Turchia, l’Alta Corte assolve il partito di Erdogan

Il Partito turco per la giustizia e lo sviluppo, in breve Akp, al governo in Turchia dal 2002, non sarà sciolto. L’ha deciso l’Alta Corte del paese anatolico ha respinto il ricorso del procuratore generale Abdurram Yalcinkaya, secondo il quale l’Akp ha intenzione di instaurare la legge islamica. I giudici hanno comunque stabilito di tagliare la metà dei fondi pubblici che dovevano essere destinati quest’anno al partito.

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25 commenti

claudiogentile

Secondo il mio modesto parere le leggi islamiche sono pazzesche, vanno abolite. Ciao UAAR

Azathoth

@ Laurentia

credo non ci sia pericolo, da quelle parti sono un po’ fissati con Mustafa Kemal “Ataturk”.

Inoltre con il dimezzamento dei fondi hanno voluto lanciare un messaggio del tipo “attenti, un passo falso e per voi finisce male”, almeno secondo la mia interpretazione.

EK80

Beh il FIS che nel 1994 in Algeria vinse le elezioni era un partito islamico fondamentalista, mentre il partito di Erdogan è certamente di carattere religioso, costituisce indubbiamente una minaccia per la laicità della Turchia, ma non è assolutamente paragonabile al FIS.

Popinga

E’ più integralista Calderoli di Erdogan. E la Turchia è più laica e civile di certi stati degli USA o di certe valli delle Orobie.

Aldo

Sinceramente la turchia a me non sembra neanche un paese Islamico, forse vista anche l’ influenza che ha avuto da Kemal Ataturk, processo di laicizzazione unico fra i paesi islamici.
Caspita se ci sono differenze fra il F.I.S. algerino(che aveva la suo interno molti elementi salafiti , infatti dal Fis nascerà poi il G.I.A. e i reduci in genere sono oggi finiti nel ramo africano di Al Qaeda) e il partito di Erdogan che propone un Sunnismo moderato quasi filo occidentale.

dysphoria_noctis

chissà se la corte costituzionale italiana si pronunciasse sulla laicità dei partiti nostrani, quanti sopravviverebbero… secondo me neanche uno…

Antonio Curcio di Pomezia

hanno fatto bene…troppa discriminazione c’è in giro

Andrea

@dysphoria_noctis:

Non so quanti sopravviverebbero se si decretasse lo scioglimento dei partiti non-laici… ma sono convinto che tutti loro, UDC compreso, reclamerebbero con vigore di essere “sempre stati laici”.

Dirladada

@ Popinga
Questi tuoi discorsi sono veramente senza senso come fai a paragonare la turchia intera a certi stati degli USA? Ti segnalo che sono i Turchi a voler immigrare negli states e non certo gli americani che se nascono in certi stati se ne possono andare sempre a San Francisco o a Boston. Il partito di Erdogan è un partito nato come fondamentalista poi una volta arrivato al potere si è reso conto che per la Turchia l’alleanza con gli USA è troppo importante. Comunque vedremo come evolverà la situazione, io ho sempre trovato molto più laica la Tunisia della Turchia, soprattutto la popolazione al di là delle istituzioni.

chiericoperduto

Ultima notizia: “Erdogan ha dichiarato che il suo partito continuera’ ad impegnarsi sulla via della protezione dei valori repubblicani, tra cui la laicita’ “.
Insomma si è dovuto impegnare a rigare dritto, in linea con la costituzione kemalista, se sgarra la corte costituzionale potrebbe ravvisare nuovi elementi per la chiusura del partito.
Atatutk è stato e rimane un grande, da noi è fantascienza..non è lontano quel tempo in cui atei e relativisti italiani dovranno chiedere asilo politico in Turchia!

Stefano Grassino

@Dirladada

Guarda che popinga non parla di tutti gli USA ma di alcune realtà. Se tu avessi letto i problemi che ha l’F.B.I. (con tutti i suoi agenti uccisi) con le realtà fanatiche – religiose di quel paese, non parleresti così. L’integralismo e l’ignoranza del mondo contadino nord americano (alcune decine di milioni di persone) è uguale se non superiore a quello mussulmano o cattolico di militiha christi. Se i Turchi emigrano negli States è per ragioni economiche non culturali, mia cara. Il cervello di un Napoletano, di un Messicano di un Turco è cento volte superiore a quello di un gringo che rifiuta Darwin perchè la bibbia non ne parla.

Pietro2

@Dirladada.
mi preme, nell’occasione di siffatto paragone, ricordare a Dirladada che i nati in un qualsiasi stato americano non hanno bisogno di emigrare perchè la politica di aggressione e di furto continuato verso il resto del mondo (ad esclusione di israele) sono di per sè in grado di fornire tutto il necessario alla popolazione di quel grande paese, intendo (geograficamente grande).
è voce comune che l’america è sinonimo di “democrazia”, ma fatemi il piacere.
figurarsi che hanno accettato la baggianata dell’attentato alle due torri, anche se, bisogna dirlo, la verità la conoscono e la tengono nascosta perchè altrimenti crollerebbe la tanto decantata (falsamente) democrazia americana.
tutti i popoli che fanno del senso religioso un baluardo sono da tenere alla larga, ecco perchè sono contrario all’ingresso della Turchia nella Comunità Europea.

