Italia: terzo millennio = terzo mondo. N. 6: la Digos interviene contro chi critica la presenza dei crocifissi

Un elettore chiede di poter votare in un seggio sprovvisto di crocifisso: interviene la Digos.

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24 commenti

Vash

Ho letto il post per intero e sono rimasto sconcertato. Questo è solo uno di quei tanti comportamenti noti delle forze dell’ordine che fanno quasi temere di non doverle chiamare esattamente come accade nei paesi del sud America perchè si finisce in guai peggiori di quelli che già non si hanno.
Chiedi un qualcosa che dovrebbe esserti garantito dalla legge e vieni segnalato come un criminale.
Fai una manifestazione pacifica per qualcosa e vieni manganellato.
Avverti che sei minacciato da una persona pericolosa e non intervengono (poi a Stdio Aperto ti fanno il necrologio).
Vai a 55 Kmh e vieni multato da un autovelox nascosto dietro un cassonetto che si trova dietro una fratta che sta dietro una curva e ti dicono che lo fanno per la tua sicurezza.
Poi magari trovi gente valida come il famoso Arciere…. e lo sbattono in gatta buia con un’accusa da mafioso insieme ai marocchini che vendono cd pirata mentre i veri mafiosi vengono trattati come re!

Edoardo

@Vash

forse ci si illudeva di essere qualcosa di più dei paesi del Sudamerica, ma credo che ora li abbiamo raggiunti e probabilmente, in molti casi, già superati….

strangerinworld

qui c’è gente che si illude che le forze dell’ordine esistano principalmente per difendere il cittadino: per il (forse) 50 % dei casi è così.
per il resto esistono, da sempre, per mantenere il sistema e difendere i poteri forti. la Chiesa dal punto di vista religioso non conta più nulla, la religione cristiana è morta. è solo politica, ecco allora muoversi i difensori della fede.

Daniela

comunque il ragazzo non si deve preoccupare, la segnalazione alla digos non dovrebbe compromettere il suo accesso al concorso in magistratura, al limite se dovessero fare storie, potrebbe impugnare la decisione e vncerebbe quasi certamente, il quasi è dobbligo per prudenza.

nicola

Sono le persone integerrime e coraggiose come Ringo de Palma che ancora ci danno speranza. Grazie, Ringo. Grazie davvero.

Guidus

Credo che per un episodio vergognoso come questo la nostra Associazione dovrebbe faresi sentire.

roberto

Ringo….sei stato un grande!!!!!!
Sappi che tutto il Circolo di Pescara è con te….purtroppo, a me non è mai capitato di incontrare un crocofisso nel seggio dove vado a votare, forse la mia reazione non sarebbe stata così pacata come la tua, soprattutto dopo l’intervento della Digos…guarda tu come sprecano i nostri soldi; spero solo che l’incaricato Digos che tiene sottocontrollo questo sito, informi i suoi superiori di queste mie esternazioni…

Piergiorgio

Forse andare contro il vaticano è considerato un atto di terrorismo.

venezia63jr

Edoardo ci hai proprio azzeccato,noi siamo peggio dei paesi del terzo mondo e del sudamerica,qui regna il caos altro che democrazia,qui il feudalesimo non e’ mai terminato,non funziona niente,eppure i nostri politici si danno gli stipendi piu’ alti del mondo.
Gli inglesi ci sfottono sulla bbc che in italia tutte le strade sono con i buchi,i tedeschi vengono loro a controllare che le nostre spiagge siano pulite,i governi avvertono i cittadini di vaccinarsi per via della meningite,diventiamo famosi per la spazzatura e riducono una citta’ come uno slum di nairobi,ci avvelenano e noi neanche lo sappiamo.
Peggio di ogni altro stato arretrato al mondo.

Andrea

Che le forze dell’ordine siano a tutela del cittadino è una affermazione quanto meno discutibile, in quanto sono a tutela semmai del “regime democratico” che si è instaurato in Italia, e che serve non al cittadino, ma a chi ne fa parte (poteri economici, politici, ecc).
Il cittadino semmai è regolarmente vessato dalle forze di polizia, malmenato quando è contrario a scelte economiche e/o politiche (vanno sempre a braccetto) vedi. TAV, spazzatura a Napoli, G8, ecc.
Basti vedere come sono stati trattati due casi particolarmente recenti, ovvero quello della morte di quel poliziotto allo stadio (al massimo omicidio preterintenzionale ma trasformato guarda a caso in volontario) e di quel poliziotto che ha sparato volontariamente ad altezza d’uomo verso l’automobile in autostrada uccidendo il ragazzo all’interno della stessa e che se non stiamo attenti lo fanno eroe.

