In libreria: “Il mio ginecologo è nato il 17 marzo”

La sterilità, una cosa che capita agli altri. Così pensano in tanti. Un modo di rimuovere, esorcizzare, proteggersi. Ma cosa succede quando capita davvero a te? Succede di ritrovarsi all’improvviso proiettati in una realtà diversa, cambia la percezione della realtà, cambia il modo di vedere e di essere visti. Capita di scoprire, con disappunto, rabbia, disperazione, che la sterilità non è dai più considerata una malattia, ma una sorta di marchio d’infamia. E che la sua cura, la fecondazione assistita, non è vista come un modo di superare l’ostacolo, ma un agghiacciante esperimento alla frankenstein, e un modo per legittimare capricci e ossessioni delle donne rispetto all’idea di maternità. Il malato non viene compatito e consolato, ma additato e accusato. Il messaggio dell’autrice è il diritto delle donne sterili di provare a curarsi. E ancor più il diritto di raccontare il proprio percorso senza doversi macerare nel dubbio: “Farà bene alla causa della pma?” Solo perseguendo questo diritto alla cura e alla parola si tutelerà l’altro diritto, fulcro di ogni società che voglia chiamarsi civile: la libertà di decidere per se stessi. Che non è diritto di realizzare ogni desiderio, ma diritto di provare a perseguirlo. Che è anche il diritto di rinunciare a perseguirlo. Un diritto, quest’ultimo, che hail sapore acre della sconfitta, talvolta, ma che sconfitta non è: chi sceglie, chi difende questa libertà, di fare o di non fare, non è sconfitto, mai.

Dal sito della casa editrice Mammeonline

Il mio ginecologo è nato il 17 marzo
Sottotitolo: Da quindici a zero – diario di bordo nelle intemperie della fecondazione assistita
Data di pubblicazione: Apr 2008
Autore/i: Cristina Zuppa
prezzo: Euro 8,00
pagine: 80
ISBN: 978-88-89684-14-6

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33 commenti

paolo malberti

sinceramente,
non riesco a partecipare al ‘dramma’ di non avere figli.
I figli vengono messi al mondo solo per egoismo.

Ipazia

a Paolo

Nemmeno io. Non ho mai voluto figli, da quando avevo18 anni (e adesso ne ho 40), e penso che la vita possa essere riccamente vissuta anche senza doversi per forza riprodurre.
Invece purtroppo ancora noto che socialmente una donna non è considerata pienamente adulta se non dopo aver partorito un erede… ridicolo, no?

Ciò non toglie che chi sceglie di farlo abbia pienamente il diritto di provarci.

Daniela

la questione è che se una persona desidera avere figli è non può perchè sterile ha tutto il diritto di provarci, senza essere additati come egoisti, perchè al giorno d’oggi si è egoisti perchè non si vuole avere e si è egoisti se si utilizzano tecniche artificiali che per gente “malata” vuol dire avere figli a tutti costi. Alla fin fine è sempre la solita storia, le persone non si fanno mai gli ca..i loro.

paolo malberti

Daniela

certo, ognuno per cio’ che lo riguarda ha il diritto di fare cio’ che gli pare.

Ma sterile, o non sterile che ci prova, chi mette al mondo un figlio deliberatamente
(incidenti a parte) lo fa per sentirsi personalmente realizzato a spese di un altro essere (ossia coinvolgendolo e senza chiedergli il permesso) .
Che poi colui che viene messo al mondo sarà, o non sarà, contento di essere stato messo al mondo, è una domanda, che di solito, nessun aspirante genitore si pone.

bardhi

La perpetuazione della specie è il piu forte istinto che abbiamo, ancora piu forte di quelo di sopravivenza, ci spinge a fare l’amore ect ect. Considero piu istintiva che altro la voglia di aver figli, capisco che una donna si sente “realizzata” aver un figlio perche ha soddisfatta il suo istinto, non capisco i papa che vanno al settimo cielo al arrivo di un figlio, istintivamente parlando, il loro ruolo ha terminato circa 9 mesi prima.
Fare figli per sentirsi realizzati mi sembra una bella pirlata, si puo vivere benissimo con o senza figli, dipende con che cosa te la senti incasinare la tua vita.
C’è gente che non riesce a smettere a fumare o a bere c’è gente che non smette a voler figli a tutti costi.

