«E toglietevi ’sto velo». La maestra è insofferente. Non sopporta quelle studentesse islamiche che ci tengono invece a far vedere a che fede appartengono. Poi, forse, aggiunge altri apprezzamenti per nulla legati alla religione. Comunque sia, il consiglio di disciplina dell’Ufficio scolastico provinciale di Padova prende provvedimenti pesanti: sospensione dell’insegnante fino alla fine dell’anno. La vicenda comincia qualche mese fa, in una scuola elementare del Padovano. La direttrice ravvede nella condotta dell’insegnante un qualcosa di sconveniente, adotta un provvedimento di sospensione e segnala il caso alla direttrice regionale, Carmela Palumbo, che conferma il «foglio di via» provvisorio. L’altro giorno è arrivata la ceralacca dell’Ufficio provinciale. Possibile che una presa di distanza, per quanto scocciata, dai costumi della religione islamica, costi il posto all’insegnante? A Padova girano versioni contrastanti sulla vicenda. L’interessata, per cominciare, D.B., una cinquantina d’anni, madre di due figli, si ribella. «Le accuse sono inconsistenti – attacca -: contro di me c’è solo invidia perché ho una casetta a Porto Rotondo, perché frequento gente importante e perché sono di destra. Io non ho fatto nulla di male». Dall’inizio di gennaio, quando è stato formalizzato il provvedimento di sospensione, la maestra prende metà stipendio. Tutto per un giudizio sul velo? E chi considerava un «cadaverino appeso» il crocifisso cosa avrebbe dovuto subire? La versione dei colleghi e di alcuni genitori è leggermente diversa. Questa maestra, intanto, non passa inosservata. Ma essere vistosi non è certo un crimine, anche se alcuni genitori ritengono che il suo abbigliamento non sia consono con chi svolge il ruolo di educatrice per bambini di 10 – 11 anni. Una collega, tra l’altro, l’aveva già denunciata all’autorità scolastica per una presunta offesa ricevuta lungo i corridoi, quanto basta per aprire un altro procedimento. E adesso il caso del velo. Come stanno veramente le cose? «Ce l’hanno con me perché sono cugina di una parlamentare di An – insiste – mentre questo è un ambiente di sinistra, non perdonano chi la pensa in maniera diversa». […]
Il testo integrale dell’articolo di Marino Smiderle è stato pubblicato sul sito del Giornale
Sono cortocircuiti del clericalismo: la dirigente Palumbo è la stessa che invitò, insieme al min. Fioroni, il vescovo di Padova in visita pastorale ad una scuola pubblica, contro la (giusta) decisione del dirigente scolastico di annullarla dopo la protesta di insegnanti laici. Che ovviamente furono tacciati di intollerante laicismo sulla stampa locale.
Ora questa maestra non sa trattare il caso del velo in classe e si dice perseguitata perché ricca e di destra… ovvio no? Se non si impara come affrontare queste situazioni, cosa si può pretendere, discorsi ragionevoli e razionali?
Le dichiarazioni che la maestra ha lasciato ai giornali riguardo all’invidia per la sua ricchezza fanno cascare le braccia per non usare altre espressioni.
Il comportamento della maestra è senza dubbio razzista ma secondo me quella persona di problemi ne ha tanti altri e non è adatta all’insegnamento.
“Possibile che una presa di distanza, per quanto scocciata, dai costumi della religione islamica, costi il posto all’insegnante?”
E invece per una presa di distanza dai costumi della religione cattolica? Neanche ti assumono (fai semplicemente il supplente mentre il tuo posto se l’è preso un insegnante di religione nominato dal vaticano). Due pesi, due misure.
Australia, dicembre 2004. Il pastore cristiano Daniel Scot, pakistano scappato dalla sua terra per evitare la condanna a morte per apostasia dell’islam, viene condannato per diffamazione della religione islamica da un tribunale australiano dello stato di Victoria. La colpa? Leggere il Corano in un seminario religioso e diffondere la conoscenza dei versetti che incitano allo sterminio degli infedeli (Sura IX, ma anche II 191, XLVII 4, V 33) e all’inferiorita delle donne (donna = campo da arare a piacere del marito: Sura II 223; Sura IV 34 = donna da picchiare quando disubbidisce; Sura V 38 = amputazioni previste per altri reati).
