Cervello: nuovi studi sui meccanismi di dipendenza

MILANO – La dipendenza da cibo e droghe viene accesa da un interruttore cerebrale che attiva la dopamina, il neurotrasmettitore del piacere associato alla sensazione di astinenza. La scoperta e’ di un gruppo di ricercatori dell’INSERM-Universite Pierre et Marie Curie di Parigi ed e’ riportata dalla rivista Nature. L’interruttore e’ la molecola DARPP-32, gia’ conosciuta, di cui pero’ si ignorava l’implicazione in questo meccanismo. I ricercatori hanno visto che topolini con mutazioni di DARPP-32 non sviluppano dipendenza anche se sono motivati alla ricerca di cibo e se viene messa a loro disposizione la droga non ne diventano dipendenti. Nello specifico, DARPP-32 attiva alcuni geni che producono proteine necessarie all’azione della dopamina. In sua assenza, la dopamina non puo’ funzionare bene e quindi le condizioni neurali caratteristiche della dipendenza non si instaurano.

Il lancio è tratto dal sito del Corriere

12 commenti

Stefano Bottoni

Queste ricerche non possono che essere molto utili. Quantomeno in prospettiva.
Forse noi non potremo vederne i risultati pratici, ma i nostri figli sì.
A meno che non ci si metta in mezzo un piccolo ed insignificante staterello “nella pancia dell’Italia”.
Infatti qui si sta parlando di dipendenze…
E qui, sulle dipendenze psicologiche, come in fin dei conti sono droga, alcool, cibo o gioco d’azzardo (in seguito diventano fisiche e quindi uscirne è molto più dura, ma è così che iniziano), quello staterello ci campa…

Guastardo III di puglia

@ Druso

Non pensare che l’unica droga sia quella che si fumi, sniffi o spari in vena, commetteresti un errore madornale.
Il gioco d’azzardo, il sesso, il cibo, lo shopping, la violenza e LA RELIGIONE funzionano allo stesso modo. Tutti compartecipi sul reuptake della dopamina eccitanti il sistema del piacere e della gratificazione.
Che poi (alcune) droghe aggiungano a ciò anche delle dispercezioni o alterazioni sensoriali questo è un altro paio di maniche, ma sottolineo, alcune.

tuttavia sono daccordo per quanto riguarda l’idea del 7° giorno… “rilassarsi e godersi il creato” anche se come sappiamo per quanto riguarda la coca, questa è molto più usata in settimana per lavorare che non per altro…

Paolo Garbet

Se ora si scopre come eliminare la dipendenza dalle droghe, “qualcuno” si opporrà anche a queste terapie – magari perchè potrebbero causare la perdita dei contributi che lo Stato passa alle comunità di recupero…

Piergiorgio

Poter eliminare la dipendenza dalle religioni sarebbe la più grande conquista dell’Umanità.

bardhi

quoto Piergiorgio, aggiungerei anche dalle superstizioni e irrazionalita in generale

vime

Attenzione a fare questi discorsi… La Chiesa del futuro potrebbe imporre di spegnere l’interruttore che genera la dopamina, in caso i soggetti fossero divorziati o omosessuali.
Così non commetterebero più peccati.

Sara

Io sono per la razionalità, ma non per questa scienza fasulla. Fare una ricerca sulla reazione ad una droga sui neurotrasmettitori dei topi forse ci può far capire qualcosa sui topi, ma visto che non credo freghi niente a nessuno, anche perché tra i topi non esistono pusher di coca &co, queste ricerche sono carta straccia e si può tranquillamente rigettarle senza scrupoli. Il vero fine di queste ricerche su animali, che non portano quasi mai (e comunque solo casualmente) a risultati ripetibili sull’uomo, servono solo a due cose: ai ricercatori, per fare carriera; e alle industrie farmaceutiche, per inventarsi nuovi farmaci e nuove malattie da curare a caro prezzo.

Magar

@Sara
Hai prove del fatto che queste ricerche “non portano quasi mai (e comunque solo casualmente) a risultati ripetibili sull’uomo”?
Hai prove del fatto che i neurotrasmettitori dei topi non abbiano niente da insegnarci sui neurotrasmettitori umani?

Stefano Bottoni

@ Sara

Non metto in dubbio la tua buona fede. Però mi permetto di dissentire.
Topi (e anche maiali) hanno molto in comune con noi esseri umani. Molte ricerche effettuate su di loro hanno avuto positive ricadute per quel che riguarda la scoperta di nuove cure.
Lo so, non è bello veder morire un animale.
Ma, razionalmente parlando, preferisco un animale morto il cui sacrificio porti a diecimila persone salvate (scusa il linguaggio così crudo, ma è quello che penso).

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