Bisessualità potrebbe essere legata ai geni

Una ricerca italiana, iniziata dal dott. Andrea Campiero Ciani dell’Università di Padova qualche anno fa, e pubblicata sul Journal of Sexual Medicine, afferma che la bisessualità potrebbe avere una base genetica (in particolare, una combinazione particolare del cromosoma X) ereditata per via materna.
Da questa ricerca emergerebbe che le madri e le nonne degli omosessuali tendono a fare più figli. Specifica comunque il ricercatore su New Scientist: “Più che un ‘gene gay’ si tratta di una serie di fattori genetici che promuovono l’attrazione verso gli uomini sia nei maschi che nelle femmine”.

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84 commenti

Lucia

Non credo che sia così fondamentale sapere il motivo dell’essere omosessuali. Non mi sono neanche mai chiesta il motivo dell’eterosessualità. E non mi parlate di perpetuazione della specie, perché non è necessariamente così. Io sono eterosessuale, ma non voglio figli.
Siamo tutti persone, è questa la cosa importante. Tutti uguali e tutti diversi.

Popinga

Allora aveva ragione il mio parroco quando diceva che l’omosessualità se non è peccato è una malattia (genetica)? Non è che si stiano sopravvalutando i fattori innati a scapito delle spiegazioni (complementari e non alternative) sociali, culturali, storiche, psicologiche?

Bruno Gualerzi

Concordo con Lucia.
Di mio aggiungo che queste ricerche – che poi vengono rese note con una terminologia molto poco scientifica a base di ‘potrebbe’, ’emergerebbe’, ‘sembrerebbe’ – servono solo a creare confusione dando una patina di scientificità a tendenze sessuali che hanno rilievo sociale solo per i loro risvolti etici, culturali, e, soprattutto, giuridici.

Sherasade

*si tratta di una serie di fattori genetici che promuovono l’attrazione verso gli uomini sia nei maschi che nelle femmine*
E l’enorme numero di bisessuali donne?
Mi facciano il piacere, non cercano altro che qualcosa che li giustifichi nel dire che omosessuali e bisessuali sono diversi dagli eterosessuali, perchè non ammetteranno mai che tutti gli esseri umani sono uguali, indipendentemente dalle loro scelte sessuali.

Jeeezuz

@sherasade, per favore, non sparlare.
non c’è nessun complotto di scienziati per discriminare i bsx. stai mettendo gli ideali davanti ai fatti.
non dico che la ricerca sia più o meno seria.
Nessuna ricerca nega l’uguaglianza tra esseri umani davanti alla legge. Qua si tratta di biologia. Basta coi vittimismi.
Un down è uguale davanti alla legge ma diverso nella biologia.
Così come un biondo è diverso da un moro e una persona pelosa da una glabra.

Azathoth

“Da questa ricerca emergerebbe che le madri e le nonne degli omosessuali tendono a fare più figli.”

Domando, perchè non è il mio campo e vorrei capire: significa che dal punto di vista evoluzionistico gay=favorito?

Roberto Grendene

Distinguiamo i piani: dal punto di vista scientifico queste ricerche sono importanti, per il semplice fatto che portano conoscenza, che e’ il fine della scienza.
Dal punto di vista etico invece la cosa non ha rilevanza.

Io ho un incisivo in meno, il superiore laterale destro. Stessa cosa una mia sorella. Ha basi genetiche di un certo tipo. Nessuno di sogna di trasportare questa conoscenza in altri ambiti (sociale, etico, giuridico…). Avessi perso quel dente cadendo dalle scale, o me lo fossi tolto per ragioni estetiche una volta maggiorenne, non dovrebbe fare differenza alcuna sul piano dei miei diritti. Lo stesso ragionamento dovrebbe essere applicato se fossi omosessuale.

Roberto Grendene

Valentino Salvatore

Ho usato il condizionale proprio perchè vorrei evitare il determinismo diretto tra genetica e comportamenti – che hanno chiaramente anche altre basi sociali, culturali, psicologiche. Gli stessi ricercatori che fanno questi studi ci vanno molto cauti. Questo non significa che le basi genetiche vadano ignorate, nè che esse debbano necessariamente obbligare a certi comportamenti – come voler fare figli o meno.
Se si afferma che tra i tanti fattori che incidono sull’omosessualità c’è anche una qualche predisposizione genetica, non penso che i gay debbano sentirsi come messi sotto la lente del microscopio. Ciò non significa che sia una “malattia” genetica, casomai un’alternativa. Dopotutto, sono proprio questi studi – a mio avviso – che possono fornire un supporto proprio contro le campagne omofobiche che definiscono i gay “contro natura” (dimenticandosi che invece è un comportamento diffusissimo proprio in natura).

nasoblu5

Sherasade:
>perchè non ammetteranno mai che tutti gli esseri umani sono uguali

Tutti gli esseri umani sono diversi l’uno dall’altro ma è auspicabile che in qualsiasi modello di società abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri ma non le stesse possibilità perchè queste sono insite nel loro genoma e modificate dall’interazione stocastica del cervello e del resto del corpo con l’ambiente esterno.

Aldissimo

a me pare che Madre Natura sia davvero molto saggia:
si accorge della bomba demografica e cerca di metterci una pezza con l’omosessualità.
Secondo me non fa una piega.

Fisher

L’ omosessualità esiste in tutto il regno animale.
Una spiegazione ci deve essere, per favore non tacciamo di pressapochismo gli scienziati che cercano di far luce su questo aspetto della sessualità.

Non si può voler sapere tutto e in fretta…diamo tempo al tempo e vedrete che tra un po’ di anni sapremo qualcosa in più.

Lucia

@ simo

Ho dato un’occhiata al sito che hai citato.
Oltre ad essere decisamente poco serio, le citazioni bibliche sono imprecise e le traduzioni ambigue.
Non ci perderei 2 minuti se fossi in te.

Bruno Gualerzi

@ Valentino
Questo che tu dici sarebbe, è, vero per chi è già mentalmente libero da pregiudizi in merito, come presumo sia per la stragrande magioranza di chi frequenta il sito… ma per chi libero non è può, al contrario, rafforzare il pregiudizio.
Allora cosa fare, tenere nascosta la notizia? No certo, ma ritenere utile commentarla anche per questi suoi possibili risvolti negativi.
(Per quanto mi riguarda, ritenevo poi che i ‘condizionali’ facessero parte del testo originale)

Valentino Salvatore

@ simo

Meglio chiarire subito la questione e non parlarne più. Pare sia una bufala abbastanza diffusa in vari siti “fotocopia”, con molte “testimonianze” roboanti che non trovano alcun riscontro esterno.

http://en.wikipedia.org/wiki/Well_to_Hell_hoax

Riporto alcune cose che dice un sito che ne fa il debunking (http://isrlabs.net/rants/hellsounds.html):

– il giornale in questione da cui sarebbe tratta la notizia risulta inesistente
– l’articolo del giornale (che sarebbe finlandese) è scritto in inglese
– il nome del giornale è una parola inesistente in finlandese
– pare dubbio che si possa usare un registratore quando la temperatura circostante è di 2.000 gradi almeno
– la “registrazione” risulta alquanto posticcia

Indicativamente, lo scettico ha chiesto spiegazioni ad un sito che riportava la cosa, e gli sarebbe stato risposto “che non importa se la storia è vera o no, basta che la gente sia “salvata”.”.