La lettura pubblica del Coranno viene dichiarata diffamazione religiosa.
In Italia la critica dell’Islam è virtualmente morta come in Australia.
Padova, Aprile 2008: non sono state le bambine islamiche e le loro famiglie a denunciare la maestra, ma la dirigente scolastica! L’odio che serpeggia nelle scuole tra colleghi è talvolta ridicolo.
La Palumbo… chissà se è parente dell’altro Palumbo che era al Provveditorato di Vicenza: forse era il paparino? Non posso aggiungere altro…
A proposito di come si difende: le maestre elementari non brillano per brillanti ragionamenti: moltisime, le più vecchie, non sono nemmeno laureate…
Questa storia che espone lacrime e sangue è una di quelle frutto della degenerazione buonista e multiculturale, tipica dei nostri giorni. Si scambia la tolleranza culturale con l’accettazione acritica di pratiche discutibile e con la creazione di nicchie identitarie oppressive.
La critica all’indottrinamento religioso infantile deve esserci, anzi è fondamentale per una società più laica e democratica, soprattutto dal nostro punto di vista. Possiamo discutere sui modi. Nel caso specifico, la maestra secondo me ha toppato alla grande.
Si dovrebbe invece chiedere a queste bambine perchè portano il velo, se vogliono portarlo, come a casa gli viene spiegata la questione e come viene giustificata a livello teologico (facendo saltare fuori le magagne disperse tra le sure di cui sopra), con quali eventuali minacce viene imposto (perchè non penso vengano addotte motivazioni molto sofisticate), fare con loro una pacata riflessione generale (anche critica) sulla faccenda.
Ammesso (e non concesso) che la vicenda sia stata riportata correttamente:
1) la maestra era già stata segnalata all’autorità scolastica per aver offeso una collega.
2) La maestra ha fatto pesanti apprezzamenti sulle bambine, slegati dalla religione.
3) In ogni caso una norma (come quella francese) sui “segni ostensibili” nelle aule scolastiche la approva il parlamento, non la stabilisce il singolo insegnante.
Detta in questi termini, la sospensione ci sta. E la critica all’Islam in Italia è viva e vegeta.
(Oltre al fatto che avere una casetta a Porto Rotondo e frequentare gente importante è di per sé un ottimo motivo per essere licenziati in tronco… 😛 )
A prescindere da qualsiasi motivazione, attaccare una bambina in questo modo è inaccettabile da parte di una maestra, che in questo caso si è anche resa nota, in passato, per insulti gratuiti ad altre sue alunne.
Ben gli sta.
In fatti Bruzzone. A me in tutto questo lascia di popò il fatto che nessuno consideri quanto sia stato traumatico per le bembine essere messe alla berlina di fronte a tutta la classe perchè “diverse”.
Umiliare bambini per i loro simboli religiosi non è critica al’islam, è violenza psicologica su minori.
Poco ma sicuro dopo essere state trattate come mostri e fenomeni da baraccone avranno ben poca voglia di integrarsi. Di contro i bimbi italiani avranno assorbito il concetto che è giusto ferire i diversi.
Bella roba davvero.
D’accordo, la maestra può non risultare simpatica per parecchi motivi. E certo non ha il diritto di insultare (se è vero che ciò sia accaduto, cosa ancora tutta da verificare) delle alunne. Rimane il fatto che il velo islamico è un simbolo religioso estremamente vistoso, che come tale non può avere spazio in un luogo laico come una scuola pubblica. Questo è il punto centrale della questione. Il resto sono chiacchiere collaterali.
A questo punto, io ex militante di sinistra molto ma molto deluso, non posso che sperare in un sollecito e significativo intervento legislativo del nuovo governo che disciplini correttamente simili ostentazioni , anche nell’intendo del mantenimento dell’ordine pubblico.
