Abortire comprando pillole online

La BBC dà notizia del crescente successo di un sito internet, Women on Web, attraverso il quale è possibile comprare online pillole abortive. Il sito, che peraltro gode di buona reputazione, si impegna a spedire tali pillole solo in quei paesi, una settantina nel mondo, in cui la legislazione pone forti restrizioni, o vieta del tutto, l’accesso all’interruzione di gravidanza. Ciononostante, il sistema fai-da-te finisce inevitabilmente per creare un maggior numero di complicazioni, che in queste condizioni si rivelano ancora più difficilmente risolubili.
Sebbene non possa essere paragonata all’aborto clandestino, la diffusione della pratica ripropone all’attenzione dell’opinione pubblica l’inefficacia delle legislazioni proibizioniste: il divieto di aborto non elimina l’aborto, si limita soltanto a trasformarlo in un fenomeno incontrollabile.

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29 commenti

Stefano Bottoni

Sono senza alcun dubbio favorevole all’IVG, ma sono preoccupato da questa notizia. Già l’aborto è una scelta difficilissima per una donna (lo per esperienza di mia moglie); ma il fai-da-te è una cosa molto pericolosa.
E’ vero purtroppo che esistono ancora degli stati in cui l’IGV è illegale e le donne rischiano la vita con gli aborti clandestini (e teniamo gli occhi aperti anche in Italia, se non vogliamo tornare indietro di decenni). La soluzione è la modifica della legislazione proibizionista laddove esista. Lo so, non è una cosa facile nè immediata. Ma affidarsi a una mammana o a una pillola comprata su internet non sposta molto i termini del problema. E mantiene inalterati i rischi.

Mifepristin

sì l’aborto con la pillola può avere comunque complicazioni, ma l’aborto effettuato inserendo nell’utero stampelle di ferro per abiti o raggi di bicicletta o ingurgitando dosi eccessive di erbe abortive o facendosi raschiare da una persona inesperta è ancora più pericoloso, visto che nei paesi dove l’ivg è illegale è molto difficile che le leggi siano modificate a breve, Women on Web svolge un lodevole servizio umanitario, anche perché le complicazioni con il metodo mifepristone + misoprostol sono piuttosto rare e limitate e poi la donna può sempre recarsi in ospedale lamentando un aborto spontaneo, è difficile che facciano le analisi del sangue per vedere se ha preso qualcosa per abortire.

Mifepristin

Women on Web svolge un ottimo e utile servizio, l’unica alternativa a ficcarsi una stampella in utero, in quei paesi del terzo mondo dove ivg è assolutamente vietata

Mifepristin

Women on Web risolve in maniera concreta ed immediata un problema pratico umanitario, altra cosa è la lotta politica, a livello internazionale, per favorire in tutto il mondo legislazioni pro ivg

myself

bah, meglio di niente ma anche io sono perplesso di quanto possa essere sicuro un sistema on-line, si tratta di medicinali con un serio impatto sull’organismo che meriterebbe di essere controllato da un medico (no, gli obiettori non contano come medici…), non sono al pari dell’aspirina.

jeeezuz

perché secondo voi nei paesi del terzo mondo in cui si “infilerebbero stampelle nell’utero” fanno le ordinazioni via internet? e chissà magari quanto gli costa…

enrico mini

La diffusione di queste metodiche è, a mio avviso, per buona parte imputabile ai medici(?) obiettori che mi permetto di ritenere socialmente pericolosi.

Flavio

Ho la sensazione che fra un po’ di tempo il sito potrebbe avere anche la traduzione italiana 🙁

gigetta

http://www.womenonwaves.org/
è una barca olandese che porta la pillola abortiva nei paesi dove l’aborto è vietato e procede in acque internazionali. la traduzione in italiano non c’è ma si capisce benissimo tutto quello che c’è scritto.
saluti

Mifepristin

Nel 1985 l’India, insieme alla Cina, fu uno dei primi paese a sperimentare la Ru486. Nel settembre scorso(2004) il ministero della Salute ha annunciato che tutte le donne, indipendentemente dalla loro età, potranno fare ricorso alla Ru486. La pillola può essere acquistata senza bisogno di prescrizione medica e si potrà trovare sugli scaffali di farmacie e drogherie. Costerà soltanto 80 centesimi di euro.
fonte di Giulio Meotti
Il Foglio 22 novembre 05
se questo è vero, che in India le donne possono comprare la pillola abortiva nei drugstore ad 80 centesimi, vi rendete conto di come stiamo messi in Italia!!!! altro che terzo mondo, fra poco la barca di Women on Web verrà anche nei pressi delle coste italiane…

vito

Brava Mifepristin! Lo sai quante sono le femmine di uomo di poche settimane di vita che vengono eliminate con la ru486 o altre forme di aborto in India e Cina? Mancano all’appello demografico decine di milioni di bambine e donne in quei Paesi! E quante ne saranno morte di infezioni da Clostridium o di emorragia senza che quei democratici e trasparenti regimi siano venuti a raccontarcelo? Come fate a gioire di notizie simili? Ogni aborto è una sconfitta, comunque.

