti scaduto dopo cinque giorni dal rilascio, visto che per ottenerlo erano serviti dieci mesi e che il documento deve essere richiesto ogni anno.Anche Homan Safaai, un ragazzo iraniano che (sempre alla Sissa) sta conseguendo il dottorato in Teoria delle particelle elementari, ha dovuto aspettare tre mesi prima di poter fissare un appuntamento per il rilascio delle impronte digitali, necessario per avere il permesso di soggiorno. “Durante il periodo di attesa ho perso la possibilità di partecipare a due importanti workshop. Ho provato a richiedere un permesso temporaneo, ma mi è stato rifiutato senza spiegazioni e, se non fosse stato per l’Università, mi avrebbero costretto a tornare nel mio paese”. Alla fine Homan ha ottenuto il documento il 10 febbraio, giusto in tempo per la sua scadenza. Il ricercatore ha inoltrato la nuova richiesta e dovrà tornare in questura nel giugno prossimo per rilasciare (ancora) le impronte digitali. Di questo passo potrebbe avere il rinnovo per la fine di settembre, cioè esattamente quando il permesso scadrà. “La burocrazia”, ha dichiarato il ricercatore, “ci obbliga a rimanere in Italia per un lungo periodo di tempo. Questo, a mio avviso, va anche contro i diritti umani”.

Quelli di Emily e Homan non sono casi isolati, ma sono emblematici della situazione della maggior parte dei ricercatori extracomunitari che vengono a studiare nel nostro paese. Le loro testimonianza, insieme ad altre e alla lettera diretta al Questore da parte del rettore dell’Università e dei direttori dei centri di ricerca dell’area triestina, sarà argomento di dibatto il prossimo 16 aprile durante la giornata di apertura della seconda edizione della Fiera internazionale dell’editoria scientifica (Trieste, 16-20 aprile).

Come si legge nella lettera infatti, gli stranieri che hanno bisogno di un visto per entrare in Italia sono particolarmente ostacolati perché, se sprovvisti di un permesso di soggiorno originale, non possono uscire dai nostri confini per prendere parte a scuole specialistiche o convegni internazionali. Non solo: le ricevute di rinnovo che vengono rilasciate in attesa dei documenti originali per permettere agli studenti di rientrare nei paesi di origine non sono accettate come documenti legali da tutte le nazioni. Gli stranieri non hanno quindi il permesso di transitare in molti paesi né, poi, di rientrare in Italia. Inoltre, per gli enti che appartengono alle Nazioni Unite – come il Centro internazionale di fisica teorica (Ictp), il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (Icgbe) o l’Ics (Innovazioni nella comunicazione della scienza) – al momento la situazione è totalmente in stallo: lo scorso 21 febbraio infatti, la direttiva europea sull’ammissione di cittadini extracomunitari per fini di ricerca scientifica (2005/71/CE) è entrata in vigore anche in Italia. Ma, in attesa di conoscere i termini di questa procedura, non è più possibile dare il via a nuove collaborazioni.

A causa delle pratiche burocratiche, costose in termini di denaro e di tempo, gli studenti stranieri in Italia si sentono “virtualmente handicappati”, si vedono negata la possibilità di interagire con altri ricercatori, e sono scoraggiati a cercare posizioni di rilievo nelle nostre università. Si tratta di una forma di discriminazione che limita l’esportazione della scienza e la circolazione delle idee, fondamentali per l’autonomia dei paesi in via di sviluppo (Sud chiama Sud). Il mondo della scienza non è rimasto estraneo al clima di sospetto che ha colpito il mondo occidentale dopo l’11 settembre, come testimonia l’Export Control Bill attuata dai governi Usa e britannico per tentare di impedire l’accesso alle informazioni scientifiche da parte di potenziali terroristi (La scienza imbavagliata). E anche gli ostacoli alla scienza in Italia non sono una novità: già otto anni fa appariva chiaro come il problema non fosse solo la “fuga dei cervelli”, ma anche il mancato ritorno dei nostri ricercatori, e il mancato arrivo di cervelli stranieri (Cervelli cercasi). Dopo quattro anni la situazione non era migliorata: se i nostri istituti avevano guadagnato in credibilità, le prospettive di carriera rimanevano, per gli italiani e soprattutto per gli stranieri, dei miraggi (Cervelli in transito, Cervelli, emorragia senza fine).

Fonte: Galileo

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13 commenti

Nifft

Quanto è vero quello che è descritto in questo articolo! Lavoro nella ricerca a fianco a fianco con dottorandi e post-doc stranieri (la maggior parte extracomunitari). E spesso discutiamo di queste difficoltà. Ogni volta che ne parliamo mi vergogno veramente di essere italiano.

anteo

ora che hanno stravinto gli autori delle oscene leggi sull’immigrazione sarà anche peggio

occorre fisicamente interporsi per fermare l’apartheid in salsa padana, e siccome i diritti o sono di tutti o sono altro (ovvero privilegi), l’interposizione deve attuarsi per tutti i migranti, non solo per il plurilaureato candidato a qualche nobel.
Io mi vergogno come essere umano se non intervengo per ostacolare il razzismo indipendentemente dalla vittima.

