Politico tedesco aiuta donna anziana a morire

Roger Kush, politico tedesco già democristiano, ora attivamente impegnato in una campagna per modificare la legislazione in materia di suicidio, è stato messo sotto inchiesta dopo aver aiutato a uccidersi una donna anziana e sana, Bettina S., 79 anni, che aveva contattato Kusch perché temeva di essere rinchiusa in una casa di riposo. Lo scopo dell’iniziativa di Kusch è di organizzare in patria tutti quei suicidi assistiti che vengono attualmente commessi in Svizzera. Più della metà dei 141 casi che, nel 2007, hanno avuto luogo in territorio elvetico grazie all’aiuto dell’associazione Dignitas riguardavano infatti cittadini tedeschi.

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20 commenti

Stefano Bottoni

Se corrisponde al vero che la donna fosse sana, non sono per niente d’accordo sull’aiutare a darle la morte. Sono totalmente a favore dell’eutanasia, ma appunto nei casi in cui la persona non abbia più alcuna speranza di guarire e stia soffrendo inutilmente (il caso Welby per fare un esempio).
E per favore, niente sofismi filosofici tipo “cominciamo a morire appena nati”, che in questo caso non c’entrano nulla.

Aldo

Roger Kush da sempre progressista e amico anche della sinistra tedesca, fà vedere che anche la fede in Cristo non è incompatibile -la fede in Cristo non và confusa con gli intrecci clericogovernativi atti a soffisfare tutti gli ismi dei politicanti tipo l’ insopportabile Giovanardi i classici chiesa e lambrusco x intenderci.

L’ eutanasia sia una scelta personale e libera nei casi in cui può far finire sofferenze insopportabili per il malato e per chi lo assiste, la chiesa ha o almeno dovrebbe avere altri compiti, l’ annuncio del Regno di Dio in primis ma purtroppo il mondo e i soldi attirano e allora vuole pontificare sulle leggi umane, niente di più sbagliato.

vincent vega

Quoto Stefano Bottoni. Se la donna era sana allora si tratta di un omicidio, e non c’è giustificazione che tenga.

rolling stone

leggo sul Bild

http://www.bild.de/BILD/news/vermischtes/2008/07/02/sterbehilfe/hg1-dankesbrief/an-kusch-aufgetaucht,geo=5015982.html

la lettera che la defunta ha scritto, di proprio pugno, al Dr. Kusch prima di morire, per ringraziarlo e scagionarlo da eventuali guai giudiziari.

” …La ringrazio di aver compreso, che una persona come me, con una vita interessante e piena alle spalle, non puo’ stare a guardare impotente ad una inevitabile malattia cronica”.

Lo stesso gionale Bild definisce questa lettera “strana”.
Potrebbe quindi trattarsi di eutanasia.

Druso

Certi fatti inducono a riflettere.
Sul diritto di ogni persona a disporre della propria vita e sulla necessità di riconoscere ai malati terminali la possibilità della “dolce morte”, non penso vi siano dubbi in merito. Dovrebbe essere un diritto garantito, su cui il ruini di turno deve tacere.
In questo caso, invece, vi sono dei chiaroscuri inquietanti. La signora (da quanto ho capito) era solo preoccupata di invecchiare da sola, in una casa di cura. In questo caso, penso si possa discutere di varie ipotesi di reato ai danni di Kush. Aiutare il suicidio è, e deve restare, reato!
Qui non si sta parlando di persone condannate da malattie terminali, bensì di individui sani che scelgono, arbitrariamente, la propria morte (nulla esclude che la signora fosse affetta da depressione). Concedere che possano essere assistiti è legalizzare, di fatto, l’omicidio. Considerate un paese come l’Italia: tutti gli omicidi diventerebbero suicidi assistiti………….
Nel caso in esame, sarebbe stato meglio occuparsi della signora, piuttosto che ucciderla.

Eutanasia sì, suicidio assistito no!

Antonio Macchi

Ma perche’ tanto accanimento contro i suicidi?
E’ una libera scelta, sicuramente profondamente ponderata, carica di significato e sopratutto insindacabile.
Chi siamo noi per dire ad uno -si, tu puoi ucciderti-, o -no, tu non soffri abbastanza-?

Non esiste un misuratore della sofferenza interiore
Aiutare il suicida evitandogli macabri fai-da-te mi sembra un segno di civilta’ che evidentemente precorre ancora troppo i tempi.

Mifepristin

per me non ha fatto una cosa malvagia nella sostanza, però è vero che questo caso non rientra propriamente nel campo dell’eutanasia intesa in senso stretto

Lombardi Marcello

Non sono per niente d’accordo…

non si tratta qui di eutanasia, ma di un omicidio in piena regola in quanto la donna era sana!

Io sono d’accordo con la morte assistita solo e soltanto se l’interessato non ha speranze di sopravvivere e soffre in maniera inumana.

Andrea

Io non entro in merito al fatto se sia giusto o meno aiutare chicchessia al raggiungimento del suicidio.
Quello che però so, è che ci sono sofferenze interiori ben peggiori di sofferenze fisiche.

