Ultime dalla scienza

Dalla Nasa ok al lancio del Discovery (Ansa).

Come l’informazione sfugge ai buchi neri (Le Scienze).

Riattivati i geni di un marsupiale estinto (Le Scienze).

15 commenti

Nifft

“Come l’informazione sfugge ai buchi neri”

Una piccola considerazione ed una piccola critica alla diffusa mancanza di cultura scientifica. Chi è in grado di capire un articolo del genere? Anche solo a livello della conoscenza grossolana dei termini usati?

Viviamo in un mondo altamente informatizzato, dove “l’informazione” e la sua gestione plasma e permea il nostro modo di vivere e la nostra società. Ma che cosa è l'”informazione”. Che grandezza è? Chi la conosce? C’è qualcuno che ha mai sentito parlare di Shannon, ad esempio (http://it.wikipedia.org/wiki/Claude_Shannon)?

E’ triste vivere in un paese in cui la gente mediamente non ha idea di come sia fatto un “atomo” e che cred che i pomodori non abbiano il DNA.

“Esistono più cose in cielo ed in terra” di quanto la gente possa sospettare. Mi rattrista vedere tutta la gente che si auto-esclude da questa fantastica visione, spesso snobbandola addirittura, per accettarne invece una più ristretta e meschina, quella delle religioni.

Bruno Gualerzi

@Nifft
A me invece, proprio di fronte a queste notizie e a come le commenti tu, viene da fare una riflessione in un certo senso contraria… non certo originale, ma credo sempre più d’attualità proprio in relazione al livello di sempre maggiore specializzazione cui è giunta la scienza.
In breve. Come è possibile acquisire le conoscenze necessarie per poter con cognizione di causa cogliere il vero significato di tante scoperte? In realtà – da questo punto di vista – siamo di fronte alla necessità di ‘fiderci’ dell’esperto, non dico con una sorta di fede, ma certamente, appunto, dandogli fiducia ‘al buio’. Altrimenti, se davvero volessimo – ripeto, con cognizione di causa – ‘aggiornarci’ sulle ‘ultime della scienza’, saremmo votati al silenzio. O al massimo potremmo prendere posizione – come provo ad arrabattarmi io – sulle possibili conseguenze di certe scoperte… ma necessariamente muovendomi su un terreno sul quale, oggi, nemmeno una mente ‘universale’ come Leonardo da Vinci saprebbe orientarsi.
Quindi – assolutamente d’accordo con te nel denunciare la carenza di cultura scientifica nel nostro paese – direi però che più che insistere sulle ‘nozioni’ sarebbe opportuno che la scuola, certamente usufruendo delle nozioni, si sforzarre soprattutto di formare delle ‘mentalità scientifiche’, cioè dei modi di ragionare improntati alla sequenzialità logica degli argomenti e alla necessità continua di rapportarli a dati, per quanto possibile, oggettivi.
Che sarebbe poi anche il modo migliore per non ‘cedere’ alle religioni.

Asatan

@Nifft

Non ti scordare però che gente come me: gente profondamente affascinata dalla scienza, ma aihmè molto poco dotata per la matematiica. Senza matematica non vai molto oltre un livello conoscitivo da Discovery Channel. Che dobbiamo fare? Suicidarci?

Visto che sei così “saputo” non ci puoi fare una traduzione in “niubbese”, stile fisica for dummies?

Valentino Salvatore

Ragazzi, direi che prima di tutto conta farle circolare, certe notizie. Se non se ne parla da nessuna parte, nessuno ne saprà mai nulla e nessuno potrà mai informarsi per capirle. So che suona un po’ contorta, ma provo nel mio piccolo – con tutti gli errori e leggerezze – a fare questo.

denis

@ Nifft
“Ma che cosa è l’”informazione”. Che grandezza è? ”

inquesto caso per informazione intendono una traccia che permetta di riconoscere la materia che è stata inglobata dal buco nero, quindi la forma dell’atomo, la config elettronica etc

Nifft

Io credo che il problema debba essere affrontato e risolto al livello delle medie inferiori e superiori. La “cultura scientifica” di cui io auspico l’esistenza non è ovviamente quella universitaria, che è specialistica, ma un tipo più generale. Sebbene la scienza progredisca e diventi sempre più difficile averne una visione d’insieme, io credo che lo sforza vada comunque fatto, perché il divario tra la società e la scienza è enorme. E’ come se (per dare un’idea) la società si comportasse come se la Terra fosse piatta, e solo un piccolo gruppo luminari iperspecializzati sapesse che in realtà è sferica. A mio avviso il gap più clamoroso lo si trova nelle materie biologiche.

