La questione è delle più spinose, anche perché nessuno finora è riuscito a trovare una risposta dimostrabile. Il rapporto tra filosofia e religione si arricchisce sulle pagine de “Il Sole-24 ore Domenica” di un nuovo spunto di riflessione, che può essere sintetizzato dal titolo dell’articolo della filosofa Nicla Vassallo pubblicato la scorsa domenica sulle pagine del supplemento culturale: «In cosa crede (chi) non crede». Dopo la pubblicazione dell’articolo, le lettere arrivate in redazione sono state tantissime. La filosofa ligure ha cercato di rispondere ai dubbi di qualcuno. Ma ci è sembrato giusto- data la complessità della questione- dare spazio soprattutto alle domande di tutti (o quasi). A cominciare da quel lettore che sottolinea come «l’ateo non sappia dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascono religioni» e sostiene che «l’accanimento contro i principi religiosi si traduce oggettivamente in un “Dio è morto, tutto è permesso”». Ma alla domanda se Dio esiste, il filosofo non sa rispondere.
Dio esiste? Il filosofo non lo sa
46 commenti
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C’è chi pensa che ci sia una sorta di predisposizione innata a credere nel soprannaturale. Alcuni lo chiamano “gene di Dio” e addirittura cercano di localizzare la zona della corteccia adibita alla fede.
Io penso che più semplicemente sia un’estensione della naturale tendenza a cercare uno scopo dietro ad ogni evento ed un attore e quindi una volontà dietro ad ogni azione.
Siamo abituati fin piccoli a pensare che ogni evento accade perché qualcuno l’ha fatto accadere (il lego si è schiantato per terra perché io l’ho fatto cadere dal seggiolone… la mamma mi sta allattando, perché l’ho chiamata piangendo… la palla serve per giocare… e così via fino a cose più complesse). Si cerca di capire la causa dell’effetto. Quando gli eventi da spiegare sono troppo complessi, si fa prima a pensare che ci sia qualche entità invisibile che li ha causati. Una causa ci deve sempre essere e l’esperienza ci ha insegnato che dietro ad una causa c’è sempre una volontà. Si va quindi per la soluzione cognitivamente più economica. Ma si tratta di una deduzione ingenua. Sicuramente molto utile agli uomini preistorici per delimitare certi pericoli o trasformare in rituali certe azioni che empiricamente portavano a benefici, senza che ci fosse l’effettivo bisogno di capire cosa succedesse realmente.
È lo stesso meccanismo che portava alla creazione dei tabù. Basta individuare una sorta di legge basandosi sull’osservazione dei fatti. Violare la legge può causare la morte prematura o guai per la tribù. La tendenza a credere nel soprannaturale potrebbe essere un processo di attribuzione d’intenzionalità.
Voglio vedere se quelli del sole 24 ore sanno rispondere alla domanda se il libero mercato è meglio del socialismo o se il monopolio è meglio di un sistema di aziende concorrenti con dati oggettivi alla mano.
Possiamo dire che in assenza di una risposta in economia tutto è permesso ?
O è fazioso chi ha fatto la sintesi o è fazioso chi ha fatto il servizio
«l’ateo non sappia dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascono religioni»
la ragione per cui in “tutti” i popoli nascono religioni, lo sanno sia gli atei e sia i credenti informati, anzi sano pure la ragione per qui in quasi tutti gli popoli del mondo la religione ha mille forme e il Dio di uno è quasi un offesa per l’altro.
Perchè l’uomo è uguale nella sua struttura mentale, in ogni angolo del pianeta e perchè dio serve a giustificare quello che non si riesce a capire. Sono esempi che vengono ripetuti da sempre e sono ormai logori . Come le processioni medievali contro la peste che si credeva inviata da dio appunto, a punire gli umani per i loro peccati (?) o le comete nefaste portatrici di sventure, o i terremoti, le carestie, le alluvioni. Per tutto ciò che non ha una ragione razionale certa e provata, il cervello umano è portato a cercare una risposta comunque ,irrazionale o sovrannaturale che sia.
