Il cardinal Martini: “Vanità, invidia e calunnie vizi capitali anche nella Chiesa”

MILANO – Una durissima lezione per gli uomini di Chiesa, peccatori come tutti gli altri uomini. E un severo ammonimento ai preti: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo. Occorre un vero rinnovamento della mente”. Malato e sofferente per il Parkinson, pensava di non farcela, il cardinale Carlo Maria Martini, a predicare gli esercizi spirituali. E invece, appena tornato da Gerusalemme, è arrivato fino a Galloro, vicino ad Ariccia, alla casa dei gesuiti, dove si recano i sacerdoti a meditare. E con loro, interrompendo le omelie di tanto in tanto per sottoporsi ai controlli clinici, è stato molto chiaro, commentando i brani della lettera di San Paolo al romani, dove si parla del peccato: “Tutti questi peccati, nessuno escluso, sono stati commessi nella storia del mondo, ma non solo. Sono stati commessi anche nella storia della Chiesa. Da laici, ma anche da preti, da suore, da religiosi, da cardinali, da vescovi e anche da papi. Tutti”.
Una vera e propria lezione sui “vizi capitali” della Chiesa d’oggi, senza nessun timore di dire cose sgradevoli. Anzi con la certezza di offrire “una pista di riflessione”. Martini ha voluto parlare dei “peccati che interessano proprio noi come chierici”: anzitutto i peccati “esterni”, come le fornicazioni, gli omicidi e i furti, precisando “questi ci toccano meno di altri, ma comunque ci riguardano anch’essi”. E poi è passato ad esaminare “le cupidigie, le malvagità, gli adulteri”. Ha ammonito: “Quante bramosie segrete sono dentro di noi. Vogliamo vedere, sapere, intuire, penetrare. Questo contamina il cuore. E poi c’è l’inganno, che per me è anche fingere una religiosità che non c’è. Fare le cose come se si fosse perfettamente osservanti, ma senza interiorità”.

[…]
L’articolo completo di Zita Dazzi è consultabile sul sito di Repubblica

45 commenti

Stefano Grassino

Una voce isolata, fuori dal coro. Aspetteranno che muoia, poi lo faranno beato e loro continueranno a fare quello che hanno sempre fatto, con buona pace degli ingenui e dei creduloni che gli vanno dietro.

Daniela M

il cardinal Martini è l’unico, tra i prelati di chiesa, a meritare rispetto e stima, perchè non si è mai allineato con le prese di posizione autoritarie del vaticano. Una personalità schietta, uno studioso serio, che non esita a criticare lo stesso papa. Ha perfino istituito, tempo fa una “cattedra per non credenti”, quando era arcivescovo di Milano”, per rispetto e attenzione alle voci atee, nel nome di un dialogo fruttoso tra credenti e non.

Sta per essere pubblicato un suo libro, già pubblicato in Germania, in cui critica apertamente molte cose della chiesa. Peccato sia l’unico ad aver il coraggio di criticare.
Fosse diventato lui il papa, la chiesa cattolica oggi sarebbe meno odiosa e più incline all’autocritica. Ma uno come lui, papa non l’avrebbero fatto mai..

Marco.g

Curioso l’atteggiamento di questa chiesa, che pensa di non dover mai tacere su niente, nei confronti di questo suo esponente di altissimo grado. Nessuno risponde, nessuno reagisce, nessuno dice se ha ragione o se ha torto. Preferiscono ignorarlo, rimangono stranamente silenziosi a costo di mostrare che, quando è più comodo tacere, le gerarchie ecclesiastiche non hanno problemi a farlo.

