Nuova recensione sul sito: “Il ‘sì’ cattolico alla pena di morte”

Una nuova recensione è stata pubblicata nella Biblioteca del sito UAAR: riguarda il libro Il “sì” cattolico alla pena di morte, di Francesco D’Alpa (laiko.it).

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8 commenti

Massi

Siccome “fra il detto e il fatto c’è di mezzo un gran tratto” un’istituzione che si caratterizza per identificarsi in ciò che dice piuttosto che in ciò che fa trae da ciò tutti i suoi vantaggi.
Ma questo non avrebbe senzo se non ci fosse anche qualcun altro ad “abitare il fare”.
Allora le domande giuste sono: per farne uso di che e per chi?

Massi

Se davvero le prime forme di religiosità furono quelle di attribuire un’anima a tutte le cose i primi a trarne vantaggio furono quanti si dissero in grado di interloquire con esse, per questo assunsero la guida del loro gruppo con il ruolo sia di stregone che di capo tribù.
Ma poiché è sempre molto rischioso predire qualcosa che poi non si avvera quando ciò mette a riscio la vita degli altri è attendibile supporre che ben presto questi due ruoli dovettero dividersi.
E che questa resta una condizione di fatto di partenza qualsiasi sia il racconto sulla “verità religiosa” che gli viene fatta seguire: attingendo da questo viatico si può facilmente notare non tanto la “verità religiosa” di ciò che ancor oggi funziona, bensì la struttura per la quale ciò ancora funziona.
Allora non serve solo evidenziare la discontinuità dei comportamenti storici ma anche spiegare perché è così necessario modificare tali fatti in funzione della “verità” presente.

juan valdez

Leggendo la recensione dell’opera di Francesco D’alpa mi è ritornata in mente una frase ascoltata tanto tempo fa “MILIONI DI MORTI E’ COSTATO AL GENERE UMANO DIRE – CREDO IN UNUM DEO-”
Milioni di esseri umani che per i più svariati motivi sono morti per consentire alle gerarchie di varie religioni di tenere incatenati i propri fedeli e poterli meglio dominare attraverso minacce di pene ultraterrene a cui corrispondevano regole comportamentali molto terrene e molto restrittive della libertà personale, e adesso nel XXI secolo nessuna delle più grandi confessioni prende apertamente posizione contro la pena di morte nel mondo, nessuna, nemmeno la CCAR è capace di dire con forza che una simile barbarie non può trovare alcun diritto d’asilo nel libero e civile consorzio umano, e tutto questo quando loro stesse sono responsabili di grandi e spaventosi massacri.

fresc ateo

di cosa vi meravigliate?? i cattolici x secoli hanno ucciso i propri simili,
in modi orrendi ,solo perche’ non erano daccordo con le loro idee.
Certamente il cattolico odierno e’ molto vicino alle idee di totalitarismo,
e si auspica in cuore suo un ritorno di uno stato teocratico ,
e magari un bel papa reche ordini x chi comke noi no credenti e sicuramene
x tutto il clero eretici un be rogo in piazza navona.
Alla faccia della religine cristiana dell’ame e del perdono.
MA LORO sicuramente con gli insegnamenti del falegname di nazaret poco hanno a spartire.

fresc ateo

scusate le frasi monche ma la tastiera mi fa’ scherzi da prete

Popinga

Tra reticenze (Paolo VI, Giampaolo II) e esplicite approvazioni (Pio XII, Benedetto XVI quando era “solo” il direttore dell’ortodossia) la CCAR ha sempre giocato con la giusticazione teologica della pena capitale. Le sue recenti posizioni umanitarie sembrano solo funzionali alle campagne contro “i bambini uccisi nel grembo” che promuove negli USA e in Italia. Trait d’union mediatico è Giuliano Ferrara, per sua esplicita ammissione ex spione CIA.

gigetta

@fresc ateo

in tutta Europa nessun paese permetterà un simile regresso. ma l’Italia è sulla buona strada per diventare…una monarchia incostituzionale 😀

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