Mi è sembrato un po’ fragile (e scarsamente documentato) sia l’articolo, sia la lettera del lettore, sia la risposta a quest’ultima. Non è possibile affrontare un problema storico come se fosse un problema teoretico fine a se stesso. Dio o gli dei hanno una loro origine nella storia della cultura, si sviluppano, si evolvono, si trasformano ed infine “muoiono” come muoiono altre forme dello spiritualità umana quando hanno fatto il loro tempo. La loro funzione viene meno perché sostituita da altri strumenti più adeguati o da conoscenze più evolute. Sul piano teorico nessuna domanda sull’esistenza in assoluto ha ormai più senso, per quanto l’esistenza è sempre un concetto relativo.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano le religioni.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano le superstizioni.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano le varie astrologie.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano maghi e streghe.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano le numerologie.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano i guaritori dalle mani miracolose.
L’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popolo, in ogni angolo del pianeta, nascano le succursali di scientology.
INSOMMA QUESTI ATEI SONO DEGLI IGNORANTONI!
Per sapere perchè esistono religioni e magia è sufficente leggere di Sigmund Freud totem e tabù.
Direi in realtà che la religione è uno di quei classici “segreti di Pulcinella”, o di pubblico dominio. Si sa forse fin troppo bene perchè e come nascano, da tempi molto antichi (le dichiarazioni di certi storici precristiani per esempio sono abbastanza indicative).
Il problema è piuttosto la mancata accettazione – specie da certi settori culturali e dalla maggior parte della gente – di tali motivazioni “profane” (che sono varie e complesse e per nulla semplici, andando dalla società, alla politica, alla psicologia) e il tentativo di sommergerle con tutta una serie di discorsi fumosi e metafisici…
Ho forti perplessità sul contenuto dell’articolo per sempio “Personalmente non dispongo né delle prime ragioni, né delle seconde, e, sempre che ci siano, queste ragioni sono conseguibili grazie a competenze in filosofia della religione e in teologia,”, perchè? Non penso che l'(in)esistenza di dio sia da attribuire solo alla filosofia o
alla teologia ne che possa esistere solo una posizione agnostica “ragionevole” , se su ciò di cui non si può parlare (citando wittegstein) si deve tacere, non si potrebbe sollevare l’argomento religioso dall’ambito strettamente metafisico , e poi considerando che dal punto di vista scientifico una teoria non è vera fino a quando non è stata verificata , lo stesso posso fare ragionevoilmente con una moltitudine di teorie
che asseriscono l’esistenza del trascendente e serenamente continuare a essere ateo
Il fatto che fioriscano religioni in ogni angolo del pianeta e pratiche magica sta a significare che c’è un desiderio insopprimile nell’uomo di Dio. Quanto più è stato negato con la forza tanto più è riemerso con forza. E’ l’idea di giustificare l’assurdo di una vita che fiorisce, viene vissuta e si spegne; di rintracciare le ragioni profonde dell’essere, dell’esserci, della contingenza; di intuire che un cosmo (macro e micro) di staordinaria perfezione nei suoi meccanismi non possa essere generato dalla causalità cieca, ma da una mente ordinatrice. In altre parole chi si libera da pregiudizi e si ferma a riflettere vedrà come il senso del divino è connaturato all’uomo. Non nell’animale… Cioè è connaturato all’essere razionale. D’altro canto la filosofia agli albori e non solo si è occupata del divino.
L’ateismo è un assurdo logico.
In che senso “l’ateo non sa dire per quale ragione in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascano le religioni” ?
L’ateo lo sa eccome! Sono i credenti delle varie religioni di tutto il mondo che non lo stanno ad ascoltare, quel miscredente di un ateo!
Beh, le mie idee sul tema le ho espresse e continuerò (temo) a doverle esprimere. Ovviamente, posso anche sbagliarmi… tuttavia, a me sembra piuttosto che molti “credenti” non abbiano il coraggio di ascoltare, e facciano semplicemente orecchie da mercante.
@ alessandro buzzone
io penso la stessa cosa per gli atei…
in ogni angolo del pianeta, nascono religioni….
Non ho capito il senso dell’articolo: vuol forse sostenere che siccome in ogni angolo del pianeta nascono religioni Dio esisterebbe?
E’ la domanda stessa a essere fuorviante.
Prima di tutto perché vi si dà per scontato cosa intendere con “Dio” e con “esistere”.
Difatti con “esistere”, normalmente si intende ciò che c’é, ora, nel presente. Perché ciò che c’era, ma ora non più, non esiste. E ciò che ci sarà, ma per adesso non ancora, anch’esso non esiste.
Ciò che abita il presente è la realtà. Ciò che invece non vi abita non è reale.