Valentino Salvatore

Secondo me il cardinal Martini è uno di quei “trasgressivi calcolati”, in parte tenuti per dare un’immagine più presentabile e variegata, ma che di fatto contano poco o nulla. Il problema è che anche lui si è prestato a questo gioco, in nome della Chiesa di cui nonostante tutto ha fatto e continua a fare parte, e di cui rappresenta suo malgrado una sorta di specchietto per le allodole (come tanti altri, vedi Zanotelli, Gallo). Posizione rispettabilissima e comprensibile – ce ne fossero di prelati così – ma sostanzialmente sterile e ambigua, oltre che ingenua, per certi versi. Anche perchè si fonda sull’appartenenza a quella stessa Chiesa che si vorrebbe modificare dall’interno, la cui struttura è però – diciamo così – “cristallizzata” da una serie di dogmi, testi sacri e gerarchie che loro stessi prendono come punto di riferimento imprescindibile e incontestabile. Il problema di queste personalità è una sorta di circolo vizioso ideologico…
Quand’è che si decideranno a fare una bella riforma protestante anche in Italia?

fra Pallino

@daniela

e invece ti posso assicurare che nell’ultimo concistoro moltissimi lo volevano votare e lo avrebbero votato, se lui stesso – con l’onestà che lo contraddistingue – non avesse chiarito in partenza che non avrebbe potuto accettare per la sua malattia, il parklnson (ed era appena finita l’agonia di GP II, malato proprio dello stesso morbo…)

clarence.darrows

“ti posso assicurare che nell’ultimo concistoro moltissimi lo volevano votare e lo avrebbero votato”

ma chi sei, lo spirito santo? spiegaci un po come hanno potuto sti cardinali passare dal candidato piu “progressista” del mucchio a quello piu retrogrado e bigotto.

ren

Ce ne fossero ecclesiastici come Martini. IL resto della sua combriccola sono solo succhia sangue dell’Italia.

Asatan

@fra Pallino

Ce ne vorrebbe di più di gente della levatura di Martini nella chiesa, non credi? Un papa con la sua onestà intelletuale e capacità di critica e autocritica avrebbe tutto il mio rispetto.

Piuttosto mi chiedo come abbiano fatto ad eleggere un criminale come Ratzinger. Non ti offendere ma se non ha una serie di condanne per favoreggiamento è solo perchè ha sfruttato l0immunità di capo di stato per far chiudere i processi che gli avevano intentato negli USA.

Davvero l’elezione dell’attuale pontefice è stata una zappata madornale sui piedi per la chiesa.

Fra l’altro il candidato indicato da Woitijla che fine ha fatto? Tu sei più addentro in queste cosa sai mica dirmi perchè non se lo sono filato.

Stefano Bottoni

Personalmente non penso che Martini avrebbe potuto far compiere una svolta importante alla ccar se fosse stato eletto papa. Non che mi dispiaccia come persona, ma si sa che il vero potere in vaticano è detenuto dalla cricca dei cardinali più importanti.
Non credo di sbagliare quando dico che il papa in vaticano sia esattamente come Ahmadinejad in Iran: un fantoccio che ci mette la faccia; il vero potere è di chi lo ha messo in quella posizione (gli ayatollah in Iran, i cardinali in vaticano).

ren

E’ tutto uno stato fantoccio. Quello che conta da loro sono i soldi, i quattrini, the money, che mungono dai fedeli di tutto il mondo.

fra Pallino

@valentino

capisco la tua analisi, dal tuo punto di vista, ma non la condivido affatto.
Martini non è affatto un “trasgressivo calcolato” (l’espressione però è bella) perchè non è affatto vero che ha contato poco o nulla, assolutamente. Ma ti rendi conto il significato di essere stato arcivescovo e cardinale di Milano, la diocesi più grande e più importante d’italia, con rito proprio tra l’altro? Ha formato generazioni di preti con le sue stesse idee, tutta gente che va fierissima di averlo avuto per vescovo. Chi di voi è di milano lo può testimoniare. Senza contare poi che il passo successivo dopo Milano molto spesso è proprio Roma (da papa, vedi Paolo VI ad es).
So che per voi è un concetto arduo, ma Martini ha tutta la mia stima proprio perchè ha testimoniato (a differenza di altri) che il bene più grande è non spezzare la comunione, anche se si critica e si hanno idee diverse. Mai le sue idee hanno fomentato la divisione, ma piuttosto la riflessione. Non l’hanno ascoltato per ora? Poco importa, lo ascolteranno più avanti, come spesso è successo nella storia della chiesa.
I testi sacri poi certo sno quelli, ma l’ermeneutica si approfondisce nel tempo e l’apporto di martini resta un faro anche per le generazioni future.