Asatan: “Umiliare bambini per i loro simboli religiosi…”
Vorrai dire i simboli religiosi dei loro genitori. Perché messi da parte comportamenti scorretti dell’insegnante, queste alunne sono vittime di un altro abuso, di natura religiosa.
Sarei più che favorevole a una normativa sul tema simile a quella francese, ma è evidente che qua farebbe solo ridere: si vorrebbe normare l’uso del velo quando in tante aule e tribunali è abusivamente esposto il crocifisso?!
Tutti maestri ed insegnanti su questo sito?
Tutti tolleranti e cosmopoliti?
Tutti sapienti?
Tutti avete donato il cervello al partito oppure nelle vene vi scorre acciaio liquido?
@ Stefano Bottoni
Non sono chiacchere laterali, la sensibilità di un individuo, specie se minore, va sempre tutelata.
Sono il prima a voler escludere simboli religiosi dai luoghi pubblici, ma prendersela col singolo, se mancano le leggi, non è giusto.
Sono un chirurgo. In diverse occasioni ho avuto pressanti richieste di eseguire la circoncisione rituale ( è lo stesso intervento che si esegue in caso di fimosi) su bambini di 2 -3 anni.Sto parlando di bambini sani con il pisello sano che non hanno alcuna necessità di essere sottoposti a tale procedura chirurgica. Mi sono rifiutato di operare non per motivi religiosi ma semplicemente perchè la mia professione mi impone , secondo scienza e coscienza , di intervenire solo dove esiste una patologia. Sono stato aspramente criticato da alcuni colleghi evidentemente molto tolleranti in tema di religione ma indifferenti al fatto di sottoporre il piccolo ad un’anestesia generale e ad un intervento totalmente inutile e , secondo il mio modesto parere, contro natura. Io sono agnostico e cerco di capire tutto e tutti però , scusate, stiamo perdendo i punti di riferimento. Davvero, mi sembra che i musulmani si stiano allargando un po’ troppo. Ciao.
A me pare che TUTTI si stiano allargando un po’ troppo: vedi discorso odierno di fini alla
camera dei deputati.
Su Repubblica è riportato il tenore delle offese fatte alle due ragazzine: sostanzialmente, avrebbe dato loro delle “ciccione”. Educativo, non c’è che dire.
Probabilmente, è venuto il tempo di fare una legge sui segni religiosi ostensibili, almeno per le scuole medie e elementari: le ideologie di famiglia non dovrebbero entrare di prepotenza nel contesto di una classe di ragazzini, che è già difficile far convivere anche senza queste ingerenze provenienti dal mondo degli adulti.
Del resto quando andavo io alle elementari non pareva strano che la scuola imponesse a tutti i bimbi una “uniforme” (il grembiulino): questa sarebbe una pretesa ancora minore.
Non sono mai stato favorevole alle uniformi, ma quoto Magar anche se forse una legislazione sui simboli religiosi nella scuola alla francese sarebbe sufficiente.
Vorrei chiedere al sig. Smiderle: il crocefisso non è un cadavere appeso? e allora cos’è?
Invece di insultare gratuitamente le due bambine occorrerebbe piuttosto potenziare gli insegnamenti sullla questione dei diritti civili e favorire lo studio storico delle diverse religioni.
Solo cosi, dando questi strumenti culturali, che sarà possibile per queste due bambine affrancarsi dalla religione e capire che non solo sono in grado, ma hanno anche il diritto di scegliere con la propria testa. Ma temo che in Italia questa rimarrà una pura utopia per gli anni a venire.
Il fatto che la scuola sia laica non ha a che vedere con quelli che gli alunni indossino.
Quindi o uniformi e zero gioielleria o simili per tutti, oppure che ognuno metta indosso quello che preferisce, da un ciondolo con la stella di david, a quello con una madonna, a un turbante sikh, al velo musulmano, al pentacolo wiccan, al tilak induista etc. etc. etc.
Sarevbe il caso di non esagerare confondendo libertà d’espressione con ostentazione di simboli, nonchè scambiando la laicità della scuola con la laicità personale degli alunni.