A fronte di questa idea dell'”esistere”, ne deriva che con “Dio” si intende un possibile ente superiore, creatore del mondo.
Questa possibilità prevede che la realtà, tutta la realtà, sia distinta in una visione dualistica: Dio e il mondo.
E’ a questo punto, con questa interpretazione della realtà, che ci si chiede se esiste “Dio” oppure no.
Ma è una domanda senza senso. Una domanda che nasce dall’equivoco di una arbitraria visione della realtà.
Occorrerebbe invece domandarsi cosa sia veramente “reale”. E rendersi conto di come il nostro mondo sia fatto anche e soprattutto di tempo.
Il credere o il non credere sono processi dell’ignoranza. Ciò comporta inevitabilmente una barriera, un processo di disintegrazione. Ciò chè è importante non è credere o non credere, ma comprendere il processo della mente. Dunque soltanto quando la mente è quieta, libera dalle sue stesse creazioni, c’è la possibilità di scoprire ciò che è reale.
@ claudio
L’unico assurdo logico è quello di un credente che frequenta assiduamente un sito di atei.
@claudio: l’uomo non ha bisogno o desiderio di Dio, ma di spiegazioni. e quella del soprannaturale, del mistico e della religione, sono semplicemente quelle più “a buon mercato”, semplici e commestibili. non necessitano di particolari conoscenze e studi. sono plug’n’play: le prendi come sono e le inserisci nel sistema, sicuro che funzionino subito e sempre, dato che spiegano “tutto” senza la possibilità che ci sia qualsiasi possibilità di errore.
Ah, la lettera di quel lettore che sottolinea come
“l’ateo non sappia dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta nascono religioni”
e poi, non contento aggiunge, scimiottando Dostoevskij
“l’accanimento contro i principi religiosi si traduce oggettivamente in un ‘Dio è morto, tutto è permesso'”!!!!
Meritava davvero di essere pubblicata (e da un giornale serio com Il Sole 24 Ore) perché una analisi così acuta, così originale, formulata con così evidente cognizione di causa del fenomeno ‘ateismo’, io non l’avevo mai sentita prima (altro che ‘segreto di Pulcinella’, caro Valentino!).
Battute a parte, credo che in un blog – volendone rispettare lo spirito – si possa rispondere con un’altra domanda:
“Come mai – visto che in ogni angolo del pianeta nascono le religioni – viviamo in un mondo che sta andando sempre più in malora? Non è magari, che stia soffocando proprio sotto il peso di ‘tanta’ religione? Mica si è ancora provato a farne davvero a meno, quale che sia la faccia che assume! E se finalmente ci provassimo?”
Claudio, basta per favore….
Il tuoi interventi sono basati solo sul wishful thinking. Siccome la vita senza Dio non mi piace allora deve esistere.
La posizione dei credenti è ingiustificata dal punto di vista scientifico, storico, filosofico e logico. O porti concrete prove a favore o dei tuoi sentimenti non ci interessa più.
Non siamo disposti a riconoscere più legittimità alla tua religione di quella che tu riconosci a quella di Thor, Zeus o Manitù. E per le stesse ragioni.
“di intuire che un cosmo (macro e micro) di staordinaria perfezione nei suoi meccanismi non possa essere generato dalla causalità cieca,”
Ecco giusto, da intuire che …. non possa essere, non significa che è, non hai provato niente, hai fatto una domanda alla quale non potresti risponde “quindi esiste Dio”.
A PAOLO GARBET
E’ vero, gli atei non sanno tante cose. E sai perchè? Perchè non si comportano come i credenti, i quali, quando non conoscono la risposta ad un problema – ad esempio il problema del senso della storia – inventano la risposta al problema. Inventare la risposta ad un problema non signiofica trovare la soluzione a quel problema. Significa fantasticare.
“Dal fatto che parecchi filosofi, intellettuali, scienziati e quant’altro credano” che Babbo Natale non esiste non segue logicamente che Babbo Natale non esiste: seguendo il ragionamento della Vassallo dovremmo sospendere il giudizio su Santa Claus. Non crediamo allo stucchevole vecchietto svolazzante perché nessuno ha prodotto le prove: chi afferma l’esistenza di Dio porti le prove.
@ Paolo Garbet
“INSOMMA QUESTI ATEI SONO DEGLI IGNORANTONI!”