Ciao a tutti

stefano

x Andrea

bisogna essere chiari e sinceri in materia di eutanasia.
la scienza medica odierna spesso è sopravvalutata.
i reparti ospedalieri di oncologia, ad esempio, pullalano di malati terminali che soffrono terribilemente devastati dalle metastasi non hanno un sollievo dal dolore nenche ricorrendo alla morfina che dopo mesi induce assuefazione e non è più efficace come analgesico.
che fare allora? il malato soffre e la famiglia di lui ancora di più, nel vedere la sofferenza del malato e l’impotenza della medicina di fronte a malattie ancora spesso incurabili.
non è con i sofismi filosofici (la vita è sofferenza) che possiamo affrontare il problema.
non conosco il caso in oggetto dell’anziana tedesca ma l’eutanasia dovrebbe essere garantita per legge come pure il testamento biologico.
questo in un paese civile mentre in vaticalia pensiamo almeno ad uscire dalla controriforma… 🙁

rolling stone

è vero quello che dice Andrea.
Abbiamo di solito (e giustamente) tanta comprensione per la sofferenza fisica,
ma nessuna per quella psichica.

Nel caso in questione, non è affatto certo che la defunta fosse “sana”.
Dalla sua lettera pare il contrario, ossia che la “inevitabile malattia cronica” fosse già in corso.
Se di fronte, ad esempio, alla diagnosi di un Alzheimer, uno decidesse di farla finita,
lo deve fare quando ancora è in grado di prendere il bicchiere con il cocktail di barbituruici
con le proprie mani e portarselo alla bocca.
Questa è la condizione indispensabile per usufrire, ad esempio, dell’aiuto della Dignitas di Zurigo.

amalasunta

perchè mai una persona sana dovrebbe chiedere aiuto ad un’altra persona per suicidarsi?

Se è un problema esistenziale credo che ognuno è libero di suicidarsi come vuole ma chiedere aiuto mi sembra assurdo.

Nella mia vita ho avuto due amici che si sono suicidati entrambi malati di depressione …che tutti abbiamo scoperto dopo. Ancora mi sento in colpa per la loro morte.

Rispetto al suicidio mi sento molto spaccata, da una parte rispetto la volontà di coloro che vi ricorrono …sperando che la loro azione arrivi a conclusione dall’altra sono invasa da una grande tristezza per l’incapacità a poter essere di aiuto.

Sono pienamente d’accordo con stefano, la penso allo stesso modo

amalasunta

vincent vega

Si è vero che ci sono sofferenze psichiche che sono ben peggiori di quelle fisiche. Ma non basta questo a dire che bisogna estendere l’eutanasia a questi casi. Bisogna considerare le conseguenze giuridiche. Molti omicidi verrebbero fatti passare per suicidi assistiti. Per questo condivido le parole di druso. Ha più senso aiutare chi ha queste sofferenze psichiche; non per riprendere i discorsi dei catttolici (che ne abusano), ma la vita va tutelata. Poi se proprio uno vuol suicidarsi se non è in condizioni critiche può farlo da se. Solo nel caso di malattie terminali e di condizioni di incapacità dell’individuo e sempre su sua esplicita volontà (ergo la necessità del testamento biologico), condivido l’eutanasia.

juan valdez

anche io come Amalasunta ho avuto due amici che si sono suicidati per malattie psichiche e anche io ho ancora dei forti sensi di colpa, ma non condivido l’eutanasia per questo tipo di soggetti. Sono d’accordo sul diritto alla buona morte per coloro che soffrono di gravi malattie organiche con diagnosi infausta che non lasciano alcuno spiraglio alla speranza, ma non per coloro che possono e devono vivere per se e per i propri cari, e in generale per tutti gli altri anche se gli altri se ne fregano.
Anche io dico si all’eutanasia per i malati terminali.
Ma dico no al suicidio per le malattie psichiche, soprattutto quando il soggetto può darsi e dare tanto.

franz

UN SI GRANDISSIMO COME IL MONDO ALL’EUTANASIA L’ATTO d’AMORE PIU BELLO per la persona che si trova in fase irreversibile di malattia incurabile E la chiede solo per se stessa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!11

rolling stone

Amalasunta
in farmacia non ti danno il cocktail di barbiturici che preferisci;
devi avere la prescrizione di un medico.
Certo, in alternativa ci sono tanti modi per suicidarsi.
Ma tra il buttarsi dalla finestra e sfarcellarsi sul marciapiede,
o bere una pozione ed addormentarsi nel letto,
c’è una enorme differenza.

#Aldo#

Condivido il punto espresso da Rolling Stone. Ciascuno dovrebbe avere la possibilità d’acquistare a basso costo un kit per una “dipartita” il meno possibile traumatica. Paragonare una morte violenta ad un suicidio farmacologico ben calibrato è un’assurdità che rivela sincera ignoranza o puro cinismo. Pensate a tutti quei casi in cui l’aspirante suicida non riesce ad uccidersi con immediatezza e deve passare per un’agonia straziante, o quelli in cui viene recuperato alla “vita” (magari in condizioni di handicap estremo) in totale spregio delle intenzioni manifestate…

juan valdez

Vorrei far rilevare ai blogger una piccola curiosità. Il suicidio che è un peccato mortale per chiunque sia un fedele della religione cattolica, non è considerato tale nel caso che la suicida sia una vergine che con questo atto si sottrae alla violenza. Al contrario il militare che si suicida per non tradire i propri compagni (quindi per salvare la loro vita) compiendo quest’atto e passibile di dannazione eterna.
Mi interesserebbe conoscere la vostra opinione su questi punti del diritto canonico romano.

Aldo

Per le scritture greche Cristiane(il nuovo testamento) il suicidio NON è peccato ne tantomeno pregiudica la possibilità di vita eterna.
Il canone della Chiesa cattolica è composto da uomini e ha diversi errori al suo interno.

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