Il Filosofo Bottiglione

hanno dato un colpo al cerchio e uno alla botte

Bruno Gualerzi

Premetto che non ho la più pallida idea di quanto sia laico, o laicizzabile, il partito al governo in Turchia che l’Alta Corte ha assolto dall’accusa di introdurre un islamismo strisciante ponendo nel contempo alcune condizioni perché ciò non avvenga.
Mi permetto però di intervenire ugualmente in quanto il riferimento storico d’obbligo è la svolta laica operata negli anni ’20 del secolo scorso da Ataturk. Ebbene, nessun dubbio che si è trattato di una vera e propria modernizzazione di tante istituzioni in senso anticonfessionale… operata però in che modo?
In un modo che – senza attribuire patenti di merito o di demerito che a mio avviso non hanno molto senso – oggi come oggi, col senno di poi, disponendo della necessaria prospettiva storica, mostra tutti i suoi limiti, dovuti fondamentalmente dal fatto – se ci si libera da certa retorica ‘progressista’ di stampo hegeliano – che una trasformazione anche radicale, anzi proprio quanto più radicale, operata dall’alto, non è sufficente per trasformare una mentalità che resta inelterata pur adattandosi in superfice al nuovo corso. E che – questo a mio avviso è il dato cruciale – appena se ne presenta l’occasione, riemerge con tutta la sua violenza reazionaria identificandosi con ciò che più si presta a questo salto nel passato: la tradizione religiosa.
Lo vediamo in genere nel mondo islamico, ma un pò ovunque anche altrove, Qui nel post, in modo a volte enfatizzato dalla vis polemica, ma tutt’altro che gratuito, si è accennato alle spinte paurosamente reazionarie riscontrabili in quella provincia americana che si è mobilitata per rieleggere quel Bush che le garantiva un orizzonte di ‘guerra infinita’ contro il Male. E si parla degli USA, sicuramente un paese dove le idee possono circolare più liberamente che in tnti altri paesi, e dove tuttavia la tradizione laica è diventata spesso più una sorta di ‘bandiera’ da esisbire per coprire una politica di potenza, che non quel valore prioritario che dovrebbe essere. Figuriamoci in quegli altri paesi (parlo ad esempio della Russia stalinista, della Cina maoista, solo per citare le potenze più in grado di condizionare la politica mondiale) dove dire che la ‘modernizzazione’ è avvenuta dall’altro, è poco più che una constatazione. Per la Russia, tra l’altro, un precedente tentativo di modernizzazione (in quel momento storico si trattava di ‘occidentalizzazione’) era già avvenuto con Pietro il Grande, con metodi che definire violenti sa di esufemismo.
Ebbene, le stesse considerazioni penso possano valere per la Turchia.

Bruno Gualerzi

Dimenticavo. Tutta questa tirata per dire, al solito, che solo una battaglia culturale, con tutti i suoi limiti, può sperare di ottenere qualche reale processo verso la laicizzazione. Le alternative si sono dimostrate – leggendo la storia in un certo modo – perdenti.

Stefano Grassino

@Il problema è che la storia non si legge in un modo solo. E’ effettivamente importante che le cose maturino nelle menti piuttosto che vengano imposte dall’alto ma questo non sempre è possibile. In genere la storia viene fatta da poche menti ed alle volte da un singolo leader. Caro Bruno, la vandea ti ricorda nulla? Probabilmente le nostre posizioni, tanto diverse in partenza, sono alla fine ambedue necessarie per un cambiamento duraturo con la differenza che tecnicamente occorre la mia all’inizio, al fine di rompere drasticamente un passato assurdamente anacronistico, sostituita poi dalla tua per sollevare con continuità e con convincimento interiore coloro che vivevano nell’ignoranza.

Popinga

@ Bruno Gualerzi: OK, nessuna laicizzazione dall’alto, ma allora nessuna religione dall’alto.

@ Dirladada: leggi qualche articolo sul fondamentalismo religioso americano. Che non è presente solo in qualche ranch del Nevada. Dice niente il nome di Rumsfeld?

