Un visto ad hoc per gli scienziati

Se una volta entrati in Italia la vita degli studenti extracomunitari rimane ostacolata da un iter burocratico elefantiaco, almeno la questione del loro ingresso dovrebbe d’ora in poi essere facilitata. Il 18 aprile scorso infatti, l’ex Ministro dell’università e della ricerca Fabio Mussi ha firmato il documento che promette di semplificare il rilascio del visto di ingresso. Anzi, gli studenti avranno un visto per ricercatori ad hoc e una procedura veloce per ottenerlo, proprio come prevede la direttiva europea sull’ammissione di cittadini extracomunitari per fini di ricerca scientifica (2005/71/CE).Il documento, che dà il via al processo facilitato e alla creazione di un sito dove gli enti di ricerca che desiderano la collaborazione di studenti extracomunitari si dovranno accreditare, dovrebbe essere pubblicato a breve e, entro un mese, la direttiva dovrebbe entrare in vigore a tutti gli effetti. Aspettando che il sistema funzioni a dovere, gli studenti stranieri e le strutture italiane potranno continuare a gestirsi sulla base della vecchia procedura.

La situazione di stallo che si era venuta a creare circa due mesi fa sembra quindi essersi risolta. Il 21 febbraio, infatti, la direttiva europea era stata finalmente recepita anche in Italia con un decreto legislativo. Ma in attesa del documento che chiarisse i termini della procedura e desse la possibilità agli istituti di registrarsi per richiedere i visti, nessuno studente poteva più entrare nel nostro paese: il vecchio procedimento infatti non era più riconosciuto legalmente valido, ma il nuovo non era attuabile. Questa situazione di impasse ha provocato la perdita di un enorme quantità di tempo e alcuni progetti sono stati sospesi.

“La nuova direttiva non abbrevia il lungo iter che occorre a questi studenti per ottenere un permesso di soggiorno”, puntualizza Laura Forgiarini, avvocato presso il Sincrotrone di Trieste, “ma modifica la legge Bossi-Fini in modo tale che chi fa ricerca possa ricevere un visto di ingresso in modo agevolato”. Si tratterà di “ingressi fuori quota”, ovvero che non verranno conteggiate nel “Decreto flussi” annuale dove si stabilisce quante persone possono entrare in Italia da ciascun paese. Intanto, rimaniamo in attesa di altri provvedimenti che possano snellire la procedura per l’ottenimento dei permessi di soggiorno, grazie ai quali gli studenti possono uscire liberamente dai nostri confini, magari per partecipare a conferenze e presentare i propri risultati, senza sentirsi in trappola.

Fonte: Galileo

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4 commenti

Nifft

Mi sembra una buona notizia. Ma temo che nei prossimi tempi notizie di questo genere diventeranno sempre più rare.

venezia63jr

Comunque non si va avanti politica a parte,e’ la mentalita’ di chi discetta e impera che deve cambiare,finche’ fregano la tecnologia al prossimo e la fanno franca non avranno bisogno di sponsorizzare la ricerca di casa nostra.

robi

Classica misura che non serve a nulla. Con quello che pagano i ricercatori, conviene stare in India. Da noi arriveranno solo colf col falso certificato di ricercatore in una falsa ditta italiana che ha estorto 500euro alla poveraccia albanese in cambio del certificato.

Avid

Non so se vi rendete conto del livello di razzismo della proposta ( almeno questa è la percezione che ne ho io )
tanto vale far alzare le quote di in gresso e suddividerle per professioni giusto per salvare le apparenze (che sono comunque pessime)

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