Ho capito benissimo la tua ironia. In effetti è vero: siamo ignoranti. Ma per quel che mi riguarda, lo sono nel senso socratico del termine. Ossia: preferisco un sano dubbio a una falsa certezza. Mille volte meglio un Socrate rispetto a un Tommaso d’Aquino.
@ claudio
“Il fatto che fioriscano religioni in ogni angolo del pianeta e pratiche magica sta a significare che c’è un desiderio insopprimile nell’uomo di Dio”
Per come la vedio io, c’è un insopprimibile desiderio di conoscere ciò che non si conosce da parte di chi è ignorante (in questo caso, non nel senso socratico del termine), ma che neppure si vuole conoscere per ignavia. Ciò porta a pratiche magiche e al concetto di dio.
“In altre parole chi si libera da pregiudizi e si ferma a riflettere vedrà come il senso del divino è connaturato all’uomo. Non nell’animale…”
Ah, quale supponenza! L’homo sapiens sapiens E’ un animale. Diverso da un’ameba, la quale è diversa da una gallina, la quale è diversa da un cane, il quale è diverso da uno scarafaggio. Ma tutti animali siamo. Chi ti assicura che uno scarafaggio non creda in un dio con un enorme esoscheletro nero? O che un cane non creda a un creatore a quattro zampe, peloso e che abbaia?
Abbiamo senza dubbio un intelletto diverso da questi altri animali, ma siamo sicuri di essere poi così migliori? A parte l’homo sapiens sapiens, io non ho notizie di animali che ammazzino altri animali della stessa specie solo perchè la pensano in maniera diversa…
@ Bruno Gualerzi
“l’accanimento contro i principi religiosi si traduce oggettivamente in un ‘Dio è morto, tutto è permesso’”!!!!
Questo è in effetti un argomento spesso portato dai credenti contro i non credenti. Tuttavia Onfray ha ben dimostrato che è esattamente il contrario: “se dio esiste, tutto è permesso!”.
Non solo perchè un dio effettivamente potrebbe fare miracoli (dei quali, comunque nessuno ha mai trovato prove effettive). Ma soprattutto: “Se dio esiste, il prete è suo portavoce. Posso dunque commettere ogni crimine, poi me ne andrò contrito e pentito da lui, che mi assolverà, e la mia coscienza sarà candida ed immacolata come lavata col Dash!”.
Io, come ateo, non posseggo nessun detersivo del genere. Quindi sto ben attento a non sporcarmela.
«l’ateo non sappia dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascono religioni»
Dio e il soprannaturale in genere sono la giustificazione a portata di mano per spiegare fenomeni, comportamenti, azioni altrimenti difficili da comprendere. Gli uomini furbi hanno sempre trovato uomini creduloni ai quali dar da bere risposte facili in cambio di privilegi e potere. Dove c’è uomo c’è morte, dove c’è morte c’è paura e dove c’è paura c’è sempre un uomo più furbo, più sveglio e senza scrupoli pronto a vendere ai più tonti una soluzione a caro prezzo… (Vanna Marchi insegna: ha fatto in piccolo quello che la chiesa e tante altre religioni fanno in grande da secoli)
e ci risiamo! il gatto si morde la coda… perchè tutti i popoli credono in qualcosa di sovrannaturale? senza scendere nel dettaglio un tempo i nostri antenati (parlo di millenni orsono) vedevano le eruzioni vulcaniche, sentivano i tuoni, si spaventavano alla vista di fulmini e saette. cosa sarà mai, dicevano, dobbiamo darci una spiegazione: ecco che da una parte all’altra fioriscono le invenzioni (le più carine restano comunque le invenzioni dei Greci!) che poi da un gran numero di dei si sia passati a un solo dio non cambia molto la spiegazione è sempre quella: serve a tutti una ragione per capire le cose che non si conoscono. quando la scienza ci darà tutte le risposte sarà la morte di tutti gli dei!
@ Peppe e Erik
Perchè offendere? Vi (ci) fa passare solo dalla parte del torto senza nemmeno bisogno di aorgmentazioni, logico che poi l’accusa di “intolleranza laicistico-atea-infedele” abbia tanto successo…
Bisogna essere sempre pronti a ricevere critiche, ad analizzarle e, se è il caso, ricavarn se è il caso, demolirle pacatamentee qualcosa di costruttivo, o altrimenti dimostrarne semplicemente l’inconsistenza
@ Claudio
Non sono per niente d’accordo, perlomeno per tutte le persone che cosnosco. Gli atei in genere sono persone dotate di molto più senso critico e hanno molta meno paura di autoanalizzarsi.
