Se il «Padre Nostro» riesce a dire tutto in 56 parole, non ne sono bastate il quadruplo al Vescovo di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli. Il monsignore doveva spiegare perché ha rifiutato il matrimonio religioso a un ragazzo che, semiparalizzato in un incidente stradale, forse non potrà mai avere dei figli. Ha preferito evitarlo.
Il comunicato della Curia rivendica che la scelta è stata fatta con «attenzione e amore», «rispetto e discrezione». Che le «notizie di stampa circa decisioni ecclesiastiche e divieti in ordine alla celebrazione di un matrimonio debbono indubbiamente qualificarsi non solo come infondate, ma anche come un’operazione di sciacallaggio». Che «sono state offerte tutte le motivazioni di una realtà che non dipende né da discrezionalità di giudizio né da intenzionalità dei soggetti». Che «la riservatezza è d’obbligo e la privacy è diritto». Che «tutto è stato fatto nella condivisione sincera della situazione e con ogni attenzione umana e cristiana». Perché sia stata presa quella decisione, una coltellata nell’anima di quel ragazzo di 25 anni già ferito nel corpo dallo schianto ai primi di maggio, non è spiegato affatto. Come non è spiegato perché, dopo avere ottenuto una lettera in cui i due giovani fidanzati confermavano per iscritto la loro volontà di sposarsi nonostante il colpo durissimo che avevano subito, monsignor Chiarinelli non abbia avvertito l’opportunità di ascoltarli di persona.
La sua risposta, ha scritto Arnaldo Sassi sul Messaggero, è stata «non possumus », senza tanti giri di parole, perché non è certa, da parte di lui, la capacità di procreare. «Impotenza copulativa ». I due ragazzi si sono sposati lo stesso, ieri mattina, nell’ospedale romano dove lui è ancora ricoverato. Matrimonio civile. Nel giorno stesso in cui erano state fissate le nozze prima di quel terribile incidente stradale. Hanno giurato di amarsi e rispettarsi nella buona e nella cattiva sorte, che già li ha messi alla prova. E dicono le agenzie che hanno levato il calice in un brindisi e tagliato la torta e sorriso tra parenti e infermieri. Dio li benedica. E’ un peccato, però, che il vescovo non abbia sentito il bisogno di spiegare meglio la scelta fatta. Non solo per quei due sposi respinti, ai quali resterà per tutta la vita l’amaro in bocca, ma per tanti credenti che, con tutto il rispetto per madre Chiesa magistra vitae e la sua secolare saggezza, faticano a capire.
Tanto più che la storia dei rapporti con la disabilità ha visto straordinari esempi di generosissima dedizione di preti e suore e cristiani al capezzale di chi soffre. Ma è stata segnata anche da una serie di incomprensioni e ostilità che, rilette con gli occhi di oggi, gelano il sangue. Basti ricordare come la deformità, nonostante grandi figure quali sant’Ermanno il Rattrappito (il quale era tutto storto, gobbo, incapace perfino di stare seduto ed era stato dai medici dell’epoca catalogato quasi come un demente, ma era un santo) sia stata per secoli associata al male, al peccato, all’offesa a Dio. E non si trattava solo di rappresentazioni iconografiche in cui Satana era storpio, orrendo, mostruoso. San Gregorio Magno, che aveva un’idea del corpo quale una specie di involucro ripugnante che ricopre l’essenza, era convinto che «un’anima sana non albergherà mai in una dimora malata ». Le leggende medievali bollavano i deformi come frutti del peccato e il « Malleus maleficarum », cioè quella specie di manuale di caccia alle streghe redatto nel 1486 dai domenicani Jacob Sprenger ed Heinrich Kramer, arrivò a ipotizzare che fossero concepiti in un rapporto carnale col demonio. Certo, la « Taxa camarae » di Leone X, il tariffario delle indulgenze dove si legge che «i laici contraffatti o deformi che vogliano ricevere ordini sacri e possedere benefici, pagheranno alla cancelleria apostolica 58 libbre» e che «uguale somma pagherà il guercio dell’occhio destro, mentre il guercio dell’occhio sinistro pagherà al Papa 10 libbre», sarebbe un documento falso o per lo meno «aggiustato » per ragioni polemiche dai luterani.
