Ma Galileo vale meno di Puccini?

«L’euro è fuggito, e piange il comitato…». Da quando in qua la celebre romanza di Cavaradossi condannato al patibolo risuona, con qualche variante, nelle orecchie di Edoardo Vesentini, matematico insigne e accademico dei Lincei? Il fatto è che come presidente del Comitato per le celebrazioni dell’anno galileiano (2009, 400 anni dall’uso astronomico del cannocchiale) il professore non ha ancora visto un centesimo dal governo, mentre per l’autore della Tosca, che festeggia 150 anni nel2008,sono stati devoluti ben due milioni e mezzo di euro. «Recondite economie», direbbe Puccini
Vesentini non ricorda quante volte ha salito le scale del ministero, accolto con grande deferenza da impeccabili funzionati, che prima gli tiravano le orecchie per non aver rispettato le procedure, poi benignamente inventavano un escamotage e gli facevano balenare cifre allettanti:
700 mila euro l’anno per tre anni. Un puro flatus vocis, mai messo nero su bianco, e infatti progressivamente rattrappito a 400-350 mila euro…
A forza di tagli, il povero Galileo è rimasto a secco. Poi, lo scioglimento delle camere sembra aver chiuso la partita. Intanto, da Torre del Lago la vela di Puccini prendeva il largo, grazie al sostegno di un sottosegretario, Andrea Marcucci, nato guarda caso dalle parti di Lucca.
E il fiorentino del cannocchiale? Per pareggiare i conti la Finmeccanica ha pensato di celebrarlo con una bella statua da donare, indovinate un po’, alla Santa Sede. Un Galileo di bronzo comodamente alloggiato nei giardini vaticani a spese di un’impresa dello Stato italiano ci farà dimenticare la «tragica, reciproca incomprensione» tra scienza e fede di cui parlò a suo tempo Wojtyla, rimarginerà il vulnus della Sapienza, e tutti vivranno felici e contenti.
Forse ci sono modi migliori di commemorare un grande scienziato che esporne una costosa effigie al guano dei piccioni. Se il Puccini di «e lucevan le stelle» incanta le platee di tutto il mondo, non si può ignorare quel barbuto geniaccio che stelle e pianeti ce li ha fatti scoprire, sfidando i fulmini di papi e cardinali, e che ha ancora tanto da insegnare ai giovani d’oggi appassionati di fìsica e astronomia.
Adesso molti sperano in Bonaiuti, probabile candidato ai Beni Culturali: dopotutto è fìorentino, per lui Galilei è come un vecchio zio, non può tagliargli i viveri. Ma anche il lucchese
Marcello Pera, filosofo della scienza e ministro della giustizia in pectore, dovrebbe sentirsi in dovere di riparare un antico torto giudiziario e una recente svista di bilancio. Siamo sicuri che nemmeno il suo vecchio amico Ratzinger avrà nulla da eccepire. «Un bei dì vedremo?»

Articolo di Riccardo Chiaberge pubblicato su Il Sole 24 Ore, supplemento della Domenica, 4 maggio 2008

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30 commenti

San Gennaro

“Adesso molti sperano in Bonaiuti, probabile candidato ai Beni Culturali: dopotutto è fìorentino”
Speriamo non sappia che Galilei era pisano 😆

8 X 1000 AI VALDESI
5 X 1000 ALL’UAAR

myself

Artisti e letterati riscuotono sempre più successo degli scienziati, non è una novità.

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@ claudio
la tua domanda è retorica?
perchè si lo era, ma era abbastanza intelligente da riconoscere almeno che credere letteralmente a Bibbia e vangeli era da popolo ignorante (cosa che adesso è prassi comune, anche più di prima)

Stefano Bottoni

D’accordo omaggiare Puccini, ci mancherebbe altro, ma Galileo qualcosa meriterebbe pure lui. Ben altro che una semplice statua (da donare al vaticano?).
Certo che se dobbiamo sperare in Marcello Pera siamo ben messi (sì, l’ho capita la vena ironica del testo…)!

Ipazia

Solo briciole per entrambi, purtroppo….Quelle che sono le vere ricchezze d’Italia (culturali!) sono sempre bistrattate.
E’ la solita guerra tra poveri.
D’altronde il nuovo governo ha già chiaramente fatto capire la tendenza: i 300 milioni dati all’Alitalia erano originariamente destinati alla ricerca scientifica!