Asatan

@paolo malberti

Di solito chi mette al mondo un figlio consapevolemnte si preoccupa del suo benessere più di che se lo ritrova fra capo e collo perchè troppo stupido per usare anticoncezionali.

Che poi la riproduzione si un istinto egoistico… ma và! Si chiama istinto ala sopravvivenza della specie.

Sulla fecondazione assistita qualche perpelessità ce l’ho. Se uno o entrambi i coniugi sono sterili vuol dire che qualche problemuccio genetico c’è. Non posso non chiedermi se sia sensato far riprodurre a tutti i costi coppie “geneticamente perdenti”, non sarebbe meglio l’adozione?
Dopotutto vuoi un figlio da amare o un gingillo firmato per dimostrare la tua potenza generativa?

nicola

Premesso che uno ha tutto il diritto di fare figli o no, e che i giudizi morali su una scelta del genere non sono neppure da prendere in considerazione, ritengo che si sia fatto un uso improprio del termine egoismo. Ecco, io credo che l’egosimo, nella scelta di mettere al mondo un figlio, non c’entri nulla. L’egoismo è infatti l’amore di sé che non tiene conto delle esigenze altrui. Se si qualifica come egoistica una scelta del genere, bisogna estenderla ad ambiti come l’amicizia e l’innamoramento.

Capitan Spaulding

La sterilità, una cosa che capita agli altri. […] Ma cosa succede quando capita davvero a te?

Che posso risparmiare i soldi dei profilattici.

Capitan Spaulding

@paolo malberti

“I figli vengono messi al mondo solo per egoismo.”

Perfettamente d’accordo.

e ribadisco: EGOISMO.

Il mondo NON ha bisogno di altri esseri umani. Il fatto che fare figli sia considerato un bene per la società è la più grande follia di questo tempo.

Tuttavia, pur essendo un fatto egoistico, può essere un problema se qualcuno li vuole e non può averne.

Naturalmente si esagera: “ritrovarsi all’improvviso proiettati in una realtà diversa, cambia la percezione della realtà, cambia il modo di vedere e di essere visti”

Insomma anche se vuoi fare corsa campestre e sei zoppo o se vuoi una ferrari e non hai i soldi per te è un problema.

Ed è ingiusto che, se ci sono i mezzi tecnici per ovviare all’inconveniente, ti venga impedito di usarli.

Semplicemente NESSUNO dovrebbe fare più di 2 figli (possibilmente 1) a prescindere dal fatto che sia sterile o meno almeno finchè la situazione demografica resta così drammatica.

paolo malberti

Nicola

Giudizi morali si possono e si devono dare su qualsiasi azione.

Il valore morale di una azione è determinato dall’impulso che ha spinto a compierla.
Tre sono le molle di spinta delle azioni umane: l’egoismo (il proprio bene), la malvagità (il male degli altri) e la compassione (il bene degli altri).
[Esiste anche il masochismo (ossia il proprio male), ma lasciamo perdere].

Di queste tre, evidentemente, solo le azioni fatte per compassione hanno valore morale. Tutte le altre, nelle infinite combinazioni e dosaggi di egoismo e malvagità, non ne hanno.
Ora, nessuno vorrà sostenere che un figlio viene messo al mondo per compassione.
Al contrario: visto come vanno le cose, per metterlo al mondo di compassione bisogna non averne affatto.

Magar

@Paolo Malberti
E perché un’azione fatta per “egoismo” (cioè per il proprio bene) non avrebbe, in generale, valore morale?
In realtà, anche nelle azioni fatte “per compassione” ci deve essere una qualche finalità “egoistica”, di cui l’agente morale può anche essere inconsapevole: se non ci fosse una qualche utilità (non necessariamente materiale, eh) per l’agente, l’azione nemmeno verrebbe compiuta!
L’altruismo è un’ottima forma di egoismo razionale, in cui l’agente morale tiene conto di tutte le proprie esigenze, comprese quelle, diciamo così, ” di animale sociale”…