Ma è lo stesso Catechismo Tridentino a disciplinare, a proposito dell’Ordine sacerdotale, che «non devono essere promossi agli ordini i deformi per qualche grave vizio corporale e gli storpi. La deformità ha qualcosa di ripugnante e questa menomazione può ostacolare l’amministrazione dei sacramenti ». Quest’idea dell’interferenza del Male nella disabilità, già presente in Dante quando parla dell’epilessia («E quale è quei che cade, e non sa como / per forza di demon ch’a terra il tira») è rimasta a lungo, purtroppo, conficcata nella carne stessa di tanti cristiani. Lo dice la delibera del IV Concilio del Laterano dove si rileva che «l’infermità del corpo a volte proviene dal peccato». Lo conferma il saggio dell’enciclopedia Treccani su «Infirmitas, terapia spirituale e medicina» dove si spiega che la malattia è per molto tempo «uno dei tria mala che caratterizzano la natura e la storia dell’uomo da quando Adamo, con il peccato, ha perduto per sé e per la sua progenie anche l’integrità del corpo di cui godeva».
«E’ l’operato diabolico che ingenera, favorisce e aggrava le malattie nervose, l’isteria, l’epilessia e la follia ma, come l’acqua santa del battesimo scaccia il demonio e lo stesso elemento, spruzzato “sui frutti della terra, sulle viti e sugli alberi, sulle abitazioni dell’uomo, sulle stalle e sulle greggi” è “rimedio e soccorso contro i malefici di Satana”» scrive Paolo Sorcinelli nel libro «Il corpo e l’acqua», «Ugualmente, nei casi delle malattie della psiche, insieme al medico va chiamato anche il sacerdote e le medicine, prima di venir sommi-nistrate, devono essere benedette e asperse con l’acqua santa». Certo, è cambiato tutto. E mille uomini di Chiesa hanno dato mille volte prova di avere oggi un rapporto con la disabilità generoso, spesso eroico e profondamente diverso dal passato. Proprio per questo, però, davanti a un episodio che ferisce due ragazzi già provati dal dolore come quei due sposini di Viterbo, uno si chiede: ma perché?
L’articolo di Gian Antonio Stella è tratto dal sito de Il Corriere della Sera
In un’intervista a SkyTg24 (visibile sul loro sito) la curia spiega che il paraplegico si è dichiarato ATEO e si è rifiutato di seguire il corso prematrimoniale.
Quindi non si capisce dove sia lo scandalo.
non sono riuscito a leggere fino in fondo l’articolo perchè ho avuto una accelerazione del battito cardiaco e la pressione a mille… Mi è bastato “leggere che la scelta è stata fatta con «attenzione e amore», «rispetto e discrezione». Che «tutto è stato fatto nella condivisione sincera della situazione e con ogni attenzione umana e cristiana». Due parole CHE SCHIFO!!!
Ogni persona che HA DAVVERO carita cristiana non puo non indignarsi di fronte a tanta ignoranza, cattiveria che oltremodo viene spacciata come “amorevole e negli interessi dei soggetti”.
Puoi avere erezioni? sei adatto a sposarti. Non puoi avere erezioni? e quindi non puoi procreare? ci spiace tanto ma il cristianesimo non prevede cio. sei un cristiano di serie B.
P R O C R E A Z I O N E I N V I T R O … parole sconosciute? e non vado oltre.
vado a sbollire la rabbia. !!
@ Aldissimo
Ma la decisione è stata presa perché è paraplegico o perché ateo?
Sinceramente non so più cosa pensare. In ogni caso secondo me è meglio che la chiesa si mostri per quello che è. Dopotutto stiamo paralando di un matrimonio religioso, gravissimo è invece l’esisodio di annullamento di un matrimonio in Francia per errore sulla verginità. Questa volta da parte delle giustizia laica.
Non ho parole. Sgomento e tristezza nel vedere come addirittura un Vescovo può fare è esattamente il contrario del Vangelo, dell’insegnamento di Cristo. Caro Chiarinelli, non osi separare ciò che Dio vuole unire!
Ma poi la chiesa non sposa le donne ultracinquantenni?
Pare che ci sia dell’altro non detto (cosa che però non è stata rilevata dall’articolo di Stella).
