Nei giorni scorsi un gruppo di cattolici progressisti ha elaborato un Manifesto della Sinistra Cristiana, nome con cui promuovere “una rete di Gruppi, di aggregazioni e di servizi “per la Costituzione, la laicita’ e la pace”: cioè per l’unità degli uomini nella giustizia e nel diritto, per la responsabilità comune di “credenti” e “non credenti”, per la crescita del mondo”. Il Manifesto ha tra i suoi firmatari Raniero La Valle, Rita Borsellino, Giovanni Galloni, Adriano Ossicini, Giuseppe Campione, Nicola Colaianni.
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Tanto dio non c’è (ma la Chiesa cattolica si).
Allora ciascuno se lo inventa come vuole: “a propria immagine e somiglianza”.
E’ quando poi la Chiesa cattolica comanda che i nodi vengono al pettine.
Poi chiederei, in separata sede, a Frei Betto (perdonate la mia ignoranza, ma non so chi sia, né se è vivo o morto… tanto la mia è solo una frase retorica) perché continua a tirare in ballo Dio per tenere in piedi un discorso che ne farebbe benissimo a meno, anzi secondo me ne guadagnerebbe ancora di più… ma intanto – proprio per accettare l’invito fatto da questi firmatari a ritenersi responsabili, ‘credenti’ e ‘non credenti’, per costruire un mondo migliore – mi sento di unirmi idealmente a loro in tutto e per tutto.
“un gruppo di cattolici progressisti ha elaborato un manifesto”
in altre notizie:
– un gruppo di snelli obesi ha elaborato un manifesto
– un gruppo di capelloni calvi ha elaborato un manifesto
– un gruppo di giovani vecchi ha elaborato un manifesto
eccetera eccetera eccetera…
Io, invece, non me la sento di unirmi idealmente a loro. Infatti sono convinto che quella è gente, come altri tipo don Enzo Mazzi e don Ciotti e don Gallo, che consente alla chiesa di tenere il piede in due staffe; e siccome i piedi di solito sono due, le staffe diventano quattro. Ha ragione l’amico Massi: il problema nasce quando la chiesa comanda e se comanda è grazie a chi le ha concesso di farlo.
Come mai nessuna di quelle persone si sente mai intervenire in problemi reali, concreti, criticando gli interventi delle gerachie ecclesiastiche? Non è vigliaccheria? E come possono battersi per la laicità se sono vigliacchi?
Solo noi abbiamo il coraggio di esporci, con conseguenze spesso dure.
O si decidono ad affermare, senza mezzi termini, che la religione è un fatto privato (ciò che non significa che i credenti non debbano o non possano tenere conto nei loro rapporti, nei loro comportamenti, dei dettami della loro religione) oppure non si arriverà mai a nulla s seguire quelle persone.
Certo, nel momento in cui un credente mi dimostra di essere sul piano umano, sociale e politico, persona degna di massimo rispetto non vedo perchè non debba sentirmi unito a lui in tutte le battaglie contro la malavita, la corruzione etc. etc.. Dopodichè alla nostra morte, lui si avvierà alla vita eterna ed io al nulla. Personalmente preferisco frequentare un credente onesto (pur con tutti i diverbi del caso se entriamo nel tema della fede) che un ateo ladro.
Condivido quanto esposto da Bruno Gualerzi ed anch’io idealmente mi sento vicino ai firmatari di questo manifesto. Spero soltanto che anche questo non sia un tentativo di conciliare posizioni altrimenti inconciliabili, e mi auguro che le gerarchie vaticane non s’intromettano in questo progetto politico vanificando le idealità presenti in questa sinistra cristiana.
E la sinistra avrebbe bisogno di ripescare dio per affermare valori di laicità, libertà e giustizia? Non sarà invece un alibi per giustificare l’ingerenza clericale nei cattolici che vedono la protervia, l’arroganza, la crudeltà di un governo di destra che si avvia, neanche tanto lentamente, alla dittatura e hanno bisogno del beneplacito di ratzi per poter pensare di governare?
Solitamente in una cultura laica si cercano i consensi sui contenuti e sui progetti e non sulla base delle idee religiose di chi li propone. Se il progetto è condivisibile non vedo perché debba essere respinto solo perché chi lo propone è anche un credente.