P.S. Nel merito della questione, penso che il controllo delle nascite andrebbe caldamente incentivato, ma non imposto perentoriamente. Da parte mia, cercherò di contribuire con un bello 0 in riproduzione…

nicola

Io credo che molti problemi di ordine filosofico dipendano dalla non condivisione dei signifcati che si attribuiscono alle parole. Se per egosimo s’intende soltanto ciò che ci procura soltanto un vantaggio o un piacere potrei essere anche d’accordo con Paolo Malberti, ma se per eogoismo s’intende – e io lo intendo in questo modo, così come spero molti altri – ciò che ci procura vantaggio o piacere senza tener conto delle esigenze altrui è evidente che stiamo usando lo stesso termine per definire due situazioni diverse.
Il mettere al mondo un figlio nasce sì da un bisogno dei genitori, ma è un bisogno che comprende l’intenzione di dare qualcosa al nuovo essere.

ann

La coppia che più stimo non ha figli, a causa della sterilità di lei.
Quello che mi hanno detto un giorno è stato “se la natura non vuole che ci riproduciamo ha sicuramente degli ottimi motivi….”
In effetti, vedendo la stessa scienza preoccupata per l’infertilità dei figli di genitori sterili a loro volta non c’è da stare allegri.
Ad ogni modo, da donna, non so perchè ho sempre detestato quelli che se scoprono che non vuoi figli ti guardano come fossi un mostro.
Guardatevi idiocracy e ditemi se non vi sembra un film sensato…

anteo

che c’entra l’egoismo con le torture imposte da una legge demenziale?

niente, è solo una trovata di chi quella legge ha ideato di fronte all’impossibilità di vantare i risultati positivi della legge 40.

Il dolore di chi deve sottoporsi a terapie non interessa, la vita reale delle persone non interessa, sono troppo presi dai loro ideali per curarsi dei danni alle biografie delle persone in carne, ossa, sentimenti. E quindi sarcasmo, irrisione, accuse meschine e false.
Ll’empatia che caratterizza l’umanità è ignota a questi signori e assente dalle loro leggi.

paolo malberti

@Magar

La compassione presuppone la identificazione con l’altro (addirittura, qualsiasi essere vivente), e sentire come propria la sua sofferenza.
E’ una virtu’ rarissima, ma esiste. Portata all’estremo: c’è anche chi si è buttato nel fiume per salvare un gattino non suo ed affogare, e chi ha esitazione a tagliare una pianta perchè teme colpendola di farla soffrire.

Poggia sulla intuizione che tutti gli esseri viventi , nonostante le diverse forme, siano tutti una sola cosa. E’ una intuizione tipica delle piu’ antiche filosofie orientali.
Nella filosofia occidentale, questo nobile e rarissimo sentimento (il genuino fondamento della morale), si puo’ spiegare grazie alla separazione fatta da Kant tra il mondo reale (il fenomeno), e la ‘cosa in sè’ (cio’ che sta dietro al fenomeno).

Asatan

@anteo

Guarda io sono d’accordo con te. La fecondazione artificiale o la si proibisce tout-court (scelta illiberale) o la si lascia praticare con TUTTE le tecniche migliori per tutelare la salute di medre e bambino.

La legge 40 è fatta solo per massacrare le coppie sterili e farle soffrire come cani. Casi 3 embrioni impiantati di cui uno malato con conseguente morte dei 3 bambini, embrioni impiantati talmente malati da causare abrti a gravidanza avanzata, ecc… è una legg SADICA fatta sull’onda del pensioro “se sei sterii è una punizione di dio, soffri!”.

@ann

Perchè nella cultura patriarcale la donan ha solo 3 funzioni
1) moglie= elettrodomesitco che accudisce casa e marito e fà da materasso
2) madre=dei sfornare figli per la patri e la perpetuazione del cognome di tuo marito
3) putt@na= materasso che fà anceh fili ma di cui nessuno deve prendersi responsabilitò

Dopo secoli di questa cutlura è difficile per certa gente concepire che donna=essere umano che può realizzarsi in motli modi diversi e non è detto che debba voler figli.

Gianni B.