COMUNICATO DELLA CURIA DI VITERBO di ieri 8 giugno
“È per noi dovere, ed è scelta che nasce da attenzione e amore, circondare di rispetto e discrezione quanto tocca la vita delle persone e le ragioni spesso drammatiche, che ne ispirano i comportamenti.Notizie di stampa – diffuse sabato 7 giugno – circa decisioni ecclesiastiche e divieti in ordine ad una celebrazione di un matrimonio debbono indubbiamente qualificarsi non solo come infondate, inesatte e mistificatorie, ma anche come un’operazione di “sciacallaggio”. I termini della questione non sono quelli raccontati in cronaca. A chi di dovere sono state offerte tutte le motivazioni di una realtà che non dipende né da discrezionalità di giudizio né da intenzionalità dei soggetti. La nota del sociologo in merito all’episodio offre, al riguardo, già delle suggestioni utili di valutazioni, oltre alla correttezza delle espressioni. Ma la riservatezza è d’obbligo, e la privacy è diritto. Tutto è stato fatto nella condivisione sincera della situazione e con ogni attenzione umana e cristiana: il precetto d’amore di Cristo è per noi, sempre, norma di vita, nell’ordinario e nello straordinario. Le inadeguate, presuntuose o falsificate interpretazioni ci dispiacciono. E ne va chiesto conto ai responsabili. Ma l’amarezza non fa che aumentare la solidarietà affettuosa per chi è in sofferenza e ricordare che “la verità vi farà liberi”. 7 giugno 2008″.
Quidi ritiro il mio commento precedente, mi astengo dal giudizio non conoscendo bene i fatti.
“E’ l’operato diabolico che ingenera, favorisce e aggrava le malattie nervose, l’isteria, l’epilessia e la follia”
è la prova che gli appartententi alla CCAR sono diabolici!
Io conosco la storia, perchè sono di Viterbo, tra l’altro l’ho anche segnalata qui all’UAAR.
I due ragazzi avevano deciso di sposarsi in chiesa, comunque, anche se lui era ateo, e la data della nozze era stata fissata a sabato scorso. Poi agli inizi di maggio c’è stato il terribile incidente, e, una volta superata la prima emergenza, ma constatato che il ragazzo, per ora, non può procreare naturalmente, i due hanno deciso di confermare la data delle nozze.
A questo punto però interviene il loro parroco, che, in un eccesso di zelo, ha chiesto un parere al Vescovo Chiarinelli sulla possibilità di sposare i due dato che lui era impotente.
Il Vescovo, SENZA interpellare nessuno, ha deciso che i due non potevano sposarsi in chiesa.
Sabato scorso, quindi, un delegato del sindaco è andato in ospedale e ha sposato civilmente i due, e, udite udite, alla presenza del loro parroco, che ha comunque benedetto gli anelli nuziali!
Questo è quanto. Questo episodio si associa sicuramente al caso dei funerali religiosi vietati a Welby, e testimonia quanto poco interessi alla Chiesa dell’amore e della vera essenza dell’anima della gente, e quanto invece più interessino i buoni, anzi, ottimi rapporti con i governi, per ottenere dei vantaggi puramente economici.
Se uno dei due sposi è ateo, il matrimonio in chiesa si può ancora fare con rito misto (come se l’ateo fosse di altra fede). Quindi la situazione non è chiara.
Ciò detto, gioisco ogni volta che una coppia sceglie il matrimonio civile di fronte a queste reticenze dei preti.
Lo dice anche la bibbia: “non entrerà nella casa del signore chi ha il membro mutilato…”
Nel deuteronomio mi pare.
la Chiesa, come nel caso dei funerali negati a Welby, dimostra che l’interesse che ha per l’amore e l’anima dei suoi fedeli è molto bassa rispetto all’interesse che ha per i buoni rapporti con i governi e le leggi che possano portarle vantaggi economici.
come sempre è solo odio contro la Chiesa…..non vi interessa di capire….
….allora un vasectomizzato e una isterectomizzata, se la cosa fosse risaputa, non potrebbero celebrare le nozze in chiesa…:-D
L’ennesima prova che il matrimonio canonico è una pagliacciata..
@Flavio:
però tieni presente che dubito si possa fare quello concordatario se uno dei nubendi è ateo, potrebbe essere questo il problema
comunque se ricordo bene in diritto canonico l’impossibilità di copulare e di generare o anche una sola delle due rendono nullo il matrimonio quindi non è tanto strana la decisione della curia, quanto il fatto che c’è ancora gente che ritiene il matrimonio con celebrazione cattolica una scelta preferenziale, non si capisce bene per quale motivo, visto che anche con il rito civile, volendo, si possono organizzare cerimonie pompose
Ma questo è nazifascismo non cristianesimo
Il prete è il peggior nemico dell’ uomo(garibaldi)
semplice , risolvere il problema………stare il piu’ lontano possibile dalla chiesa.
Mi chiedo come mai certa gente vuole a tutti i costi far parte di quella cricca, quando sono piu’ che evidenti le incongruenze.
Forse pensano che il monopolio di dio ce l’hanno solo loro e da loro devono passare……
che tristezza……cercare a tutti i costi di farsi del male.