Valentino Salvatore

Riportiamo certe notizie sempre sperando nella ragionevolezza dei nostri utenti… 🙂
L’importante è che se ne discuta sempre criticamente.

Giulio

Questa notizia merita attenzione solo in un blog cattolico bigotto, per noi atei può significare solo n grandissimo CHI SE NE FREGA

darik

# Mifepristin scrive:
17 Agosto 2008 alle 15:10

e io che credevo tutti fossero bisessuali come orientamento base…

allora, meglio: “io credevo ke tutti “fossimo” bisessuali……..

darik

darik

Popinga scrive:
17 Agosto 2008 alle 13:11

Allora aveva ragione il mio parroco ………

eh sì, i parroci hanno sempre ragione…. però c’è voluto tanto tempo per capirlo!

😉 darik

Bruno Gualerzi

@ Valentino
E’ sempre difficile essere precisi scrivendo di getto (almeno per me)… ma per fortuna, anche se un pò noioso, si può precisare. Mi riferivo ai possibili (sottolineo ‘possibili’) risvolti negativi della notizia – non tanto nel blog che, con le solite eccezioni, è certamente composto da persone ragionevoli – quanto alla notizia in sé immaginata nel suo impatto al di fuori del blog.

P.aolo

Si parla troppo di sessualità e se ne fa poco… in sintesi! Chissenefrega, l’importante è farla in “santa” pace 😉

Laurentia

Da biologa (anche se ormai in pensione) so che in molti laboratori si studia la correlazione sia tra malattie e geni, sia tra elementi caratteriali (es: capacità di giocare a scacchi) e geni. Gli scopi finali non sono sempre nobili ma la Scienza cerca comunque di capire sempre più come siamo fatti sia fisicamente che psicologicamente. Anche i biologi non sono immuni da prese di posizione filosofiche o politiche o religiose e se si schierano non fanno bene alla Scienza, a mio giudizio. Come credente mi sembra di vedere dimostrare sempre di più, dagli sviluppi della ricerca, che i confini tra la nostra parte materiale e la nostra parte spirituale in pratica non esistono e questa la considero una conferma delle mie credenze religiose. Ho colleghi atei o agnostici, o comunque scettici, che invece ci vedono una dimostrazione che anche la nostra anima è materiale e muore col corpo. Quindi le chiavi di lettura individuali dei dati scientifici sono ancora determinanti.

Bruna Tadolini

x Azathoth

effettivamente il fatto che certi fattori genetici aumentino la frequenza di bisessuali fa dubitare del loro significato “utilitaristico”. Infatti la presenza di questi fattori contraddice la predizione Darwiniana secondo la quale la selezione naturale dovrebbe progressivamente eliminare i fattori che riducono la fecondità individuale e la capacità di sopravvivenza.

Il fatto però che gli stessi fattori genetici, che influenzano l’orientamento sessuale nei maschi, aumentino la fecondità nelle femmine “della famiglia” ……. offre una spiegazione a questo paradosso darwiniano cioè una spiegazione al perchè la selezione naturale non elimini progressivamente questi fattori. In pratica le femmine che hanno nel loro cromosoma X questi fattori fanno figli maschi “meno maschi” (fanno meno figli) ma anche femmine “molto più femmine” (fanno più figli); la somma di questi due effetti antagonisti risulta vantaggiosa per il trasferimento alle generazione future del DNA materno.

Come diceva qualcuno, è ora di smetterla di dire che siamo tutti uguali perchè è vero esattamente l’opposto!!! ma proprio perchè siamo tutti diversi ….

Alessandro Bruzzone

@ Lucia

Il “motivo” sarà difficile trovarlo, visto che l’evoluzione non è finalistica.

Alessandro Bruzzone

@ agli allarmati

Personalmente trovo queste notizie comunque interessanti. Il fatto semplice ed evidente (sottolineato per esempio da Valentino) che scienza e morale siano 2 cose distinte, dovrebbe evitarci qualsiasi confusione in merito; nonché relativi, ed ingiustificati, allarmismi.

Manlio Padovan

per simo: ho letto le prime 5 righe…”di questa anima immortale ne parlò…”: se non hanno capito ancora nemmeno l’italiano… visto quanti puntini?

Alessandro Bruzzone

@ Bruno

Capisco le tue preoccupazioni, ma la sfida è proprio far capire il senso di queste scoperte al di là dei tentativi di deformarle.
Sinceramente mi lascia perplesso il modo in cui molti, qui, leggono le notizie scientifiche: ponendosi cioè, per primo, il problema di come possano essere recepite.

Druso

Spesso si da ampio spazio a pubblicazioni scientifiche “sensazionalistiche” che hanno sempre lo stesso difetto: sono risultati pubblicati su indagini ancora in corso, quindi non definitivi. Prima di prendere una posizione in merito, è preferibile attendere dati “certi”. In particolare, mi chiedo sempre chi “paga questi studi?”: domanda banale dai grandi risvolti.
Non mi sembra così improbabile che vi sia una predisposizione genetica per certi atteggiamenti, scelte o abitudini. Nei nostri geni c’è scritto molti di ciò che siamo e diventeremo. Ciò che mi lascia perplesso è l’identificazione della persona con i suoi geni, cioè: mi sembra assurdo che tutto sia predisposto dal patrimonio genetico, al momento del concepimento. Portando il ragionamento alle estreme conseguenze, un domani potrebbero scoprire che Hitler non era cattivo, ma geneticamente difettoso….
Personalmente credo che vi sia una matrice genetica da cui trae spunto anche il comportamento, ma i fattori ambientali giocano un ruolo fondamentale. Si può fare il paragone con una pianta: ciò che la fa grande e rigogliosa sono il Sole, il terreno e l’acqua. Se la pianta è geneticamente perfetta, ma il clima è pessimo: non crescerà bene. Viceversa: se non è il massimo, geneticamente parlando, ma cresce nel giusto ambiente, sarà rigogliosa.
È come la storia del fumatore “geneticamente programmato”. Se si cresce in un ambiente privo di sigarette, la predisposizione non ha alcun valore: il soggetto non fumerà, comunque.

In conclusione: ci sarà anche una predisposizione per i gusti, ma è l’ambiente che li seleziona, secondo la massima di Train Spotting “siamo eterosessuali per approssimazione, dipende da chi ti eccita”.

Popinga

L’ho scritta alcuni mesi fa e sembra in linea con l’argomento:

Il lombrico

Il lombrico
è un fico.
Liberiamolo dalla lenza:
un bisessuale fa tendenza.

Mifepristin

@darik
sì in effetti io credevo che fossimo tutti bisessuali, fino a quando ho scoperto di essere addirittura asessuale perché in realtà io non mi sento attratta da nessuno dei due sessi, per questo potevo avere indifferentemente relazioni con maschi o femmine, perché mi interessava solo la persona e la compagnia…

simo

@mifepristin
scusa cosa intendi con l’inferno esiste ma nn bisogna attendere la morte x finirci?

elena dobici

Concordo pienamente con Roberto Grendene, che ha espresso il mio stesso pensiero.

