Grana sindacale per papa Ratzinger. Due anziane monache di clausura incatenate a un lampione. In piazza San Pietro, prima dell’Angelus, davanti a fedeli un po’ basiti e a telecamere piuttosto eccitate. Difficile capire se all’origine della plateale manifestazione ci sia una fede incrollabile, o semplicemente l’età che avanza. Resta la motivazione: le due religiose chiedono vigorosamente di tornare nel proprio convento di clausura, da dove qualcuno – dicono – le ha «buttate per strada come sacchi di pattume, dopo rispettivamente cinquanta e sessant’anni di vita monastica».
Da epoche immemorabili, le faccende interne ai monasteri risultano intricate e misteriose. Sotto gli occhi molto pazienti del grande datore di lavoro, l’umanità e le piccinerie si insinuano tra le fessure delle antiche mura, scatenando intrighi e rancori. Il caso della priora Albina Locantore, 73 anni, di Pisticci, Matera, e della sua consorella suor Teresa Izzi, 79 anni, di Fondi, Latina, sembra uscire direttamente dai racconti molto prosaici di una certa letteratura medievale. Ufficialmente si sa che le due carmelitane lasciano il monastero di Santa Maria del Carmine, a Camerino, nel 2005. Escono dalla clausura con tanto di autorizzazione della Curia e della Congregazione: la priora deve sottoporsi a un intervento chirurgico, l’altra le fa da accompagnatrice. Lasciato l’ospedale, vanno a trascorrere la convalescenza in casa di conoscenti, a Modena. Ma quando tornano al monastero, due mesi dopo, trovano il portone sbarrato. Non le vogliono. Nei modi discreti e ovattati che le sono propri, la Curia fa sapere che questa è la cosa migliore. Nei modi molto meno discreti e ovattati che le sono propri, la stampa spiega che all’origine dell’ostracismo c’è un’inchiesta penale. Le due anziane consorelle sarebbero in qualche modo associate a una figura laica misteriosamente comparsa dentro il convento, un ex carabiniere poi divenuto factotum, in seguito sotto processo per truffa e circonvenzione d’incapace, nel senso che avrebbe maneggiato in modo non esattamente irreprensibile i denari e i beni del monastero, abitato ormai da solo nove suore.
Senza esclusione di colpi, la battaglia va avanti ormai da parecchio tempo. A un certo punto viene proposto l’ingresso in un altro monastero, ma le due vegliarde non arretrano di un millimetro: rivogliono le proprie celle. Dal convento, le consorelle ribattono però che la questione è chiusa: «Non le abbiamo cacciate, se ne sono andate spontaneamente. Non hanno più niente a che fare con noi, perché sono ormai secolarizzate da un anno». Quanto al vescovo di Camerino, cui tocca per giurisdizione la polpetta avvelenata, annuncia che nelle prossime ore pubblicherà una nota ufficiale.
[…]
L’articolo completo di Cristiano Gatti è consultabile sul sito de Il Giornale
Non vorrei sembrare triviale nè tantomeno qualunquista… ma un bel “chi se ne importa!!!” non sarebbe il miglior commento?
@ Stefano
Della serie i nemici dei miei amici sono i miei amici… No!
Sembrerà cinico, ma secondo me qualsiasi protesta che perori la nostra causa e sveli i retroscena ambigui dell’ambiente ecclesiale è a nosto favore!
@ Nietzche
Queste suore non perorano la nostra causa. E il fatto che svelino alcuni retroscena conta ben poco, visto che non è che la cosa sia messa bene in evidenza dai media (specialmente i
TG; i giornali già approfondiscono un po’ di più ma neanche troppo).
Rivogliono la comoda vita che facevano prima, tutto qui.
Ma la maggior parte della gente, se mai avrà modo di accedere a questa notizia, penserà semplicemente: -Povere suore…-. Tutto qui.
Anch’io, come Nietzche, provo una certa soddisfazione nel consatatare che le “bassezze umane” non risparmiano nemmeno gli ambienti che ipocritamente si richiamano a valori spirituali. Tuttavia sono d’accordo con Stefano Bottoni sul fatto che tale soddisfazione possa restare ben magra. La maggior parte delle persone di mia conoscenza, che si professa più o meno credente, ammette apertamente che suore, preti e compagnia “bella” possano cedere alle più banali debolezze, senza tuttavia perdere quell’assurdo alone di rispettabilità che viene loro garantito dal fatto di essere “consacrati”. A mio parere è proprio questo immotivato rispetto per l'”abito” che ha sempre fatto il gioco del monaco!