SE si ritiene che il matrimonio in Chiesa sia cosi’ importante, allora bisogna accetarne tutte le conseguenze. La chiesa ha il diritto di sposare chi vuole, e di rifiutare il matrimonio secondo le sue consuetudini. Quello che e’ scandaloso e’ che c’e’ gente che cerca ancora con tanta bramosia di essere “accolto” in questa organizzazione e che cose come il matrimonio religioso abbiano valore legale!!!!!
La Chiesa ha tutto il diritto di decidere le sue regole interne, anzi fosse per me dovrebbero essere più severi con chi si sposa in Chiesa, perché il 70% lo fa solo perché è scenico, non perché sia realmente religioso. Il problema sono tutti questi che credono che ci si debba sposare per forza, che il matrimonio debba per forza essere in Chiesa, che si debbano spendere in un giorno migliaia di euro per vestito-pranzo-confetti-cazzatine varie. Se la gente usasse il cervello le chiese sarebbero solo splendidi musei senza preti, sorvegliati da dipendenti dei Beni Artistici.
Un altro ottimo motivo per starne lontani 😀
sono di viterbo. la vicenda mi ha talmente schifato che questa settimana invierò il modulo per lo “sbattezzo”. questa storia, che ha coinvolto tra l’altro ragazzi di mia conoscenza, è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso di disgusto nei confronti della chiesa cattolica. ritengo infatti ormai un’offesa alla mia dignità essere considerato cattolico, ovvero membro di questa arrogante e perversa setta cristiana. non è una questione di essere o non essere religioso, cristiano o non cristiano: si tratta piuttosto di non volere essere considerato cattolico, mai e da nessuno. io mi vergogno di essere membro della chiesa cattolica, sebbene non sia né credente né tantomeno praticante, e vi appartenga solo formalmente. non voglio mai più avere nulla a che fare con la chiesa cattolica nemmeno sulla più insignificante carta conservata nella più sperduta parrocchia.
trovo inoltre oscena e mostruosamente arrogante e ipocrita la difesa a oltranza dell’operato del vescovo da parte della curia di viterbo, dal momento che la decisione cinica e cattiva del vescovo è in evidente contrasto con le loro stesse norme. ma del resto credere in qualcosa, ciecamente e a dispetto di tutte le prove contrarie che possono esistere, è considerato da costoro come una vera e propia virtù: la fede. non stupiamoci quindi che scelgano di essere cosí impunemente ciechi di fronte all’evidenza.
sbattezziamoci, ed educhiamo i nostri figli a usare il cervello. solo cosí ci libereremo dal male della religione.
@ Gianni
In realtà m’interesserebbe molto capire… ma è la reticenza degli ecclesiastici ad impedirmelo.
dico, non gliel’ha ordinato il medico il matrimonio in chiesa, e allora lasciate perdere questa cricca di fetenti, e sposatevi in comune.
alla faccia dell’amore…..
Più passa il tempo ed aumentano le notizie relative alle prese di posizione di preti e Chiesa più penso che quell’istituzione religiosa sia pervasa da una profonda malvagità!
Sono non credente, pr cui il problema non me lo sono posto al momento di sposarmi. Ma c’è chi è credente e non per questo “bramoso” di essere accolto. Semplicemente chiede ciò che è in linea con la sua fede. Rifiutare di sposarli è stato un atto fortemente discrimintorio.
Che poi la Chiesa possa fare quello che gli pare, non c’è dubbio.
Ma se valesse il “peggio per loro che vogliono starci dentro”, dovrebbe valere anche per le leggi coraniche.
Rifiutare il matrimonio religioso ad una persona perchè ritenuta impossibilitata a procreare è uan mostruosità.
teoricamente questa notizia dovrebbe destare scalpore. ma le persone vive e informate avranno poco da stupirsi: sanno bene che la chiesa è questo, ha fatto questo, ha fatto di peggio e continuerà a farne se la gente non si sveglierà.
non vedo nessuno scandalo
se una setta decide di non sposare quelli che hanno l’ alluce valgo cosa ce ne deve importare a noialtri ?
ma quel monsignor vescovo. figlio di dio e della b….a vergine, non ha violato la privacy dello sfortunato impotente?
e il signor vescovo, non è impotente anche lui visto che per legge divina non può procreare?
e come può uno che non può procreare unire in matrimonio due individui per fare figli?
gente, non sposatevi,o se volete proprio fatelo solo in comune(inteso come municipio); se nessuno si sposerebbe in chiesa, i signori vescovi per sopravivere
chiederebbero l’elemosina davanti alle chiese(nonostante ad assisi lo abbiano vietato). un ateo incallito. 8×1000 ai valdesi 5×1000 uaar
@gianni
l’unica cosa da capire è quanto è profondo l’abisso della crudeltà della tua chiesa.