Niente di meglio da fare? Mi risulta che ci sia un governo di destra attualmente in carica che fino ad ora non ha fatto altro che provvedere ai suoi stessi membri, al suo capo ed a favore delle lobbies!
Non facciamo la politica del muro contro muro ma là dove è possibile attuiamo quella del dialogo. Saranno poi gli atteggiamenti a venire che diranno se ci sono possibilità di collaborazione o meno. Non amo l’integralismo ed anche un ateo non ne è immune, purtroppo. Se un cattolico un pò più aperto si sente da noi non dico aggredito ma quantomeno attaccato, comunque e sempre, finisce col gettarsi tra le braccia di BXVI anche se non lo ama. Bel risultato vero?
c’ è qualcosa dietro…non mi incantano. se si presentano alle elezioni non li voto di sicuro.
“Credo nel Dio liberato dal Vaticano e da tutte le religioni esistenti e che esisteranno. Il Dio che è antecedente a tutti i battesimi, pre-esistente ai sacramenti e che va oltre tutte le dottrine religiose” (Frasi inizuali del ‘Credo’ di Frei Betto posto in margine al Manifesto della Sinistra Cristiana).
Naturalmente il problema – come per tutti gli estensori di un Manifesto (ne ho in mente uno anch’io) – è agire coerentemente con quanto solennemente annunciato… ma se le parole hanno un senso non vedo proprio come posizioni del genere possano fungere da stampella al Vaticano in un bieco gioco delle parti.
Demonizzare a tutti i costi è lo stesso che sacralizzare (questo fa parte del ‘mio’ Manifesto).
@bruno gualerzi
per me la sinistra vera era quella che si beccava le scomuniche, quella che davvero difendeva i diritti dei lavoratori e i diritti delle donne era costituita da persone che avevano davvero certi ideali. oggi una sinistra del genere non esiste più i principi di una sinistra vera a mio avviso difficilmente vanno a braccetto con l’ essere cristiani se devo essere sincera difficilmente sono compatibili con gli stipendi percepiti in parlamento. mi dispiace ma la penso così. la finiranno come binetti e co perchè difficimente su certi temi saranno liberi da pregiudizi di matrice cattolica difficilmente saranno liberi dal fare i propri interessi.
@ gigetta
Ma hai letto il Manifesto con annesso ‘Credo’? Se i firmatari – tutte persone con nome cognome e storia personale – non terranno fede a quanto ‘manifestato’ avrai tutte le ragioni per affermare ciò che affermi… ma una condanna preventiva così drastica, anche mettendo nel conto tante delusioni che anch’io ho avuto in merito, scusa, ma mi sembra eccessiva.
E non mi baso solo sulle parole, quanto sulla frequentazione alcuni anni fa di alcuni di questi ‘cristiani di sinistra’ (i protagonisti dell’esperienza dell’Isolotto di Firenze in particolare) e ti garantisco che – pur tra tante contraddizioni – il loro impegno civile e sociale, come la loro apertura mentale verso i ‘miscredenti’ e le loro richieste, non sono mai venuti meno. La chiesa in cui dicono di ricoscersi – per quanto dal mio punto di vista impelagati pur sempre in una contraddizione – ti garantisco che non ha niente a che fare, in tutti i sensi, con la CCAR.
Sulla carta è un buon progetto, con cui potrei dialogare. Da quanto scritto nel sito, e nel manifesto, il cristianesimo viene inteso in senso puramente filosofico, in forma anticattolica e anticlericale, quindi nulla a che vedere con Ratzinger insomma (oggetto di vari sberleffi nel
… lo stesso sito.
M’ero dimenticato un pezzo sorry.
Scusate, ma mi sono lasciato un pò andare meritando l’accusa di millantato credito (ammesso che di ‘credito’ si tratti). In realtà era soprattutto il mio amico filosofo Pietro Toesca che coltivava questa frequentazione, ed è attraverso di lui che ho incontrato alcune di queste persone dopo di che si discuteva delle loro scelte e delle loro idee. Con le quali dissentivo, ma riconoscendo in chi le esprimeva una indubitabile buona fede
La sostanza di quanto detto sopra in ogni caso non cambia.