Per tornare all’argomento in oggetto, è palese che il comportamento nei confronti di Ringo sia stato dettato dal timore di ripercussioni che probabilmente si sarebbero avute se il crocifisso fosse stato rimosso, in quanto sembra che ci si sia dimenticati che la chiesa cattolica anche se non ha più il potere temporale (l’umanità ringrazia di sicuro), ha certamente grosso potere sui nostri politici.

Che il presidente del seggio, i poliziotti, l’ispettore della digos, e quant’altri, potessero avere il timore di non fare più il presidente, o di essere trasferiti, è un timore legittimo.

E non è da tutti di avere il coraggio che ha avuto il protagonista della vicenda.

Ciao a tutti

Emi

Tutta la mia solidarietà a Ringo.
Anch’io mi sono imbattuta nel crocifisso e le mie dichiarazioni sono state verbalizzate solo dopo che il comune e prefettura, interpellati telefonicamente il primo dal presidente di seggio e la seconda dall’impiegato comunale, hanno confermato l’obbligo di verbalizzazione. Ovviamente il presidente inizialmente si è premurato di dissuadere in ogni modo con argomentazioni disparate e con vari atteggiamenti che non esplicito.
Sia il presidente di seggio che, come riferito dallo stesso, gli impiegati di comune e prefettura hanno ribadito il diritto – dovere di NON rimuovere il crocifisso.
E’ assolutamente chiaro come la legge non venga rispettata dalle istituzioni che dovrebbero garantirla.
Capisco lo scoramento di Ringo e confermo che l’Italia non sembra uno stato democratico indipendente e di diritto bensì uno stato teocratico fondato sui soprusi di una presunta maggioranza religiosa.

antoniotre82

E’ proprio in casi come questi che ci si accorge che il vero male non è tanto la chiesa, ma la politica e tutto l’apparato burocratico che la sostiene, per reciproci interessi e favori.

La legge esiste ed è in vigore, ma è colpa del Vaticano se in questo caso il crocefisso è rimasto lì anche contro la dichiarazione di un cittadino che vuole che la legge sia applicata e quindi rimosso? Certo che no, ma è colpa del presidente del seggio, e della polizia, che non gli ha intimato neanche le sanzioni in cui sarebbe incorso se non l’avesse fatto, anzi, ha capovolto completamente la situazione dandogli ragione.

Ho detto in altri commenti in passato, che la chiesa fa il suo dovere, è normale che un’istituzione di ideali, per quanto deprecabili per essi siano, tende sempre alla sopravvivenza, e non si lascia morire. Lotta, influenza, e trova nuovi espedienti per rimanere sulla scena, per non perdere potere. Questo accade a qualsiasi regime, potere, associazione, governo, impresa.

E in Italia un regime esiste, ed è appunto quello formato dallo Stato in abbinazione alla chiesa cattolica.

Che la chiesa è in Italia e abbia tutta questa influenza è un evento contingente, dovuto se vogliamo al caso, al destino (sempre in altri post dicevo che se la cattività avignonese fosse persistita, ora i nostri problemi se li avrebbe la Francia).

Ma perchè ha influenza? chi è che le permette di avere influenza? La politica, gli organi statali, e tutto l’apparato burocratico statale.

La vicenda narrata da Ringo De Palma è appunto emblematica, e va analizzata per punti.

Il primo punto è che il crocefisso non sarebbe dovuto essere nell’aula, non solo nel momendo delle votazioni, ma in ogni singolo giorno dell’anno da quando è entrata in vigore la costituzione, che afferma un principio di laicità. Ma è sempre lì. Perchè? perchè la magistratura non applica la legge e la politica non prende decisioni in merito (emanando ad esempio una legge che sancisca che esporre il crocefisso in luoghi pubblici è illegittimo). Entrambi questi rami dello Stato sono influenzati dal Vaticano.

Il secondo punto è che, assodato che cmq il crocecifisso c’è a causa della non applicazione della legge, nel momento in cui qualcuno fa notare che questo atto è illegittimo, viene messo a tacere, e chi dovrebbe far rispettare la legge commette reati aggiungendo reati.
Ma in questo caso, a differenza del primo punto, chi dovrebbe far applicare la legge, renderla effettiva ed adeguata alla realtà dei fatti concreti (Digos, Polizia, forze dell’ordine in generale) sono influenzate solo indirettamente dal Vaticano.

In definitiva la vera piaga della laicità in Italia non è il Vaticano, ma è la politica.