Monsigner

Bhè..Galileo ha un po’ di meriti in più del caro Giacomo…

Augusto

In Vaticano non vedevano l’ora di avere una statua di Galileo Galilei! Gli mancava alla collezione. E perchè non una di Giordano Bruno pure? A chi e a che cosa servirebbe? Cos’è, oltre al danno, la beffa?

Augusto

Dopo 400 anni dalla morte del Galilei, la chiesa con Woytila in testa gli ha chiesto scusa. Questo implicherebbe un successivo cambiamento di atteggiamento verso la scienza in generale. Siccome questo non si vede proprio, le scuse sono solamente formali e tutto segue come prima. Puccini suscita meno scalpore (quoto “myself”) e contraddizione di Galilei. Per questo insisto che una statua di Galilei in Vaticano è una beffa!

Umberto

Monsigner, sia Galileo che Puccini nei rispettivi campi hanno enormi meriti, e non dimentichiamoci che se abbiamo avuto grandi scienziati abbiamo avuto altrettanto grandi musicisti che hanno onorato il nome del nostro paese nel mondo (detto per inciso tra l’altro il padre di Galileo era un musicista), quindi il trattamento che lo stato dovrebbe riservare a questi grandi personaggi dovrebbe essere quantomeno paritario.

stefano

Galileo era credente ma considerava (parole sue) “essere preti e frati in materia di filosofia e scienza assai triviali…”.
l’essere credente non lo accecava al punto di negare ciò che aveva intuito e sperimentato finchè il buon cardinale Bellarmino (capoccia del sant’uffizio di Roma che aveva già presieduto al processo contro Giordano Bruno qualche anno prima) non obbligò il buon Galileo ad abiurare gravando così la chiesa cattolica dell’enorme responsabilità circa il ritardo del progresso scentifico; tale condizione di imbarazzo da parte delle gerarchie vaticane è testimoniato dal fatto che non sono mai state fatte apertamente delle scuse allo scenziato pisano se non qualche dichiarazione di comodo durante il pontificato di Woityla 400 anni dopo il processo…

stefano

mah…non definirei quelle di woytile delle scuse verso galilei ma piuttosto delle dichiarazioni di comodo; il succo del discorso del defunto giovanni paolo II non parlava esplicitamente di errori della chiesa ma di “dolorosi malintesi”! dopo 400 anni dallo svolgimento del processo e davanti all’enorme responsabilità di una condanna infame che ha ritardato l’affermarsi del progresso scientifico la chiesa ha risposto “scusate FORSE abbiamo sbagliato ma del resto nel ‘600 galileo non aveva portato prove sufficenti per affermare che la terra gira intorno al sole e non il contrario”…sic!

Augusto

Di fronte a chi non vuol vedere nè sentire, non c’è Galileo che tenga! Meno male che abiurò sennò sarebbe finito sul rogo come Giordano Bruno. Rivedere il film “Galileo” di Liliana Cavani farebbe senz’altro bene alla memoria.

stefano

anche rivedere “Giordano Bruno” di Montaldo sarebbe molto istruttivo.

venezia63jr

Forse gli scienziati sarebbe meglio che oltre alla ricerca come mezzo di sostentamento optassero anche per la musica visto che lo stipendio e’ assicurato, i musicisti della scala sanno come guastare la festa alla serata della prima.

Andrea

@claudio

Galileo era certamente credente, per esempio credeva che fosse la terra a girare intorno al sole, e non viceversa.
Tutti crediamo a qualcosa, poi c’è chi crede a delle fesserie, chi a fatti più tangibili, e spesso dimostrabili.

Ciao a tutti

claudio

Guardate che non era solo la chiesa a credere che era il sole a girare. Erano le concezioni astronomiche e scientifiche dell’epoca

claudio

no perchè qui mi si diceva che scienza e fede erano conciliabili. Che un credente è un ignorante! Come si spiega allora?
Per quel che riguarda Giordano Bruno lasciamo stare….

Giovanni Bosticco

Nel 1855, dopo due secoli e mezzo, Pio IX ha tolto i
libri di Galileo dall’indice dei proibilti.
Nel 2258 useremo i preservativi.

Giovanni Bosticco

@Claudio
Certo non era solo la Chiesa a credere che il Sole
ci gira intorno.
Ma gli altri che così credevano non bruciavano vivi
i dissidenti.