@bruno
l’ho letto ma ribalto la cosa…quando faranno quello che c’ è scritto allora ci crederò…
@gigetta
Se interpreto bene Bruno, non facciamo il processo alle intenzioni. Se una persona ti dice: cara gigetta, mi sono innamorato di te e se ti piaccio, mi permetti di dimostrarti la mia buona fede nei tuoi confronti? Saranno poi i suoi comportamenti, giorno per giorno a farti capire le sue reali intenzioni. La vita è fatta di esperimenti, come la chimica. Sarebbe troppo bello avere il risultato in tasca prima di cominciare.
@gigetta
E poi la dichiarazione – giuro che ti amerò per tutta la vita – non te l’ha fatta mica Berlusconi.
@ gigetta
Per me basta e avanza. E’ un tuo, e ti garantisco anche mio, diritto.
sono d’accordo con gigetta, servono fatti e non parole, quante volte ho sentito questi cristiani progressisti predicare bene e razzolare male, a parole sono bravi, ma quanto si tratta davvero di prendere posizione e di schierarsi da una parte o dall’altra, alla fine scelgono sempre l’ombra malevola del vaticano.
@stefano grassino
se una persona ti amerà per tutta la vita non si vede dalle promesse si vede quando arrivato sul letto di morte quello è ancora li con te (cosa molto poco diffusa coi tempi che corrono) quando questo avviene generalmente quella persona li non ti ha mai detto una frase del genere (hai notato quanti divorziati invece si sono promessi amore eterno anche davanti a dio?)la buona fede la studio nel corso degli anni la fiducia è sempre concessa col contagocce. come per questo caso sopradescritto avrò la dimostrazione che ciò che dicono corrisponde al vero quando sarà realizzato non solo quello che dicono ma anche più di ciò che promettono non prima anche prodi ha fatto tante promesse e anche berlusconi poi…prima di ciò esattamente come faccio nella mia vita in tutti gli altri campi sarò più che scettica e il mio voto non glielo darò
@gigetta
@Daniela
mica ti ho detto di dargli il voto! Guarda che neanche io glielo potrei mai dare. Questo non toglie che tu e Daniela non potete essere così prevenute. Una cosa è il voto un’altra è vedere se c’è possibilità di collaborare.
Un’altra cosa gigetta cara: mica puoi aspettare di arrivare sul punto di morte per dire adesso posso cominciare a vivere con questa persona perchè mi ha dimostrato la sua sincerità. Lo trovo tecnicamente impossibile e quantomeno assurdo da un punto di vista concettuale del senso della vita.
c.d. mi hai preceduto nella battuta: accidenti a te!
@ Daniela
Per quel poco che può contare la mia esperienza, le persone che ho conosciuto che si riconoscevano in quanto contenuto nel Manifesto, di fatti coerenti con le parole – scusa il bisticcio – ne hanno fatti tanti. Alcuni molto discutibili – e per quanto mi riguarda, sempre per quel che può valere, discussi – ma indubbiamente coerenti. Tra i firmatari per esempio c’è gente – come Franzoni – che non ci ha pensato due volte a rinunciare al ‘don’, anzi, al ‘dom’ essendo in origine un gesuita, per seguire una sua vocazione che con il Vaticano, le sue iniziative, la sua ‘morale’, ha ben poco a che fare.
Poi, scusa la breve digressione, ma non se ne può più di questo continuo ritornello ‘fatti e non parole’ con cui si riempiono la bocca tutti i politici, e che nove volte su dieci sta ad indicare proprio niente altro che parole usate come fatti… come se i tanto mitizzati fatti non dipendessero poi dalle parole, cioè dalla interpretazione che ne viene data. Berlusconi docet!
Quindi, si giudici pure dai fatti, ma si giudichi, non si pre-giudichi.
“E la sinistra avrebbe bisogno di ripescare dio per affermare valori di laicità, libertà e giustizia?”
funziona cosi:
1. la sinistra dopo molti tentativi andati a vuoto e’ riuscita finalmente a suicidarsi.
2. quindi la sinistra avrebbe bisogno di resuscitare.
3. quale migliore idea se non quella di rivolgersi agli esperti mondiali in resurrezioni?
l’unico problema e’ che bisognava pensarci prima, ormai sono passati molto piu di 3 giorni: qualsiasi cosa faranno uscire dalla tomba non avra un buon odore. io starei alla larga…
@ Stefano Grassino
@ Bruno Gualerzi
Sottoscrivo in toto. Con i settarismi esasperati e le prese di posizione da ‘duri e puri’ non si va da nessuna parte. Simili atteggiamenti sono sempre stati la rovina della sinistra (e dopo l’ultimo risultato elettorale meno che mai ce li possiamo permettere). Questo, naturalmente, a scanso di equivoci, non significa affatto abbassare la guardia.