Se infatti si eliminasse questo servilismo, si innesterebbe un circolo virtuoso.
IN questo caso ad esempio se i nostri politici parlamentari avessero un atteggiamento legale, di separazione effettiva fra stato e chiesa, la digos e lo stesso presidente di seggio avrebbero sicuramente reagito diversamente, ed anzi, il problema non si sarebbe neanche posto, perchè il crocefisso non ci sarebbe stato.

C’ anche da dire che regna sovrana un’incompetenza e un’ignoranza mostruose fra le forze dell’ordine, proprio loro che dovrebbero conoscere la legge (le risposte della Digos ne sono una testimonianza, evidentemente non sapevano neanche cosa fosse l’art.7 della costituzione, ed erano completamente ignoranti del testo delle altre leggi che lo applicano).

Ciccio

Beh, dunque, a me risulta che il segretario debba inserire nel verbale le proteste e i reclami “provenienti” da rappresentanti di lista o da ufficiali giudiziari. E’ chiaro che, anche in fase di scrutinio, il pubblico assiste ma non può far verbalizzare nulla.

L’elettore può denunciare i componenti del seggio se ravvisa irregolarità ma non mi risulta possa far inserire dichiarazioni.

Per quanto riguarda invece la digos, beh, il presidente di seggio è pubblico ufficiale e comanda la forza pubblica. Era ovvio che intervenisse la digos, e i discorsi che ti hanno fatto era per evitarti la multa e una eventuale denuncia:
La procedura di voto è chiara e non ammette deroghe: identificazione, consegna schede+matita, VOTO IN CABINA, riconsegna, congedo.
Il dialogo non è previsto, tanto è vero che il presidente può ordinare di far uscire gli elettori che hanno gia votato, ritirare le schede di chi “indugia artificiosamente” a votare e richiedere alla forza pubblica di regolare l’ingresso nel seggio.
Da presidente ti dico che se fossi stato un mio elettore, saresti finito nel verbale come coloro che “indugiano artificiosamente”, avrei fatto un fonogramma speciale per richiedere se inserire le dichiarazioni … e, a questo punto, anche da me probabilmente… saresti stato contattato dalla Digos.
Le elezioni sono cose serie. Se il legislatore non voleva il crocefisso.. faceva una legge… se non dice niente.. eh beh… il regolare svolgimento delle votazioni è prioritario rispetto a tutte le richieste estranee al libretto delle istruzioni presenti nella cancelleria del seggio…
non me ne volere… ma la penso così…

antoniotre82

@ Ciccio

non credo proprio che le votazioni legittimino una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, e siano meno importanti del “regolare svolgimento delle votazioni”.

La costituzione non viene sospesa in quei momenti, anzi viene applicata più fermamente, proprio per garantire il regolare svolgimentoi di cui tu parli, ed un simbolo appartenente ad una confessione religiosa può essere causa di turbamento in alcuni elettori (allo stesso modo del turbamento che creerebbe la vista di una svastica nel seggio).

Non c’è una legge che che dica che il crocefisso esposto in luogo pubblico sia illegale, questo è verom ma se tu studiassi legge sapresti che l’ordinamento giuridico non è fatto solo da leggi scritte, ma concorrono molti altri fattori a determinare lo spettro delle fonti.

In questo caso ad esempio la legge non c’è, ma è come se ci fosse, perchè le leggi del codice Rocco che sancivano l’esposizione del crocifisso in luoghi pubblici sono state abrogate tacitamente dai dettami costituzionali, e come tu saprai la costituzione è fonte primaria, inderogabile da qualsiasi altra legge, e tutto quello che rimane della legificazione passata in contrasto cn la costituzione, è tutto incostituzionale, e quindi illegittimo e abrogato.

Bisogna interpretare le leggi, e bisogna interpretarle mediante l’interpretazione sistematica, cioè che tenga conto dell’ordinamento nella sua interezza.

In questo caso il presidente ha compiuto un atto di prevaricazione negando un diritto ad un cittadino, e rifiutandosi di compiere un atto dovuto della sua carica (cioè la verbalizzazione della richiesta). L’ha fatta franca grazie alla Digos, che invece di compiere il proprio dovere e multare lui (o recluderlo addirittura), ha partecipato alla violazione della legge.

GIANNI

se il crocefisso disturba alla vista…basta non guardarlo, votare velocemente e andarsene…non sempre si può trovare nei luoghi che si frequentano persone o cose che ci piacciono…

Polymita

Massima solidarietà a Ringo e soprtutto tieni duro. Le battaglie non si vincono da un giorno all’altro e ci vuole molta pazienza.

Daniela

per ciccio,
tu la puoi pensare come vuoi, ma il presidente di seggio ha l’obbligo di verbalizzazione, anche la legge e le regole sono cose serie, la prossima volta che fai il presidente di seggio vedi di ricordatelo.

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