“chi scambia libertà con sicurezza non merita nè l’una ne l’altra”
B.Franklin

Giovanni Bosticco

Se la scienza spiega troppe cose, tanta gente non crede più.
Se le malattie si guariscono, gli ammalati stanno a curarsi,
e non cercano miracoli a Lourdes.
Non mi stupisco che l’Italia sia l’ultima a promuovere la
ricerca scientifica.

Ernesto

Tutti gli scienziati italiani vogliono levare le tende il più presto possibile e questi così ingenui da voler venire qui DEVONO trovare subito l’essenza di questo paese per imparare a non tornarci MAI.

Vash

L’Italia ormai è ad uno stadio di malattia così avanzato che per sistemarla bisogna quasi distruggerla e ricostruirla da capo! Questo è solo uno dei tasselli.

claudio r.

Quoto Vash integralmente.
Mio filglio il Ph.d. in matematica l’ha preso in Francia, e la’ e’ restato a fare ricerca.

Traveller

Siamo in un paese clericale e in cui l’ economia è solo finanza speculativa… Cosa volete che freghi a chi ci governa della ricerca scentifica!

Giovanni Bosticco

@anteo.
Condivido il disappunto per come sono andate le elezioni,
ma vorrei chiarire alcuni punti.
Anzitutto non chiamo razzismo un torto fatto agli stranieri
quando questo (vedi burocrazia e ostacoli alla ricerca)
colpisce ogni giorno anche noi.
Poi è giusto quanto ha detto Franklin:
non si vende la libertà per ottenere sicurezza.
Ma nemmeno si vende sicurezza per ottenere la libertà:
penso all’indulto o a slogan tipo “la clandestinità non è reato”.
Se è così vado in giro in macchina lasciando a casa le targhe.
E stiamo attenti nella pur giustissima lotta all’aparthaid.
Il perseguitato fa presto a diventare persecutore:
I Boeri vittime dell’Inghilterra furono i primi nel
perseguitare i neri; gli scampati ai lager nazisti
hanno un fatto in Palestina uno stato d’impostazione
razziale.
Se un islamico chiede tolleranza, ne avrebbe con una moglie
emancipata o un eventuale figlio gay?

Lorenzo G.

“chi scambia libertà con sicurezza non merita nè l’una ne l’altra”
B.Franklin

“Poi è giusto quanto ha detto Franklin: non si vende la libertà per ottenere sicurezza.
Ma nemmeno si vende sicurezza per ottenere la libertà:”

Giusto in entrambi i casi, ma il problema di fondo, secondo me, é che troppo spesso si tende a vedere, IDEOLOGICAMENTE, Libertà e Sicurezza come due entità fatalmente contrapposte e incompatibili: se c’é una non può esserci l’altra, e viceversa, perchè la Libertà é di Sinistra e la Sicurezza di Destra. Ma questa mi pare francamente un’idiozia: se invece di seguire l’ideologia si seguono la logica e la ragione, ovvero regolandosi caso per caso, conciliando entrambe le esigenze il più possibile in modo intelligente, non vedo perchè non potrebbe essere possibile.
E cercare di mettere da parte l’ideologia in favore di un più concreto pragmatismo mi parrebbe il minimo dopo queste elezioni. Ma probabilmente l’uomo non é ancora maturo per questo, nonostante tutto. 🙁

Marvin

Non preoccupatevi.
Ieri il nano ha detto che “chiuderemo le frontiere” e tempo pochi mesi tutti problemi saranno risolti.
Se poi c’è da fare una ricerca “sulla particellla” si può sempre chiedere alla carlucci (minuscolo).

Asatan

Lo scopo di queste leggi è da un lato demagogico e dall’altro economico.
Da una parte fanno fint adi chiudere lee frontiere per far sentire i gonzi al sicuro dagli evasori, dall’latro vogliono un botto di clandestini da sfruttare per lavoro nero, caporalato, tratta delle schiave (prostitute).
Non era mr.B. che diceva quanto il lavoro nero faccia bene al paese?

Andrea

Vi devo dire che il problema dell’esagerata lentezza nella erogazione dei permessi di soggiorno non ha certamente niente a che vedere con la sicurezza, ma semmai con la volontà delle istituzioni italiane di disincentivare in tutti i modi l’arrivo di stranieri. Si deve tenere conto del fatto che il permesso di soggiorno viene rilasciato solo a coloro che chiaramente sono entrati in modo legale in Italia (tranne casi davvero particolari che si contano sulle dita) e quindi con un visto di ingresso sul passaporto, che viene messo dopo preventivi accertamenti (almeno così dovrebbe essere) da parte delle ambasciate italiane all’estero. In pratica, in Italia, le questure svolgono solo un atto burocratico.
Mia moglie è peruviana, e vi posso assicurare che è un tormento ogni volta che si devono fare pratiche in questura, lungaggini incredibili immotivate, o meglio, motivate dalle istituzioni per intralciare gli ingressi, per altro di coloro che vogliono venire in Italia in modo legale.

Ciao a tutti

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