Meno male che non li mettono alla prova,perche’ neanche giordano bruno immaginava quello che gli sarebbe capitato,mentre galileo ha avuto fortuna e meno fegato.
Per me sono al sicuro e quindi non c’e’ verso di mettere alla prova la loro fede,il cavaliere ha fatto scuola con il suo contratto agli italiani.
Certo che andarsi a cercareonn padrone a tutti i costi…….
@ c.d.
Apprezzo sinceramente il tuo humor – soprattutto quello ‘nero’ – di ottima lega, e anch’io penso che si debba stare alla larga da simili possibili ‘rinascite’… ma il problema è trovare qualche compagno di viaggio che, se non proprio in grado di profumare, almeno non puzzi.
Ora, questi ‘cristiani di sinistra’ si rifanno a personaggi che, per quanto ne so, sono stati messi alla prova e hanno sempre pagato di persona (anche se non sono stati messi letteralmente al rogo, come auspica bonariamente ‘venezia63jr’, ma solo perché non erano più i tempi). Secondo me, nel panorama attuale, non è poco.
Chi dice che bisogna aver fiducia e apettare per vedere in quale direzione vanno le cose non sa o fa finta di non sapere che non siamo al giorno zero, ma si sta solo reiterando un errore già compiuto infinite volte e pur “sempre nuovo” per i nuovi (anche perchè “sempre nuovi” sono i tonni che entrano nella tonnara: poichè quelli in scatola non possono più essergli di buon consiglio).
La Chiesa cattolica è una struttura che racconta favole in tutti i modi possibili, per nascondere le verità oggettive ai fini della verticalita per la quale è organizzata.
Per questo ogni strato sociale ha i suoi “pastori” e i suoi seguaci seguaci.
Ad ogni strato sociale (persino ad ogni singolo) è lasciato un certo margine per poter credere di essere lui-loro “la vera chiesa”.
Nella storia della Chiesa c’è stato Francesco D’Assisi: che faceva girare i cosiddetti alla gerarchia con la storia della povertà, ma seguito da molti fedeli (dei quali la Chiesa non può certo fare a meno), che però finì col fare atto di contrizione, inginocchiandosi di fronte al papa.
Ma ci fu anche fra’ Dolcino: che atto di contrizione non lo fece mai e la Chisa “fu costretta” a passare all’uso dello sterminio nei suoi confronti e dei suoi fedeli.
Certe “dolorose perdite” non sono una novità per la Chiesa cattolica (c’è persino chi sostiene che anche il comunismo sia una di queste).
Ma “pur soffrendo” le contabilizza e le mette in atto: in fondo per Lei è importante solo che non cambi il risultato finale: che è la sua possibilità di elevarsi sul gregge e poter così mettere a prezzo ciò presso altrettanto Potere Forte Costituito.
Come vedete non sto parlando affatto della buona fede e volontà di quei “santi” estensori del documento, bensì del fin troppo prevedibile risultato finale.
Caro Massi, le tue considerazioni sono assolutamente pertinenti, e in effetti la CCAR ha metabolizzato ben altro che non questi spelacchiati, e spernacchiati, ereticucci… ma si deve proprio sempre guardare le cose avendo la CCAR come unico punto di riferimento?
In altre parole, se si fa di tutto per lasciarli soli, non è che poi la CCAR avrà come sempre buon gioco a liberarsi con un semplice scacciamosche di questi fastidiosi ma innocui mosconi e mancare così un’occasione per farli crescere in contrapposizione al cattolicesimo straccione su cui invece campa da sempre la chiesa?
Poi, sicuramente, muovendosi in una prospettiva atea, ci sarebbe, come c’è, da fare i conti con loro, e conti non facili, ma col resto del mondo cattolico c’è solo da rotolarsi nel brago.