P.S.
La questione simbolo per libera scelta o simbolo per avviamento familiare non dovrebbe aver a che vedere con il problema del comportamento di questa insegnante.
@pierlugi
Forse ti scordi che la circoncisio (ci sono studi in merito) riduce l’incidenza della trasmissione dell’HPV (quello che porta al cancro del collo dell’utero).
Io renderei la circoncisione OBBLIGATORIA per tutti i neonati, per tutelare la salute delle loro future partner.
Senza offesa ma visto che per i maschi “igene intima” significa lavarselo alla buono solo quando fanno la doccia e se ne fregano ampiamente di cosa possono trasemttere alla moglie, mi sembra l’unica soluzione.
Non tirarmi fuori la storia del sesso sicuro. L’hpv te lo becchi anceh quando hai sempre fatto sesso sicuro e disgraziatamente decidi di non usare il goldone perchè tu e tuo marito voleete un figlio.
Zugliano, Scuola media, primavera 2006
Un’alunna islamica arriva in classe con la SUA pelle di pecora. Sua perchè l’ha sgozzata con le sue piccole manine, sua perchè l’ha spellata e conciata con le sue tenere manine, sua perchè celebra il suo menarca e ora è pronta ad essere sverginata dal marito vecchio che le troveranno. Per rispetto alla sua religione la professoressa scorazza per le aule esponendo la pelle di pecora a tutti gli alunni.
Illeciti:
1) uccisione di animale da parte di minorenne (credo una legge permetta agli islamici di sgozzare bestie dove pare e piace loro, ma non contempla i minori come esecutori)
2) esposizione pubblica di resti animali in luogo non preposto
3) tour panoramico per le classi senza tener conto della sensibilità dei bambini italiani, tanto si deve mostrare il massimo rispetto per l’islam, chissenefrega dei vegetariani e animalisti nostrani, o semplicemente dei bambini che non hanno mai visto un cadavere
Qualcuno si è lamentato? Ecco l’Italia che ci aspetta se tolleriamo le espressioni di appartenenza religiosa:
La prossima volta pretendo per gli ebrei l’esposizione del prepuzio, in boccetta alcolica appesa al collo.
Pretendo per i sikh maschi il coltello rituale alla cintura.
Pretendo per gli evangelici il diritto di rifiutare l’ora di scienze.
Pretendo per i fedeli della dea Kalì il diritto di portare a scuola il cordone con cui strangolano le vittime sacrificali.
Pretendo per gli adoratori della teiera volante il diritto di interrompere la lezione per prendere il thè coi biscotti.
E così via…
Io sono un insegnante e non condivido il comportamento della mia collega. Non lo condivido perchè, in questo caso, si tratta di razzismo allo stato puro, aggravato dal fatto che colei che parla è una signora ricca e con buone entrature negli ambienti politici e suppongo anche clericali della sua zona. Si tratta di una di quelle persone che una quarantina di anni fa consideravano il terrone che andava al nord per lavorare, una minaccia per il loro piccolo e becero mondo di provincia, dove ci si confessava la domenica e si andava dall’amante il lunedì, dove si davano soldi alle opere pie e si facevano alloggiare i sopracitati terroni in 10 per stanza e senza un bagno.
Detto questo spero che una legislazione come quella francese, relativa all’ostentazione di simboli religiosi venga approvata anche in Italia, dove la scuola a causa di intolleranti tonsurati e inturbantati sta diventando una fucina di nuove intolleranze e di nuovi odi.
LA SCUOLA DEVE ESSERE LAICA.
sono d’ accordo con Asatan. Il problema puo’ essere risolto anche al contrario, rendendo il velo obbligatorio per tutti. cosi’ come la circoncisione, l’ infibulazione, il battesimo e la cresima.
cosi’ quando saremo tutti uguali non avremo piu’ motivi per scannarci.