@ Pietro 2: fuori dall’Europa coloro che vogliono affermarne le “radici cristiane”. No?

juan valdez

Condivido quanto esposto da Bruno Gualerzi, solo le battaglie culturali possono garantire un reale cambiamento in senso laico della Turchia. In Effetti Ataturk “laicizzò” la Turchia ma a mio parere questa voglia di modernizzare il paese si rifaceva alla necessità di tenerlo unito evitando una sua arabizzazione e quindi una sua lacerazione interna.
Per essere chiari la Turchia, stato di lingua non araba, stato che per quasi 1000 anni aveva svolto il suo compito di guida dei paesi islamici del mediterraneo e che nel bene e nel male aveva dato una certa stabilità a questo mondo in continuo fermento, la Turchia dicevo non poteva venire fagocitata da culture e sistemi di pensiero nonchè di governo che non facevano parte della propria storia.
A differnza degli arabi che all’apice della loro espansione si erano divisi in vari emirati in lotta tra di loro, i turchi erano stati monolitici, avevano creato una burocrazia e un esercito che per poco non conquistò l’Europa, all’Europa i turchi guardavano più che al mondo arabo, lo dimostra la loro politica attuale tutta tesa ad entrare in uno dei mercati più importanti della terra e in una di quelle zone dl mondo dove più elevata e la ricerca scientifica e tecnologica.
Secondo me Ataturk aveva compreso che se la Turchia non voleva diventare come gli altri stati arabi, dove delle elite detenevano il potere escludendo il popolo dai vantaggi della condivisione democratica degli onori e degli oneri, doveva operare una sterzata verso il continente europeo, in questo modo avrebbe potuto tenersi fuori dai conflitti che colpiscono l’area mediorientale e divenire di nuovo uno stato guida per i paesi arabi.
Tutto questo si è cercato di realizzare con la laicizzazione forzata dello stato turco e quì purtroppo casca l’asino.
Nessun cambiamento apportato dalle baionette dell’esercito può considerarsi un vero cambiamento, nessuna libertà può sorreggersi sull’intervento dell’esercito ogniqualvolta il sistema di governo laico dello stato è minacciato, nessuna libertà vi può essere se bisogna ricorrere ai tribunali e bisogna dare avvertimenti a quei partiti che minacciano di trasformare la Turchia in uno stato teocratico.
Come diceva Gualerzi (che ringrazio per aver rilevato un mio errore grossolano in un precedente Blog) solo le battaglie culturali possono cambiare realmente un determinato stato di cose in società chiuse e/o settarie, come è avvenuto in SudAfrica ad esempio e come spero possa accadere in Irlanda.

elettra

Buon mix, proposto da Stefano Grassino,se non fosse che la prima fase porta inevitabilmente ad eccidi,come la Storia ci insegna ;ed il sangue lascia tracce indelebili ,nelle coscienze maggiormente.
Consideriamo allora l’utopia:il solo impegno culturale, la battaglia incruenta cui si riferisce Bruno,anche se richiede tempi più lunghi.
La Vandea ci ricorda tutto,così il 1789 e tutte le rivoluzioni avvenute nei secoli, con conseguenze a volte “schizofreniche” :restaurazione ed avvio del processo di modernizzazione.

Bruno Gualerzi

@ Stefano Grassino
Il fatto è purtroppo (questa è la mia lettura, se vuoi di comodo, cioè fatta col senno di poi) che quella che tu definisci come una ‘prima fase’ necessaria preclude, ha precluso quasi sempre, la seconda. Con la ‘laicizzazione dall’alto’ viene sì in genere rotto un passato assurdamente anacronistico, ma sembra proprio che fino a quando tutto dipende dal potere, dalla forza, occorra molto poco tempo perchè ad un anacronismo se ne sostituisca un altro. Così almeno risulta da una, non certo unica possibile, ma sicuramente legittima, lettura della storia. E il danno maggiore, in genere, è che così si offre il pretesto per ridare fiato al pensiero reazionario e far rimpiangere assurdamente (ecco la Vandea) il passato.
Perchè allora continuare a ritenere necessario – se questa lettura, come io ritengo, ha un senso – puntare ancora sul carisma di qualche leader ritenuto in grado ‘di fare la storia’?

@ Popinga
Non ho capito bene il tuo commento. Comunque, a scanso di equivoci, forzando un pò il discorso, la ‘laicizzazione dall’alto’ non funziona (non ha funzionato) proprio perchè, a mio parere, si distingue molto poco dalla religione, che per definizione viene dall’alto… cioè in realtà da una casta che esercita un potere.

Bruno Gualerzi

Juan Valdez, Elettra,
i vostri interventi sono usciti evidentemente mentre elaboravo il mio ultimo. Li avessi letti prima, il mio potevo anche risparmiarlo…
Inutile dire che sono molto soddisfatto di questa condivisione.

Elia Ballade

@dirladada

Ricordiamo che la democratica America in alcuni stati sta obbligando ad insegnare l’intelligent design… perché “la teoria dell’evoluzione ha delle falle” (quando le trovano sono sempre qui…)

venezia63jr

Il fatto si commenta cosi’: all’alta corte turca non ci sono piu’ simpatizzanti laici e alla fine la turchia diventera’ di nuovo un regime religioso,e’ inutile illudersi,e’ politica e anche potere.

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