Iran, cento minorenni attendono l’impiccagione nel braccio della morte

Cento minorenni aspettano di essere impiccati. Accade in Iran e lo denuncia l’avvocato Mohammad Mostafai in una lettera aperta inviata al capo dell’apparato giudiziario della Repubblica islamica, l’ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi: Mostafai chiede la cancellazione di tutte le esecuzioni. Secondo quanto reso noto dal Centro dei difensori dei diritti umani – che fa capo all’avvocatessa Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace nel 2003 e anche all’avvocato Mostafai – dal marzo del 2007 al marzo del 2008 sono state nove le impiccagioni di minorenni o di condannati che erano minorenni all’epoca del reato loro addebitato. Il legare, personalmente coinvolto nella difesa di 20 di questi giovani, ritiene che le esecuzioni di tre dei giovani siano ormai imminenti. E per questo si è mobilitato: il suo appello è stato pubblicato oggi dal quotidiano Kargozaran . A rischio di morte a breve sono Behnud Shojai, Said Jazi e un terzo, Behnam, di cui resta sconosciuto il cognome.
Già nei giorni scorsi la presidenza di turno slovena dell’Unione europea aveva reso noti i casi di Shojai e Jazi, chiedendo alle autorità iraniane di sospendere immediatamente le loro esecuzioni. I due ragazzi sono stati condannati a morte perché accusati di aver accoltellato altri giovani con i quali avevano avuto una rissa, quando avevano 17 anni. Solo la scorsa settimana, il Centro dei difensori dei diritti umani ha reso pubblico il suo rapporto annuale denunciando «sistematiche violenze dei diritti umani in Iran». La mancanza di un vero rispetto dei diritti – si legge nel documento del Centro – rende ancora più profonda la spaccatura tra popolazioni e istituzioni creando instabilità e bloccando qualsiasi processo di sviluppo nell’intero Paese. Nell’anno iraniano 1386 (tra il marzo 2007 e il marzo 2008) chi non si trovava in linea con il pensiero dominante del regime «ha dovuto sopportare pesanti intimidazioni e sentenze». In particolare da quando si è insediato il nuovo presidente Ahmadinejad libertà di espressione e di circolazione hanno subito pesanti attacchi: 32 giornalisti sono stati condannati al carcere o frustati mentre ben 17 pubblicazioni e 8 siti internet sono stati chiusi. E nove miorenni sono stati uccisi con l’espediente della pena di morte». Per non parlare dei maltrattamenti contro gli studenti attivisti, le donne che si battono per una maggiore uguaglianza dei sessi, le minoranze religiose, e i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori: solo nello scorso anno ben 108 studenti sono stati arrestati. Secondo i dati resi noti lo scorso anno da Amnesty International , poi, dal 1990 erano state giustiziate in Iran 24 persone minorenni o che erano minorenni all’epoca del reato contestato. E nel 2007, sempre secondo l’organizzazione internazionale, sono state almeno 317 le esecuzioni capitali nella Repubblica islamica, che si è così situata al secondo posto al mondo per numero di persone messe a morte dopo la Cina.
Da parte sua Teheran insiste nel considerare la pena di morte un deterrente efficace, usato solo dopo un processo gusto e equo.

L’articolo è tratto dal sito di Liberazione 

3 commenti

Asatan

Eh i veri valori di una volta! Dove l’ommo è ommo e la fimmina è fimmina, e chi la pensa diversamente è un cadavere! Pensare che ci sono mentecatti che vorrebbero importare il modello qui da noi.

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