Mifepristin

La sessualità è un impulso biologico di base geneticamente determinato, su questo non c’è dubbio, forse dipendono da ragioni genetiche quando e quanto sorge il bisogno di fare sesso,la collocazione e l’estensione delle zone erogene, il fatto di essere aggressivi o remissivi nella relazione, ma non la scelta del sesso del proprio partner perché in natura la sessualità umana è, per lo più, promiscua e disordinata, tutti si accoppiano continuamente con tutti, sia dello stesso che dell’altro sesso, quindi la riproduzione è assicurata a prescindere dall’ orientamento sessuale, che è un prodotto della cultura, di un particolare tipo di civiltà fondata sulla famiglia individuale e sul possesso delle donne da parte degli uomini.

Bruno Gualerzi

@ Alessandro Bruzzone
Vediamo se riesco almeno ad attenuare la tua perplessità… o invece ad accrescerla.
Per me il ‘problema di come possono essere recepite le notizie scientifiche’ ha due aspetti. Uno, quello immagino condiviso anche da te, è legato al ‘modo’ con cui spesso vengono proposte, al sensazionalismo cui a volte ricorrono creando (penso soprattutto nel campo medico) aspettative ingiustificate che, non solo sono pericolose in quanto tali, ma si ritorcono poi negativamente sulla ricerca stessa screditandola.
L’altro aspetto, più sostanziale, che mi trova in disaccordo con tanti amici di UAAR – sempre in relazione al ‘modo in cui viene recepita la notizia’, anche se poi il disaccordo verte su una questione più di fondo, diciamo ifilosofica’, di cui questa è una conseguenza – è legato a quella sorta di ‘sacralità’ che viene attribuita alla notizia solo perché ‘scientifica’, cioè intesa come un incremento del patrimonio conoscitivo dell’umanità di cui solo la ricerca scientifica possiede l’esclusiva… ma non solo, ritenendo che per questo ogni altra esperienza conoscitiva debba esservi subordinata, mentre la scienza stessa non può che essere in simbiosi con queste esperienze.
Per tornare al post e alla notizia in questione – come tanti, me compreso, qui hanno rilevato suscitando la tua perplessità e quella di altri – facendo passare in secondo piano questioni prioritarie rispetto a qualsiasi conferma o smentita sperimentale.

Mifepristin

@Simo
Intendo dire che qui sulla terra ci sono situazioni davvero “infernali” (nel senso che sono caratterizzate da estrema sofferenza e fastidio)sia dal punto di vista materiale che psicologico, l’unico inferno di cui bisogna aver paura è quello in cui si può cadere vivendo. Per me l’inferno è la materia, dove non c’è materia non ci può essere neppure sofferenza. Certo nella materia c’è anche il piacere, ma è sufficiente un eccesso di materia o di azione materiale per trasformare qualsiasi cosa in fastidio o sofferenza.

Mifepristin

comunque secondo me questo studio non è molto probante: un campione di 286 persone mi sembra troppo poco per arrivare a una conclusione così decisa sull’esistenza di un fattore genetico a trasmissione femminile che accrescerebbe la fecondità femminile (identificata con la propensione verso la copulazione con il maschio)e determinerebbe nei maschi l’omosessualità, soprattutto mi chiedo come hanno fatto a determinare il grado di fecondità-propensione verso il maschio nelle madri e altri ascendenti femmine degli omosessuali? Non è possibile che questa correlazione possa del resto avere una spiegazione piscologica? Comunque se fosse vero, in base a questa ricerca, da una donna lesbica non potrebbe nascere un figlio omosessuale(quindi l’accesso delle lesbiche alla procreazione medicalmente assistita non è un pericolo per la continuità della specie) e gli omosessuali dovrebbero essere più frequenti nelle famiglie molto numerose o tra i figli di donne che tendono a riprodursi molto, come se la natura ponesse essa stessa un rimedio alla eccessiva fecondità di alcuni individui.

Otto Permille

Quando non si sa che risposta dare si tirano sempre in ballo i geni. Forse anche il fatto che uno abbia la tendenza a mettersi le dita nel naso sarà prima o poi imputato ad un influsso genetico.

stefano

esistono o sono state mai condotte in passato ricerche sul perchè un uomo o una donna scelgono la via del sacerdozio o della monacazione?

franz

Non sono molto d’accordo con Lucia. D’accordo che una donna non voglia avere figli,ma soprattutto nelle coppie cattoliche il non voler figli nasconde grossi problemi sessuali e psicologici. Molte coppie cattoliche dicono ” DIO NON CI HA DATO FIGLI SIA FATTA LA VOLONTA’ DI DIO ” Per me qiesta affermazione rivela una mentalita OSCURANTISTA. Ogg con l’enorme progresso scientifico tutte le coppie possono avere figli,anche le coppie in cui tutti e due i coniugi sono sterili. Ma il loro Dio non permette loro di ricorrere alla inseminazione artificiale figuriamoci ALLA INSEMINAZIONE ETEROLOGA. Epoi se non mi sbaglio il principio cardine del cattolicesimo dice ” LA SOCIETA E’ FONDATA SULL’UNIONE INDISSOLUBILE TRA UOMO E DONNA ARRICCHITA DA FIGLI” ? Ma i cattolici sono veramente assurdi fanno quello che gli pare. Sono ipocriti. Poi va benissimo che una coppia decida di non avere figli ne ha piena liberta’ ma non SI QUALIFICASSERO COME CATTOLICI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ne ho piene le balle della chiesa cattolica e di quei cattolici che si fanno un cattolicesimo ” fai da te” Persone chiuse di mente. W la liberta’ di pensiero. W una sessualita’ libera. W la sessualita’ che sente sua la persona. E’ veramente vergognoso e ignobile che la cc condanni L’LOMOSESSUALITA’ quando essa stessa è frequentissima sia tra i preti che tra le suore. SCHIFOSA IPOCRISIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

myself

Queste ricerche NON dicono che l’omosessualità è una malattia, ne danno una ancora insufficiente spiegazione…

dysphoria_noctis

l’omosessualità maschile è dovuta a fattori genetici MA ANCHE a fattori ormonali MA ANCHE a fattori culturali MA ANCHE a fattori sociali MA ANCHE in base alle esperienza di vita.

l’omosessualità femminile è dovuta a fattori genetici MA ANCHE a fattori ormonali MA ANCHE a fattori culturali MA ANCHE a fattori sociali MA ANCHE in base alle esperienza di vita.

la bisessualità è dovuta a fattori genetici MA ANCHE a fattori ormonali MA ANCHE a fattori culturali MA ANCHE a fattori sociali MA ANCHE in base alle esperienza di vita.

la pansessualità è dovuta a fattori genetici MA ANCHE a fattori ormonali MA ANCHE a fattori culturali MA ANCHE a fattori sociali MA ANCHE in base alle esperienza di vita.

la transessualità è dovuta a fattori genetici MA ANCHE a fattori ormonali MA ANCHE a fattori culturali MA ANCHE a fattori sociali MA ANCHE in base alle esperienza di vita.

la polisessualità è dovuta a fattori genetici MA ANCHE a fattori ormonali MA ANCHE a fattori culturali MA ANCHE a fattori sociali MA ANCHE in base alle esperienza di vita.

ok, ci ho capito tantissimo… ora ne approfitto per andare a chiedere il copyright a Veltroni…

Alessandro Bruzzone

@ Bruno Gualerzi

Relativamente al punto uno, cioè il problema del sensazionalismo con cui la scienza spesso viene distorta, sono in generale d’accordo. Ma, nello specifico, questa osservazione avrebbe senso se la notizia in questione fosse già stata divulgata, e in modo capzioso; e, osservando il modo distorto in cui fosse stata diffusa, sollevassimo delle critiche.
Ma non è il nostro caso: qui leggo che molti (non dico necessariamente te) considerano la scienza in modo strumentale. Se la scoperta di turno (che, come hanno già notato in molti, è comunque tutta da verificare) serve a tirare acqua al proprio mulino, allora la si esalta e la si diffonde… manco fosse il vangelo de noantri!… se invece può dar luogo, a nostro scapito, anche solo a semplici fraintendimenti (che questi sono, poiché interpretare direttamente in senso etico i dati scientifici è sbagliato a priori), quasi la si rifiuta.
Insomma, mi sembra che il problema non sia tanto come le notizie vengono divulgate, ma proprio come vengono recepite da molti dei partecipanti a questo blog. Non vorrei che, nell’ansia di prevedere la strumentalizzazione passibile da simili notizie, si finisca con il fare proprio punto di vista “distorcente”.