SONO SEMPRE PIU’ FELICE DI ESSERMI DISSOCIATO DALLA CCAR E CONTINUERO’ A FAR CRESCERE LE SCHIERE DEGLI APOSTATI.
se non può fare figli è giusto che il matrimonio relgioso non venga dispensato. il matrimonio deve essere finalizzato alla procreazione, non alla concupiscenza della carne e nemmeno va confuso con un contratto tra due persone (pacs,cus,dico e roba simile, per quelli si può andare dal notaro, come dice buttiglione).
il matrimonio è un contratto con dio.
non ha senso sposare omosessuali, vecchi e, in generale, persone sterili. che diamine, un po’ di coerenza!
viva cristo re! viva la santissima vergine di guadalupe!
i cattolici (e i seguaci di qualsiasi setta) in fondo non sono che pecore (e gli va così bene quando sono in “maggioranza” che ci si disturba a discutere delle loro assurdità) e anche i tanti che “seguono” per consuetudine sociale poi non sono che pecore in fondo;
certamente se non fossimo in Italia – dove da 1800 anni circa “rompono e spadroneggiano” – sarebbe più facile studiare le loro credenze come grande esempio di MITOLOGIA
E meno male che la scelta è stata fatta com amore e rispetto; se fosse stata fatta con cattiveria cosa sarebbe successo? Cmq anche se mi dispiace del fatto che i coniugi possono averla presa male, queste notizie mi rallegrano, perchè alla fine simili comportamenti allontaneranno sempre più gente dalla chiesa. Quindi che si desse pure la zappa sui piedi!
,,,ma non è uno scandalo, nel mondo cattolico è(era) normale, io so di una donna molto devota che avendo, da giovane subito per ragioni terapeutiche una isterectomia, ha rinunciato a sposarsi per questo preciso motivo, perché non avrebbe mai potuto generare figli (…quindi avrebbe abusato del matrimonio…)…se i cattolici non fossero così aggressivi verso chi vuole vivere diversamente da loro li guarderei quasi con interesse, perché alle volte seguono delle logiche veramente perverse…
li guarderei con interesse come fenomeno antropologico, si intende 😀
I nazipreti continuano a regalare disgusto.
Attenzione: questo prete ha seguito esattamente la dottrina della Chiesa cattolica. Questo è il concetto di “amore” del cattolicesimo… Pensare che questi individui tengano sotto scacco la società civile italiana mi fa rabbrividire (ed anche parecchio schifo).
@Mifepristin
Non mi intendo di antropologia, ma, viste le loro usanze tribali, la loro concezione dell’uomo e della famiglia, si potrebbero definire i cattolici come “antropologicamente sottosviluppati”? (dal punto di vista scientifico ovviamente)
@ Gianni
No, guarda che noi abbiamo perfettamente capito, quello che non capisce sei tu…
eppure mi sembra che abbiano sposato anche dei morti….
ma è inutile cercare una logica dove non esiste razionalità
Passi pure che lorsignori monsignori rifiutino il rito religioso a chi non può procreare (naturalmente a patto che non sia ricco & famoso, nel qual caso si chiudono entrambi gli occhi…)… Ma che dicano che lo si è fatto con attenzione e amore, con tutta l’attenzione umana e cristiana… Questa ipocrisia mi dà il voltastomaco.
Ogni giorno che passa sono sempre più contento di essermi fatto sbattezzare.
Io non ci vedo tutto questo scandalo. Per la dottrina cattolica e per il diritto cattolico il matrimonio ha il soo fine della procreazione. Non puoi procreare, non ti sposi. Sei sposato e perdi la possibilità di procreare? O tu e consorte vi date alla castità oppure si dichiare nullo il matrimonio.
Se uno è cosi STUPIDO da voler fare parte di questa setta malgrado le regole evidentemente assurde e disumane, sono solo cavoli suoi. Sapevano cosa compravano.
@giovanni
Mi spiace dirtelo ma fessi sono stati i tuoi amici. In questo caso il vescovo ha solo applicato il dogma e la legge ecclesiale in maniera coerente. Può non piacere me il cattolicesimo è questo.
Inutile cercare la razionalità nei cattolici sono solo degli ottusi arroganti.
guardate che qui c’è un problema di disinformazione: la notizia è stata distorta dai mass media e in malafede anche dalla curia che ha rilasciato le dichiarazioni.
1) NON E’ VERO che il ragazzo non può procreare!!! i dottori chel o seguono non l’hanno MAI detto. non si sa, punto e basta. quindi il vescovo ne sa meno di tutti.