@ claudio
il fatto che ci sia un desiderio insopprimibile in una qualsiasi cosa (tanto insopprimibile non direi, visto che c’è chi ne fa benissimo a meno) non rende quella cosa reale; se non c’è un significato apparente alla nostra esistenza l’ipotesi più semplice è che semplicemente non ci sia; e con buona pace di chi ci vuole credere a tutti i costi, ogni ipotesi più complicata deve essere dimostrata (e anche qui non mi sembra che ci siano prove così schiaccianti, per non dire largamente insufficienti); se questo desiderio insopprimibile fosse accomunabile ad una entità realmente esistente, dovrebbe essere uguale per tutti e in tutti i tempi, cosa che mi risulta errata, visto l’innumerevole quantità di dei, con caratteristiche spesso antitetiche, che si sono succeduti nella storia
@claudio
“Il fatto che fioriscano religioni in ogni angolo del pianeta e pratiche magica sta a significare che c’è un desiderio insopprimile nell’uomo di Dio. Quanto più è stato negato con la forza tanto più è riemerso con forza. E’ l’idea di giustificare l’assurdo di una vita che fiorisce, viene vissuta e si spegne; di rintracciare le ragioni profonde dell’essere, dell’esserci, della contingenza; di intuire che un cosmo (macro e micro) di staordinaria perfezione nei suoi meccanismi non possa essere generato dalla causalità cieca, ma da una mente ordinatrice. In altre parole chi si libera da pregiudizi e si ferma a riflettere vedrà come il senso del divino è connaturato all’uomo. Non nell’animale… Cioè è connaturato all’essere razionale. D’altro canto la filosofia agli albori e non solo si è occupata del divino.
L’ateismo è un assurdo logico.”
A te i non sequitur ti fanno un baffo. Ma del resto la logica non è particolarmente diffusa tra i credenti.
@ Pier
Non volevo offendere nessuno.Trovo soltanto strano che un credente frequenti in modo assiduo un sito di atei razionalisti.Tutto qui.
@ gigetta
Non credo che le cose vadano così. Solo due domande:
– quanti progressi sul piano della conoscenza si sono compiuti, non dico dalla presistoria, ma anche solo a partire dai greci?
– puoi dire che le religioni hanno perso per questo la loro nefasta influenza?
Personalmente mi sono date due risposte:
– la scienza, la sola in grado di produrre conoscenza vera, nel senso di verificabile e fruibile, proprio per questo non potrà mai (e non dovrebbe nemmeno volerlo) dare risposte in grado di far ricredere chi crede invece (sappiamo bene perchè) nel non verificabile;
– non sono tanto le religioni storiche come tali da prendere in considerazione, perché esse cambieranno faccia, ma saranno sempre espressione di una mentalità religiosa in grado di dare sempre vita a nuovi miti… E’ questa mentalità che deve essere superata.
Veramente a me pare che in nome di dio sia tutto pernmesso.
Sulle cinture della wermacht stava scritto “Gott mit uns” .
E non invocano il nome di dio i vari osama bin laden quando organizzano massacri?
E non fu “SAN” escriva balaguer che riferendosi agli eccidi franchisti eclamo’ “sangue necessario”?
E la guerra dei trent’anni che attraverso’ l’Europa dal 1618 al 1648 provocando stermini
e sofferenze sovrumane a carico dei poveri e degtli umili, non fu forse una guerra
scatenata in nome di dio?
Non benedicevano i vescovi tedeschi le armi naziste, mentre quelli francesi benedicevano
l’esercito di Francia?
E dopo queste benedizioni dio con chi stava?
E potrei continuare fino all’infinito.
Francamente Claudio, documentati un pò, cerca di studiare un pò di filosofia un pò di logica e poi ritorna. Frasi come “Chi afferma che Dio non esista porti le prove!!!!!” fanno cadere semplicemente le braccia. Se ancora non hai capito che è chi fa un’affermazione che deve giustificarla e non c’è modo di provare l’inesistenza noi non ci possiamo fare niente. Proporrei di non rispondere più a Claudio fino a quando non adotta standard minimi di razionalità (ammesso che ci riesca e sappia di cosa si parla).
Possiamo fare un’eccezione se riesce a portare le prove dell’inesistenza di Babbo Natale e della Befana.