@asatan

sai perchè sono passati a razt? Perchè lui stesso era uno dei favoriti (probab indicato da GPII stesso) e quando è venuta meno la candidatura di Martini, anche i martiniani (non avendo un altro candid altrettanto autorevole) hanno dirottato il loro voto su ratz. Ovviamente ci sono volute più votazioni, ma poi è prevalsa l’idea del voto più unitario possibile. La prossima volta (non credo sarà tra molto visto che B16 non sta affatto bene anche se non si dice) staremo a vedere…

Dirladada

@ Valentino
Hai perfettamente ragione io l’ho sempre pensata in questo modo sui preti alternativi.

zorn80

Wa uno così era addirittura un papabile? Ma sarebbe stato un milione di volte meglio di quello che ci ritroviamo!!!! Peccato che avesse il morbo 🙁

vico

che occasione perduta x la chiesa, sarebbe stato un gran papa.

Sergio

Buona la replica di Fra Pallino a Valentino Salvatore, ma la impietosa critica di quest’ultimo purtroppo è perfetta. Non bisogna nemmeno dimenticare che Martini è molto osteggiato negli ambienti cattolici: la sua modesta e tardiva apertura al preservativo per le coppie sposate con un sieropositivo (!!!) è stata seppellita dagli insulti. Lo si è persino accusato di eresia.

Un Martini papa sarebbe stato sicuramente una buona cosa “per tutti” (credenti e non credenti). Non avrebbe per esempio rotto l’anima dalla mattina alla sera con i valori non negoziabili (che si riducono poi alla gestione della sessualità con annessi e connessi – il chiodo fisso della Chiesa).

Ricordo una definizione feroce di Martini da parte di Testori: “il cardinale camomilla”. Uno cioè che fa dormire, incapace di uno scatto, di un’invenzione, di autentica novità.
Martini è umanamente un personaggio gradevole e modesto, ma purtroppo ha proprio ragione Salvatore.

Sergio

Intendevo ovviamente “le coppie sposate in cui un partner è sieropositivo”.

Pietro Schioppetto

Come si suol dire ” si sta togliendo diversi sassolini dalla scarpa ” tanto ormai : senza incarichi , senza diocesi con il Parkinson che avanza … qualche soddisfazione se la può anche togliere.

Bruno Gualerzi

Scrive Valentino: “Il problema di queste personalità è una sorta di circolo vizioso ideologico…”
Molto ben detto, e da sottoscrivere assieme a quanto scritto in precedenza…

Lo trovo però un pò contraddittorio con quanto auspica invece subito dopo, in chiusura: “Quand’è che si decideranno a fare una bella riforma protestante anche in Italia?”

Affermazione da sottoscrivere, ed eventualità auspicabile, naturalmente, se messi in relazione, appunto, con il livello del mondo cattolico italiano (o cattolico in generale), non vedo però come una mentalità ‘riformata’ (nel senso di Riforma protestante) eliminerebbe in quanti vi approdassero il circolo vizioso in cui si contorcono. Forse modificherebbero, ‘riformerebbero’, la Chiesa (come fece Lutero, sia pure in tutt’altro contesto), ma perpetuerebbero solo (sempre come fece Lutero, sia pure in tutt’altro contesto) l’equivoco di fondo connaturato alla fede religiosa. Auspicabile nella contingenza anche per una possibile cultura atea, sarebbe per la stessa poco ‘utile’ a tempi lunghi.
Vado cercando il classico ‘pelo nell’uovo’? Forse, ma la cesura atea o è radicale, o rischia di essere sempre riassorbita nella cultura religiosa.

Sergio

Sì, in effetti ha ragione Bruno G.: una riforma protestante giungerebbe oggi davvero fuori tempo massimo. L’unica riforma ancora concepibile è lo scioglimento dell’associazione essendo venute meno le sue ragioni d’essere.

Daniela M

@Bruno Gualerzi
“modificherebbero, ‘riformerebbero’, la Chiesa (come fece Lutero, sia pure in tutt’altro contesto), ma perpetuerebbero solo (sempre come fece Lutero, sia pure in tutt’altro contesto) l’equivoco di fondo connaturato alla fede religiosa.”