2) secondo lo stesso codice canonico, se l’impossibilità a procreare è in dubbio, il matrimonio NON può essere impedito.
è evidente che il vescovo o non conosce il codice canonico oppure ha voluto coscientemente impedire il matrimonio in ogni caso, affidandosi ingenuamente alla presunta ignoranza in materia di tutti. quindi la difesa ad oltranza della sua decisione è quantomeno grottesca e ingiusta.
altro discorso è la scelta di sposarsi in chiesa. se ci tenevano tanto, e se la ragazza è (era?) credente, perché no? perché rovinargli coscientemente e cinicamente quel giorno di festa in mezzo a tanta sofferenza? sono d’accordo che chi si vuole sposare secondo il rito di una setta deve seguirne le regole, ma qui l’alto gerarca della setta non le ha seguite lui stesso, offendendo pubblicamente la dignità delle persone coinvolte.
comunque, in fin dei conti quello che interessa mettere in luce è che non si tratta tanto di regole formali religiose non rispettate, quanto piuttosto di mancanza di UMANITA’ del vescovo, che, ripeto, con cinismo e disumanità ha negato un momento di felicità a due ragazzi che si amano. ma che ne capisce un vescovo di amore?
x Aldissimo
leggo (su 20Minuten) che in una intervista a SkyTG24, Salvatore de Ciuco, portavoce del vescovo Lorenzo Chiarinelli, ha detto: “Nessun vescovo, nessun prete puo’ celebrare un matrimonio, quando sa che vi è impotenza, poichè questo puo’ essere un motivo per l’annullamento “.
Chiaro e tondo. Pare quindi che il rifiuto del vescovo sia proprio dovuto alla impotenza dello sposo.
@ paolo malberti
Grazie per la segnalazione, ora non ci sono dubbi.
ripeto, sono di viterbo e conosco le persone coinvolte nella vicenda:
qui c’è un problema di disinformazione: la notizia è stata distorta dai mass media e in malafede anche dalla curia che ha rilasciato le dichiarazioni.
1) NON E’ VERO che il ragazzo non può procreare!!! i dottori chel o seguono non l’hanno MAI detto. non si sa, punto e basta. quindi il vescovo ne sa meno di tutti.
2) secondo lo stesso codice canonico, se l’impossibilità a procreare è in dubbio, il matrimonio NON può essere impedito. quindi il vescovo è in evidente errore.
poi chi vuole mettersi le fette di prsosciutto sugli occhi faccia come vuole, ma non parli di cose cho non conosce o che pensa di sapere per sentito dire.
Cinicamente, penso in fondo che il clero faccia il suo mestiere, che si basa su certi dogmi e certi assunti. Il fatto non mi stupisce, in fondo, e rivela ancora una volta come questi personaggi si riempiano la bocca di parole come “amore” e simili, salvo poi contraddirle in ogni momento. Chiaro che se si pensa che uno non possa procreare, il suo matrimonio diventa di fatto inutile per la religione in questione, in quanto non produrrebbe figli – ovvero la cera malleabile che deve essere indottrinata dalla Chiesa e che ne garantisce la sopravvivenza.
Quello che emerge è piuttosto il fatto che ancora tanta gente vede la Chiesa come punto di riferimento per questi eventi personali e collettivi (matrimoni, funerali, ecc.), gente che fa di tutto per essere “accolta” come già si è detto (vedi certe porzioni di gay, ecc.). Il problema è che bisogna uscire proprio da queste logiche, finirla di “elemosinare” dalla Chiesa.
D’altronde, bisognerebbe insistere sul fatto che esistono da qualche secolo strutture laiche dove sposarsi, che non pongono discriminazioni: questi anni vediamo che comunque c’è una tendenza alla laicizzazione di questi riti (in certe zone ormai i matrimoni al comune superano quelli in chiesa); ma c’e ancora da lavorare parecchio a livello culturale.
Don Giuseppe Curri, il parroco di Santa Maria di Grotticello (Viterbo), dichiara a Vittorio Capuano, su “Metro”: “Il vescovo ha solo applicato la legge. Ci si dovrebbe indignare con lui se non l’avesse fatto. Il diritto canonico stabilisce questo, lui si è limitato ad applicarlo. In caso contrario, sarebbe stato come se un vigile ti ferma mentre sei senza cintura e poi ti dice: ‘Non le faccio la multa’.”