Mah, i paesi islamici sono culturalmente arretrati a causa della loro religione. I paesi cristiani sono avanzati proprio in virtù della loro religione.
i paesi cristiani sono avanzati malgrado la loro religione
incominciamo a togli l’ora di religione, così tutti i bambini saranno uguali, poi togliamo i simboli religiosi come in francia.
laicità=libertà. Perchè impedire il velo? Si dovrebbero impedire anche le collanine con i crocifissi, per esempio. Ma anche jeans e T-shirt, perchè fanno parte della cultura occidentale e sono quindi “di parte”. Ognuno può vestirsi come crede. Cosa diversa è il crocifisso in classe: questo va bandito, perchè è un imposizione di un culto da parte delle istituzioni a tutti indistintamente. L’ora di religione? Pur essendo ateo, penso che la religione faccia parte della storia del pensiero e della cultura e che quindi vada insegnata. Bisognerebbe però insegnare “tutte” le religioni senza priorità alcuna, e da parte di professori laureati non nominati dal vescovo. Dico questo semplicemente perchè, se si bandisse l’ora di religione, bisognerebbe anche ridurre il programma di filosofia eliminando, per esempio, Tommaso, Campanella, Kierkegaard ecc… Come ho già detto altre volte, il nostro obiettivo ultimo è l’ateismo, ma per arrivarci dobbiamo confrontarci con tutti e solo dopo dimostrare a chi crede il suo errore. Noi atei abbiamo ragione, bisogna solo persuadere gli altri senza passare dalla parte del torto. Ciò non vuol dire che non bisogna usare fermezza e incisività (atteggiamenti che i credenti usano verso di noi)
@zarathustra
basta l’ora di filosofia, come peraltro sottolinei anche tu.
[quote]# nas scrive:
1 Maggio 2008 alle 13:17
i paesi cristiani sono avanzati malgrado la loro religione[/quote]
Non credo. Grazie alla loro religione sono riusciti ad eccellere in varie scienze. Facciamo un esempio su una scienza…per così dire non molto esatta, come la meteorologia.
E’ un domenicano perugino, Egnazio Danti, a costruire il primo anemoscopio-anemometro (strumento che indica la direzione e misura la velocità del vento) moderno.
Evangelista Torricelli, faentino, inventa nel 1643 il barometro. E’ allievo del monaco Benedetto Castelli, che introduce il pluviometro. Nel 1654 il duca Ferdinando II de’ Medici inaugura il primo servizio meteorologico del mondo con l’ausilio del gesuita Luigi Antinori.
L’elettricità dell’aria è studiata, si sa, dal piissimo Alessando Volta. In contemporanea con lo scolopio Giambattista Beccaria. L’abate Felice Fontana perfeziona il barometro, il canonico Angelo Bellini il termometro, il barnabita Francesco Denza il pluviometro. Il gesuita Angelo Secchi realizza un metereografo, cioè la prima stazione automatica al mondo, meraviglia dell’Esposizione di Parigi del 1867.
Grazie a Denza e Secchi nacque in Italia il primo servizio meteorologico di Stato. Le stazioni di misurazione si trovavano nelle abbazie di Vallombrosa, Camaldoli, Montecassino e Montevergine. Agli inizi del ‘900 i gesuiti organizzarono una rete di osservazione per lo studio dei tifoni, a vantaggio della navigazione in Estremo Oriente.
E’ questa gente che ha dato l’impulso allo studio ed allo sviluppo delle scienze cui hanno contribuito moltissimi laici ed atei. Il vero scienziato non deve essere giocoforza ateo o religioso. Deve semplicemente studiare i fenomeni della natura.
e’ chiaro che nel medioevo gli scienziati erano tutti cristiani : gli altri finivano al rogo. Non solo erano cristiani, ma dovevano inventare oggetti e scoprire teorie coerenti con la bibbia, altrimenti finivano sul rogo pur essendo cristiani.
sempre a proposito di meteorologia : dalle mie parti quando non piove per troppo tempo parte una processione, prete in testa e al suono delle campane, per chiedere la pioggia.
A volte funziona. Anche questa e’ la prova che dio esiste, giusto ?