Sul caso 2, sono (implicitamente a quanto detto circa il caso 1) più che d’accordo (anche alla luce, se ricordi, di precedenti discussioni). Il punto è il seguente: i dati scientifici andrebbero valutati per quello che sono, spesso finiamo invece per farne prove dirette di questioni etiche, forzandoli perché tali non sono.

Alessandro Bruzzone

@ Bruno

Ti ho risposto, ma il commento è in attesa…

Mifepristin

io ho comunque notato che tutte le persone senza cultura machista(se uomini) e sessualmente disinibite(se donne) prima o poi si lasciano andare anche a rapporti sessuali con persone dello stesso sesso, quindi ci prendono gusto e diventano bisessuali…

Bruno Gualerzi

@ Alessandro Bruzzone
Risposta ricevuta. Alcune cose sono state chiarite, e devo riconoscere che in effetti nei miei interventi ero un pò prevenuto. Altre, quelle che mi stanno più a cuore, hai ragione, le avevamo già discusse trovando sostanziale convergenza.

agnese

@stefano
già bella domanda…comunque secondo me sono dei pervertiti =)))))))))

spapparo

Questo dottor Andrea Campiero e’ la dimostrazione scientifica che gli scienziati naturali dovrebbero occuparsi di cose a loro piu’ congeniali, mentre le specifiche sulla sessualita’ che sono tantissimo di natura antropologica e’ meglio se le lasciassero a coloro che antropologi ed etnologi lo sono per mestiere.

Azathoth

@ Bruna Tadolini

grazie per la risposta

peraltro mi sembra che stiamo un po’ tutti considerando solo la sfera della sessualità, tralasciando ad esempio la faccenda delle relazioni sociali (tipo quelle scimmie di cui non ricordo il nome… )

rossotoscano

Ma perchè non fanno ricerche sull’eterosessualità? Sono certo che scoprirebbero che ha una base genetica dovuta ad una particolare combinazione del cromosoma X…
Quello che non accetto è lo studiare la sessualità, che non sia l’eterosessualità, come un fenomeno da baraccone alieno alla realtà naturale… Perchè si è eterosessuali?
Ma è tanto importante sapere il perchè siamo attratti da un sesso piuttosto che un altro?
Credo che l’essere umano, col suo universo, vada ben oltre certi tipi di catalogazione e schematizzazione.

Asatan

Il fatto che queste richerche non dicano che bisessualitàà e omosessualità hanno basi genetiche, ma non solo malattie noi lo capiamo… ma il resto del mondo? Quell’80% di persone che segue i vari Otelma quanto pericolose possono diventare?

A quando i bravi genitori cattolici che dopo aver fatto l’amniocentesi e aver visto il “gene della ricchionitudine” chiederanno terapie geniche per avere figli “sani”? Dato poi che le terapie geniche sono fattibili anche su persone già nate immaginatevi l’adolescente portato a fare terapie non proprio prive di rischi per “salvargli l’anima?

Io non lo vedo come uno scenario poi così lontano. Abbiamo già medici obiettori, terapisti riparativi (in barba al fatto che la terapia riparativa sia stata messa alla berlina dalla comunità scientifica), ecc… Non mi sembra così improbabile che, in futuro, per fede e denaro ci si ritrovi con medici deficenti pronti a praticare questo tipo di terpie.

Vincenzo

Non ho alcuna competenza scientifica per valutare la serietà di queste ricerche, ma non ho altrettanta avversione per i risultati che potrebbero venire fuori. Personalmente sono omosessuale da sempre e ne sono consapevole da quando avevo 14.
A ciò aggiungo:
– non ho scelto un bel niente e penso di essere così tanto intrinsecamente quanto biologicamente;
– alla base di ogni discriminazione religiosa e sociale c’è sempre l’accusa di aver scelto un percorso di vizio e amore diverso dalla norma.
E allora non capisco tutte queste seghe mentali di chi probabilmente non ha mai vissuto, per poi doversene a fatica liberare, di questo senso di colpa con cui ogni omosessuale è costretto a lottare. O tutte le preoccupazioni dei gay che vogliono dare alla loro natura una connotazione non organicista per sentirsi ‘normali’ a tutti i costi, magari per la paura di poter essere curati in qualche modo.
Ben venga ogni scoperta (oggettiva naturalmente) che elimini ogni dubbio su presunte scelte dei singoli in una direzone piuttosto che in altre, e cadrebbero il 90 % delle discriminazioni sociali e di religione nei confronti dei GAY che almeno non dovrebbero lottare con il senso dicolpa o con una oscurantista educazione affinchè sin da adolescenti si possa scegliere in che direzione andare. Naturalmente tutto è più complesso di quanto schematizzo, ma almeno su questo sito, liberiamoci da preconcetti….

Lucia

@ franz

E io cosa centro con le coppie cattoliche che si rifiutano di usare le tecnologie moderne per avere figli?
Non vedo il nesso…

@ Spapparo

Io sono etno-antropologa, e ti assicuro che non rientra nel mio campo lo studio delle cause dell’omosessualita/bisessualità/eterosessualità, tanto meno della genetica.
Al massimo ci posso vedere un nesso con l’antropologia fisica (che si studia a medicina), ma neanche tanto poi…

nasoblu5

>Il punto è il seguente: i dati scientifici andrebbero valutati per quello che sono, spesso finiamo >invece per farne prove dirette di questioni etiche, forzandoli perché tali non sono.

Spesso finiscono anche per essere le pezze di appoggio per questioni etico-gastronomiche basti pensare alla scienza vegetariana…..

Ma popperaniamente ciò equivale alla solo ricerca dei cigni bianchi ed infatti questo è un errore, (voluto), metodologico proprio del giornalismo nostrano anche e soprattutto di quello alla page dell’industria manifatturiera dell’indignazione a basso prezzo….

Lucia

@ nasoblu5

Che cosa intendi esattamente per “scienza vegetariana”?

Luca

“I parroci hanno sempre ragione” per dire “l’omosessualità è malattia” perchè supportata dalla genetica.

L’ignoranza è il bigottismo non hanno confini!

Non solo l’omosessualità, ma anche l’eterosessualità ha basi genetiche.
Non si può dedurre un che una caratteristica è malattia solo perchè ha un correlato genetico.
Anche il colore degli occhi e della pelle è gnetico. Anche l’altezza, i lineamenti, il colore dei capelli. Forse che un “nero” possa essere considerato malato perchè ha un correlato genetico verso il colore scuro della pelle? Anche i “bianchi” hanno un correlato genetico che li rende tali.

