Un campo di calcio spelacchiato. Due porte senza nemmeno più la rete. Questo si vede sotto la stazione di Recco. Ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze, non fermatevi alla storia di un progetto contestato che prevede la costruzione di un parcheggio e di un supermercato. Con un po’ di fantasia vedrete la Liguria di oggi, unita in un solo grande partito senza bandiere, né colori: destra e sinistra, imprenditori vicini alla Curia e cooperative rosse.Un ritratto che ha sullo sfondo i filoni di indagine che si stanno aprendo dopo l’arresto di Stefano Francesca e dei furbetti del merendino, dopo gli interrogatori di Massimo Casagrande e Roberto Alessio: uno ex consigliere comunale diessino, avvocato specializzato nella caccia all’appalto, l’altro imprenditore della bistecca, «amico – per sua stessa ammissione – del cardinale Tarcisio Bertone». Inutile farne mistero: le indagini stanno scavando nei rapporti e legami di un certo mondo imprenditoriale di area cattolica e magari di provenienza piemontese. Un mondo che raccoglie appalti pubblici e finanziamenti privati, magari con l’appoggio di assessori o consiglieri di amministrazioni nominati da ambienti religiosi.
Ma torniamo a Recco, in via Liceti. Ai bordi del campo di calcio della parrocchia. Qui una volta si davano battaglia le squadre della zona, ma oggi, come testimoniano erbacce e rifiuti, tira una brutta aria: di ragazzi ce ne sono meno, di sacerdoti anche. E le parrocchie devono pur finanziarsi in qualche modo. Così ecco che la Chiesa studia un progetto per quel suo terreno infossato tra la strada per la Ruta e la stazione. Gli ingredienti sono quelli utilizzate in tutte le ricette urbanistiche italiane: 200 parcheggi, negozi, supermercato e attrezzature per il quartiere (il campetto che sarà rimesso a posto). Per non dire delle proteste di chi si chiede perché costruire ancora, perché aprire negozi in una cittadina dove, a pochi metri distanza, è stata progettata una torre di dieci piani.
Ma la novità tutta ligure sono i protagonisti di questa storia. Nel ruolo del proprietario del terreno c’è don Revello, o meglio la parrocchia di San Giovanni Battista e l’Istituto Diocesano per il sostentamento del clero. Sono loro che presentano il progetto in Comune. Ma è soltanto il primo passo, occorre trovare dei compagni di avventura. E subito spunta la Coop che a Recco ha un supermercato piccolo, sacrificato, di appena 450 metri quadrati. Meglio, molto meglio traslocare in una nuova struttura da 1.200 metri quadrati. Nessuno fa caso all’alleanza tra le coop e la parrocchia. I tempi sono cambiati, il rosso si è stinto, i muri sono caduti.
Gianluca Buccilli, sindaco di Recco e cattolico convinto che da indipendente guida una giunta di centrodestra, la racconta così: «Un giorno mi telefonò Bruno Cordazzo, presidente della Coop Liguria e mi disse che volevano traslocare. Io gli dissi di sì, a patto che fossero rispettate le previsioni del Piano Urbanistico Comunale. Poi, dopo qualche mese, la soluzione».
Eccola, pronta e servita: le cooperative diventano socie della Chiesa nella realizzazione del progetto. Ma il bello deve ancora venire. Il progetto viene affidato a due recchesi: Roberta Colombino e Gianni Favretto. Due professionisti stimati. In paese sono conosciuti anche per il loro impegno politico: Colombino è vicepresidente della sezione Golfo Paradiso della Fidapa (Federazione Italiana delle donne nelle arti, professioni e affari), ma è anche nel direttivo di Forza Italia. Favretto, invece, è un membro del Partito democratico. La par condicio, insomma, è rispettata.
Basta? No. Manca un tassello, l’impresa che realizzerà l’opera. Il nome sembra quello di una società che vende case sull’Himalaya: Immobiliare K2. Una visura presso la Camera di Commercio permette di vedere che la società ha sede a Torino. Il presidente del consiglio di amministrazione è Gian Antonio Bandera, nome dal suono vagamente hollywoodiano. Ma Bandera, come ricorda lui stesso a chi lo incontra, è persona vicina al cardinale Tarcisio Bertone. Del resto è uno dei tanti imprenditori attivi in Piemonte che frequentano la Liguria da quando Bertone, oggi segretario di Stato, ha lasciato Vercelli per diventare cardinale a Genova. Bandera, sentito ieri dal Secolo XIX, respinge facili accostamenti: «È vero, sono cattolico. Conosco il cardinale, e chi non lo conosce. Ma non ho mai fatto affari con la Curia. Il progetto di Recco è frutto di un’intuizione felice». Tutto regolare, nessuno lo contesta. Del resto si tratta di un progetto privato e la Chiesa è libera di scegliere chi vuole. Ma il quadro lo stesso è singolare: la parrocchia si allea con le cooperative per realizzare un’operazione immobiliare, sceglie un progettista di destra e uno di sinistra, e si affida a un’impresa vicina alla Curia. Il ritratto è completo. Ma non del tutto.
Bandera forse è ignoto al grande pubblico, ma ricopre un ruolo di primo piano nella Curia genovese: è consigliere del Magistrato della Misericordia. Di che cosa si tratta? È la fondazione che amministra i beni della Diocesi destinati ai poveri e amministra un patrimonio enorme.[…]
Testo integrale sul sito Il Secolo XIX
Che nausea….
Forse un giorno la gente capira’ che la chiesa non ha mai dato niente anzi ha tolto e toglie tutto a tutti.
Lo devo ammettere… riescono sempre a stupirmi…
E’ proprio vero che la realtà supera di gran lunga la fantasia… 🙁
La chiesa sta facendo trading immobiliare negli ultimi tempi, oltre che mettersi le vesti di palazzinaro, cavalcando l’onda lunga della corsa dei prezzi degli immobili, anche a costo di sfrattare migliaia di famiglie che oggi pagano un affitto “popolare”.
La chiesa in questo momento è il motore dell’economia immobiliare italiana, altro che anime.
Ho un leggerissimo voltastomaco,niente di che’,vado a rimettere e torno…
LADRI!!!chissa’da dove arrivano i soldoni per questo bel progetto!
Un grazie ai giornalisti del Il Secolo XIX (e all’UAAR).
Una lettura edificante, e’ il caso di dirlo, che rende chiaro il contesto della pax berlusconiana
http://www.uaar.it/news/2008/06/02/clima-nuovo-niente-paranoia-prego/
Non ho nulla in contrario alla collaborazione tra maggioranza e opposizione, se cio’ risponde all’interesse generale 😉
E le parrocchie devono pur finanziarsi in qualche modo.[…] Oh, poooveri…
Il boom immobiliare ha portato una cospicua vagonata di soldi nelle casse comunali e di conseguenza di cio’ ne saranno felici i chierici (==> 8% sugli oneri di urbanizzazione secondaria…). Su questo argomento sembra esserci il segreto di Stato.