Se è vero quello che ho letto… Le due suore sono uscite dal convento PER CURARSI. questo fatto le ha SECOLARIZZATE. e quindi non piu adatte ad essere suore di clausura.
ERGO DOVEVANO SCHIATTARE IN CONVENTO E QUINDI DIVENTARE SUORE INTEGERRIME E OLTRETUTTO SANTE. Sai che bello vedere le proprie giganto immagini affisse su San pietro mentre vengono indicate come Sante. (perchè se non lo sapete sono gli uomini che dicono a Dio chi deve essere santo o meno) 🙂 eh beh.. mica briscole.
Chiedono giustizia al papa.
Somigliano all’agnello che, avendo litigato col lupo, chiede giustizia al leone.
8 X 1000 AI VALDESI
5 X 1000 ALL’UAAR
incatensassero er papa!
“le due religiose chiedono vigorosamente di tornare nel proprio convento di clausura”
l’avete fatto il voto di obbedienza? e allora OBBEDITE.
hehehe dopo aver passato una vita a mangiare e bere a ufo ora che fanno x strada?
Anche quelle due vecchiette hanno potuto vedere il vero volto dell’istituzione a cui si sono affidate. Onestamente ho davvero pietà per loro perchè la chiesa si è approfittata della loro ingenuità per sfruttarle in quanto mano d’opera a bassissimo costo. Ora se ne sono accorte ma è troppo tardi. Sicuramente qualche ente laico si prenderà cura di loro!
altre due persone inadatte a riprodursi come il vescovo del precedente articolo
che fanno compagnia a b16 (tutti impotenti)
PORTIAMO L’ATTACCO AL CUORE DEL PAPATO, TUTTO IL POTERE AL CHIERICHETTO ARMATO.
va bene anche se al posto del chierichetto ci mettiamo 2 suore 🙂
A me fanno un po pena. 50 e 60 anni di vita di clausura o in parole più semplici, di vita sprecata. Poi è assurda la risposta del vescovo: “Ormai sono secolarizzate da un anno”. Cos’è la secolarizzazione un virus che si prende appena usciti dai conventi? Mi viene in mente lo sketch di paola cortellesi sulla laicità. Forse il vescovo lo ha preso sul serio.
la maggior parte dei preti e delle suore o è pentita ma continua per la pagnotta e perché ormai la propria vita ha quel corso o è (diventata) falsa “come Giuda” e si rifà buttandosi nella carriera e nell’accumulare ricchezze
HEHEHE BRAVE! sono uscite fuori della “CLAUSURA” in grande stile 🙂
Ma la “Clausura”, anche se accettata quale scelta personale e volontaria, può essere ritenuta una pratica legale nel nostro ordinamento?
Può essere consentito l’esistenza di luoghi dove delle persone vengono segregate e gravemente limitate nei modi e nelle possibilità di vita??
@Leo55
se lo stato deve ficcare il naso nei conventi ci si appella all’extraterritorialità, al concordato …
In casi del genere invece ci si appella allo stato assistenziale e la chiesa si scrolla qualsiasi responsabilità invocando la “giusta causa”. 2 pesi 2 misure
8 X 1000 AI VALDESI
5 X 1000 ALL’UAAR
Il problema è che nel 2008 ci sono ANCORA i monasteri di clausura !!!!!!!!!!!!!!
@ Francesco M.Palmieri
se qualcuno vuole rinchiudersi una vita intera in un monastero a pregare, fa parte delle sua libertà. E’ quando pretende di essere mantenuto da me che avverto un certo fastidio…
Comunque, se si rinchiudessero nei monasteri tanti “alti prelati” forse staremmo tutti meglio!
Eloquente in merito l’assordante silenzio del Vaticano e la mancata indagine di approfondimento dei nostri media, sempre pronti a ficcare il naso nelle vite private di veline velone trote e trotoni assortiti ma stranamente silenziosi quando c’è puzza d’incenso e di scandalo finanziario nelle “auguste stanze”.