LONDRA – “We don’t do God”, disse una volta Alastair Campbell, portavoce e stratega delle comunicazioni di Tony Blair, ai giornalisti che gli chiedevano lumi sul rapporto tra il primo ministro e l’Altissimo: cioè noi, a Downing Street, non ci occupiamo di Dio. Ma adesso che non è più a Downing street, il suo ex-boss si occuperà di Dio eccome, anzi a sentir lui non farà praticamente altro. L’ex-premier britannico ha infatti lanciato ieri la sua Faith Foundation, “Fondazione della Fede”, un istituto dedito a sviluppare una migliore comprensione e il dialogo tra le diverse religioni della terra.
“Questo è il progetto a cui dedicherò il resto della mia vita”, ha detto Blair ieri a New York, dove lo ha presentato ufficialmente, sebbene la fondazione avrà sede a Londra, in uno splendido ufficio a Grovesnor Square, tra l’ambasciata italiana e quella americana.
La scelta di inaugurare l’iniziativa a New York è apparsa curiosa alla stampa del Regno Unito, che si chiede se il motivo sia da un lato la maggiore religiosità dell’America rispetto a un paese come la Gran Bretagna, risolutamente secolarista, dunque terreno meno fertile per il suo messaggio spirituale; e dall’altro la sua maggiore popolarità negli Stati Uniti, rispetto alla patria, e all’Europa nel suo complesso, che non gli hanno perdonato la controversa decisione di appoggiare la guerra in Iraq voluta dalla Casa Bianca.
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L’articolo completo di Enrico Franceschini è consultabile sul sito di Repubblica
Sono senz’altro da sottoscrivere i motivi che nell’articolo vengono addotti per ‘spiegare’ la scelta dell’America per impiantarvi la sua ‘Faith Foundation’ da parte di Tony Blair.
L’Europa, con tutti i suoi limiti, alla resa dei conti è comunque di sicuro pù ‘laica’ degli USA. Là, come testimonia il suo compagno d’armi G.W.Bush, pare che dio si faccia sentire molto più direttamente che nella vecchia, decrepita, Europa.
Magari NeW York non era la città più indicata, ma quando si parte per una crociata bisogna puntare subito dove si può annidare il nemico più insidioso.
Non è un caso che il papa – e tutto il suo codazzo di teologi, commentatori, ecc. – guardino con favore l’America “laica” ma cristiana, cercando di importare quel modello da noi, e parlando di “mancanza di libertà” quando si tratta di porre un minimo garanzie laiche nelle istituzioni.
Blair si è bevuto il cervello… tanti cari auguri per la sua fondazione, che si propone di far dialogare gente che si fa la guerra da qualche millennio!
Avesse fondato un centro per promuovere il libero pensiero, avrebbe fatto una figura migliore con gli inglesi; non con gli americani.
Un’altra conferma a quel detto, Non importa quanto tu possa cadere in basso, prendi la vanga e
incomincia a scavare.
Mah, forse ha bisogno di un consigliere onnisciente per trovare le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein…
O la “fede” di cui parla è quella nei dossier della CIA?
E’ possibile che si sia bevuto il cervello.. Comunque penso sia più probabile che il vecchio Tony abbia ceduto alla moda, parecchio diffusa ultimamente tra i vip, di farsi paladino della fede religiosa e del dialogo ecumenico per mantenere l’attenzione su di sè.
Appena gli inglesi hanno capito che stava diventando papista se lo sono levati dalle scatole. Mica scemi. In Gran Bretagna il papa è visto come un eccentrico oscurantista. Solo qui è preso sul serio dai giornalisti.
P.S. Se la stampa composta da giornalai non gli desse tutto questo risalto, alla gente non importerebbe un fico secco (o come si direbbe in inglese: people wouldn’t give a rat’s ass) di quello che dice.
Missioni in medioriente prima… chicchiere e finanza dopo… come i crociati
Almeno ha aspettato di essersi ritirato dalla politica. Qui in Italia i deliri teistici li portano direttamente in parlamento.
L’idea non è malvagia se improntata al dialogo, anche perchè non sarà solo infimo cattolicesimo quello che, in teoria, occuperà lo spazio del dibattito. Non malvagia anche perchè è ormai al di fuori dalla politica: forse qui in Italia non hanno capito ancora che prima un politico deve guardare al proprio stato, e solo dopo, se proprio deve, allo staterello teocratico.
Ben detto Asatan. A proposito, Asatan, non ho capito che sei maschietto o femminuccia. Non che sia importante. 🙂 E poi il tuo nick vuol dire A Satan? Un diavol(ett)o?
Sorry, I know I’m being a bit nosy 🙂
Folgorato sulla Broadway… mi ricorda Francesco Loche in Tunnel (Rai3 1994) che santoneggiava salmodiando “Ora Proloche vuol dire tanta luce… tanta luce… tanta luce”