Comunioni, il business del sacramento a Palermo: “Quasi come un matrimonio”

Il commerciante di via Bandiera: “Ci chiedono paillette e strass, vogliono essere vistosi”. Un prete racconta “Ho visto arrivare bambini sulle carrozze”. E c´è chi noleggia l´auto  Saranno il principale impegno delle parrocchie della città per tutto il mese di maggio e fino alla prima metà di giugno. E per le famiglie, soprattutto nei quartieri popolari e in provincia, saranno un´incombenza non da poco. Parliamo delle prime comunioni, la cui maratona è appena iniziata. La catechesi di preparazione al sacramento si accompagna all´organizzazione della grande festa con parenti e amici che ancora, in certi casi, conserva un indiscusso valore sociale. «Abbiamo quaranta ragazzi – dice Giovanni Giummara, parroco della chiesa di San Nicolò all’Albergheria – E tutte le famiglie ci tengono molto a festeggiare questo momento. Noi curiamo molto l´aspetto religioso, ma loro sembrano tenere di più al trattenimento in sala e alcuni già da molto tempo hanno iniziato a mettere i soldi da parte».
Perché le spese sono tante. A cominciare dall´abito per il festeggiato o la festeggiata, che non è soltanto la tunica bianca del momento della celebrazione, ma soprattutto quello per il ricevimento. E se per i bambini si sceglie un vestito classico grigio o blu, per le bambine la regola rimane quella dell´abito appariscente e sfarzoso che ricorda, neanche troppo alla lontana, il vestito da sposa.
«La gente che non ha soldi – dice Maurizio Garofalo, titolare di un negozio di abiti per uomo in via Bandiera – spende di più. Vuole il vestito alla moda, eccentrico, spesso davvero trash. Strass e paillette vanno moltissimo per le donne. Il loro scopo è quello di essere “guardate” il giorno della cerimonia. C´è una sorta di competizione fra queste famiglie, nessuna vuole essere da meno a nessun´altra».
Anche nella vicina via Sant´Agostino i titolari dei negozi di abiti da cerimonia confermano questa tendenza: «Scelgono l´abito più costoso – dice Santo Assaro, da decenni specializzato in abiti per la comunione – ma se da me se la possono cavare con poco più 200 euro a capo, a volte preferiscono rivolgersi alle grandi marche e spendere anche molto di più. Per la gente del popolo, la comunione è come un matrimonio, anzi quasi per paura di non poter vedere sposare la figlia, intanto investono tutto in questo momento. Chi vive nel benessere, invece, preferisce qualcosa di più sobrio, e per festeggiare invita i parenti più stretti nella villa al mare senza tanti fronzoli».

[…]

L’articolo completo di Claudia Brunetto è consultabile sul sito de L’Espresso

26 commenti

denis

eh, meno male che non vivevano a Cavoretto (TO) altrimenti vedevano ben di peggio, e dire che eravamo solo 18-19 bambini!

come sempre, il popolo è bigotto

Kaworu

io sono del parere che gente così stupida, meriti di restare nel pantano dove sta.

mi spiego: se sei così indietro da spendere 200 e passa euro per un vestito che userai una sola volta, per non parlare dei soldi per la cerimonia in pompa magna, beh… dimostri di essere una persona che non sa amministrare i propri soldi, per cui ti meriti di stare come stai e poi non devi lamentarti se non hai soldi per comprarti da mangiare per tutto il mese dopo la festa.

un po’ come uno che si fa abbindolare da wanna marchi…

survival of the fittest, è selezione naturale anche questa, anche se i peggiori non vengono più mangiati dalle bestie feroci o altro.

IDIC2

Sai Kaworu, sono proprio d’accordo con te…

d’altra parte, ormai, siamo nella società dell’apparire…

lo stesso per i matrimoni; c’è gente che si indebita per anni solo per arrivare in carrozza o in elicottero. E magari divorziare dopo 2 anni 😉

Sempre Rosso

Viva la crassa e beata ignoranza che alligna lì dove il cieco e superstizioso credo cattolico domina da secoli le coscienze della plebe più misera!

paolo malberti

mi sembra giusto spendere anche una cifra
per un evento cosi’ eccezionale:
mangiare la carne di Dio!

Non come quei selvaggi del terzo mondo,
che ci tocca mandare i missionari per convertirli
e farli desistere dai loro riti tribali (alcuni anche cannibali!)

Augusto

Più l’involucro è appariscente, più è vuoto di contenuto. Quando la gente si renderà conto che è inutile impacchettare aria, la smetterà.

Giovanni Bosticco

Non voglio mettermi con 700.000-fucili,
straclericale e amico di Berlusca, ma,
solo per esprimere un dubbio, c’è
davvero questa povertà al Sud?