A parte il fatto che una disabilità viene paragonata ad un’infrazione (!!), questa dichiarazione fa un po’ ridere in bocca a chi dovrebbe applicare, in linea teorica, solo la legge del “ama il prossimo tuo come te stesso”. Fa un po’ piangere, invece, se si pensa che quel “ha solo applicato la legge” ricorda eventi tragici che hanno avuto come vittime anche le persone diversamente abili.
http://noirpink.blogspot.com/2008/06/attualit-il-matrimonio-negato-e-la.html
Ateo o no, potente o impotente che sia, la chiesa dovrebbe sapere che, come mi pare abbia insegnato Gesù Cristo, siamo tutti uguali e quindi non avrebbe dovuto mettere bocca nella cosa. Anzi diceva “beati gli ultimi ecc ecc” e tante altre belle cose…tutte travisate, tutte usate come favolette. Meno male che si professano cristiani!
E’ l’ennesima dimostrazione che non solo la chiesa si è allontanata dal messaggio primario cristiano, ma che si è allontanata dal mondo, arroccandosi su posizioni anacronistiche e fondamentalmente ipocrite ed opportunistiche.
Quindi hanno fatto benissimo a sposarsi seppur civilmente (altro modo non c’era…), fregandosene di quello che dice la chiesa che è piena di parrucconi che non sanno neanche lontanamente cosa significhi l’amore fra due persone.
Hanno fatto bene a fregarsene, anzi dovrebbero farlo tutti più spesso. Vivremmo tutti un po’ meglio.
@ NoirPink
il vescovo non conosce la sua stessa legge, perché se leggete il secondo comma dell’articolo da lui applicato si dice chiaramente che se l’impossibilità a procreare è dubbia il matrimonio non deve essere impedito. è come se il vigile ti fermasse e ti togliesse la patente perché non hai la cintura.
la curia e i vari sacerdoti di viterbo DICHIARANO IL FALSO per malafede o per ignoranza.
Anche io sono di Viterbo e conosco la vicenda. Confermo quanto afferma Giovanni, con l’aggiunta aggravante che il Vescovo, interpellato dal parroco, non ha minimamente pensato neanche di andare a parlare con i futuri sposi per poter meglio decidere su questo caso.
Il comportamento della Curia, pertanto, è stato inaccettabile sotto qualsiasi punto di vista.
nulla da dire, la religione è loro che se la applichino come gli pare e piace.
comunque è uno schifo.
evidentemente, nel dubbio,sulla effettiva capacità di procreare, il vescovo ha preferito tutelare sopra ogni cosa il valore della santa prolificità del matrimonio. soprattutto in questo periodo di deriva egoistica ed edonistica, di rivendicazioni pacs, dico, unioni gay è fondamentale che la chiesa affermi con forza che l’elemento fondante del matrimonio è l’unione di tipo inseminativo a scopo di prolificazione. 😉
del resto il diritto canonico si è formato in un epoca in cui non era l’amore inteso nel senso romantico e soggettivo del termine la causa e il fine del matrimonio, bensì l’unione tra famiglie, la continuazione delle discendenze, la procreazione di nuove braccia per i signori, secondo lo status dei contraenti. quindi l’elemento capacità di generare era molto importante, considerato anche che il matrimonio canonico è concepito come indissolubile e che nei paesi cattolici esisteva solo questo tipo di matrimonio, se uno si fosse legato per sempre ad un coniuge sterile avrebbe perso definitivamente la possibilità di avere una discendenza. quanto al requisito della capacità di copulare(richiesto sia per l’uomo che per la donna)credo che sia legato alla dottrina del matrimonio come remedium concupiscentiae: se uno dei coniugi non può assicurare all’altro regolari rapporti sessuali, lo pone in condizione di commettere peccati come la masturbazione o l’adulterio.
senz’altro nel diritto della chiesa si sono conservati molti principi che facevano parte della struttura delle società antiche. per esempio anche i Romani, per l’accesso al sacerdozio richiedevano l’assoluta integrità fisica e inoltre, almeno nella fase più antica della loro civiltà, interpretavano le deformità fisiche come segno di ira divina.
in questo periodo di deriva soggettivistica egoistica ed edonistica, di rivendicazioni pacs, dico, unioni gay è fondamentale che la chiesa affermi con forza che l’elemento fondante del matrimonio è l’unione di tipo inseminativo a scopo di prolificazione. 😉
del resto in un periodo in cui l’istituzione del matrimonio sta vivendo una crisi così profonda autorizzare un “matrimonio paraplegico ” nonè sembrato alla Curia il migliore esempio da dare a questa società in deriva
Una persona che sceglie di non procreare, con un voto di castità, non và contro l’ “andate e moltiplicatevi”? E andare contro un ordine di dio non dovrebbe essere di per sè un peccato gravissimo? E tale peccato non dovrebbe comportare una scomunica automatica? Ma allora preti, suore ecc. sono in peccato mortale e quindi a che titolo usufruiscono ed addirettura amministrano i sacramenti? Ed a maggior ragione, come si permettono di negarli alle altre persone?