Cominciassero col pretendere ad alta voce la cancellazione dell’art.7 della Costituzione perchè in contrasto palese con i valori democratici
ossia ad opporsi a quella scelta settaria voluta dei costituenti cattolici in favore della propria religione ed a danno delle altre…..che condiziona da allora in poi ogni atto, dalle sentenze della corte costituzionale alle decisioni di un qualsiasi collegio di docenti scolastici
basterebbe che leggessero Rosmini (le 5 piaghe della chiesa) per di più un loro beato senza dover per forza sconfinare su autori non cattolici per assumere un pò di coraggio e dare sostanza alle parole al vento
@ raphael
L’art. 7 della Costituzione (Costituzione però che nel suo complesso in tanti punti è ancora molto valida per opera anche di cattolici come Dossetti) è stato approvato per calcoli ‘gesuitici’ – non meno confessionali di quelli cattolici, questi ultimi per altro prevedibili in quanto cattolici – dal PCI togliattiano, e contrastato solo dai socialisti. Quelli di allora.
Caro Bruno, penso che a pensieri politici democratici occorra una filosofia (almeno) altrettanto democratica: poichè la democrazia è relativista per eccellenza.
Per questo, mi risultano fuorvianti tuti quei pensieri pur democratici che però vanno a fare i portatori d’acqua a filosofie e fedi miranti all'”assoluto”: dichiaratamente antirelativiste, dunque, antidemocratiche (a meno che la democrazia non sia altro che un mezzo per “prendersi ragione”, dunque, da buttare quando non fa al caso loro).
Caro Massi, per questo siamo atei! Fino ad ora contro il relativismo si è scagliato, in modo veramente penoso, il nostro B16 supportato dagli ‘atei’ Ferrara e Pera. Da questa parte credo che ci sia ben poco su cui confrontarsi, nel senso che si può facilmente controbatterli sul piano speculativo, ma non incidendo minimamente su un abito fideistico indossato come una corrazza.
Con questi altri invece il confronto – proprio sul piano speculativo – può essere un vero confronto (lo dico anche per averne fatto qualche esperienza). Meno scontato, più arduo, ma vero. E l’esito, perché tutto si svolga su un piano realmente democratico, qui può dipendere in buona parte proprio da noi.
PRECISAZIONE
Prima di tutto occorre fare una precisazione in merito all’estensione del “Manifesto della sinistra cristiana”. Il sito dell’Uaar ha linkato il testo del “manifesto” dal nostro blog. Il nostro blog aderisce e appoggia il manifesto – non per niente lo ha rilanciato – ma non è un estensore “ufficiale” e diretto del testo. Pertanto ogni altro contenuto presente sul blog (il Credo di Frei Betto, per esempio) non è necessariamente da imputare in alcun modo ai firmatari del “manifesto”, così come gli altri interventi presenti su Teologia&Liberazione.
Ci sembrava doverosa questa precisazione in quanto, alcuni commentatori, hanno collegato altri contenuti presenti nel nostro blog direttamente al “Manifesto della sinistra cristiana”. Non vorremmo mai mettere in bocca ad altri parole da loro mai pronunciate.
Il testo del “manifesto” si può trovare, ed è stato pubblicato, anche su altri siti e/o altre testate (Adista – http://www.adistaonline.it; Liberazione – http://www.liberazione.it, ecc).
NEL MERITO
Per quanto riguarda la discussione, entrando nel merito della questione, ci preme sottolineare alcune cose. Una volta precisata l’estraneità delle parole di Frei Betto rispetto al “manifesto” (la posizione a margine del post sul “manifesto” non indica nessun apparentamento tra i due testi) si può procedere in alcune considerazioni:
1. E’ giusto e legittimo domandarsi se i cristiani (così come gli atei, i buddisti, o altri) abbiano o meno la necessità di costituire un gruppo di lavoro politico, una rete o un cartello di associazioni o persone che possano intervenire a livello politico. Questa è una questione irrisolta nella storia della politica del nostro Paese, e anche nella storia del Cristianesimo. Un problema che ha sempre accompagnato la storia di questa religione e i suoi rapporti con i potere (monarchico o democratico che sia), si pensi per esempio alla lettera A Diogneto (II sec. E.V.).