In Italia i protestanti sono sopratutto valdesi, che vivono la religione nel totale rispetto della laicità e delle prerogative dello stato. Non si tratterebbe di riformare dunque la chiesa cattolica, ma di negarne il totalitarismo. Se in Italia ci fosse solo la fede protestante, si vivrebbe tutti quanti meglio, e ci sarebbero meno posizioni negative sulla religione, proprio perchè la religione non sarebbe più lo spazio di prevaricazione che è adesso, ma spazio di fede condivisa, per una comunità che si pone in servizio e non cerca il potere.

Giovanna

Ho molto apprezzato l’analisi di Valentino Salvatore e concordo in pieno con il concetto della “trasgressione calcolata” di alcuni esponenti del clero, che dal punto di vista umano restano comunque persone assolutamente ammirevoli. Sono tuttavia perplessa sul fatto che venga auspicata una sorta di riforma protestante. Anch’io, come Bruno Gualerzi, vedo il rischio che il pensiero ateo possa in qualche modo essere “addomesticato” e perdere vigore in un contesto religioso più mite. Sono infatti convita che l’attuale clima rigido e demodé rappresentato da B16&Co. non possa che far bene alla causa atea e laica.

Bruno Gualerzi

@ Daniela M.
Anch’io ho versato l’8×1000 alla chiesa valdese (e il 5X1000 a UAAR), e figurati se non concordo con te quando dici che in Italia si vivrebbe meglio se ci fosse solo la fede protestante… ma da un lato mi riferivo al punto in cui sono ormai le cose (si sarebbe ‘fuori tempo massimo’, come annota Sergio), e soprattutto, dall’altro, parlavo dal punto di vista del possibile affermarsi di una cultura atea.

Magar

Neanch’io credo che “una bella riforma protestante” sia particolarmente utile alla laicità dello stato. Certo, da lì possono uscire chiese estremamente, tolleranti e rispettose, come quella valdese; ma possono venir fuori anche i predicatori evangelical che tanto amano il creazionismo, e cercano di imporne lo studio nelle scuole!
Una chiesa “riformata” (in senso lato) sarebbe meno gerarchica e, per così dire, più “popolare” (o meglio, “populista”), ma il dogmatismo resterebbe lo stesso (ovvio: è una fede, no?), e al posto di un faraone chiuso nei palazzi vaticani avremmo tanti capipopolo nelle piazze. Non vedo il vantaggio.

(Per inciso, temo che la tolleranza dei valdesi dipenda più dall’essere stati minoranza discriminata per secoli, che non dall’essere protestanti…)

Daniela M

@magar
(Per inciso, temo che la tolleranza dei valdesi dipenda più dall’essere stati minoranza discriminata per secoli, che non dall’essere protestanti…)

falso. Mi sembra una considerazione fuorviante. Non capisco perchè la tolleranzza debba essere spesso associata al prendere bastonate…
la tolleranza dei valdesi viene proviene: 1- dal fatto che il fondatore fu un tale Valdo, contemporaneo di san Francesco, come lui predicatore di povertà e fratellanza, solo che Francesco era organico al potere della chiesa, Valdo no
2- dal fatto che i valdesi aderirono alla riforma ginevrina, e dunque furono molto vicini alla temperie culturale europea (non italiana, per fortuna!), con tutte le conseguenze benefiche che ne derivarono (illuminismo, tolleranza settecentesca, difesa dei valori di libertà e di laicità).
3- dal fatto che tra i valdesi ci furono grandi intellettuali, che portarono avanti una chiara definizione di laicità e di separazione tra stato e chiesa.
Dunque: tanto pensiero e ragionevolezza, niente fanatismo.

Per il resto, la chiesa riformata (almeno quella europea, l’evangelicalismo americano è una realtà molto localizzata e storicizzata) non è dogmatica, nel senso che, pur avendo dei fondamenti di fede, accetta un cammino dinamico di revisione critica, riconoscnedo al solo vangelo il ruolo di discriminante. Le persone non hanno infallibilità, non esiste gerarchia come nel clero romano (solo operativa, di amministarzione e regolazione), infine non c’è clero, ma uguaglianza di tutti.