L’eterossessualità è naurale tanto quanto l’omomosessualità solo e soltanto perchè esiste in natura. Poi se è morale o meno non compete alla scienza.
La moralità di un atto dipende dai valori che uno ha acquisito o dalla cultura in cui vive, ma questi per fortuna variano da popolo a popolo, da religione a religione eda uomo a uomo.
Una società che impone i valori cattolici e tenta di moralizzare secondo i propri principi una nazione dovrebbe vergognarsi, perchè nega di fatto la libertà religiosa.
Piacerebbe ai cattolici se si mettessero fuori legge le loro pratiche e usanze e non si tutelassero i loro matrimoni? sicuramente no!
E perchè i cattolici non debbano lasciare libero ciascun uomo di scegliersi la propria religione e i prorpri valori o di essere ateo in santa pace e con gli stessi diritti di tutti gli altri uomini.

In questo Paese bigotto, razzista, chiuso e fatto di genete primitiva e ignorante non è spossibile vivere secondo la proprio filosofia e propri valori.
Lasciate che ogni persona si scelga da sè i propri valori e la propria religione!

sento già i commenti! relativismo!

Relativismo è rendere assoluti, universali ed esclusivi valori di una cultura che universale ed esclusiva non è.

Io ho sempre difeso la libertà religiosa e soprattutto le confessioni più deboli, ma i cattolici in Italia sono una minaccia alla libertà di espressione, pensiero, al libero arbitrio, e alla convivenza delle altre religioni.
Questa condizione è innaturale e insostenibile, anzi per certi versi insidiosa come l’islam.

E gli “atei devoto” (cui del resto non appartengo, ma che pur essendo credente difendo), hanno tutto il diritto di proclamarsi pubblicamante tali e di gridare a voce alta le loro posizioni e le loro onvinzioni, almeno tanto quanto ne ha il credente per proclamare la propria fede!

Bruno Gualerzi

Una domanda e una risposta (entrambe retoriche), seguite da una considerazione, a Luca e a Lucia: come mai sono dei CREDENTI (falsi o veri, tutti comunque – come giustamente affermate – col diritto di ‘gridare a voce alta’ la loro convinzione) che fanno di tutto per ostacolare la libertà di espressione e di pensiero? Non sarà un derivato della convinzione – difficilmente separabile da ogni fede in una qualche religione, quale che sia… personalmente aggiungo anche un ateismo vissuto religiosamente – di essere pervenuti (attraverso un percorso di ricerca personale o rimettendosi ad una tradizione) ad una ‘certezza’ circa il destino dell’uomo?
Se si tratta di una convinzione maturata attraverso una ricerca interiore assolutamente legittima e rispettabile come mi pare di capire sia il caso vostro, cosa significa ‘gridare ad alta voce’ la propria apparteneza ad una religione se non dichiarare l’appartenza ad una religione ‘positiva’, cioè ad una istituzione storica? Insomma, ad una ‘chiesa’?
Con stima.

nasoblu5

# Lucia scrive:

Che cosa intendi esattamente per “scienza vegetariana”?

Nasoblu5:

Quello che intendo per scienza ariana, giudaica, marxista-leninista, creazionista, omeopatica e tutto il resto della fuffa che eleva a rango scienza, di “verità” fenomenologica”, solo ciò che gli fa comodo per sostenere, supportare, avvallare le proprie tesi politche, sociali, etiche religiose.
Quella “scienza” che va a caccia dei solo cigni bianchi compatibili con l’ortodossia di riferimento oppure con una tesi prestabilita da dimostrare valida perchè ha bisogno di ricorrere all’unica fonte di autorevolezza certa e riconosciuta dalle masse.

vittorio

@ simo

a leggere le testimonianze, mi tornano in mente le “testimonianze” che mi capitava di leggere su “L’Eco di S. Gaspare ” e “Cronaca Vera”: lo so, frequento pessime letture, ma quante risate!!! Come per questo sito, del resto. Ciao a tutti

Lucia

@ nasoblu5

No, tel’ho chiesto perché io sono vegetariana da anni, e conosco tanti vegetariani, ma non ho mai conosciuto nessuno che cercasse nella scienza delle tesi per dimostrare la propria validità. E comunque il vegetarianesimo non è un’ortodossia.
Io l’ho scelto, e non mi frega niente di cosa fanno gli altri. Non devo convincere nessuno e loro non devono convincere me.
Tra l’altro tra me e tutti i vegetariani che conosco non ce ne sono due che abbiano fatto la scelta per lo stesso motivo.
Poi se conosci della gente del genere, beh, mi dispiace per te!

Asatan

@Lucia

Vegetariani ne ho conosciuti pochi e decisamente civili… i Vegan invece li trovo dei fanatici religiosi.

– Sostengono che il latte è veleno e ne privano i figli. Che per le femmine significa osteoporosi in età adulta.
– Cercano di convertirti e se non lo fai ti coprono di insulti
– Ti rifilano spiegazioni pseudo-scientifiche e poi, quando gliele smonti, passano o agli insulti o alle speigazioni mistico-magiche (il cereale x ti dà l’energia del sole, il vegetale y l’energa di venere, ecc.

Per curiosità tu rifuti anche latte e suoi derivati? Se si perchè?

Daniela

questa è una ricerca scientifica che accresce la nostra conoscenza, d’altronde non ci si deve meravigliare che la sessualità abbia basi genetiche. E ovviamente questo non deve essere considerato come la dimostrazione che l’omosessualità o la bisessualità siano una malattia. Altrimenti anche gli occhi neri e i capelli biondi dovrebbero essere considerati una malattia.

Giol

@ popinga

Ti stai sbagliando, e di grosso. Sul fatto che l’omosessualità NON sia una malattia non c’è più alcun dubbio.

Il fatto poi che forse sia di origine genetica significa semplicemente che essa è una caratteristica genetica come un’altra, del tutto naturale, come ad esempio avere i capelli neri o gli occhi azzurri.

Alberto

@ Azathoth

Un gene “cerca” di massimizzare la propria frequenza all’interno dell’insieme di tutti i geni di una popolazione (il cosiddetto “pool genetico”), indipendentemente dal corpo in cui si trova fisicamente (vedere il concetto di “fenotipo esteso”).
Quindi un maschio che trova attrazione per un maschio può cercare di aumentare il numero di copie dei suoi geni, tra cui quella del gene responsabile di quel carattere (cioè appunto l’attrazione per individui di sesso maschile) non necessariamente riproducendosi egli stesso ma collaborando all’allevamento della prole di una sorella o di un fratello (come normalmente fanno gli zii), che probabilmente condivideranno con lui quel gene (o quei geni) fra i tanti.
L’asserzione che l’omosessualità non si può trasmettere geneticamente per impossibilità di trasmissione verticale dei caratteri è falsa e tendenziosa, in quanto trascura negligentemente che questo carattere può essere latente, “variabile” e manifestarsi in vari gradi o essere subordinato ad altre condizioni genetiche e/o ambientali (fino al punto di esserne annullato): gli omosessuali possono avere figli, e di fatto li hanno spesso.
A prescindere da questo, il modello del fenotipo esteso riassunto sopra può spiegare comunque la presenza di geni responsabili dell’omosessualità, senza dover ricorrere a ipotetici casi di “strappi alla regola”.
Questo modello emerge spesso quando vengono studiate specie sociali o con una tendenza a sviluppare socialità a un certo grado. Probabilmente si possono supporre varianti di questo fenomeno in animali molto distanti, come:
– api, vespe, formiche, tèrmiti e insetti sociali in genere ove esistono caste di individui praticamente asessuati (almeno fino a quando la regina deve essere sostituita) che fungono da operai-guerrieri-bambinaie;
– vertebrati che formano gruppi numerosi e più o meno gerarchizzati, si osserva soprattutto nei mammiferi: roditori, alcuni pinnipedi, carnivori, primati tra cui l’uomo.