Dispiace leggere certi commenti da parte di gente che non ha la più pallida idea di che cosa si stia parlando.
I macroproblemi che avete citato (sovrappopolazione, ecc.) non mitigano certo la disperazione di una coppia innamorata che non riesce ad avere figli, la quale non si può neppure descrivere a parole, e credo che ci vorrebbe un po’ più di rispetto da parte vostra.
Vi auguro di non trovarvi mai in queste condizioni.

paolo malberti

@ Nicola

Certo, voler mettere al mondo un figlio per ‘dare qualcosa’ al nuovo essere, è un proposito altruistico, quindi non egoistico. Ma quanti genitori lo fanno esclusivamente con questo proposito?
Ma ecco subito il primo problema: “dare cosa?”.

Ammesso di aver risolto il primo, sorge immediatamente il secondo problema:
“Sarà poi contento di essere stato messo al mondo e ricevere questo nostro qualcosa? “.
In mancanza di interlocutore, ovviamente, per avere la risposta dovrebbero rigirare la domanda a sè stessi: “E’ meglio essere venuti al mondo, o no?”.

Questa domanda se la sono posta anche gente come Qoelet, Geremia, Euripide, Teognide di Megara, Sofocle, Leopardi, Schopenhauer, Kant, Shakespeare, Mark Twain, Goethe, Calderon de la Barca, Byron, Hume, ecc. ed hanno tutti risposto: NO.
Ad esempio Mark Twain: “Non c’è mai stata una persona intelligente dell’età di sessant’anni che acconsentirebbe di rivivere daccapo la propria vita. La sua o quella di chiunque altro”.

memi

io sono sterile ma non ho problemi nell’accettare la mia condizione. Con mia moglie avevamo deciso di provare la fivet ma, dopo due visite, vedendo le altre persone presenti, soprattutto donne, che erano letteralmente fuori di testa perchè non era riuscito l’impianto dell’ovulo, ci siamo guardati ed abbiamo deciso di continuare la nostra vita senza avere figli. Penso comunque che la cosa più importante sia l’accettazione da parte di tutti e due i coniugi.

nicola

A Paolo Malberti,
premesso che la domanda se la sono posta e se la pongono quasi tutti, dovresti citare anche coloro, tra i personaggi illustri, che invece hanno risposto sì. Ti aiuto io: Epicuro e Bertrand Russell. Tanto per dirne due che c’entrano qualcosa col razionalismo e l’ateismo (oddio, Epicuro proprio ateo non era, ma quasi).
Non capisco, invece, che cosa c’entri tutto questo col discorso sull’egoismo.

Alessandro S.

# Gianni B. scrive:
29 Maggio 2008 alle 12:49

[….]

Dispiace leggere certi commenti da parte di gente che non ha la più pallida idea di che cosa si stia parlando.
I microproblemi che citi (la pena del non avere un figlio che si possa dire “mio”, come per un’automobile) non mitigano certo la disperazione e le atroci pene che causano a settori enormi – e in continua crescita – della popolazione umana causate da, tra gli altri fattori, la sovrapopolazione e l’indisponibilità delle risorse planetarie per permettere a tutti uno standard di vita paragonabile a quello dello spicchio di mondo detto “progredito”, la quale non si può neppure descrivere a parole e che può essere ingorata o sminuita, se non addirittura negata, da gente che non ha mai dovuto in vita propria vedere morire di fame o di malattie altrove facilmente e rapidamente curabili i propri figli, o genitori, parenti e amici, e credo che ci vorrebbe molto più rispetto e informazione su questi temi da parte tua.
Ti auguro di non doverti mai trovare in tali condizioni.

Capitan Spaulding

@Gianni B.

Credo che nessuno qui abbia mancato di rispetto verso chiunque.
La mia battuta sui profilattici era a titolo personale, nel senso che non volendo figli per me la sterilità sarebbe paradossalmete un vantaggio.