Ripensandoci, qualche prova dell’inesistenza di Dio forse posso tentare di dartela: prova a leggere la Bibbia da capo a fondo, è il testo di riferimento per noi atei.
@ claudio
Vuoi vedere che se in Italia facciamo come in Germania, dove a pagare e mantenere le religioni sono SOLO quelli che si dichiarano credenti, i 4 gatti diventano 40 milioni?E’ troppo comodo fare i belli con i soldi degli altri.
@ Claudio
Ho trovato le prove dell’inesistenza di Dio!!!
Claudio!!! Un Dio perfetto, onnipotente e onniscente non può creare uno che ragiona così!!!
@ claudio
Zeus,Thor,Rha,Marduk;Manitù ecc ecc..Naturalmente tu non credi che esistano nessuno di questi dei vero?Portaci le prove allora..
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Il blog è aperto sia ad atei che a credenti perché, insieme, possano discutere e confrontare le proprie idee civilmente, non certo per dare loro la possibilità di scambiarsi insulti meschini.
Il numero di messaggi indecenti arrivati oggi è davvero vergognoso e inammissibile.
Chi vuole continuare a scrivere su questo blog è pregato di usare un tono rispettoso e garbato verso i suoi interlocutori.
Grazie.
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“In cosa crede chi non crede”… Davvero un articolo dal titolo innovativo e risolutivo, non c’è che dire; nulla da meravigliarsi se agli effetti siamo filosoficamente fermi ai tempi di Platone.
(…) «l’ateo non sappia dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascono religioni»; questa poi è una proposizione molto abusata negli ambienti filo-clericaloidi (tipica del fu cardinal Dezza, direi), alla quale sicuramente un filosofo non saprà rispondere, ma di certo qualsiasi antropologo e psicologo (onesto) si.
claudio, sono quasi certo di averti incrociato in un’altra discussione su tema analogo. Sei quello che altrove ha dovuto specificare di non credere all’Uomo Nero, vero? Tu e Nicla Vassallo, come tutti noi, non credete a Babbo Natale perché nessuno ha portato le prove; con Dio è la stessa cosa. Tu e Nicla non vi limitate a sospendere il giudizio perché nessuno ha dimostrato la non-esistenza dell’Uomo Nero, dell’invincibile Hulk o del Lupo di Cappuccetto Rosso; non ci credete proprio o sbaglio? Con Dio è la stessa cosa. Chi afferma l’esistenza deve portare le prove, non chi la nega. Auguri.
In varie occasioni ho chiesto a credenti e religiosi di definirmi la consistenza di Dio e la risposta ha riguardato unanimemente l’inconcepibilità della sua presenza. Poiché ciò che non è concepibile è inconfrontabile e ciò che non è confrontabile è presente alla certezza ideale; ciò che è confrontabile è la condizione concettuale incerta nell’interpretazione della realtà materiale, per cui definisco il confronto esistenziale alla conferma concettuale, nella seguente affermazione: ”Concepibilità incerta consentita dall’inconcepibilità certa”, perciò la creazione manifestativa di Dio è consentita al presente nell’espressività inferiore del ruolo umano, concepita alla dimostrazione della definizione di superiorità, consistente la sua funzione. E’ quindi constatabile l’affermazione dell’idealità; presente nel divenire all’essere; in ciò che il concetto conferma alla materialità consistente. Il Dio attuale non è il Dio dei nostri padri, nonni, ecc.; mio nonno mi riprese quando gli dissi che un giorno l’umanità sarebbe andata sulla Luna, dicendomi in malo modo: “Dio non permette all’uomo di andare sulla Luna”.
“L’ateo non sa dire la ragione per cui in tutti i popoli, in ogni angolo del pianeta, nascono religioni”.
Questa è un’affermazione che chi crede fa, sostituendo il proprio giudizio a quello di chi non crede anche per esso medesimo: in questa pretesa di “onnipotenza” di chi crede, ciascuno per se stesso, c’è la spiegazione!
Credere ad un essere superiore col quale chi crede sarebbe in diretta relazione è un fatto di egoismo, che ha la stessa origine di tanti altri, ma come “posto in assoluto” e deriva dalla totalità senziente-pensante che ognuno non può avere per altri che per se stesso, poi “tolti gli altri da essi medesimi”, come per subordinare il sensibile altrui al proprio, attraverso una “triangolazione metafisica”: “io in rapporto a dio” – “dio creatore di tutte le cose” – “altro frazione fra tutte le cose = come nel mio pensiero – creato da dio”.