Lorenzo G.

“un po’ come uno che si fa abbindolare da wanna marchi…”

Questo no. Sono entrambi gente stupida, ma mentre quelli delle comunioni sono vittime nient’altro che di sè stessi, quelli truffati da wanna marchi sono vittime di altri.
D’accordo, anche i truffati sono vittime della loro ignoranza e stupidità (ma non di rado anche disperazione, non dimentichiamocelo), ma, mentre per le comunioni fanno tutto da soli, per wanna marchi c’é chi si approfitta ignobilmente della loro sprovvedutezza e della loro sofferenza.

Francesca by Toscana!

Vergogna..la mia comunione nonostante adesso sia agnostica invece la ricordo con piacere. Abito bianco semplice monacale (l’ho fatta dai francescani), messa e via al ristorante con due miei amici e relativi parenti..ovviamente con lo stesso abito.
Invece adesso è una pagliacciata..

Kaworu

ok forse quello con wanna era un paragone sbagliato 😉

però ho visto gente che s’è comprata la macchinona enorme, supertrendy e tutte ‘ste idiozie, e il mese dopo ha frignato perchè non aveva i soldi dell’affitto.

allo stesso modo ricordo di due tizi che a milano giravano in mutande per tirar su soldi per la cerimonia di nozze.

che gente deprimente…

Francesca by Toscana!

Ho saputo ieri che la zia del mio convivente vuole vendere un appartamentino che dà in affitto d’estate ai bagnanti per pagare il mega matrimonio del figlio che si terrà a settembre, chiesa, maserati, villa e catering. Considerazioni?? Povera Italia.

Stefano Bottoni

Non voglio apparire razzista (tantomeno leghista) perchè non lo sono. Ma è inutile negare come specialmente del meridione d’Italia queste feste perdano ogni simbologia originaria (in questo caso religiosa) per diventare una mera ostentazione. Ed è vero, più le famiglie sono povere più si indebitano per fare qualcosa di appariscente. In fondo la cerimonia religiosa è solo la scusa (e anche un fastidio da sopportare) per far vedere quanto si sia signori, anche se ciò non è vero.
La religione è solo una scusa, neppure loro ci credono (ma guai a provare a dirglielo!).

Valdesius

Lasciatemi dire la mia.

Io protestante e mia moglie (atea) ci siamo posati in comune. 2 mie zie bigotte hanno dato buca. In tutto eravamo 14 persone, ci siamo fatti una luculliana mangiata e un bel viaggio di nozze. I soldini ce li siamo tenuti e abbiamo comperato casa.

Qualche corvaccio/a in paese ha lanciato anatemi su un marimonio civile (nel doppio senso della parola, perche’ non abbiamo gettato soldi nel cesso di una cerimonia e di una festa fuori luogo) ma a distanza di 11 anni siamo ancora insieme e abbiamo costruito qualcosa.

Di feste pantagrueliche con improbabili spose dal lungo strascico e Rolls Royce (quando manco avevano un tetto sulla testa) ne abbiamo viste. Cosi’ come di promesse eterne davanti all’ altare. Ma abbiamo anche notato che molte di queste farse sono finite …in farsa con un bel divorzio.

semplicita’ e sobrieta’, ma soprattutto senso della misura. Che senso ha sperperare per una gioia effimera quando mancano le basi per un benessere duraturo??

Saluti a tutti

Baal

Nel mio comune, in Sicilia, il parroco ha ordinato tassativamente che per la prima comunione i ragazzi indossino una tunica standard identica per tutti del costo inferiore a 100 euro, affinchè uguali almeno durante la cerimonia religiosa, in seguito sono affari loro, ossia trattoria o agriturismo.

Massi

A proposito di ostentazione (confrontandola con quella del gay pride)!
Meno male che per questi palermitani contano i “sani valori” della famiglia, della religione, dell’ostentazione del denaro e del potere, piuttosto che quelli delle fragilità umane.
Sono proprio dei bravi cristiani (mi immagino che Cuffaro sia il loro leader).