In parole povere si può riassumere il fenomeno così: se l’animale tende a riunirsi in gruppi, può essere “meglio” che certi individui rinuncino alla propria riproduzione per favorire quella dei parenti più stretti. Meglio per chi? Per l’individuo che non si riproduce, ovvero per i geni in esso contenuto che lo hanno spinto a comportarsi così. Probabilmente questi favoriscono l’insorgere nell’individuo di un temperamento subordinato, perlomeno nella lotta per la conquista del partner, dalla quale è distratto, per lasciare che si dedichi all’allevamento dei nipoti al punto di rischiare per essi, e fare quindi da collante tra i membri del gruppo con la sua “affabilità”. Il successo di una tale strategia è evidente, statisticamente, quando si formano gruppi numerosi oltre una certa soglia, e probabilmente c’è un numero medio critico di figli e nipoti per individuo affinché si verifichi un evoluzione in tal senso.
E’ noto che questo fenomeno si verifica nelle marmotte (che però spesso si alternano in questo comportamento) e nei cani della prateria; in altri mammiferi si può pensare che sia agli albori (otarie, ienidi).
Le critiche, mosse a tali ipotesi, di essere puramente speculative, hanno avuto un contraccolpo dopo alcune scoperte fatte in seguito ad alcune previsioni (vedere Edward O. Wilson). Fu tratteggiato il tipo di mammifero ideale in cui l’omosessualità sia pienamente funzionale, e si ipotizzò che si trattasse di un roditore, sociale, che vive in gruppi di 50-100 individui, specializzato per la vita ipogea (vive sotto terra, come marmotte e cani della prateria), glabro, con caste di individui (parzialmente) distinte, di cui una senza accesso alla riproduzione. Pochi anni dopo fu scoperta una specie di spalace, un roditore, praticamente corrispondente alla descrizione fatta, adattato alla vita ipogea al punto di essere cieco.

Ovviamente ci possiamo domandare se gli individui che non si riproducono in queste specie siano da considerare realmente omosessuali come intendiamo comunemente; oppure ci si può chiedere, se questa situazione è presente agli albori anche in noi, perché non esistano individui asessuati tout-court. La risposta sta nel periodo di evoluzione alle spalle. L’uomo (e la sua socialità) ha molti milioni di anni di evoluzione in meno degli spalaci, e moltissimi in meno delle api e delle formiche. Se in questi ci sono società talmente precise che le operaie hanno strutture anatomiche per accudire gli altri figli e figlie della madre (ma mutano ormonalmente il proprio comportamento per sostituirla se questa muore), nell’uomo e in altri mammiferi, forse, tutto quello che ha potuto fare la Natura per “andare in quella direzione” in questo poco tempo è stato “montare” un pezzo da femmina in un maschio (il gene per essere attratto dai maschi), se “voleva” che alcuni maschi aiutassero i parenti, ostacolandone la riproduzione ma consentendo indirettamente anche il prosperare dei loro geni.
In origine forse questi geni apparvero per un motivo diverso: disorientare altri concorrenti maschi quando la lotta per le femmine era troppo ardua, mascherandosi da femmine essi stessi o da immaturi. Solo dopo possono aver assunto questa valenza, e tuttora l’evoluzione sta limando…

In conclusione, i geni studiati nell’articolo, se avvalorato da prove, possono generare caratteri del tipo “influenzati dal sesso”: si manifestano nel maschio, sono silenti (ovvio) nella femmina. Si potrebbe ipotizzare l’esistenza di geni speculari per il carattere inverso, ma probabilmente sarebbero meno frequenti e/o determinanti.

Considerare l’omosessualità una malattia o meno non ha senso per la biologia (così come la calvizie o l’essere alti, essere intelligentissimi o affetti da turbe mentali), forse ce l’ha per la medicina, ma anche in quel campo è una catalogazione fatta dall’uomo. La biologia si occupa di come e perché un essere vivente viene al mondo in quel modo, e considerare col senno di poi, dal responso dato dalla selezione naturale, se quel carattere ha avuto successo e se potrà averne in futuro.
Comunque la si pensi, non è coerente appellarsi alla scienza quando serve per controbattere papi e affini, e contemporaneamente indignarsi e lasciarsi trasportare emotivamente (con gli stessi argomenti propri della “sensibilità religiosa”) se qualcuno osa indagare sulla natura umana, compiendo studi seri mossi dal desiderio di conoscere. Che sono il miglior aiuto offerto a chi è minacciato dall’arroganza che nasce dall’ignoranza. E per far questo è necessario non ricorrere sistematicamente alla delegittimazione (mediante “reductio ad hitlerum”) dello studioso che “si è permesso”.
Anche perché non sono le posizioni politiche o sociali di nessuno a doverci interessare.
Kary Mullis, l’inventore della PCR, fa notare che non abbiamo ancora imparato, dopo secoli di scienza, a separare le idee da chi le esprime. “Isaac Newton dimostrò che la forza era uguale a massa per accelerazione. Egli era un criminale antisociale che voleva dar fuoco alla casa dei suoi genitori. Ma la forza continuava ad essere uguale alla massa per l’accelerazione.”

Luca

per Bruno Gualerzi

Quello che intendevo dire è che ciascuno ha il diritto di esprimere lee proprie convinzioni e visioni su ciascun argomentazione, anche quelle eticamente sensibili secondo il proprio credo, la propria filosofia o semplicemente la propria cultura.
E ho aggiunto che anche filosofi, liberi pensatori, agnostici e “atei devoti” (come qualcuno sprezzantemente li chiama) hanno il diritto di professarsi tali senza essere accusati di corruzione morale. spesso in questa società gli atei vengono relegati al silensio e qualora si dichiarano tali vengono criticati e si dice loro che non c’è bisogno di sbandierarlo in giro!

Ma non è giusto in un paese libero che solo i religiosi (soprattutto se cattolici) hanno il diritto di sbandierare la propria professione e manifestarla addirittuarai in parlamento.
Questa è una vera e propria tirannia dei cattolici e un vero e prorio razzismo religioso e culturale.

Personalemente non sono ateo, ma credo che anche l’ateismo possa essere concepito come una religione se il credo di un ateo coincide con rigore scientifico e con il razionalismo stretto.

Quindi è giusto che anche questo modo di vedere e di viverere sia tutelato, così come ogni altra espressione filosofica.

Quanto alle istituzioni religiose, esse non dovrebbero avere diritti in più di tutte le altre organizzazioni filosofico-religiose (UAAR incluso), in quanto atto di razzismo culturale e privilegio ingiustificato.