GIGETTA

@ vito

vito quella frase mi ricorda giuliano ferrara. comunque premetto che io non sono favorevole alla selezione sessuale anzi sarebbe meglio se nascessero molte più donne perchè l’unione fa la forza e avremo modo di difendere meglio i nostri diritti calpestati.

vito

a Gigetta

Credo che far partire il motore di un auto sapendo che c’è dentro un gattino che in nessun modo riesci a far uscire la considereremmo tutti una cosa triste.
Anche se ricorda Ferrara è una cosa vera o no? Si può non definire una sconfitta il fatto che una donna rimane incinta (senza volerlo) ed elimina suo figlio? Vorrei sapere in che termini può NON essere una sconfitta. Anche se appare essere una “soluzione” lo è con l’eliminazione di un’essere vivente. Per la precisione del figlio di una donna e di un uomo.

Daniela

per vito,
l’aborto non è una sconfitta, è una scelta, pure e semplice.

vito

a Daniela

La scelta di abortire è una scelta. L’aborto è un fatto. E sicuramente comporta una sconfitta: la mancata nascita di un essere umano (in Cina e India spesso di una femmina di essere umano). E spesso anche la sofferenza di sua madre che spesso “sceglie” per evitare rogne a un maschietto che ha altro a cui pensare.

Mifepristin

@vito
non è l’aborto il problema delle femmine in India e in Cina, è la cultura tradizionalista a dominanza maschile che rende la figlia femmina meno desiderabile del maschio. è questa cultura che va combattutta, non la libertà di abortire.

Mifepristin

anche perché l’aborto che ti sembra tanto disumano, ha sostituito pratiche realmente disumane e crudeli: quando non era ancora possibile sapere il sesso del nascituro, le femmine venivano soppresse per strangolamento o soffocamento poco dopo il parto,oppure perivano durante la prima infanzia per negligenza e mancanza di cure anche sanitarie da parte dei genitori e quelle poche che sopravvivevano a tutto ciò avevano una vita d’inferno, di schiave malsopportate, in una famiglia per cui erano solo un peso e che non vedeva l’ora di sbarazzarsene dandola in moglie a quello che aveva meno pretese sulla dote

godisB2eenus

L’aborto come scelta deliberata (e sottolineo deliberata, non includo in questa definizione le politiche di controllo nascite di certi regimi) non è affatto una sconfitta, come non è una vittoria l’essere concepiti.
La vita è contingenza, e come esseri razionalmente consapevoli di questo, e non come macchine da riproduzione (seppure questa sia la nostra attitudine biologica) dobbiamo cercare di sfruttare appieno la nostra “esistenza” (questo non preclude certo il riprodursi che è il nostro scopo biologico, ma non lo include a tutti i costi).
L’uomo moderno dovrebbe, anzi, abbandonare l’usuale definizione di riproduzione: secondo me per una specie sociale (astraendo potremmo parlare di rete sociale) il massimo grado “riproduttivo” è quello della conoscenza (fruibile teoricamente per ogni essere umano, anche verticalmente lungo le generazioni).

vito

a godisB2eenus

Non ho capito una parola. Chiedo lumi su cosa intendi con “il massimo grado “riproduttivo” è quello della conoscenza”.

a mifepristin

La mentalità del più forte che si sente autorizzato di manipolare e uccidere chi è più debole: la stessa per il maschilismo e il tuo abortismo sfrenato.