@aldissimo
se il giovane si fosse dichiarato ateo, ma soprattutto se non avesse fatto il corso prematrimoniale, allora la chiesa non avrebbe nemmeno fissato il matrimonio inizialmente, non credi?
@Giovanni
Fammi capire: se c’è un dubbio di impotenza ci si può ancora sposare? Non ci si può sposare solo se si è sicuramente impotenti?
Che schifo al quadrato.
@davide
il matrimonio cattolico puo’ essere celebrato anche se uno solo dei coniugi e’ cattolico, con un rito apposito.
Roberto Grendene
Dubbi sulla reale motivazione a parte, politicamente credo, come affermò Lenin (ma non perchè lo affermò Lenin), che questi vescovi siano i migliori nemici della chiesa. Con simili uscite non fanno altro che alienarsi simpatie e su queste basi è più facile condurre una campagna di sensibilizzazione per far capire che la chiesa è una istituzione che concorre allo sfruttamento dei più deboli (di tutti i tipi) da parte dei più forti.
Sono segnali evidenti ed eloquenti delle tendenze sempre più ostili e reazionarie della congrega vaticana. In questo caso è il terrore per le “coppie di fatto” ad avere probabilmente ispirato il comportamento vescovile.
Per Aldissimo.
Da tempo io non partecipo alla discussione quando ci sono di mezzo chiesa e preti. E ciò in quanto più che accusarli di ipocrisia, di falsità e di delinquenza organizzata, non mi viene: certe discussioni non le accetto più e non le tollero; non sono disposto a seguire le perversioni di chi “crede”.
Ora Aldissimo deve dimostrarci che la sua affermazione corrisponde a verità – cioè il documento riportato è certamente vero con le sue asserzioni- o non è piuttosto una delle solite scuse da ipocriti che “loro” hanno prospettato agli ingenui (tanti) e a quelli che “credendo”(troppi) hanno perso lo spirito critico.
Il resto sono tutte balle.
Per gli atei.
Diamoci una mossa e facciamo i riti come piace a noi e non come piace alle gerarchie, di qualunque natura siano.
@ Nifft
questo è l’articolo 1084 del codice canonico, applicato dal “capace” vescovo:
§ 1. l’impotenza copulativa antecedente e perpetua, sia da parte dell’uomo sia da parte della donna, assoluta o relativa, per sua stessa natura rende nullo il matrimonio.
§ 2. Se l’impedimento di impotenza è dubbio, sia per dubbio di diritto sia di fatto, il matrimonio non deve essere impedito né, stante il dubbio, dichiarato nullo.
§ 3. la sterilità né proibisce né dirime il matrimonio, fermo restando il disposto del can. 1098. l’impotenza coeundi continua a sussistere come impedimento qualora sussista prima delle nozze.
dal secondo comma risulta chiaro pure ad un bambino che se non si è sicuri non si può impedire il matrimonio. i vari dottori che seguono il ragazzo dicono che non si sa. ma che ne sa il vescovo, allora? colui che del resto non ha mai incontrato i ragazzi ma che dichiara di averlo fatto? questo vescovo non conosce il diritto canonico, mente e prende in giro la gente comune, che indebitamente dà credito alle dichiarazioni false rilasciate da lui o dalla curia o dalla prima tonaca che si arroga il diritto di parlare di cose che ignora completamente. come al solito, del resto.
@Giovanni
Volevo sottolineare che il problema non è se il vescovo abbia o meno forzato l’interpretazione del diritto canonico. La vicenda del ragazzo paraplegico può passare tranquillamente in secondo piano. Il problema è il diritto canonico stesso, che vede comunque l’infertilità come un impedimento al matrimonio, che non condivido affatto. E’ il concetto stesso di “famiglia” codificato in questo “diritto” ad essere completamente … nazista? Non mi viene la parola. Diciamo che è palesemente contro i diritti umani e che deriva da una concezione della “famiglia” che deve essere contrastata assolutamente.
Che senso ha questo codice? Due persone che si amano e che desiderano vivere insieme non possono sposarsi? Gli eventuali “discendenti” devono per forza condividere lo stesso DNA? Ma che cos’è questo concetto della “famiglia” e del matrimonio che ha la Chiesa cattolica basato esclusivamente sull’incremento demografico? Ti immagini se questo diritto fosse applicato in vece del codice civile? Neanche l’islam, con tutti i sui difetti, è così assurdo.