Riguardo al discorso dell’egoismo, e un concetto piuttosto ipocrita dire che l’egoismo è un male in se stesso, non c’è nulla di male a fare qualcosa per se stessi, se uno vuole un figlio se può lo fa ma deve essere cosciente che lo fa per se stesso e per nessun’altro.
E’ l’idea che fare figli sia un bene in assoluto che trovo assurda e pericolosa, finchè questa concezione avrà credito è inutile sperare di mettere in pratica un efficace controllo demografico.

bardhi

riconosco il mio egoismo;
ma grazie al fatto che i mie genitori sono stati sterili, io ho potuto avere una famiglia, altrimenti sarei cresciuto in un orfanotrofio.
ricordo a tutti quelli che: “disperazione di una coppia innamorata che non riesce ad avere figli” che al mondo ci sono milioni di essere umani gia nati che avrebbero bisogno di una famiglia.

godisB2eenus

Se posso permettermi, dico che qui si usa il termine egoismo un pò a sproposito.
Cosa è l’egoismo di cui si parla se non l’istinto di conservazione della specie. Che si vogliano dare connotazioni morali ad un fenomeno prettamente biologico, quale la conservazione della specie è però aberrante.
La riproduzione, e quindi la continuità, in una specie è un fatto puramente statistico. Non tutti gli individui di una popolazione si riproducono (e questo agisce da freno alla sovrappopolazione).
Chi si riproduce non lo fa quindi per amore, e per nessun’altra romanticheria del genere, lo fa per soddisfare un istinto, cablato a livello genetico, che a sua volta serve solo a dare continuità genetica alla specie.
Per me è totalmente condivisibile il punto di vista di coloro che scelgono, razionalmente, di non riprodursi (e questo, ripeto, bilancia in qualche modo la spinta demografica).
Chi volesse comunque avere dei figli, anche se naturalmente sterile, ha però diritto a provare i mezzi tecnologici a sua disposizione per riuscirci. Questo non perchè è morale o compassionevole riprodursi, ma perchè lo è la scelta di farlo o meno (come quella di sopravvivere ad ogni costo). Nessun genitore può inferire sulla felicità dei propri figli, se ne ha è solo per appagare un suo istinto. Noi che ci troviamo già qua dobbiamo fare di tutto per vivere appieno la nostra vita, ma è inutile pontificare sulle esistenze potenziali, nè tantomeno sulla moralità di certi comportamenti naturali.

Lorenzo G.

L’egoismo non c’entra un beatissimo….cavolo col decidere di fare o di non fare figli. Sono scelte personali e vanno rispettate, punto e basta. Poi, certo, ci sono i casi particolari ed estremi, ma direi che si limitano di solito a chi i figli li vuole; come ad esempio, chi ne sforna come conigli, o chi ne mette al mondo irresponsabilmente perchè “BISOGNA” farlo (che orrore), perchè schiavo dei canoni che impone la società, senza ragionare con la propria testa, senza minimamente porsi il problema di tutto ciò che questa scelta comporta, e magari senza essere in grado di assolvere al proprio compito di genitori; o chi fa figli con leggerezza, senza avere un lavoro o una situazione economica sufficientemente stabile. In questi ed altri casi di scelte “irrazionali”, può anche entrarci l’egoismo; altrimenti generalizzare in modo assoluto non ha alcun senso, e mi pare anche un processo all’intenzione.
Detto da uno che i figli non li vorrebbe nemmeno morto e non sopporta la mentalità ottusamente natalista che la fa da padrone qui in Italia, e che crede, come voi del resto, che la sovrappopolazione sia un problema globale da affrontare con decisione, invece di continuare a predicare il contrario.

Gianni B.

@Alessandro S.
Cavoli, sono colpito dalla tua enorme intelligenza. Secondo te il problema della povertà nel mondo si risolve non facendo più figli? Una bellissima soluzione la tua, ma io ne avrei una migliore: proporrei un suicidio di massa collettivo, magari un 4-5 miliardi di persone, così lasciamo il pianeta alle formiche rosse e la smettiamo di mangiare inutilmente e di consumare risorse!
Tu dovresti dare il buon esempio, però… ti suggerisco la canna del gas, anzi no perchè il gas è una risorsa! Un bel volo dal 5° piano allora, che aspetti? Libera anche tu risorse!