Mifepristin

manipolare “chi” è più debole: ma un embrione o un feto immaturo sono già qualcuno? o sono piuttosto qualcosa(materiale organico) di cui è giusto che almeno la donna del cui corpo sono il prodotto possano disporre? non credo che il benessere delle donne dipende dal fatto che nascano più individui di sesso femminile. in una società dove ci sono poche donne ma più istruite e consapevoli della propria individualità le donne senz’altro vivono meglio che in una in cui ce ne sono moltissime ma ignoranti e non consapevoli della propria individalità.

vito

Tu che sei adulta decidi chi è “qualcuno” e chi no; gli uomini in alcune società decidono che non lo è una donna. Non ci vedo una differenza sostanziale.

godisB2eenus

@vito

Se non vedi differenze sostanziali, come fai tu a discriminare i vari approcci alla questione? Quello di Mifepristin ad esempio.
Quando dici di non capire è perchè non vuoi capire?
Sarà pur vero che parte del mio precedente intervento è un’iperbole, il cui livello di astrazione dalla sfera “biologica” è difficilmente comprensibile.
Per il resto mi sembra di aver chiarito il mio punto di vista: l’uomo moderno dovrebbe preoccuparsi, fermo restando l’istinto riproduttivo, di sfruttare razionalmente la sua esistenza (e per razionalmente intendo che deve usare l’intero cervello, non solo la parte limbica).
Purtroppo la maggior parte dei cosiddetti pro-life parla di aria fritta, senza suffragare le loro posizioni con basi biologiche. Se si vuole insistere sulla vita in senso stretto si puo dire che anche un carcinoma polmonare è vivo. Se si vuole spostare la discussione sul piano etico, trovo sia più etico eliminare un ammasso indifferenziato di cellule che condurre, e far condurre, un’esistenza miserabile (e non mi si replichi che è solo dio a scegliere, è possibile scegliere di abortire così come è possibile scegliere di avere un figlio, senza intercessione divina).

vito

Be’, se uno che scrive “il massimo grado “riproduttivo” è quello della conoscenza” e”per razionalmente intendo che deve usare l’intero cervello, non solo la parte limbica” accusa i pro-life di parlare di aria fritta….mi viene da dire: da che pulpito!!
Quante cellule deve avere un feto per passare alla categoria “essere umano” a pieno titolo? E il titolo glielo dai tu in base a quale tuo potere? O chi?

godisB2eenus

Per vito sembra allora che la vita sia un fatto puramente quantitativo. Risponderò solo al suo ultimo post dicendo che la vita (quella che ha auto-coscienza di sè) è un fatto qualitativo: non conta il numero di cellule, bensì la loro organizzazione. Se hai un cervello sei cosciente, questo è quanto.
Chi ha orecchie (e cervello) per intendere, intenda!

Anticlericale89

X vito:
La mentalità del più forte che si sente autorizzato di manipolare e uccidere chi è più debole: la stessa per il maschilismo e il tuo abortismo sfrenato.

La differenza è fra società democratiche e liberali e regimi totalitari.
Il corpo della donna non puo’ per nessun motivo essere considerato un “mezzo” e non un fine.

Nello specifico non deve essere considerato un mezzo attraverso il cui un nuovo eventuale essere viene alla vita perchè è mostruoso che qualcuno pensi che la donna debba subire un processo simile contro la sua volontà.Questo indipendentemente del fatto o l’idea che l’embrione sia o non sia un essere vivente,poiche anche se fosse un essere vivente in piena regola non è autonomo,ma occupa un corpo altrui,si nutre tramite un corpo altrui,cresce dentro un corpo altrui.Un corpo che è mortificato e offeso(qualora la gravidanza non fosse desiderata)da quell’essere che per te è il pi$ debole e innocente,ma che per chi deve sopportarlo contro la propria volontà è un prepotente che si è “accomodato” senza permesso all’interno del proprio utero,e che promette di fare passare 9 mesi d’inferno,rendendo una donna schiava di un feto non voluto e prigioniera del suo stesso corpo.
Ma dato che sei un uomo tu forse non hai mai pensato all’eventualità di restare incinto per errore,non hai mai pensato a cosa vuol dire la parola “gravidanza” e “parto”,non hai mai pensato a come ci si sente a doverli subire contro la propria volontà?

E’ piu’ importante un embrione o di feto di una donna?Se la pensi cosi non sei molto diverso dalle culture cinese e indiana che dici di criticare.

X tutti:

ho creato una petizione su Firmiamo.it,si chiama Autodeterminati laici vs Vaticano,

Non servirà a molto,ma se vi và firmatelo.

http://firmiamo.it/autodeterminatilaicivsvaticano

fra Pallino

@godis

oh bravo, e allora quando avevi 1 mese di vita o poco più mi dici che ci facevi col tuo bel cervello? ti ricordi qualcosa? eri qualitativamente degno di essere considerato umano?
La dignità te l’ha data chi ha visto in te qualcosa di più di “cellule più o meno bene organizzate”.. cioè chi ti ha considerato essere umano, uomo… uomo-bambino, certo, ma uomo..

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