Quando mi iscrissi al primo anno di Università fu per me una liberazione, perché trovai finalmente un ambiente stimolante dove le problematiche “reali” venivano affrontate, e la scienza non era più un mondo virtuale e limitato così come ci era stata presentata nella scuola dell’obbligo. Il problema, come ho sottolineato è che l’università è per forza di cose specialistica. Ma io mi chiedo: possibile che uno debba aspettare l’Università per capire finalmente (giusto per fare un paio di esempi) come funzionano le reti, che cos’è una banca dati del DNA, che cos’è il “dogma centrale della biologia molecolare”, che vuol dire “nanotecnologie”, ecc…, ecc…?

Anticlericale89

A me sarebbe tento piaciuro studiare fisica all’universita’ma purtroppo non sono mai stata una cima in materie scientifiche,ma ultimamente sto’cercando di studiare il pòiu’possibile,fosse per me l’anno prossimo ricomincerei il liceo e prenderei lo scientifico,mah.fra gli insegnanti di mat e scienze che ho avuto solo una si dava davvero da fare per insegnarci qualcosa alle medie ma purtroppo non avendo ne io ne i miei compagni(per lo piu’miei compagni anche alle elementari)appreso nessuna base adesso mi ritrovo con dei rimpianti enormi.

Bruna Tadolini

Riattivati i geni di un marsupiale estinto (Le Scienze).

in quanto a mancanza di informazion scientifica …… nell’articolo di Repubblica in cui si riferisce la stessa notizia si legge “Fino a ieri – ha detto un ricercatore – eravamo stati capaci solo di leggere il codice genetico degli animali scomparsi. ..”

Ecco!! uno studente che avesse confuso il codice genetico con l’informazione genetica … io l’avrei bocciato senza remissione!!! Ma l’avrà veramente detto il ricercatore o l’avrà tradotto male il giornalista?!

Passando dalla forma alla sostanza: grande notizia!!
Ogni gene è il frutto di un “improbabile” processo evolutivo, il numero vincente di una impossibile lotteria. Se si perde il biglietto vincente quanto si dovrà aspettare ancora per rivincere ….. Il sugo di questa notizia è che ” … si può fotocopiare il biglietto..”!

bardhi

@ Bruna

sono molto ignorante riguarda la mappatura del DNA, avrei una domnda; ma avendo gli esemplari cosi ben conservati come nel caso del tilacino, che possibilita c’è, con gli attuali mettodi, di replicare il animale per intero???

Bruna Tadolini

x bardhi

Possibilità nulle!!

Un conto è un gene … un conto un intero individuo!!
Infatti un individuo non è solo un insieme di geni. Quello che è poco noto al grande pubblico è che i geni (cioe i pezzi di DNA che producono proteine, per dirla un po’ in semplice) ammontano solo al 5-10% del totale; il resto è il cosiddetto junk DNA (DNA spazzatura) che in realtà è quello che permette di organizzare in modo corretto il resto. E’ come se i geni fossero i mattoni, le porte, le finestre, le soglie, i cavi elettrici ecc… e il junk fossero le pagine del progetto senza le quali tutto il materiale rimane un mucchio informe.

