Fiera del Libro di Torino: dibattito sul futuro della scienza in Italia

Con “A che punto è l’Italia?” parte dalla Fiera del Libro 2008 il dibattito sull’Italia e sul suo futuro, con un importante focus sulla scienza e ospiti speciali.

Gli incontri sono a cura del Comitato Italia 150, organizzatore dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia che si terranno nel 2011.

Il Comitato Italia 150 propone nell’ambito della Fiera del Internazionale del Libro di Torino 2008 una serie di incontri dal titolo A che punto è l’Italia? in cui esponenti del mondo della scienza e della cultura (ma anche dell’economia e della politica) sono chiamati ad esprimere le loro considerazioni sull’Italia, la sua identità, i suoi valori e il suo futuro.

Uno dei focus sarà dedicato alla scienza, il cui dibattito è tra i più attuali: fughe di cervelli, investimenti in ricerca, valorizzazione delle risorse sono solo alcuni dei temi che saranno discussi nell’incontro.

L’appuntamento è venerdì 9 maggio, alle ore 14,30 in Sala Azzurra.

Interverranno:

Enrico Bellone, direttore di Le Scienze;

Edoardo Boncinelli, scienziato, professore di biologia e genetica all’Università Vita-Salute di Milano;

Helga Nowotny, Vice Presidente dell’ERC (Consiglio Europeo della Ricerca);

Telmo Pievani, professore di filosofia della scienza all’Università degli Studi di Milano Bicocca.

Coordinerà l’appuntamento Vittorio Bo, direttore del Festival della Scienza di Genova.

Obiettivo degli incontri è stimolare, in vista del centocinquantenario, una significativa riflessione sulla nostra nazione: una sorta di tavolo di lavoro in cui evidenziare i tratti che contraddistinguono gli italiani oggi e la nuova identità italiana che in questo momento storico si va nuovamente definendo. La domanda di partenza – cioè in quale punto del cammino si trova il paese – pur sembrando banale, offre una molteplicità di risposte e apre molti possibili scenari futuri. E durante gli incontri potrebbero emergere proposte inattese, scoprendo così che forse non è tutto così negativo e che le speranze potrebbero essere moltissime.

Tutte le informazioni sugli incontri, gli esiti dei dibattiti e le interviste con i partecipanti saranno disponibili sul sito blog del Comitato: www.italia150.it.

Il Comitato Italia 150 si occupa dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia che si terranno nel 2011. L’obiettivo è di realizzare un grande evento internazionale che consenta ai visitatori di vivere un’esperienza del passato, del presente e del futuro dell’Italia, da cui il titolo dell’intera manifestazione: Esperienza Italia. Per farlo, è necessario istituire un processo di riflessione e discussione sull’Italia e sugli italiani, che coinvolga l’intero paese ma anche le comunità internazionali che sono legate all’Italia per provenienza e interessi economici, politici e culturali.

Fonte: Galileo

6 commenti

stefano

e quale futuro può avere la ricerca scientifica in italia dove in tal senso si investono solo le briciole? al vaticano un miliardo di euro all’anno, alla scienza le bucce dei fichi secchi 🙂 povera italietta…

denis

Finchè i politici saranno servi del Vaticano non resteranno che le briciole per la ricerca, dunque i cervelli fuggono mooolto lontano.

cullasakka

…e più cervelli fuggono lontano, meno ne rimangono ad amministrare l’Italia. Al punto che rimarranno solo le capre ignoranti. È un circolo vizioso.

Piergiorgio

Speriamo che qualcuno citando l’esiguità degli stanziamenti x la ricerca, ricordi il fiume di denaro che spendiamo x le missioni militari all’estero.

stefano

già, piergiorgio ha ragione ma fra la casta militare e quella sacerdotale è sempre corso buon sangue 🙂 entrambe mantenute dai lavoratori, entrambe rispondono ad una gerarchia, entrambe hanno sacerdoti (alcuni indossano la tonaca, altri la divisa) che rispondono sempre ad un “superiore”…in più l’esercito annovera tra le proprie file molti cappellani militari.

Giuspi

I ricercatori non vanno all’estero perché si guadagna di più, ma vanno semplicemente dove ci sono i gruppi di ricerca del loro ramo.

Comunque la percentuale del PIL che l’Italia investe nella ricerca è scandalosa, è da paese in via di sviluppo.

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