I radicali a Veltroni: regole chiare o andiamo nel gruppo misto

In una lettera aperta al leader del Pd Walter Veltroni i Radicali chiedono regole chiare per un’alleanza che porti alla costituzione di un gruppo federato in Parlamento. In caso contrario, il partito di Pannella e Bonino potrebbe confluire nel gruppo misto.

E’ stato lo stesso Pannella questa mattina a spiegare il senso della lettera: “Abbiamo avanzato – ha detto – una richiesta chiara nel riconoscimento del valore, della necessità di un accordo fra due soggetti politici: il Pd e i Radicali”.

Pannella ha aggiunto: “Chiediamo, avvisiamo, preghiamo Veltroni di essere attento perche’ abbiamo bisogno di un minimo di regole”. Il leader radicale cita ad esempio l’ipotesi “di un patto federativo, quindi anche annessivo, oppure confederativo, ma servono regole chiare per uscir fuori da una situazione che è la causa patente anche di ciò che è accaduto a Roma”.
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Il lancio completo è consultabile sul sito di RaiNews24

11 commenti

davide

condivido le richieste dei radicali. Però boh avrei delle riserve: se infatti sono rappresentati in parlamento è grazie alla loro confluenza nel PD e delle proteste eccessive potrebbero poi pagarle alle prossime elezioni. fatto sta che ora sia la sinistra parlamentare che quella extraparlamentare non possono assolutamente permettersi divisioni e battibecchi

crespo

Quoto in pieno davide. Penso che per i radicali si importantissimo rimanere all’interno del PD: questo partito ha bisogno di un’anima me è giovane ed eterogeneo ed è ovvio che ora sia in piena crisi d’identità.
Tuttavia se le componenti laiche all’interno del PD l’abbandonassero, allora come ci si potrebbe lamentare di una ulteriore deriva turbocattolica all’interno del partito?

Ma Pannella quando se ne va in pensione? Spero che i radicali finalmente capiscano che per avere armi ulteriori oltre ai referendum è necessaria una base politica un po’ più ampia del Partito Radicale, in parlamento sono costretti a scendere a patti, a meno che non vogliano contare come il due di picche quando briscola è bastoni.

Insomma, mi sembra valido il motto: piuttosto che niente, meglio piuttosto.

vico

i casi sono due, o i radicali e idv credevano al partito democratico o hanno preso in giro pd e elettori. nel secondo caso chi sta fuori stavolta deve star fuori x sempre. Come diceva Mao colpirne 1 per educarne 100

per il resto quoto crespo e davide

Opus Mei

Veltroni, grazie ad una legge elettorale che penalizza anche troppo i piccoli partiti (8% di soglia regionale al Senato non è poco) e grazie indubbiamente alle divisioni (in molti casi assurde) a sinistra, ha voluto la “prova di forza” contro la sinistra.
Da una parte c’è riuscito: i socialisti spariti, la Sinistra Arcobaleno che si è scioccamente e inutilmente suicidata per la paura di Berlusconi (e l’ha giustamente fatta pagare al ballottaggio di Roma, stando presumibilmente a casa o votando solo Zingaretti e non il fondatore del PD Rutelli), i Radicali imbarcati ma con la presa per i fondelli dei “posti sicuri”.

Dall’altra parte, però, ha rivelato tutta la sua debolezza: il suo progetto al momento è fallito in pieno, in tutto.
Elettoralmente e politicamente, a livello nazionale e a livello locale.

Che, anche da parte dei Radicali (che peraltro non hanno mai detto di volersi sciogliere come partito), si risponda ora all’arroganza del debole Veltroni pensando anche ai propri interessi, mi sembra politicamente lecito.
Anche perchè se ti dimostri contemporaneamente arrogante, stupido e perdente, chi è che ha voglia di seguirti ciecamente? (“Se perdo seguitemi”, titola oggi il Manifesto)
Ciò vale per i Radicali e vale ancor di più per l’IdV (l’unico partito che ha vinto nel centrosinistra).

Massimo

La politica (per molti) “è una cosa sporca”, magnificamente interpretata dai radicali.

Massimo

La politica (per molti) “è una cosa sporca”, perciò magnificamente interpretata dai radicali.

Vatatze

Il PD nell’area di centrosinistra si è comportato spregiudicatamente e non può permettersi di fare la morale a nessuno. Quanto alle polemiche interne alla stessa area, chi crede ancora nel PD può pure abbassare i toni, gli altri inevitabilmente, in una maniera o nell’altra, dall’interno del partito o da fuori, dovranno levarsi contro l’aborto neo-democristiano e confindustriale di Veltroni.

Stefano Bottoni

Un modesto suggerimento per i radicali (ho votato PD solo al senato, e solo perchè Emma Bonino era capolista in Piemonte):

Ite, PD est!

Admeto

Ma quale patto, quali regole…fatemi il piacere…
Non ci sono PD e/o PDL è un monocolore vaticano.

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