«C’est dur d’être aimé par des cons», questo il titolo provocatorio del documentario di Daniel Leconte (foto), che parafrasa il titolo dell’articolo all’origine del polverone politico-mediatico-religioso sollevato due anni fa. Daniel Leconte ha dichiarato che questa proiezione è finalmente avvenuta dopo che numerosi canali televisivi avevano rifiutato di diffonderlo, nel timore di eventuali rappresaglie da parte di gruppi terroristici. Selezionato inaspettatamente al Festival di Cannes «C’est dur d’être aimé par des cons» potrà contare adesso su una vetrina assai più prestigiosa ed efficace a livello internazionale. La proiezione di questo film al Festival di Cannes è stata annunciata all’ultimo momento per ridurre sensibilmente il rischio di un eventuale attentato. Ricordiamo che la rivista satirica francese Charlie Hebdo, è stata denunciata dalla Moschea di Parigi, dalla Lega Islamica Mondiale nonchè dall’Unione delle Organizzazioni Islamiche in Francia, per poi venire scagionata nel 2007. Dando ragione a Charlie Hebdo, la Giustizia Francese aveva voluto che prevalesse la laicità ed i valori della Democrazia e della Repubblica su quelli della religione.
Le caricature di Maometto sbarcano a Cannes
9 commenti
Commenti chiusi.
Un po’ di coraggio laico non guasta.Che diamine.
mi fa molto piacere, è davvero assurdo limitare la libertà di espressione perchè qualche religioso si sente offeso, e chi se ne frega.
Ma cosa fanno i fanatici islamici nel loro tempo libero?
Scandagliano l’etere e i giornali a caccia di anti-maomettani?
E nonostante questo riescono a riprodursi decuplicandosi di decennio in decennio?
E’ proprio vero: il più grande dolore di dio dev’essere l’amore degli (i)dio(ti)…
La cosa veramente triste è che le caricature sono veramente brutte e completamente prive di verve artistica. Equivalgono ad un rutto grafico. Neanche a pagamento sarei disposto ad avallarle. Il gusto è gusto.
se dio si sente offeso è libero di sporgere querela.
Ottima idea: forse i credenti non sono anime perse; potrebbero essere rieducati al pluralismo e riabilitati alla convivenza civile attraverso l’ascolto e la visione dei punti di vista degli altri. Non perdiamo le speranze: prima o poi capiranno che le critiche alle religioni sono legittime come le critiche a qualsiasi altra ideologia. 🙂
Vico scrive:
“se dio si sente offeso è libero di sporgere querela”
Anche il contrario e’ possibile, e pure interessante: avevo letto (mi sembra proprio qui nell’UAAR) che un cittadino aveva denunciato dio perche’ nella propria vita tutto gli andava storto.
@Alien:
Si ma che dio si denuncia? Allah, Gesù, Krishna??
Se poi vinci la causa chi cavolo paga? 😆
Dio non ha nessun bisogno di denunciarci. Nella sua somma giustizia ci ha già condannati tutti, alle peggiori pene immaginabili, senza processo e quindi … senza contraddittorio!
Bontà divina.