Alzheimer: rimosse placche nei topi

Bloccando un risposta comune del sistema immunitario è possibile eliminare le placche associate al morbo di Alzheimer e far recuperare agli animali parte della memoria perduta.

È quanto riportano i ricercatori della Yale University sull’ultimo numero della rivista “Nature Medicine“, che sperano che il nuovo approccio possa aprire la strada allo sviluppo di farmaci finalmente efficaci contro la demenza, superando l’ostacolo più arduo attualmente: il superamento in condizioni di sicurezza della barriera emato-encefalica.

I risultati della ricerca hanno sorpreso gli stessi scienziati che l’hanno effettuata, partendo da un’idea di Richard Flavell, autore senior del lavoro, e direttore del Dipartimento di immunobiologia della Yale. Il gruppo è partito infatti dall’ipotesi che bloccando la molecola TGF-β si potesse in realtà incrementare la costruzione delle placche amiloidi associate al morbo di Alzheimer.

Precedenti studi avevano infatti mostrato come i pazienti affetti da Alzheimer tendano ad avere elevati valori di TGF-β, che riveste un ruolo chiave nell’attivare la risposta del sistema immunitario alle ferite.

Mentre qualcuno ha sostenuto che la presenza della molecola sia semplicemente un tentativo di combattere l’infiammazione dovuta alla presenza di una placca, il gruppo di Flavell ha trovato che circa il 90 per cento delle placche sono state eliminate in una ricerca su topi ingegnerizzati in modo da bloccare il TGF-β nelle cellule immunitarie periferiche.

Inoltre, con tale cammino biochimico interrotto, i topi mostravano una migliorata capacità di eseguire alcuni test rispetto a topi di controllo, mentre risultavano diminuiti i livelli di alcuni marker associati alla demenza.

Quando la TGF-β era bloccata il sistema immunitario sembrava sguinzagliare le celle immunitarie note come macrofagi periferici che, passati attraverso la barriera ematoencefalica andavano a circondare i neuroni e le placche nei cervelli dei topi. (fc)

L’articolo è tratto dal sito de Le Scienze

4 commenti

Anticlericale89

Il papa si e’gia’affrettato a condannare?Se davvero riusciranno a trovare un modo per combattere la demenza per la sua chiesa e le sue prada-scarpette la vedo male

Dino

Recentemente in UK e’ stata approvata una proposta di legge per permettere l’utilizzo di embrioni misti per ricerche sulle staminali, quando le ricerche daranno i loro frutti mi chiedo se qualche pontefice attuale o futuro se ne giovera’? Oppure si dovra’ avvisare il paziente che la cura non e’ indicata per i credenti? (contestualmente il parlamento del regno unito ha rigettato, con una larga maggioranza trasversale, un tentativo di abbassare la soglia per le interruzioni di gravidanza che li’ e’ di 22 sett.)

Valentino Salvatore

Allora Dino, secondo me succederà così: tra un venti-trent’anni avremo tutta una serie di “cerchiobottisti embrionali” – i Ferrara, i Pera, ecc. – che si “ricrederanno” e probabilmente si cureranno così. Ma non qui in Italia, chiaramente all’estero…

Flavio

@ Dino

Beh per Woityla è stata applicata una forma di eutanasia (vedi articoli su Micromega): ha rifiutato l’alimentazione forzata, che si dovrebbe praticare secondo la chiesa a tutti i costi, fino a morirne. Le chiese sono esempi lampanti di “double standards”…

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