2. E’ vero che esiste un problema in seno alla chiesa di base riguardo al posizionamento di alcuni esponenti del clero (don Ciotti, don Gallo…) rispetto alle gerarchie – non è l’esempio di Enzo Mazzi o di Giovanni Franzoni, persone che hanno pagato di persona il loro dissenso nei confronti della gerarchia cattolica. Molti preti preferiscono “buttarsi nel sociale” per evitare di dover prendere, pubblicamente, delle posizioni contrarie alle gerarchie. Ciò non toglie la preziosità del loro lavoro sociale e politico. Chi, invece, prende posizione pubblica contro le logiche di potere imperanti in Vaticano viene emarginato, scomunicato, sospeso, dimesso… (E’ l’esempio di don Mazzi, don Barbero, dell’abate benedettino Franzoni… e di tanti altri). Proprio quest’ultimi sono messi a tacere ed emarginati dalle gerarchie perché si sono posti ai margini della chiesa. Basti vedere la scarsissima risonanza che hanno le Comunità di base o il movimento Noi Siamo Chiesa sui media, critici direttamente verso le posizioni delle gerarchie ecclesiastiche; gruppi che hanno sempre combattuto per un rinnovamento della teologia, per la laicità dello stato e l’abrogazione del Concordato fascista, ecc – unendo questi impegni di natura ecclesiale ad una forte presenza nel sociale e nel politico.
3. Le gerarchie non interverranno su questo progetto della Sinistra cristiana (cristiana e non cattolica – si badi bene a non confondere le due cose!); semplicemente tutto verrà messo a tacere e si cercherà di far calare un velo di indifferenza e di silenzio sui possibili esiti di questa iniziativa. Questa forse è una delle motivazioni che hanno spinto gli estensori e i firmatari del “manifesto”. Infatti, il vero problema – pragmatico – è che i cristiani a sinistra passano sempre inosservati e si è portati a pensare che non c’è ne siano, che siano tutti concentrati al centro o a destra. Questa è l’immagine “unanimista” che le gerarchie vogliono far passare, Ruini primo fra tutti. Il compito dei cristiani di base è proprio quello di testimoniare la molteplicità dei punti di vista, la diversità, la “convivialità delle differenze”. Bisogna mostrare la realtà nella sua relatività, nella sua complessità, scardinando le logiche di potere che vorrebbero ridurre tutto “ad unum”. In questo senso il “manifesto” è da considerarsi positivo e politico nel vero senso della parola – nessuno ha intenzione di formare un nuovo partito.
[…]
4. Purtroppo, spesso, questi tentativi di “conversazione” (come direbbe Rorty) sono visti anche dagli atei come tentativi di intromissione da parte di frange progressiste, avanguardia della gerarchia, con il compito di aprire degli spazi, delle brecce, in tutti i campi della società. Non è il caso dei movimenti di base, portatori di istanze e critiche radicali. Marcello Vigli, per esempio, ricorda spesso questo aspetto. Da anni impegnato per la laicità dello Stato, della scuola, contro il Concordato è sempre stato visto con un certo sospetto all’interno degli ambienti laici dove si è impegnato per portare avanti queste lotte. Un “sospetto” dovuto alla sua fede – non religione – alla sua appartenenza alle comunità di base.
Il progetto del “manifesto” è importante perché vuole scardinare questa concezione della spartizione netta, di conformismo categorico. In questo senso è molto più utile alla “politica” ecclesiale che a quella dello Stato. E’ molto più utile perché vuole sradicare la percezione che si ha comunemente del mondo cristiano, del suo “assolutismo”, del suo dogmatismo, della sua unanimità a tutti i costi – soprattutto in Italia per via della Chiesa cattolica.
In questo senso la lotta dei cristiani di base ha bisogno anche della rilfessione del mondo ateo, agnostico, razionalista. Grazie al dialogo, infatti, è possibile far vedere a chi ha gli occhi puntati con un cannocchiale su un unico punto di vista che, non solo i cannocchiali sono tanti, ma anche i punti di vista sono molteplici, differenti. Credere non significa avvallare una forma politica, un potere specifico – vaticano o no – ma camminare insieme scoprendo, giorno per giorno, l’insegnamento di Gesù, un uomo, ebreo, di Nazaret vissuto nella Palestina di 2000 anni fa.
Grazie per l’attenzione e per i contributi, sempre preziosi.
Un saluto cordiale.
g.g.
Teologia&Liberazione (teologiaeliberazione.blogspot.com)
Cattolici progressisti: come no.
L’interpretazione data da una certa sinistra ad un presunto lato …”positivo” del cattolicesimo è obsoleta, ridicola ed è stata, tra l’altro, radicalmente estirpata dal “new atheism” (spesso accusato, non a caso, di essere di… “destra”). L’altro ieri si guarda alla figura del “ribelle” Gesù contro l’Impero Romano, oggi c’è piùdi uno che ipotizza che non sia mai esistito. Come cambiano le cose, quando si devono adattare al pensiero di un gruppo politico.