Stefano Bottoni

Galileo non “credeva” che la Terra orbitasse attorno al Sole per un atto di fede: ne ha acquisito la certezza scientifica scoprendo le fasi di Venere. E scoprì che esistevano quattro corpi celesti (il massimo a cui poteva arrivare il suo cannocchiale) che ruotavano attorno a Giove. Male interpretò gli anelli di Saturno (ma appunto era dovuto alla scarsa potenza del suo strumento) che interpretò come satelliti che apparivano e scomparivano. Tutte queste erano prove scientifiche del fatto che la Terra non fosse proprio nulla di speciale nell’Universo (che allora si riteneva infinitamente più piccolo di quanto sappiamo ora essere).
Galileo dunque non “credeva fideisticamente” al sistema eliocentrico, ma ne scoprì le prove, dimostrando dunque che era il sistema autentico, al contrario di quello geocentrico.
Credere fideisticamente non porta da nessuna parte, se non agli orrori dell’inquisizione.
E alle guerre di religione, ovvio.

claudio

@ giovanni bosticco
Ma tu sai che i reati di pensiero esistevano fino agli anni 40 in italia e ancora ci sono in cina? Credi che non venissero puniti con la pensa capitale all’epoca gente che la pensava come non doveva da parte delle autorità civili?

stefano

il pensiero di giordano Bruno, caro claudio, era se possibile persino più spregiudicato di quello di Galileo; egli aveva intuito prima di tutti (a parte Keplero, antesignano dell’eliocentrismo, contemporaneo di Bruno) che l’astronomia moderna muovesse il primo passo che di sistemi stellari ne esistevano moltissimi e che la terra girava intorno al sole come tutti i pianeti del sistema solare (a questo proprosito leggiti “de l’infinito universo e mondi”) quindi il tuo “Per quel che riguarda Giordano Bruno lasciamo stare…” hai ragione, ti conviene lasciare stare; il povero Bruno fu torturato, incarcerato e umiliato per 6 anni nelle prigioni dell’inquisizione (prima a Venezia poi a Roma) prima di finire la sua vita sul rogo in Campo de’ Fiori a Roma con “la lingua in giova” cioè inchiodata al palato per impedirgli parlare fino all’ultimo istante…lasciamo perdere davvero.

stefano

(a parte Keplero, antesignano dell’eliocentrismo, contemporaneo di Bruno) …ho commesso un piccolo errore 🙂 keplero dette notizia della sua scoperta 5 anni prima della nascita di Bruno, per il resto tutto giusto.

Andrea

Stefano Bottoni scrive:
[…] Galileo dunque non “credeva fideisticamente” al sistema eliocentrico, ma ne scoprì le prove, dimostrando dunque che era il sistema autentico

Questo non è corretto, nemmeno Galileo riuscì a portare delle prove sicure dell’ eliocentrismo.
Cerco di portare delle prove (le maree erano conseguenze della rotazione secondo lui) che in realtà erano poco coerenti col suo metodo.
La prima prova tangibile è probabilmente quella del pendolo di Foucault del 1851

Stefano Bottoni

@ Andrea

Ho stringato al massimo; d’accordo, Galileo non ha trovato LA prova definitiva della rivoluzione terrestre, ma ha comunque scoperto così tanti indizi a suo favore da fargli credere che il sistema eliocentrico fosse molto più preferibile a quello geocentrico, e non per una mera questione fideistica.
In quanto a Foucault, l’esperimento del pendolo ha inconfutabilmente dimostrato la rotazione della Terra sul suo asse, non mi risulta abbia a che fare con la sua rivoluzione attorno al Sole (si sbalio corigetemi :-D)

stefano

scusate ma in che consistevano le prove a favore del geocentrismo cristiano? non certo su esperimenti ma semmai sulla fisica (ma possiamo chiamarla tale?) aristotelica (vecchia di 20 secoli già al tempo di galileo) e sull’astronomia tolemaica (II secolo a.e.v.) che ricalcava del tutto o quasi le stesse teorie aristoteliche sull’astronomia! insomma se galileo nn riuscì a portare le prove a conferma della sua teoria la chiesa basava la sua certezza errata come al solito sui dogmi e su teorie filosofiche vecchie quanto i dinosauri 🙂

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