Per poter usare questi progetti essi devono essere “disponibili” e questo non è detto che sia vero! Infatti molte pagine dei progetti vengono sigillate durante lo sviluppo dell’animale (il differenziamento) e non sappiamo ancora bene come recuperarle. La clonazione di cui si parla tanto (esempio pecora Dolly) è stata durissima proprio perchè bisognava “sdifferenziare” i progetti sigillati!!
Anche quando il progetto è disponibile, esso viene svolto rispondendo anche a segnali che vengono dal resto della cellula fecondata (cioè la cellula uovo … per intenderci) ed anche qui ci sono problemi. I segnali contenuti in una cellula uovo di gallina sono diversi da quelli di una cellula uovo di gatto o di dinosauro ……

Ma un po’ alla volta … di strada se ne fa!

Bruno Gualerzi

Salvatore Valentino (o Valentino Salvatore… quale il nome, quale il cognome?) scrive:
” (…) prima di tutto è meglio farle circolare certe notizie. Se non se ne parla da nessuna parte, nessuno ne saprà mai nulla e nessuno potrà mai informarsi per capirle. So che suona un pò contorta (…)”
Non è per niente ‘contorto’ ciò che affermi, e anzi, se non fosse per un distinguo che provo a delineare qui di seguito, sarebbe, è, da sottoscrivere senz’altro.
Il mio ‘ditinguo’ è questo. Proprio perché si tratta di scienza che (anche qui personalmente porrei qualche distinguo, ma non ora) non è ‘opinione’, il darne notizia in modo necessariamente generico e approssimativo (v. l’intervento di Bruna Tadolini, molto puntuale proprio nel denunciare questi limiti) rischia di dare l’illusione di poter accedere ‘facilmente’ a conoscenze in realtà tali (conoscenze) solo per chi ha una preparazione specifica. Diciamo pure per gli ‘addetti ai lvori’.
Lo so che sto toccando l’annoso problema della divulgazione scientifica, per il quale di solito si cita la necessità, anche qui, di una sorta di ‘genialità’ specifica, con esempi sommi in tal senso Galileo e Einstein… ma è un caso che Galileo e Einstein erano in grado di rendere accessibili anche i procedimenti scientifici più complessi perché nessuno più di loro li conosceva avendoli studiati a fondo, anzi, ‘scoperti’?
Dove voglio arrivare? Francamente non lo so… Volevo solo esprimere un mio disagio che provo sempre di fronte alla ‘ultime dalla scienza’ che penso di dover esternare per farne, quanto meno, oggetto di riflessione. Inutile per molti, forse utile per qualcuno.
Con tutta la stima possibile.

Silesio

Mi immagino i geni di Berlusconi, una volta estinto, nuovamente riattivati in un topo!

Valentino Salvatore

x Bruno Gualerzi (qui nome e cognome sono distinguibili!)

Il mio nome è Valentino, l’altro il cognome. E’ una croce (!) che mi porto fin dalle elementari, ma devo dire che diventa spesso un simpatico argomento di conversazione.

Il problema della divulgazione scientifica a livello di massa è grosso, in Italia: se non si inizia dalle scuole elementari a parlare di certe cose…
Capisco il disagio, tuo e mio e di tanti altri, di fronte al gap che esiste tra conoscenza scientifica e “cultura” di massa, ed è anche per questo che le ultimissime trattano certe questioni, che all’apparenza sembrano esulare dagli scopi associativi. Si tratta quantomeno di far respirare, diciamo così, scienza e approccio scientifico, in un modo o nell’altro. Per quanto riguarda questa sorta di pseudo-rubrica sulle “ultime dalla scienza”, so forse di essere superficiale a volte, di prendere toppate (come mi è stato segnalato e cosa che ho cercato via via di correggere, in maniera appunto scientifica), ma penso sia meglio presentare certe notizie in maniera telegrafica con tutti i rischi che si corrono, invitare la gente a leggerle e ad approfondirle in maniera autonoma, e quindi discuterne qui sui commenti o altrove, facendo emergere riflessioni, discussioni, ed eventuali e necessarie richieste di delucidazioni, di chiarimenti. Penso sia tutto sommato una “palestra” mentale, utile per tutti – anche a me (dato che non sono del ramo, essendo “scienziato” – solo – politico).
Grazie soprattutto a voi che le commentate!

Commenti chiusi.