La religione si adatta a qualsiasi cosa, è un’ingerenza sempre piùasfissiante ed è incredibile come riesca ad infiltrarsi ovunque. Non sarà mai troppo tardi quando separeranno con un vero e proprio “aratro” le questioni politiche sociali ed economiche dall’influenza delle religioni. E non vale solo per la cattolica, anzi (vedi islam).
Sarebbe ora di svegliarsi – aria fritta, lo so… – e di guardare ai problemi veri, senza ragionare ogni volta con le fette di “Santo Salame” sugli occhi, no?
*Bruno Gualerzi
Non capisco dove vuoi andare a parare…
Il fatto che una maggioranza si sia espressa su contenuti non democratici non serve a sdoganare tali contenuti
Semplicemente essa NON avrebbe potuto esprimersi su prevericare/privilegiare essendo la libertà religiosa NON DISPONIBILE ad una votazione di sorta
Ed è proprio questo vizio di forma che secondo alcuni costituzionalisti renderebbe out l’art.7 senza che si debba interpellare la controparte e senza l’iter di revisione costituzionale.
Del resto la chiesa cattolica stessa nella “gaudium et spes” (credo, non ho il tempo per controllare) si dichiara favorevole alla sua soppressione se NON dovesse essere in accordo col “sentire democratico” del popolo italiano
Personalmente la vedo come Manlio.
Mi guardo bene dal mettere in dubbio la buona fede di uno come don Ciotti, ad esempio, parlando di una persona che opera nella mia realta’ locale. Fa molto di piu’ lui di quello che possa, o peggio voglia, mai fare io, per incidere sulla societa’ ed in un senso che considero del tutto positivo.
Il problema e’ che don Ciotti le fa, e le puo’ fare, finche’ e’ don Ciotti. Lui lo sa benissimo e per questo si permette la critica alle gerarchie cattoliche, ma non fino al punto di chiamarsi fuori dalla struttura.
Questo pero’ consente alle gerarchie medesime di ammantarsi di tutto il buono che il signor Luigi Ciotti ha fatto, fa e fara’, per sostenere che don quellochevolete fara’ lo stesso, chiunque egli sia. Di raccogliere piu’ soldi possibile. Di interferire con la vita delle persone.
Dove io ed il signor Ciotti siamo in disaccordo non e’ nella validita’ delle cose che lui fa, ne’ nel fatto che sarebbe meglio se le facessi anche io, ma sulle priorita’. Lui sa perfettamente che viene e verra’ strumentalizzato, ma secondo lui e’ piu’ importante aiutare il maggior numero di singole persone, ed il prezzo da pagare e’ accettabile.
Secondo me, rinforzare un ente (im)morale, che usa le tue azioni per tentare di imporre la propria etica a tutta la societa’, per cercare di appropriarsi della vita di tutti (si veda p.e. il recente caso Englaro) fa dei danni talmente grandi alla possibilita’ di ogni persona di essere felice, da essere un prezzo inaccettabile da pagare per la felicita’ di alcune persone.
Per questo non mi unirei idealmente al manifesto, pur apprezzando il tentativo, se non accompagnato da apostasia dei firmatari. Non verso l’ateismo, ma comunque contro la struttura clericale.
PS: @teologia e liberazione:
…appunto. Mi pare che questo dettagliato intervento, pubblicato mentre scrivevo, confermi completamente quanto sostengo…
se vuoi ottenere risultati e risonanza, devi avallare la chiesa (Ciotti).
se non avalli la chiesa ti oscurano (Noi siamo Chiesa).
Quanto all’unanimismo.. mi permetto una provocazione:
” Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica.[…]”
(dal Credo cattolico, http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P12.HTM )
Mi pare piuttosto chiaro…
@ salvatore
Vogliamo davvero ‘guardare ai problemi veri’, che sono poi ‘veri’ quando sono quelli di oggi, non quelli di ieri o dell’altro ieri? Quanto sia rischioso, sul piano concettuale – che però, trattandosi di religione, diventa subito anche pratico – aprire credito a certo cattolicesimo progressista, lo sappiamo bene… ma con chi pensi – a meno di rinchiudersi nel proprio misero guscio – di poterti confrontare oggi come oggi? Con chi strumentalizza la religione senza alcun pudore, puntando, a dispetto dei tanti ‘progressi della scienza’, sulla superstizione e sull’ignoranza tanto più diffuse quanto più si offre l’illusione, con le nuove tecnologie, di accedere ad ogni tipo di sapere? Questi sono sicuramente in malafede… quegli altri – magari sotto certi aspetti anche più pericolosi, non c’è dubbio, proprio per questo – sembrano però in buona fede.