Valentino Salvatore

Chiaramente, fra Pallino, capisco il punto di vista della tua analisi, solo che mentre noi “aspettiamo” che la Chiesa lentamente evolva (non a caso) e che la prossima (non questa) generazione di sacerdoti sia più al passo coi tempi, qui si giocano partite politiche, culturali e sociali importantissime. Dopotutto, ha vinto la linea Ratzinger e non quella Martini: questo è già di per sè indicativo; e Ratzinger ha evidentemente molto più controllo rispetto a Martini sulle istituzioni e la cultura vaticana, e la sua linea pesa molto di più (anche perchè è molto simile a quella di Giovanni Paolo II, di cui non a caso era un uomo d’apparato). So che i margini di apertura della Chiesa possono esistere, ma esistono anche parecchi precedenti che dimostrano il contrario ed esistono dei limiti strutturali che la stessa Chiesa non può per definizione superare, altrimenti non sarebbe più “la” Chiesa; di come queste aperture siano state più apparenti che reali e sostanzialmente soffocate proprio dall’interno: esempio classico, il modernismo cattolico, affondato, scomunicato e addomesticato agli inizi del ‘900 (con la briscola del giuramento antimodernista, poi ritirato, ma che di fatto ancora aleggia); altro esempio, il Concilio Vaticano II, che l’ultimo papa va silenziosamente smantellando, o comunque anestetizzando.

La mia considerazione finale sulla riforma protestante era soprattutto un’annotazione ironica. Bruno, sull’analisi riguardante la ricostruzione di circoli viziosi simili a quelli cattolici in un contesto protestante (Lutero era agostiniano, di fatto un “fondamentalista”, e non a caso Ratzinger lo ha “rivalutato”), hai perfettamente ragione – dopotutto, i testi e il fondo dogmatico-ideologico sono quelli: la differenza tra cattolicesimo e riforma, per come la vedo, è di grado – anche se la riforma ha avuto una sua utilità come fa notare Daniela (dal punto di vista culturale la differenza tra paesi protestanti e cattolici oggi è palese).

Daniela M

@Bruno

perchè fuori tempo massimo? A me sembra invece che sia giunto proprio il tempo giusto perchè maturi la migliore alternativa possibile al cattolicesimo romano, e cioè proprio una religione, come quella protestante moderna, che sappia riconoscere il suo ruolo all’interno del pluralismo culturale, senza prevaricare e dare lezioni di morale unilaterale. Secondo me, da parte delgi atei, bisognerebbe agevolare maggiormente la crescita di spazio di religioni come la protestante (im primis valdese), perchè sottrarrebbero spazio e risorse all’elefante romano. La gente identifica la religione con il cattolicesimo, e questo è profondamente sbagliato. Il fenomeno religioso, ineliminabile in quanto fenomeno umano, può essere educato alla convivenza, al dialogo, proprio tramite una cultura dell’alleanza tra voci ragionevoli e concordi. L’ateo può benissimo collaborare (e lo fa già) con un valdese o un luterano, perchè condividono i medesimi scopi sociali, di solidarietà, di tolleranza…Perchè rovinare tutto questo fermandosi ai principi che muovono le azioni?

Roby 74

Carlo Maria Martini non è “l’unica voce fuori dal coro”.
Vorrei ricordare che lo stesso cardinale Ratzinger, quando era Prefetto per la Dottrina della Fede, criticò la spocizia nella Chiesa durante la Via Crucis del Venerdì Santo del 2005 (l’ultimo Venerdì Santo di Giovanni Paolo II).
Nella meditazione alla 9^ stazione della Via Crucis, l’allora cardinale Ratzinger così si espresse:

“Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).”

merula

@ Daniela
Francesco – mi risulta – non era di per sé organico al potere; l’hanno reso organico con la canonizzazione quasi immediata e la costruzione di tutto l’apparato ideologico, dalla biografia all’architettura alla pittura (il ciclo “giottesco”).

Giovanna

@ merula

Infatti la “costruzione” di santi è da sempre l’attività principale del cattolicesimo..