Tutto perchè a ciascuno piacerebbe nascondere la propria finitezza di fronte a se stesso e rispetto agli altri, magari col renderli complici della stessa fede: “ma gli animali no (con i quali non occorre discutere), gli animali non hanno anima”.
Come si può ben osservare: “egoismo arroganza e stupidità fanno sempre società!”.
affermare che qualcosa esista perché non si hanno le prove della sua inesistenza è quello che viene chiamato argomento ad ignorantiam, ed è una fallacia logica (non è quindi solo una questione di scienza contro fede), perché la verità o falsità di una affermazione (esiste/non esiste dio, ad esempio) dipende dalle presenza di prove che la sostengano o la confutino, e non dalla mancanza di esse.
su questa nota fallacia logica, si basa l’argomento della teiera di Bertrand Russel (http://it.wikipedia.org/wiki/Teiera_di_Russell) e succesisvamente tutte le religioni parodistiche come quella del Mostro di spaghetti volante (http://it.wikipedia.org/wiki/Pastafarianesimo), dell’invisibile unicorno rosa (http://it.wikipedia.org/wiki/Unicorno_rosa_invisibile).
x Opinione
E’ l’inconcepibilità certa che permette l’interpretazione della realtà materiale(che risulta sempre incerta)? O non è invece l’incertezza del nostro conoscere che ci spinge a idealizzare un ente superiore, su cui affidare ogni certezza?
Una volta un credente mi ha detto, se la vita sulla terra scomparisse, e fra 10-15 mila anni arrivasse una forma di vita aliena a studiarla, la prima cosa che salterebbe agli occhi è che in ogni angolo della terra, ogni cultura, ha creato una religione e dato una sua fisionomia al concetto di Dio e di vita ultraterrena o comunque di spiritualità. Questo dovrebbe significare che, siccome così tanta gente, in tempi così diversi, e con culture così diverse ha cercato Dio, allora Dio esiste.
La mia risposta è stata che, se gli stessi alieni guardassero più a fondo, vedrebbero che ancora più che luoghi e manifestazioni di culto, in ogni civiltà esaminata troverebbero strumenti di guerra e di violenza e di prevaricazione. Al che viene da pensare: in primis, che non è detto che se una cosa la fanno in molti o moltissimi, allora sia giusta. Secondariamente, ma non troppo, che come l’uomo ha l’istinto irrefrenabile di soverchiare gli altri e di ottenere privilegi a discapito degli altri, la religione è solo una forma più subdola di ottenere lo stesso risultato, per terminare col desiderio ultimo e più profondo di ognuno di noi, che è quello di non cessare mai di esistere.
Presente è; ciò che è l’attuazione ideale in ciò che cè all’elaborazione materiale della consistenza; cioè la rappresentazione al concetto, dell’intero dei componenti, perciò è evidente che la manifestazione della superiorità, consentita al Tutto della versione; è confermata alla dimostrazione espressiva della condizione che l’inferiorità compone; traendo l’atto creativo, consentito al Nulla.
Questa interpretazione è riferita alla constatazione che definisce il concetto di versione (Universalità); perchè la possibilità intuitiva non può che essere versata dall’inconcepibilità nella concepibilità e non viceversa, (concepire; significa trarre conoscenza al principio dell’ignoto, versato nella finalità di ciò che diviene noto), per questo, al principio è inconcepibilità assoluta di ciò che è il presente ideale; constatabile nella finalità; che comporta la condizione conoscente di ciò che cè alla consistenza materiale.
*Roberto Vai
presente è; ciò che è l’attuazione ideale in ciò che cè all’elaborazione materiale della consistenza; cioè la rappresentazione al concetto, dell’intero dei componenti, perciò è evidente che la manifestazionedella superiorità, consentita al Tutto della versione; è confermata alla dimostrazione espressiva della condizione che l’inferiorità compone; traendo l’atto creativo, consentito al Nulla.
Questa interpretazione è riferita alla constatazione che definisce il concetto di versione (Universalità); perchè la possibilità intuitiva non può che essere versata dall’inconcepibilità nella concepibilità e non viceversa, (concepire; significa trarre conoscenza al principio dell’ignoto, versato nella finalità di ciò che diviene noto), per questo, al principio è inconcepibilità assoluta di ciò che è il presente ideale; constatabile nella finalità; che comporta la nostra condizione conoscente di ciò che cè alla consistenza materiale.