Massi

A proposito di ostentazione (confrontandola con quella del gay pride)!
Meno male che per questi palermitani contano i “sani valori” della famiglia, della religione, dell’ostentazione del denaro e del potere, piuttosto che quelli delle fragilità umane.

cartman666

Mi vergogno di fare outing nel blog dell’uaar, per confessare che quasi una trentina d’anni fa, pure io ci sono finito in queste squallide feste di comunione,(sono pure cresimato 🙁 ) pur senza gli eccessi di spesa che qui si raccontano. Al sud la comunione e la cresima ,e’ un modo con cui le famiglie oltre all’ostentazione vera e propria, coltivano i rapporti sociali.
Purtroppo ero troppo piccolo per oppormi ad una madre dell’azione cattolica,(che menava con molta energia all’epoca) ma di tutta quella cerimonia gia’ nella mia ingenuità infantile, mi sembrava un’inutile perdita di tempo.
I matrimoni invece, sono ostentazione pura e semplice, e dei miei amici, che ricchi non sono, hanno speso almeno 30.000 euro per tutta la cerimonia. Bisogna essere dei pazzi per spendere tutti questi soldi per la vacuità di un giorno.

denis

mi fanno sorridere queste cose.. mi ricordo la mia comunione.. un rinfresco a casa con i parenti e qualche regalo.. e molto imbarazzo per una cosa che non sentivo davvero e non potevo sentire… era solo “PERCHE’ SI DEVE FARE”. Il mio matrimonio? una cena con gli amici al ristorante, un abito blu che ho sfruttato fino a che mi è antrato, mia moglie con un abito che ha poi sfruttato in seguito e se ben mi ricordo gli amici si sono divertiti, i parenti hanno bofonchiato. ma d’altra parte avrebbereo bofonchiato anche se avessero mangiato al Chez Maxim per cui.. ho sentito le loro lamentele a COSTO ZERO. ahahahh La vera classe appartiene a chi non la vuole ostentare… Non che io sia di classe intendiamoci.. si parla in generale…

Asatan

Dovessi mai spossarmi: rito civile con abiti comodi, cena in trattoria e poi tutti a ballare. Oppure come fece una mia zia (svizzera) buffet su tavolaccio di legno nel campo di un amico contadino e orchestrina folk. Spesa prossima allo zero, ma vi garantisco che gli invitati si sono divertiti come matti.

Giovanni Bosticco

@Kaworu
Non sono seguace di 400.000-fucili,
ma quel che dici è un trucco particolarmente
diffuso al Sud:
quel che hanno lo spendono in superfluo, e
quando manca il necessario dobbiamo
provvedere noi.
E non è colpa loro:
il Sud inizia proprio dove finisce Città del
Vaticano.
E la cosa è particolarmente visibile sul
litorale tirrenico, proprio quello su cui
c’è il Papa.

chiericoperduto

E’ un comportamento tipicamente provinciale, purtroppo molto più diffuso nel sud o comunque nelle fasce sociali più popolari: vedere e farsi vedere, in una parola, l’onore.
Io sono nato e cresciuto in una famiglia media, in una città media di 60.000 ab. però turistica, di mare e da sempre aperta a gente nordeuropea e questo credo abbia influenzato il nostro modo di essere in città.
Mi sono sposato con una ragazza che abita solo 15 km all’interno della costa e subito ho notato che la sua famiglia, padre ex artigiano e madre ex commessa, di origine contadina come il resto del borgo, non perde occasione di sfoggiarsi alla grande in occasione sia del matrimonio ma anche del battesimo (90 persone con mia contrarietà!).
Vedo che pure se c’è un funerale di un compaesano non se lo perdono per nulla al mondo andandoci vestiti vistosissimi, borsa nuova e con trucco trash.
Alla processione del paese vanno rigorosamente i padri con i bimbi in braccio.
Mi è stato chiesto con insistenza di “farlo per la bambina”. La verità è che la bambina voleva andare al mare ed invece i suoceri ingloriarsi (non vanno mai a messa).
Ho scelto il mare.

Stefano Bottoni

@ denis

La descrizione del tuo matrimonio mi ricorda il mio matrimonio. A parte (fortunatamente) qualche parente bonfonchiante, che nel nostro caso non esisteva.
Se è per questo, non c’erano neppure i miei genitori (che non avrebbero bonfonchiato, ma non avevano potuto venire).
Il sindaco di Telega (judetul Prahova, Romania) era simpaticissimo con la fascia ufficiale sopra la camicia a maniche corte, arrivando sotto il municipio col suo Dacia pick-up. Quando risposi -Da!- (trad.: -Sì-) alla classica domanda, mi disse sorridendo: -(trad.) E adesso sono cavoli tuoi, amico!-

Sono quasi otto anni che siamo sposati. E pur fra alti e bassi (alzi la mano chi non…), non ci siamo mai pentiti.
E i rapporti con tutto il parentado sono ottimi.
La spesa? Minima. Solo una trentina di invitati. Pranzo nel giardino dei miei suoceri (cucina casalinga, ovvio), musica sparata a tutto volume dallo stereo.
Lo ricordo tutt’ora con grande piacere.

denis

Grande Stefano!!! chi se ne frega della pompa magna?! meglio divertirsi e che sia un giorno come piace a noi!!

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