Giovanna

Ho appena sentito il TG2: da come hanno parlato dello “storico” incontro tra nano ridens e B16, non escluderei che tra qualche anno possano fare santo anche il nanetto…

Giovanna

Ovviamete nel mio commento di prima non intendevo affatto paragonare Francesco d’Assisi al nano ridens ma semplicemente ricordare come la CCAR fabbrichi i santi ad hoc a seconda delle circostanze storiche…

Daniela M

@merula
A mio parere Francesco era organico, infatti aveva chiesto al papa l’accettazione della sua regola monastica, e sappiamo tutti con quali tribolazioni ebbe alla fine il placet. Nonostante egli sia stato anticonformista nel suo apostolato, rimase comunque fedele alla chiesa di Roma. In questo, lo vedo organico. Mentre Valdo, non accettando l’autorità del papa, fu bollato come eretico.

Daniela M

@Giovanna

guarda ne sono strasicura, tra qualche anno faranno il nano quanto meno beato, accetto scommesse..

Giovanna

@ Daniela M

Speriamo davvero!! Sempre meglio sugli altari di chi lo vorrà venerare che a Palazzo Chigi!

Daniela M

@Giovanna

beh, allora speriamo che diventi santo subito, e dunque…

Daniele

quoto Roby 74
Vorrei solo aggiungere che la tesi del Cardinal Martini è stata già espressa ( in vario modo) da molti prelati in passato. Non solo Ratzinger, ma anche il compianto Mons. Bello, Don Giussani e tanti altri.

Valentino Salvatore

Diciamo che è pure una tendenza tipica del cattolicesimo quella di stracciarsi le vesti – puntando molto sulla retorica e sull’emozione e concludere poco per risolvere i problemi (oppure puntando proprio sulle stesse vecchie formule).

Giovanna

@ Valentino Salvatore

Perfetta la tua puntualizzazione. Infatti la ccar ha spesso usato la formula dei mea culpa quando si è vista costretta dalle circostanze storico-culturali.

Daniela M

attenzione! Ratzinger una volta diceva cose progressiste, poi ha cambiato rotta.
mentre Martini è sempre stato coerente nel suo porsi fuori dal coro. Non mischiamo l’oro col bronzo!

merula

@Daniela M
D’accordo sulla differenza tra Francesco e Valdo.
Circa la giravolta di Ratzinger, leggere le memorie di Kueng, appena pubblicate da Diabasis.

Bruno Gualerzi

@ Daniela M.
Il tuo sarebbe un discorso assai ragionevole, e condivisibile, se fosse realizzabile in un contesto, intanto nazionale, che – a mio modo di vedere – non è più permeabile ad alcun vero cambiamento. Il ‘fuori tempo massimo’ è da iintendere, in altre parole, riferito ad un paese dove, se una ‘riforma protestante’ non c’è stata a suo tempo, le conseguenze di questa mancata riforma si sono concretizzate in una controriforma che lo ha inquinato irreparabilmente e che nessun Risorgimento ha saputo riscattare. E non c’è riuscita nemmeno la Resistenza, che poteva essere il vero Risorgimento, ma che al di là della elaborazione di una Costituzione tanto valida quanto puntualmente disattesa, non è stato in grado di andare. Come il presente ogni giorno ci costringe a verificare.
In secondo luogo io credo – per dirlo in modo che andrebbe ben più argomentato di quanto non lo possa fare qui – che l’ateismo sia troppo storicamente ‘debole’ per poter collaborare con una qualsiasi religione positiva senza rinunciare, rischiando di snaturarsi, a quella coerenza concettuale che è, ora come ora, la sua sola vera forza.

Daniele

A proposito della differenza tra San Francesco e Valdo:
Francesco non fu mai sfiorato dall’idea di una Chiesa senza Papa e i papi riconobbero che la chiesa non avrebbe espresso tutta la sua capacità di radicalità evangelica senza accogliere il dono che le proveniva da Assisi , come grazia di purificazione e di rinnovamento. Senza Cristo e senza la Chiesa, San Francesco sarebbe incomprensibile.

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