La camorra, in Campania, impedisce le riforme strutturali, indispensabili per organizzare la speranza del futuro. Procura le dimissioni di ogni imprenditoria intelligente e produttiva.
Una politica che crei progetti, stabilisca obiettivi, dia la spinta alla soluzione dei problemi è impensabile. E le dirigenze di ogni tipo confondono facilmente il bene comune con l’interesse privato.
Il degrado, il sottosviluppo e la disoccupazione fanno sì che l’emigrazione dei giovani volenterosi sia enorme. I talenti migliori salgono al Nord, privando le nostre terre di quella propulsività, fatta di promozione e di progresso.
Ritengo che, in particolare nel meridione, la chiesa deve esercitare la sua forza istitutrice di etica e di civiltà.
Purtroppo, l’esempio fulgido di un don Peppe Diana, che viene ucciso dopo quel documento salutare: “Per amore del mio popolo non tacerò”, rimane ancora controllato e isolato.
Le gerarchie ecclesiastiche sono molto preoccupate di difendersi dai nemici “ideologici”, massoni, comunisti, laicisti di ogni genere, e sottovalutano l’inquinamento morale e civile causato dai poteri illegali.
I camorristi, che pure sradicano il Vangelo dal cuore della nostra gente, negando ogni forma di amore del prossimo, diventano facilmente i promotori delle iniziative della ritualità religiose e della collettività. Proteggono un certo ordine stabilito, e quindi vengono corteggiati dalle istituzioni.
E per un falso amore di pace, la chiesa tace.
La chiesa non è mai autoreferenziale. E’ eminentemente servizio del popolo di Dio. E deve anteporre i bisogni della gente alla propria affermazione.
Ora, se si mettono da parte le possibili, contrastanti valutazioni personali, un dato si impone comunque nella sua oggettività: la storia della Campania, come la sua cronaca contemporanea, non si spiega senza tenere nel debito conto l’influenza della chiesa.
Si osserva quindi che le espressioni religiose, soprattutto quelle enfatiche, e la camorra non sono due fenomeni indipendenti.
Fortunatamente non si arriva mai alla complicità.
Non si può tuttavia rimanere in disparte, scaricando la realtà criminale alla competenza dello Stato.
L’esercizio del potere nel mondo della camorra si prefigge l’infiltrazione nelle istituzioni per gestirle in maniera privatistica e clientelare.
E se la camorra diventa mentalità di popolo, il messaggio d’amore di Cristo non può avere vita.
Per cominciare, nelle parrocchie si devono superare supporti che possono configurarsi come camorristi: gli atteggiamenti autoritari, la violenza di un potere costituito, la precettistica morale imposta come inquisizione delle coscienze, la mancanza di democrazia nella gestione comunitaria, gli accordi unidirezionali che producono i gruppi fra loro conflittuali.
La chiesa, è di tutti, ed è essenziale che si mantenga libera dal potere politico e di casta, e lasci trasparire lo stile di un servizio incondizionato all’uomo, “senza preferenza di persone” o di categorie sociali.
Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta. Sito Micromega
la camorra o le mafie italiane sono un baluardo per la chiesa,insieme cooperano per non far avanzare il nuovo e il progresso.
I camorristi in chiesa sono in prima fila e “allungano” bei soldoni.
Si fanno belli in pubblico con gli esempi di don Diana o don Puglisi, ma i preti ci vanno a braccetto con i camorristi, i mafiosi e compagnia brutta.
E al funerale dei pochi preti che hanno osato alzare la voce contro l’illegalità, possono sempre dire davanti alla loro bara: -Visto come NOI uomini di chiesa siamo coraggiosi?-
E dire che Bossi sta per sganciare il sud dal resto del paese. Era il momento di lasciarli sola la parte onesta del meridione? Con la morsa della mafia che li sta strangolando e tutto il resto. E’ come buttare a mare una parte del paese. Potrebbe diventare peggio dell’Albania. Saranno tempi duri. Chi al sud ha votato la destra forse presto capirà cosa ha combinato.
Sorry *
lasciare, non “lasciarli”
la e non li …
scusate, ho scritto in fretta, è un post sgrammaticatissimo
Possono dire quello che vogliono, ma hanno mai scomunicato un mafioso?
sto finendo di leggere “il capo dei capi vita e carriera criminale di totò riina” di a. bolzoni e g.d’avanzo. Illuminante x capire quanto sillenzio-assenso ci sia da parte del vaticano verso la mafia…
@ cullasakka
che io sappia no..ma uno se non sbaglio l’hanno sepolto in una cappella vaticana si sa che il perdono è la virtù della chiesa cattolica amen.
p.s. la chiesa non se la prende con chi ha la forza di reagire ma con chi non ce l’ha come i bambini (vedete i casi ormai noti di pedofilia) le donne (soprattutto quelle che non possono procreare viste le leggi che è riuscita a far approvare in parlamento) infine i malati!! cosa c’ è di più bello che mettere i bastoni tra le ruote alla ricerca sulle staminali embrionali? queste sono le cose importanti: rovinare la vita a chi non può difendersi… o contribuire a terminarlo!
Ammiro il coraggio di questo prete non solo nel denunciare la camorra, ma anche il silenzio colluso della sua stessa istituzione.
Immagino che overrà spedito in quallche luogo sperduto perchè non “rompa” disturbando gli interessi dei suoi capoccia oppure finirà sotto due metri di terra.
Peccato che non siano persone come queste a fare carriere nella chiesa…. 🙁