Oggi come oggi – lo sottolineo ancora – con i primi si esce sicuramente sconfitti (c’è un’allenza tra politica e religione che non ha niente da invidiare, anzi, alla vecchia alleanza tra trono e altare), con i secondi si rischia, sicuramente, ma è l’unico rischio che, come suol dirsi, vale la candela. I tempi sono ‘vecchi’ o ‘nuovi’, obsoleti o con qualche nuova prospettiva , se così li facciamo diventare noi.
Ma in questo manifesto sono contemplati concetti come i matrimoni gay, la fecondazione artificiale, il diritto all’eutanasia,…?
No perchè, se non ci sono, mi chiedo che razza di “progressisti” sarebbero…
Il problema vero è quello di riconoscere senza mezzi termini la libertà che ognuno ha di professare o meno una religione. Gli stati lo hanno fatto con la carta dei diritti del ’48, una esplicitazione pattizia di tanti studi sul diritto naturale voluta fortissimamente dopo le brutture della seconda guerra mondiale, poi tradotta in molte carte costituzionali moderne….
Quando i cattolici riusciranno in questo? Quando ne trarranno le evidenti conseguenze facendo un mea culpa senza gettare le colpe di tutto sugli altri?
Ho letto ora l’intervento di Teologia&Liberazione, dove
da un lato si precisa ciò che sostenevo e cioè che vi aderiscono persone (Giovanni Franzoni, Enzo Mazzi e altri) che sono altra cosa, per le loro scelte radicali, dai pur rispettabilissimi cattolici impegnati nel sociale, come Don Ciotti…
da altro lato però ci si dissocia da un testo – quello di Frei Betto – che non capisco allora da chi, e perchè, sia stato accostato, proprio graficamente, al Manifesto. Non capisco gran che di blog (a malapena mi oriento su questo), ma qual è la vera posizione di Teologia&Liberazione rispetto a questo testo? Sicuramente enfatico, declamatorio, farraginoso… ma, a suo modo, anche tanto poco ‘religioso’ nel senso che non sembra riconoscersi in una qualche religione positiva.
Sarà un dettaglio, ma – e mi rivolgo agli estensori del manifesto che ho difeso come ho potuto – secondo me non trascurabile.
Su molto mantengo le mie riserve, ma il livello di questa discussione (almeno per me) è davvero un buon livello.
Ho riletto con attenzione tutti i commenti del post, i miei e gli altri, ma soprattutto ho letto attentamente gli interventi di Teologia&Liberazione… Ebbene, mi rendo conto cho ho fatto l’apologia di qualcosa che mi ero figurato in modo affatto diverso. Per cui penso sia dignitoso che ora me ne stia zitto per un bel pò.
Desidero aggiungere una considerazione.
Non mi pare che nelle mie letture io abbia mai incontrato degli uomini seriamente di sinistra che fossero degli idealisti. Avevano degli ideali, delle utopie; ma gli ideali, le utopie hanno il diritto di esistere, hanno la loro ragione d’essere nel materialismo della realtà, soprattutto della realtà contingente perché è questa che noi viviamo ed è in quest’ambito che dobbiamo trovare le soluzioni: è questa la Storia. L’altra Storia, quella grande, ci serve per capire, non per vivere.
Una tale visione della cose può andare d’accordo con qualsivoglia idealismo? Se l’idealismo nasce e si nutre continuamente di idee inventate di sana pianta, e che, come idee, hanno per chi ci crede valore assoluto e quindi non declinabile? Da chi, poi, quelle idee sono inventate? Non certo da chi lavora: non dimentichiamoci che è ancora chi ha in mano zappa e vanga che sfama l’umanità il quale deve assumere la istruzione che gli viene data: quante sottolineature avrei voluto qui! (ma io non riesco a fare di più col computer)