E nessun paese dovrebbe essere confessionale, nemmeno se il 98% dei suoi cittadini lo è, perchè ne risulterebbe sempre un 2% discriminato.
E penso anche che con la crescita personale e interiore ciascuno di noi dovrebbe essere in grado, ad una certa età, di scegliere se continuare a far parte della religione d’origine o seguire la strada che più ritiene coerente alle proprei convinzioni.
Ma questo non è possibile se manca informazione e laicità. Come vediamo nessuna organizzazione o chiesa alternativa ha spazio nell’informazione e nella cultura collettiva di questo paese.

era questo che volevo dire
un saluto
buona navigazione

Lucia

@ Asatan

Io sono vegetariana e non vegana. Io ho escluso dalla mia dieta carne, pesce e miele.
Quelli di cui parli tu sono straight edge, i fanatici che cercano di fare proseliti.
Io conosco decine e decine di vegani, e sono tutte persone civilissime.

Asatan

@Lucia

Lieta di sentirlo… avrò sfiga io, ma sempre i taliban mi becco. Stavo per sviluppare una certa allergia al vegano a furia di beccare insulti 😆

Alberto

@ Azathoth

Un gene “cerca” di massimizzare la propria frequenza all’interno dell’insieme di tutti i geni di una popolazione (il cosiddetto “pool genetico”), indipendentemente dal corpo in cui si trova fisicamente (vedere il concetto di “fenotipo esteso”).
Quindi un maschio che trova attrazione per un maschio può cercare di aumentare il numero di copie dei suoi geni, tra cui quella del gene responsabile di quel carattere (cioè appunto l’attrazione per individui di sesso maschile) non necessariamente riproducendosi egli stesso ma collaborando all’allevamento della prole di una sorella o di un fratello (come normalmente fanno gli zii), che probabilmente condivideranno con lui quel gene (o quei geni) fra i tanti.
L’asserzione che l’omosessualità non si può trasmettere geneticamente per impossibilità di trasmissione verticale dei caratteri è falsa e tendenziosa, in quanto trascura negligentemente che questo carattere può essere latente, “variabile” e manifestarsi in vari gradi o essere subordinato ad altre condizioni genetiche e/o ambientali (fino al punto di esserne annullato): gli omosessuali possono avere figli, e di fatto li hanno spesso.
A prescindere da questo, il modello del fenotipo esteso riassunto sopra può spiegare comunque la presenza di geni responsabili dell’omosessualità, senza dover ricorrere a ipotetici casi di “strappi alla regola”.
Questo modello emerge spesso quando vengono studiate specie sociali o con una tendenza a sviluppare socialità a un certo grado. Probabilmente si possono supporre varianti di questo fenomeno in animali molto distanti, come:
– api, vespe, formiche, tèrmiti e insetti sociali in genere ove esistono caste di individui praticamente asessuati (almeno fino a quando la regina deve essere sostituita) che fungono da operai-guerrieri-bambinaie;
– vertebrati che formano gruppi numerosi e più o meno gerarchizzati, si osserva soprattutto nei mammiferi: roditori, alcuni pinnipedi, carnivori, primati tra cui l’uomo.

Alberto

In parole povere si può riassumere il fenomeno così: se l’animale tende a riunirsi in gruppi, può essere “meglio” che certi individui rinuncino alla propria riproduzione per favorire quella dei parenti più stretti. Meglio per chi? Per l’individuo che non si riproduce, ovvero per i geni in esso contenuto che lo hanno spinto a comportarsi così. Probabilmente questi favoriscono l’insorgere nell’individuo di un temperamento subordinato, perlomeno nella lotta per la conquista del partner, dalla quale è distratto, per lasciare che si dedichi all’allevamento dei nipoti al punto di rischiare per essi, e fare quindi da collante tra i membri del gruppo con la sua “affabilità”. Il successo di una tale strategia è evidente, statisticamente, quando si formano gruppi numerosi oltre una certa soglia, e probabilmente c’è un numero medio critico di figli e nipoti per individuo affinché si verifichi un evoluzione in tal senso.
E’ noto che questo fenomeno si verifica nelle marmotte (che però spesso si alternano in questo comportamento) e nei cani della prateria; in altri mammiferi si può pensare che sia agli albori (otarie, ienidi).
Le critiche, mosse a tali ipotesi, di essere puramente speculative, hanno avuto un contraccolpo dopo alcune scoperte fatte in seguito ad alcune previsioni (vedere Edward O. Wilson). Fu tratteggiato il tipo di mammifero ideale in cui l’omosessualità sia pienamente funzionale, e si ipotizzò che si trattasse di un roditore, sociale, che vive in gruppi di 50-100 individui, specializzato per la vita ipogea (vive sotto terra, come marmotte e cani della prateria), glabro, con caste di individui (parzialmente) distinte, di cui una senza accesso alla riproduzione. Pochi anni dopo fu scoperta una specie di spalace, un roditore, praticamente corrispondente alla descrizione fatta, adattato alla vita ipogea al punto di essere cieco.

Ovviamente ci possiamo domandare se gli individui che non si riproducono in queste specie siano da considerare realmente omosessuali come intendiamo comunemente; oppure ci si può chiedere, se questa situazione è presente agli albori anche in noi, perché non esistano individui asessuati tout-court. La risposta sta nel periodo di evoluzione alle spalle. L’uomo (e la sua socialità) ha molti milioni di anni di evoluzione in meno degli spalaci, e moltissimi in meno delle api e delle formiche. Se in questi ci sono società talmente precise che le operaie hanno strutture anatomiche per accudire gli altri figli e figlie della madre (ma mutano ormonalmente il proprio comportamento per sostituirla se questa muore), nell’uomo e in altri mammiferi, forse, tutto quello che ha potuto fare la Natura per “andare in quella direzione” in questo poco tempo è stato “montare” un pezzo da femmina in un maschio (il gene per essere attratto dai maschi), se “voleva” che alcuni maschi aiutassero i parenti, ostacolandone la riproduzione ma consentendo indirettamente anche il prosperare dei loro geni.
In origine forse questi geni apparvero per un motivo diverso: disorientare altri concorrenti maschi quando la lotta per le femmine era troppo ardua, mascherandosi da femmine essi stessi o da immaturi. Solo dopo possono aver assunto questa valenza, e tuttora l’evoluzione sta limando…

Alberto

In conclusione, i geni studiati nell’articolo, se avvalorato da prove, possono generare caratteri del tipo “influenzati dal sesso”: si manifestano nel maschio, sono silenti (ovvio) nella femmina. Si potrebbe ipotizzare l’esistenza di geni speculari per il carattere inverso, ma probabilmente sarebbero meno frequenti e/o determinanti.

Considerare l’omosessualità una malattia o meno non ha senso per la biologia (così come la calvizie o l’essere alti, essere intelligentissimi o affetti da turbe mentali), forse ce l’ha per la medicina, ma anche in quel campo è una catalogazione fatta dall’uomo. La biologia si occupa di come e perché un essere vivente viene al mondo in quel modo, e considerare col senno di poi, dal responso dato dalla selezione naturale, se quel carattere ha avuto successo e se potrà averne in futuro.
Comunque la si pensi, non è coerente appellarsi alla scienza quando serve per controbattere papi e affini, e contemporaneamente indignarsi e lasciarsi trasportare emotivamente (con gli stessi argomenti propri della “sensibilità religiosa”) se qualcuno osa indagare sulla natura umana, compiendo studi seri mossi dal desiderio di conoscere. Che sono il miglior aiuto offerto a chi è minacciato dall’arroganza che nasce dall’ignoranza. E per far questo è necessario non ricorrere sistematicamente alla delegittimazione (mediante “reductio ad hitlerum”) dello studioso che “si è permesso”.
Anche perché non sono le posizioni politiche o sociali di nessuno a doverci interessare.
Kary Mullis, l’inventore della PCR, fa notare che non abbiamo ancora imparato, dopo secoli di scienza, a separare le idee da chi le esprime. “Isaac Newton dimostrò che la forza era uguale a massa per accelerazione. Egli era un criminale antisociale che voleva dar fuoco alla casa dei suoi genitori. Ma la forza continuava ad essere uguale alla massa per l’accelerazione.”

