Aborto, studio su sopravvivenza dei prematuri riaccende dibattito in Gran Bretagna

“Aborto: tracciate le linee sul campo di battaglia”. La prima pagina dell’Independent e del Guardian, oggi, riporta al centro del confronto pubblico la questione dell’aborto, regolamentata da una legge del 1967.

Per l’Independent i progressi nella medicina danno un forte slancio al fronte degli abortisti alla vigilia di un fondamentale dibattito in Parlamento sulla revisione dei limiti per le interruzioni di gravidanza: gli antiabortisti vorrebbero passare da 24 a 12-13 settimane, anche se il limite di 20 settimane sembra il più realistico da ottenere. In prima linea un nutrito gruppo di parlamentari conservatori, forti di alcuni sondaggi che accreditano al 70% gli inglesi favorevoli ad una limitazione del periodo nel quale la legge permette l’interruzione di gravidanza. Anche 4 settimane in meno, sostengono, consentirebbero di salvare ben 2mila bambini l’anno.

Eppure, scrive il Guardian, “nuovi studi sul tasso di sopravvivenza dei feti alimentano la disputa” sui limiti di tempo alle interruzioni di gravidanza: secondo i medici non è stato fatto alcun progresso per le aspettative di sopravvivenza nelle prime 24 settimane. Il quotidiano invita a “resistere ai medioevalisti, il diritto dell’aborto è questione privata delle donne”. Dei diritti del nascituro non c’è traccia.

Resta il fatto, scrive il Times, che lo studio dell’Univerisità di Leicester pubblicato sul British Medical Journal mostra che nei 16 ospedali presi in esame nonostante oltre la metà dei nati prematuri a 23 settimane sia stata sottoposta a cure intensive, non si è registrato un miglioramento in questa fascia di neonati rispetto ai dati di 12 anni prima e solo il 18% (12 su 65) ce l’ha fatta a sopravvivere.

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Il lancio completo è consultabile sul sito di RaiNews24

17 commenti

Kaworu

basta che questi limiti vengano posti per l’aborto “standard” e non per quello di embrioni malati o malformati, perchè certe cose si vedono dopo quel limite temporale.

lacrime e sangue

Ma quante storie!
Portiamo il limite temporale dell’aborto ad un minuto PRIMA della fecondazione e siamo a posto!

Così andremo tutti in paradiso a goderci la faccia del dio trino barbuto e a cantare con gli angioletti biondi e riccioletti, con gli occhietti azzurri e le alucce rosa, mentre i feti staranno con la Madonna (adesso non c’è più il Limbo) che farà da babysitter…

Kaworu

😆

comunque altrove di solito non sono menosi come in italia, per cui non so quanto accontenteranno gli antiabortisti

Daniela

e quali sarebbero questi sondaggi? chi lo sa? E poi la sopravvivenza dei prematuri è bassissima prima delle 24 settimane, è solo accanimento terapeutico.

nas

Portiamo il limite temporale dell’aborto ad un minuto DOPO la nascita e siamo a posto!

Giuspi

Ragazzi, il 18% è una percentuale alta – vuol dire che quasi uno su cinque dei nati prima delle 24 settimane ce la farebbe a sopravvivere.

Dato che la tecnologia è migliorata mi sembra doveroso abbassare il limite di qualche settimana.

Così come la donna deve avere il diritto all’aborto il bambino deve avere il diritto a sopravvivere quando è “sufficientemente” indipendente.

Daniela

mi sono letta un pò gli articoli sull’indipendent e sul guardian e l’idea che mi sono fatta è che la legge rimarrà così com’è, però se i conservatori vinceranno nel 2010 le cose potrebbero cambiare,in peggio ovviamente.

Magar

Secondo me la rilevanza della capacità di sopravvivenza è sopravvalutata: una zanzara è benissimo in grado di vivere autonomamente, ma non per questo schiacciarla è proibito. È poco rilevante che un feto possa essere rianimato o meno a 20 settimane.

enrico mini

… solo il 18% (12 su 65) ce l’ha fatta a sopravvivere.
Vorrei che mi fosse spiegato esattamente cosa si intende per “sopravvivere” e a costo di quali e quanto gravi conseguenze immediate e future. Grazie.

Kaworu

si ma un conto è sopravvivere, un altro conto è vivere.

se sopravvive per portarsi dietro per tutta la vita dei deficit assurdi, che senso ha accanirsi?

Paolo P.

Le IVG oltre la 12a settimana si attua solo per casi gravi malformativi e quindi è assurdo parlare di salvare ben 2000 bambini l’anno: per aumentare il numero delle tragedie?

gigetta

possono anche vietare l’aborto in casi di gravissime malformazioni ma poi i pargoletti storpi se li trastulli lo stato (qualunque sia) non vedo perchè se una donna non se la sente di crescere un bambino focomelico questi la devono obbligare…

livio

Quoto magar.
Anche un feto appena espulso non è in grado di sopravvivere da solo, e se è patologico ancora di meno: perchè non valutarel o stato di salute alla nascita (molte malattie genetiche non vengono diagnosticate se non dopo la nascita) e POI decidere se il feto può essere accettato dai genitori?

Giuspi

@ enrico

Il record mondiale lo detiene il canadese James Elgin Gill – è nato a 21 settimane e 5 giorni. Adesso è un ventenne, sta bene e non ha nessuna disfunzione.

Per i nati alla 24esima settimana:
– 15% possibilità di sopravvivenza
– 33% di sviluppare gravi disfunzioni cerebrali
– 25% di sviluppare lievi disfunzioni cerebrali
– possibili disturbi moderati all’apparato motorio, visivo, uditivo, respiratorio e digerente;
– possibili difficoltà nell’apprendimento e nelle relazioni sociali una volta cresciuti.

fonte: Journal of the American Academy of Pediatrics
pediatrics.aappublications.org/cgi/content/full/117/1/22

Daniela

il guardian, uno dei giornali più letti, belli e completi del regno unito, ha ospitato il parere, del presidente della british humanist association polly toynbee, contro gli attacchi degli antiabortisti, ma vi rendete conto? E’ come se un grosso quotidiano nazionale italiano ospitasse sulle sue pagine carcano presidente dell’uaar.

venezia63jr

Alla chiesa come agli antiabortisti non frega niente del futuro del nascituro,ad uno serve per confermare che il peccato esiste e all’altro per dimostrare che comunque vive lo stesso.
Poi avremmo dei mostri frustrati che a loro volta faranno soffrire i loro simili perche’ non possono essere simili.
E’ solo lotta di potere,gli uomini sulle donne,anche in questo caso hanno dei fiancheggiatori che sono quelle donne che pur di arrivare al potere se ne fregano dei danni che possono causare.

Asatan

Ha ragione venezia63jr ai santi paladini della vita non importa che fine fanno, l’importante è che nascano e vangano bettezzati…. poi chi se frega.
Non per niente ancora fino agli anni 50 in Italia in caso di pericolo per la madre e\o per il feto si decideva di sventrare la donna per “salvare” il pupo senza chiederle nulla. L’importante era far statistica battezzando.

Oltretutto avere in giro sempre più famiglie colpite dalla disgrazie di uno o più figli gravente disabili è il loro obbiettivo. Altrimenti non si capirebbe l’opposizione alle ricerche sulle terapie geniche (che loro chiamano eugenetica nazista). Tanto più la gente ha fame ed è disperata, tanto più è manipolabile.

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