miao

La libertà è una grande cosa. La libertà da la possibilità a chi non vuole avere figli di non averli e a chi vuole di averli.
Quando uno ha problemi riproduttivi questa libertà è compromessa. Non tanto dalla menomazione, ma dall’ostracismo vaticano alle tecniche di PMA.
Una libertà che diventa una roulette, dove ti trovi a pagare 3/4000 euro per una puntata con una probabilità di 1 su 5 di avere il bimbo in braccio.
Una libertà che manca, una libertà che si trasforma in costrizione.
Costretti ad andare a cliniche private perché il pubblico è stato messo intenzionalmente in condizioni di inefficienza. Su una clinica privata in 3 mesi arrivi ad un tentativo di secondo livello, su strutture pubbliche in 3 mesi non hai neanche la prima visita propedeutica.
Costretti ad andare all’estero perché la crioconservazione degli embrioni, che da molte più chances di avere dei risultati, è illegale in Italia, perché la diagnosi preimpianto è osteggiata e perché quei tre embrioni li devi trasferire comunque.
Costretti allo studio di una disciplina complessa, quale è la pma, perché devi essere capace di distinguere la realtà dalle favole raccontate dai centri che fanno solo cassa.
Costretti, se non hai una buona disponibilità economica, a restare senza figli.

Trovo giusto che ciascuno si ponga di fronte all’ipotesi di allargare la famiglia nel modo che preferisce, ma è ingiusto che ci siano persone cui questa libertà è stata limitata.

cartman666

@ann, ho visto idiocracy, e devo dire che mi ha fatto molto riflettere, purtroppo sto notando che
gente che dovrebbe essere sterilizzata, fa figli come conigli, (ad esempio rom, o anche italiani a basso reddito che vivono nei quartieri ghetto,dove cominciano a 14 anni) e noi, intesi come cittadini e contribuenti dobbiamo pagare il loro mantenimento, in un modo o nell’altro, io ho 40 anni, e non ho figli, quando vedo i miei amici alle prese con l’amorevole prole, mi viene da pensare che la mia esistenza non e’ stata sprecata, troppa qualità della vita in piu’.

Lorenzo G.

“quando vedo i miei amici alle prese con l’amorevole prole, mi viene da pensare che la mia esistenza non e’ stata sprecata, troppa qualità della vita in piu’.”

Esattamente come me.

Carlo

Quanta puzza sotto il naso e quanta voglia di giudicare il prossimo per sentirsi “cool” a spese degli altri. Il mondo – di fuori e di dentro – è molto più complesso delle nostre piccole povere categorie logiche e spesso certi ragionamenti limpidi, certe conclusioni razionali, arrivano solo a posteriori per giustificare scelte viscerali e inconsapevoli.
Giudicare il desiderio di avere figli è come giudicare il desiderio di mangiare, di dormire, di fare la cacca.
C’è chi dorme tre ore per notte ed è contento così; chissà se disprezza chi ne dorme otto perché perde tutto quel tempo?
Dopo una giovinezza passata tra gli anticoncezionali ho desiderato avere un figlio per la prima volta a 35 anni, ed è stato come scoprire un mondo nuovo dentro di me. Purtroppo la natura ha deciso altrimenti. Noi non abbiamo avuto figli naturali, con immenso dispiacere. Qualcuno vuole giudicare il nostro dolore? Abbiamo tentato con la procreazione assistita e abbiamo conosciuto molte persone che sarebbero state genitori favolosi ma che, come noi, non potevano. Ora siamo genitori adottivi, incasinati e pieni di vita. Qualcuno vuole giudicare anche questo?
Un po’ di umanità, please.

Mifepristin

Anch’io mi sono sentita disperata e arrabbiata quando, facendo l’ecografia pelvica per controllare il corretto posizionament o dello IUD, ho visto sul monitor che sulla superficie del mio ovaio destro c’era un “elemento di 1.8 cm” da interpretarsi come follicolo in procinto di espellere un uovo. E’ stata la conferma che purtroppo non sono sterile(cosa che invece in cuor mio ho sempre sperato) e che per diventare tale devo sottopormi ad un intervento in laparoscopia, che,peraltro, in Italia, per le donne troppo giovani e senza figli è pure difficile da ottenere. Si vede che le cose non capitano mai a chi le desidera veramente.

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