Alberto

@ Azathoth

Un gene “cerca” di massimizzare la propria frequenza all’interno dell’insieme di tutti i geni di una popolazione (il cosiddetto “pool genetico”), indipendentemente dal corpo in cui si trova fisicamente (vedere il concetto di “fenotipo esteso”).
Quindi un maschio che trova attrazione per un maschio può cercare di aumentare il numero di copie dei suoi geni, tra cui quella del gene responsabile di quel carattere (cioè appunto l’attrazione per individui di sesso maschile) non necessariamente riproducendosi egli stesso ma collaborando all’allevamento della prole di una sorella o di un fratello (come normalmente fanno gli zii), che probabilmente condivideranno con lui quel gene (o quei geni) fra i tanti.
L’asserzione che l’omosessualità non si può trasmettere geneticamente per impossibilità di trasmissione verticale dei caratteri è falsa e tendenziosa, in quanto trascura negligentemente che questo carattere può essere latente, “variabile” e manifestarsi in vari gradi o essere subordinato ad altre condizioni genetiche e/o ambientali (fino al punto di esserne annullato): gli omosessuali possono avere figli, e di fatto li hanno spesso.
A prescindere da questo, il modello del fenotipo esteso riassunto sopra può spiegare comunque la presenza di geni responsabili dell’omosessualità, senza dover ricorrere a ipotetici casi di “strappi alla regola”.
Questo modello emerge spesso quando vengono studiate specie sociali o con una tendenza a sviluppare socialità a un certo grado. Probabilmente si possono supporre varianti di questo fenomeno in animali molto distanti, come:
– api, vespe, formiche, tèrmiti e insetti sociali in genere ove esistono caste di individui praticamente asessuati (almeno fino a quando la regina deve essere sostituita) che fungono da operai-guerrieri-bambinaie;
– vertebrati che formano gruppi numerosi e più o meno gerarchizzati, si osserva soprattutto nei mammiferi: roditori, alcuni pinnipedi, carnivori, primati tra cui l’uomo

Alberto

@ Azathoth

Un gene “cerca” di massimizzare la propria frequenza all’interno dell’insieme di tutti i geni di una popolazione (il cosiddetto “pool genetico”), indipendentemente dal corpo in cui si trova fisicamente (vedere il concetto di “fenotipo esteso”).
Quindi un maschio che trova attrazione per un maschio può cercare di aumentare il numero di copie dei suoi geni, tra cui quella del gene responsabile di quel carattere (cioè appunto l’attrazione per individui di sesso maschile) non necessariamente riproducendosi egli stesso ma collaborando all’allevamento della prole di una sorella o di un fratello (come normalmente fanno gli zii), che probabilmente condivideranno con lui quel gene (o quei geni) fra i tanti.
L’asserzione che l’omosessualità non si può trasmettere geneticamente per impossibilità di trasmissione verticale dei caratteri è falsa e tendenziosa, in quanto trascura negligentemente che questo carattere può essere latente, “variabile” e manifestarsi in vari gradi o essere subordinato ad altre condizioni genetiche e/o ambientali (fino al punto di esserne annullato): gli omosessuali possono avere figli, e di fatto li hanno spesso.
A prescindere da questo, il modello del fenotipo esteso riassunto sopra può spiegare comunque la presenza di geni responsabili dell’omosessualità, senza dover ricorrere a ipotetici casi di “strappi alla regola”.

Asatan

Si ma cosa c’entra tutto ciò con la bisessualità? Se si prala di geni che portano all’omosessulità (attrazione esclusiva per membri dello stesso sesso)?

gigetta

a parte che mi sembra una fesseria almeno posta in questi termini. ma l’intento qual’è farli passare per malati? per minorati mentali o simili? perchè mi ha dato questa impressione l’articolo.
già vedo il prossimo: la bisessualità-una malattia genetica!

gigetta

@ Asatan
ti ringrazio per avermi dato della persona civile…ma ci sono anche vegetariani incivili il mondo è bello perchè è vario.
il vegano non sostiene che il latte sia veleno ma non lo beve perchè è un prodotto derivato dalla sofferenza animale.
beve il latte di soya, e mangia varie cose che mangio anche io tofu, tempeh, seitan non è vero che sono dei fanatici religiosi sono delle persone che hanno un profondo rispetto per la natura e per l’ambiente.

http://www.veganhome.it/

alcune religioni adottano una dieta vegetariana non vegana il veganismo in genere non ha niente a che vedere con le religioni.

http://www.avventistiriformistimilano.net/article.php?id=6
ovviamente non sono avventista ma mi piace la loro filosofia di vita.

Azathoth

@ Alberto grazie mille per la superspiegazione!!! Veramente dettagliata e coerente!

Tra l’altro sono d’accordissimo su questa tua affermazione:
“Comunque la si pensi, non è coerente appellarsi alla scienza quando serve per controbattere papi e affini, e contemporaneamente indignarsi e lasciarsi trasportare emotivamente (con gli stessi argomenti propri della “sensibilità religiosa”) se qualcuno osa indagare sulla natura umana, compiendo studi seri mossi dal desiderio di conoscere.”

e pure su questa:
“Anche perché non sono le posizioni politiche o sociali di nessuno a doverci interessare.
Kary Mullis, l’inventore della PCR, fa notare che non abbiamo ancora imparato, dopo secoli di scienza, a separare le idee da chi le esprime.”

P.S. + Off Topic: ho letto che Mullis sostiene l’assenza di correlazione tra AIDS e Hiv… che ne pensi?

Alberto

Non possiedo la conoscenza della letteratura a riguardoper esprimermi, ma su questo argomento Mullis sembra essere molto deciso! Se avesse ragione, credo che alcuni noti esponenti della comunità scientifica farebbero quantomeno una pessima figura, ammesso che si venga mai a sapere. Forse però il Nostro ci va un po’ troppo pesante con gli attacchi a Gallo e Montaigner…

michele

secondo me lo studio può anche avere una sua rilevanza scientifica, ma bisognerebbe considerare che una questione complessa come la sessualità non può ridursi solo a un fattore genetico. probabilmente può esserci una predisposizione. ma poi il fenomeno credo sia multifattoriale.
comunque, anche fosse meramente un fattore genetico, ho letto alcuni dei numerosi pareri e mi sembra che qualcuno faccia confusione, come quelli che affermano che avevano ragione i parroci a dichiarare l’omosessualità una malattia. ma genetico non significa malato che diamine. io ho i geni del colore degli occhi diversi dai miei amici, ma devo considerarmi malato perchè ho gli occhi chiari? un fattore genetico è una delle determinanti alla base della diversità, intesa in senso biologico come individui uno diverso dall’altro, e forse, a quanto pare, anche in senso sessuale…

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